L’ e-bike più costosa del mondo, l’e-scooter a traliccio, il monopattino da 100 km/h e quello super glamour di MV Agusta: il nostro elettro-tour a EICMA 2021 riserva sorprese. Scoperte assolute, conferme, o semplicemente il primo contatto con prodotti solo annunciati.
La 78esima Edizione di EICMA, intanto, ha chiuso i battenti a Fiera Milano Rho con un successo che ricorda l’ultima edizione pre-pandemia. Malgrado la contrazione della superficie espositiva, nei quattro giorni di apertura al pubblico è stato raggiunto il limite massimo di capienza con 342.644 presenze complessive registrate all’interno dei cinque padiglioni. Ciò ripropone la fiere delle due ruote milanese come la manifestazione più importante in termini di affluenza dal 2020. Sono stati 28.841 gli operatori del settore (43% stranieri) e 5.127 tra giornalisti, influencer, tecnici e professionisti della comunicazione (35% provenienti dall’estero).
«La grande presenza di pubblico _ ha dichiarato il presidente di EICMA Pietro Meda _ ci ha permesso di riaffermare la centralità internazionale del nostro appuntamento e di proiettarlo nuovamente al domani». E proprio «l’impegno delle aziende del settore e dei partner è stato determinante – secondo l’amministratore delegato di EICMA Paolo Magri – per incanalare il grande desiderio di due ruote che proviene dal mercato in un contenitore unico di opportunità globali e mettere in scena il frutto degli investimenti dell’industria di riferimento e il futuro della mobilità su due ruote».
In attesa dell’appuntamento con EICMA 2022, dall’8 al 13 novembre, ecco una carrellata delle curiosità raccolte nel nostro elettro-tour nei padiglioni dell’edizione di EICMA appena conclusa.
Arlix UNICA, è italiana l’ e-bike che costa come un’auto
Arlix Unica, la e-bike più costosa del mondo
Questo è il prototipo della bicicletta a pedalata assistita probabilmente più costosa al mondo: oltre 16 mila euro. Si chiama UNICA, è stata progettata a Milano dal cofondatore Giancarlo Gregorio ed è prodotta a mano, in 100 esemplari, interamente in Italia, a Messina, dalla start up Arlix che la definisce una Granturismo e-bike. I 200 km di autonomia dichiarata giustificano il nome. Così come il telaio monoscocca rinforzato in fibra di carbonio, il forcellone posteriore e la forcella anteriore in ergal fresato dal pieno con doppio ammortizzatore idraulico, la sella ergonomica che si alza e si abbassa automaticamente, il cambio automatico a variazione continua Enviolo. E, tocco finale, il bloccasterzo integrato e l’avviamento con chiave d’argento. Tre versioni per il motore (250 e 500 W e 1000 per il mercato americano dove la velocità massima sale a 45 km/h) mentre la batterie con celle Samsung ha una capacità di 2,5 kWh.
Triride, la carrozzina per disabili diventa e-scooter
Il dispositivo Triride è un kit completo che trasforma una normale carrozzina per disabili in un triciclo elettrico, anche ad alte prestazioni. Un semplice supporto sui braccioli della carrozzina consente di agganciare l’intero avantreno motorizzato. Il motore è integrato nel mozzo della ruota anteriore. Nel piantone del manubrio è montato il sistema di controllo trazione e la batteria, mentre nel manubrio si trovano i comandi e il display.
A EICMA Triride ha presentato il modello T-Rocks, kit elettrificato all around con ruote da cross e motore potenziato per affrontare impegnative gite in montagna. L’azienda di Montegranaro (Fermo), è stata fondata nel 2012 da Gianni Conte, imprenditore paraplegico, dopo un incidente occorsogli a 27 anni.
Da Triride a Kobra l’e-monopattino più bello del mondo
Ruote alte, una solidità da superbike, telaio in tralicci fatto a mano. Ed ecco Kobra, il monopattino elettrico uscito dalla sapienza artigianale della fabbrica Triride, a Montegranaro. Vaielettrico ne parlò in febbraio, quando il progetto sbarcò sulla piattaforma di crowdfunding Indiegogo. Ora è arrivato, e l’abbiamo toccato con mano durante il nostro elettro-tour nei padiglioni di EICMA. Sono due le versioni: Smart e Climber. Si distinguono per gli pneumatici, stradali sul primo e tassellati sul secondo. Il potente motore, rispettivamente di 350 e 500 W, è alimentato dalla batteria al litio che assicura 100 km di autonomia; i doppi freni a disco con ABS sono pensati per un utilizzo a largo raggio, e in particolare nei borghi storici italiani, con fondi sconnessi e ripide rampe.
Yadea, Keeway, Aiwa, Kaiwei, Eurocka: “gialle” sì, ma non troppo
Le “cinesi” a EICMA non sono mai mancate. Anzi, quest’anno la pattuglia, causa Covid, si è parecchio assottigliata. In compenso l’offerta ha fatto un deciso salto di qualità. Non più e-scooter da battaglia, a poco prezzo ma anche di discutibile design e un po’ scopiazzati dai classici europei, e soprattutto italiani. A Milano, si potrebbe dire, sono arrivati in pochi ma buoni.
Dei big come Niu o della taiwanese Kymco abbiamo già parlato. Però molte altre ne abbiamo intercettate nel nostro elettro-tour a EICMA. Tutte con una gamma ampia e diversificata e con modelli originali, curati, addirittura stilosi. Abbiamo visto stand imponenti, come quelli di Keeway che per la prima volta mette in mostra un parco elettrico di tutto rispetto. Spicca per priginalità la gamma E-zi.
Altrettanto fa Yadea (e-scooter ed e-bikes), un colosso da 10 milioni di pezzi all’anno che ora arriva in Italia grazie all’importatore Padana Sviluppo. E Horwin (e-scooter e imponenti moto elettriche). Ma anche le più smilze Aiwa e Kaiwei si affacciano in Europa con prodotti interessanti. Sono in larga misura ciclomotori (a volte camuffati da e-bike, con piccole appendici che vorrebbero simulare i pedali) ma non mancano versioni più potenti, assimilabili a 125. Qui una piccola galleria:
Con Felo 06 rivive in Cina il prototipo Kymco f9
Il progetto di scooter elettrico ad alte prestazione e due marce Kymco f9 fu presentato a EICMA 2019, poi non se ne sepper più nulla. Kymco è arrivata a Milano quest’anno con il bellissimo Super 9 che lo ricorda ampiamente, anche se spariscono le due marce e la meccanica sembra molto diversa.
Però l’f9 non è stato abbandonato: lo ha trasformato in prodotto e lo commercializza in Cina la consociata Felo, che lo ha esposto nel suo bello stand a EICMA 2021 ribattezzandolo con la sigla F-06.
Prove tecniche di Lacama, in versione Tazzari EV
Erik Tazzari aveva diffuso le prime immagini della sua reinterpretazione della superbike elettrica Italian Volt Lacama (leggi). Ma la completa rivisitazione meccanica della moto ad alte prestazioni di cui l’imprenditore imolese ha rilevato marchio, progetto e asset ha richiesto più lavoro del previsto. L’inedito pacco batteria brevettato raffreddato a liquido, il telaio monoblocco in fusione di alluminio senza saldature, il rinnovato sistema di controllo elettronico, non sono ancora a punto. Quindi nel suo stand ad Eicma 2021 Erik ha preferito esporre un prototipo grezzo. «Ci vorrà qualche settimana in più per avere la moto finita come voglio io _ ci ha detto _. Ho preferito esporre un esemplare chiaramente in lavorazione, piuttosto che vendere fumo. La moto vera la presenterò quando sarà pronta per il lancio sul mercato». Si preannuncia una moto elettrica molto innovativa e dalle prestazioni eccezionali. Anche il prezzo sarà importante: grosso modo 30 mila euro.
OndaWagon by Vent, oltre ogni immaginazione
Lo studio di architettura Rossi e Bossi l’ha immaginata e disegnata. La lecchese Vent l’ha realizzata. Ora ci vorrà qualcuno che abbia il coraggio di portarla a spasso per Milano, questa putrella sinuosamente modellata per inglobare due ruote, una o due selle, un manubrio, i pedali. Più tutto il resto che serve a farla muovere, oltre alla forza delle gambe, cioè batterie e motore elettrico.
Ci vorrà coraggio, perchè passare inosservati sarà impossibile. I più diranno che è una follia, ma non è escluso che OndaWagon esploda come l’e-bike più trendy del 2022. A Milano potrebbe anche accadere. Anche perchè, a parte l’aspetto quasi inquietante, OndaWagon ha anche pregi oggettivi. Come il gande spazio di carico, posteriore e anteriore, e una seduta da sultano per il passeggero, con tanto di portapacchi-poggiapiedi in caldo legno chiaro. Freni, motore, mozzi, cambio a 5 velocità e comandi sono Schimano. Il motore, la batteria e il display Brose. Telaio e forcelle sono in alluminio modulare brevettato. Intanto ha già sfondato a Dusseldorf dove ha conquistato il premio Award 2020 come best cargo bike”.
Trevor DTRe Stella, less is more
Mettendo assieme quel che di meglio si può trovare sul mercato della componentistica premium, Philippe Stella, Jeroen-Vincent Nagels insieme a Rob Mitchell della belga Sarolea e all’ex progettista della defunta Alta Motors John McInnis hanno realizzato la Trevor DTRe Stella. Lo stesso Stella l’ha definita “clean dirty bike“. Una moto elettrica concepita per essere fatta di meno roba possibile: motore, batteria, due ruote, sella e manubrio. Stop. Come dicono gli inglesi “less is more“. Infatti Trevor pesa appena 75 kg. A EICMA è piazzata su un piedistallo circondato da vetri, come un gioiello della corona. In parte lo è: il powertrain è di derivazione Sarolea, le sospensioni Ohlins, i freni a disco Beringer, i cerchi Excel e il telaio è a traliccio in molibdeno. Dovrebbe essere in vendita a un prezzo che oscilla fra 13 e 14 mila 500 euro. Ma anche questo lo apprendiamo da un articolo di due anni fa rintracciato si Internet, perchè lì attorno nessuno ci sa dare notizie e le uniche infornazioni sono su un cartoncino poco più grande di un biglietto da visita.
E-Racer Bestiale rifà il verso alla Zero SR
La bolognese E-Racer e il suo patron Aldo De Giovanni si ripresentano a EICMA con l’ennesima idea per rivisitare la moto californiana Zero. Questa volta i due modelli SR e SR/F, trasformandosi in E.Racer Bestiale, ritrovano il suono. Che non è però l’imitazione di quello di una termica, nè una delle tante colonne sonore che tanto vanno di moda nel mondo delle quattro ruote. Il canto della Bestiale è nulla più e nulla meno della fedele traduzione in onde sonore degli impulsi elettromagnetici trasmessi al motore. De Giovanni li ha decodificati e ampificati in modo tale che giungano alle orecchie del pilota avvertendolo, anche acusticamente, di quanto aumentano i giri del rotore. «Penso di aver dato ai veicoli elettrici la loro voce, unica e inconfondibile. Quella autentica. Senza assurde taroccature» dice soddisfatto.
E i monopattini? Una marea. Citiamo solo i due estremi
Il massimo dell’eleganza e il massimo delle prestazioni. Dal nostro elettro-tour a Eicma “distilliamo” solo quelli che ci sono parsi i due estremi, nell’universo senza fine dei monopattini elettrici esibiti nei padiglioni di Fiera Milano. Il più veloce è presente in due stand: quello di MT Distribution, che l’ha commissonato, e quello di Helbiz che lo adotterà per il suo team. E noi l’abbiamo già visto, fotografato e raccontato nel luogo in cui è stato prodotto, lo stabilimento parmense della YCOM (leggi). E’ il monopattino elettrico da Grand Prix S1-X che dal prossimo anno equipaggerà tutte le squadre che parteciperanno alle gare del circuito eSC (eScootr Championship). Un capolavoro di tecnologia che può toccare i 100 km/h. Solo in pista ovviamente.
Elegantissimo nella sua livrea rossa, lucida come un rossetto sulle labbra, è invece il monopattino glamour appena lanciato da MV Agusta. Superfluo accennare alle caratteristiche tecniche (le prestazioni sono rigorosamente di legge). La gloriosa casa di Schiranna aveva già presentato il modello Rapido Serie Oro, curatissimo e anche molto potente. Ma il secondo, sfoggiato per la prima volta qui ad EICMA è tutt’altra cosa e ha fatto l’effetto di un nuvo abito da sera alla Prima della Scala: linee vintage che ricordano da vicino una Vespa anni 60. Da guardare e basta. In religioso silenzio.
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Ho notato con interesse che diversi scooter elettrici presentati a Eicma funzionano a 48V (al posto degli ormai “abituali” 72V), una specie di ritorno alle origini quando quel valore di tensione era piú consueto.. Mi riferisco al Keeway Blueshark R1 e a vari modelli Kymco. Da quello che so la minore tensione di esercizio tende a migliorare la spinta in salita e/o nelle partenze anche se al prezzo di una minore propensione a salire di giri e raggiungere maggiori velocitá.
>E.Racer Bestiale, ritrovano il suono. Che non è però l’imitazione di quello di una termica (…) è nulla più e nulla meno della fedele traduzione in onde sonore degli impulsi elettromagnetici trasmessi al motore.<
Finalmente qualcuno che ci è arrivato. Grazie Sig De Giovanni.
De Giovanni me lo ha fatto sentire: non è male ma risulta uno scoppiettìo abbastanza simile al rombo di un termico. Insomma, è artificale anche questo, in realtà
>Insomma, è artificale anche questo, in realtà<
E ci sta, non discuto.
E non potrebbe essere altrimenti in fondo.
Ma almeno non è un qualcosa fatto per far finta che sia qualcos'altro.
Non dubito che poi ci si possa lavorare sopra, una volta che hai una frequenza la fai diventare sostanzialmente quello che vuoi o che ti serve.
Senza però diventare la brutta copia di qualcos'altro.
Il motore elettrico ha e deve avere una SUA dignità.
Altrimenti non se ne esce: se uno può scegliere tra una copia e l'originale contnuerà a preferire l'originale.