Elettrico e Mercedes, un amore che non sboccia

Elettrico e Mercedes, un amore che non sboccia per ora. I media tedeschi puntano il dito sui deludenti dati di vendita della EQC, il Suv lanciato un anno fa. 

Elettrico e Mercedes: deludono le vendite della EQC

I conti li ha fatti il quotidiano finanziario Handesblatt (qui l’articolo) , su dati della KBA, l’associazione dei produttori tedeschi di automobili. Meno di 700 Mercedes EQC sono state immatricolate in Germania da quando sono stati aperti gli ordini, appunto più di un anno fa. Come riferimento della concorrenza, la testata finanziaria cita i dati di Audi, BMW e Tesla, riferiti sempre al mercato tedesco. L’Audi e-tron, un Suv che può essere considerato un diretto concorrente dalla EQC, da maggio 2019 ad aprile 2020, ha totalizzato circa 4.500 immatricolazioni.

elettrico e mercedes
La presentazione della Mercedes EQC, a Stoccolma, con l’allora numero uno Dieter Zetsche.

Nello stesso periodo si sono vendute 8.300  BMW i3 e 8,700 Tesla Model 3, macchine che però non sono direttamente confrontabili, per prezzo e caratteristiche. In genere, comunque, si nota una certa difficoltà del made in Germany a decollare nel mercato dell’elettrico. E anche una certa timidezza della Mercedes, sul fronte del marketing e degli investimenti pubblicitari, su un mercato che ci si aspetta marciare forte a partire dal 2021.

Ora il lancio del furgone “premium” EQV

La Mercedes e l'elettrico
Il Mercedes EQV, furgone elettrico premium, in vendita in Germania da 71.388 euro

Elettrico e Mercedes è invece un binomio che sembra funzionare meglio nei veicoli commerciali. Sono appena state aperte le prenotazioni per il nuovo EQV, definito un “premium electric van“.  Il prezzo in Germania (per ora è disponibile solo la versione “lunga”, da 8 posti) parte da 71.388.10 euro, in Italia dovrebbe essere superiore, a causa dell’aliquota IVA. È il terzo veicolo commerciale Mercedes ad arrivare sul mercato, dopo l’eVito (guarda l’articolo) e l’eSprinter, due veri veicoli da lavoro. L’EQV è invece pensato per famiglie “green” e sportivi che hanno bisogno di spazio per spostarsi a emissioni zero. Il motore ha una potenza massima di 150 kW, mentre la batteria (piazzata nel sottoscocca) ha una capacità lorda di 100 kWh (90 kWh utilizzabili). Autonomia dichiarata: 357 km. Il caricatore bordo per i rifornimenti in AC è da 11 kW. Nelle stazioni super-fast il Mercedes EQC carica fino a 110 kW (dal 10 all’80% in meno di 45 minuti).

 

Visualizza commenti (5)
  1. Bene le elettriche nelle sue varie configurazioni, quelle ricaricabili devono usare energia pulita, bisogna investire nelle batterie per aumentare la densità energetica, diminuire il tempo di ricarica, il peso, eliminare il cobalto e trovare nuovi materiali meno costosi più disponibili e meno impattanti sull’ambiente in tutto il ciclo di vita. Credo che entro 5 10 anni i veicoli a celle a combustibile FC alimentati da idrogeno pulito se adeguatamente incentivati e promossi avranno una buona quota di mercato. Questi oggi costano molto perché prodotti in volumi contenuti. Si ricaricano in pochi minuti. Hundai stima che il punto di pareggio è di 200.000 veicoli anno. Credo che un volume simile si possa dire per Toyota. Camion, autobus, auto, carrelli elevatori, mezzi industriali, treni per linee non elettrificate, trattori aeroportuali e altre usano idrogeno pulito per alimentare le FC. Queste applicazioni sono già realtà in tanti paesi come Giappone, Cina, Korea del sud, Australia, California, Germania, Francia, Olanda, Danimarca, Norvegia, Austria, Svizzera. In Italia sono stati realizzati 2 progetti, il primo a Bolzano dove con fondi europei è stato costruito un elettrolizzatore alimentato da energia idroelettrica per rifornire una flotta di autobus e di Hundai Nexo. A Milano una flotta di autobus è alimentata da questo vettore energetico. La città di Roma sperimenterà la mobilità a FC. Altri distributori verranno realizzati a Milano, Venezia e 2 in prov. di Modena. Proprio qui una grande azienda cinese investirà un miliardo di euro per produrre auto elettriche. Il governo deve coordinare il progetto idrogeno pulito mettendo attorno ad un tavolo tutti gli attori della filiera, non possiamo rimanere indietro in questo settore strategico. Basterebbe guardare da vicino quanto fatto dal Giappone, per ragioni di lavoro conosco bene questo paese che ancora oggi è leader di mercato in tanti settori industriali. L’ idrogeno può essere prodotto nelle regioni del sud Italia con impianti fotovoltaici posti su aree dismesse e distribuito in tutto il paese usando il gasdotto Snam. Ricordo che una superficie pari alla Sicilia riceve dal sole una quantità di energia sufficiente a fornire la potenza elettrica a tutti i paesi europei. È notizia di questi giorni che il solare termodinamico nel nostro paese è arrivato al capolinea causa della burocrazia che non ha concesso le autorizzazioni per realizzare gli impianti. Questa tecnologia è stata messa a punto dal premio Nobel Rubbia, in Sicilia è stato realizzato un un’impianto di piccole dimensioni in collaborazione con il CNR. Altri paesi hanno costruito impianti multi MW. Ricordo che ieri nella presentazione del piano next generation a Bruxelles da parte della presidente della commissione europea l’ idrogeno pulito è stato messo come una delle colonne per la decarbonizzazione. Ricordo che ancora oggi paghiamo enormi finanziamenti pubblici e privati alle fonti sporche, carbone in testa. Le 2 principali banche italiane finanziano le fossili da sempre e negano il credito a start up di giovani che hanno ottime idee imprenditoriali ma mancano di merito di credito. La Cina diventerà leader del settore solare termodinamico. Cina e Usa stanno investendo grandi capitali per realizzare impianti fotovoltaici posti all’esterno dell’atmosfera dove l’ insolazione solare è molto più elevata rispetto a quella sulla superficie terrestre. Ricordo che il costo marginale delle rinnovabili è inferiore a quello di qualsiasi fonte fossile grazie alla capillare diffusione, alla continua innovazione ai costi molto più bassi che in passato e alla consapevolezza che sole, vento, maree, ecc. possono essere sfruttate liberamente. Per quanto sopra non ha senso tenere ancora oggi in rete impianti super inquinanti e fuori mercato costituito dalle infrastrutture delle fossili. Questi per 200 anni hanno vomitato in atmosfera enormi quantità di polveri sottili e ossidi di vario tipo che hanno fatto crescere la temperatura in modo esponenziale rispetto ai millenni precedenti come dimostrato dal glaciologo americano Michael Mann con la sua teoria dell’hockey stick. Altre attività umane che impattano sul clima sono gli allevamenti intensivi e le deforestazioni. Lo scioglimento delle calotte polari dei ghiacci sulle vette del ghiaccio della Groenlandia innalzerebbe il livello dei mari con isole sommerse e tante zone costiere allagate e innumerevoli città allagate come Venezia. I danni economici, ambientali, di vite umane sarebbero incalcolabili. Basta pensare a quante infrastrutture andrebbero distrutte. Inoltre si potrebbe arrivare allo scioglimento del permafrost in Siberia e Canada, questo contiene virus di millenni addietro, enormi quantità di polveri e di metano. Questo ultimo è il peggiore dei gas clima alteranti, 30 volte peggiore del biossido di carbonio. Per cui si avrebbero ulteriori effetti collaterali. Si innescherebbero flussi migratori difficili da governare. Pare che i paesi più colpiti potrebbero essere quelli che meno hanno contribuito a causare il problema, ovvero i paesi dell’ emisfero Sud più povero. Dobbiamo velocemente arrivare ad una economia verde senza fossili, plastiche, diserbanti e tutti gli inquinanti. Ricordo che l’inquinamento dell’aria causa ogni anno in Europa 400.000 decessi di cui 80.000 in Italia concentrati principalmente nelle regioni del nord altamente antropizzate e industrializzate con clima avverso come la pianura padana. Se guardiamo una foto satellitare del nostro paese notiamo che le regioni del nord la zona di Roma e quella di Napoli hanno un color ruggine per ovvie ragioni. Dobbiamo fare un piano di efficientamento energetico di tutti gli immobili pubblici e privati incluse scuole e ospedali. Dobbiamo bonificare i 12.000 siti industriali dismessi e inquinati di cui 500 sotto la normativa seveso. Dobbiamo bonificare un milione di siti inquinati da amianto iniziando dalle aziende che per un secolo hanno prodotto questo veleno. Ricordo che le microfibre quando inalate causano una patologia nota come mesotelioma alla pleura. Questo ha causato fino ad oggi migliaia di morti ma il deve ancora arrivare. Dobbiamo programmare la dismissione dei 17 centri petrolchimici delle 14 centrali a carbone di quelle a olio combustibile e a gas per una completa decarbonizzazione. Questo per affrontare in modo sistemico il grande problema dei cambiamenti climatici. La realizzazione dei progetti di cui sopra creerebbe tanti nuovi posti di lavoro. Le risorse economiche necessarie verrebbero dalle tante società delle fonti fossili in cerca di validi progetti nelle rinnovabili e nell’idrogeno pulito, stessa cosa fanno i fondi pensione. Inoltre ci sono i fondi europei per la decarbonizzazione. In ultimo ricordo che in Usa aziende dello shale gas sono in default avendo dichiarato l’ adesione al capitolo 11. Stessa cosa per aziende canadesi che operano negli scisti bituminosi. Entrambi i settori impattano molto sull’ ambiente per le loro tecniche di estrazione e hanno costi molto più elevati rispetto ai concorrenti. Non voglio elencare i disastri che il settore ha avuto dal dopo guerra ai giorni nostri. Come affermato dal premio Nobel Stiglitz i progetti ecosostenibili creano più posti di lavoro e hanno una maggiore efficienza del capitale investito. Ho conseguito la laurea in ing. meccanica a Pisa nel 1982 con una tesi su idrogeno e rinnovabili in collaborazione con Enel. Vorrei ricordare il relatore l’esimio prof. Dino Dini che aveva lavorato al Jet Propultion Laboratory di Pasadena NASA per diversi anni dove di idrogeno e rinnovabili ne aveva visto tante. A Pisa aveva la cattedra di macchine e quella di missilistica. Saluti Antonio Saullo

  2. Luca Bartolozzi

    Ritengo che il titolo dell’articolo sia assolutamente corretto. La Mercedes, grande industria, non riesce a fare innamorare i suoi clienti delle sue EVs per tutta una serie di ragioni, fra le quali spicca un prodotto non esattamente centrato e competitivo. Invece vanno fatti i complimenti alla Mercedes per quanto riguarda i veicoli commerciali, un settore importante e fondamentale in cui le EVs, secondo il mio modesto parere, hanno un enorme spazio di sviluppo, molto di più rispetto alla mobilità privata. Sarebbe bello vedere anche la FCA con IVECO procedere con la stessa convinzione. Ad occhio direi che almeno metà del trasporto commerciale avrebbe senso economico se effettuato su EVs rispetto a diesel e benzina, senza considerare la riduzione di rumore ed inquinamento nei centri cittadini dove i veicoli commerciali devono accedere per la distribuzione dei beni. Complimenti a Mercedes in questo settore, che sia di spinta ed esempio per i concorrenti.

      1. Alberto Spriano

        La gran parte delle merci viene trasportata da autoarticolati Diesel sulle autostrade europee.

        Mercedes Benz è pronta al debutto dell’Econic elettrico, l’eEconic derivato dall’eActros.

        Purtroppo gli attuali limiti tecnici lo destineranno ai servizi pubblici, soprattutto la raccolta dei rifiuti nei limiti di un raggio di 200 km da discariche e termovalorizzatori dove poi si dovrebbe ricaricare.

        Più difficile la sfida in cantiere e nelle cave, dove Mercedes Benz si affida ancora all’Arocs con il Diesel 6 cilindri in linea e l’autotelaio da riferimento in grado di trasportare 400 quintali nel fango.

        Nei trasporti long range il termine dì riferimento è il primatista del Brennero, lo Scania S730 V8 da oltre 700 cavalli, fino a 999 cavalli, 3500 Nm di coppia motrice, 12 marce e 2 overdrive.

        Se Musk con il Semi riuscirà ad avvicinare le prestazioni del V8 S730 di Scania con 400 quintali al traino e la stessa autonomia (sembra arrivi a 800 km), allora la tecnologia elettrica sarà definitivamente arrivata.

        L’accelerazione del Semi guardando i video di collaudo è impressionante, ma va considerato che viaggia vuoto. Si stima che il peso della batteria sia di circa 120 quintali, praticamente quasi un terzo della portata utile. Per queste ragioni serve una maggiore densità energetica.

        Vedremo.
        Tra quanto tempo accadrà, intendo.

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