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Elettrico è bello, ma manca ancora qualcosa

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La Volkswagen e-Up. l'auto provata dal nostro lettore.
Training Academy Varta

 

Elettrico è bello, ma manca ancora qualcosa: Mauro lavora in una grande azienda che gli ha consentito di provare diverse EV. Ecco la sua interessante analisi.

                                      di Mauro Morichi

elettrico è bello
Dalla Mercedes Classe A diesel alle elettriche, un bel salto.

“Ho la fortuna di lavorare in una società dove si guarda sempre con interesse a nuove tecnologie, soprattutto quando ai piani alti i vantaggi appaiono interessanti. Io, modesto proprietario di una Classe A diesel di 12 anni con cui ho girato mezza Europa, ho quindi la possibilità di giocare con diverse macchine Full Electric. E, dalle nuvole iniziali, si iniziano a delineare bene, soprattutto negli ultimi tempi, cosa sono le cose che mi piacciono. E che, di sicuro, mi porteranno a entrare in concessionaria a prendere un’auto a batteria contro la lista di cose fastidiose che in futuro, spero, verranno affinate.

elettrico è bello
La Smart EQ: secondo il giudizio di Mauro, “carica lentissima”.

Elettrico è bello: Smart, Mini, e-Up…che cosa mi è piaciuto e cosa no

Finora ho giocato con una Smart Elettrica, una Mini (troppo veloce, i capi hanno detto che era meglio limitare) e infine una E-Up, a mia totale disposizione per le ferie. Lasciamo perdere la Smart, di vecchia concezione, con una carica lentissima e un’autonomia altrettanto corta. È una macchina sfiziosa, ma devo dire che al massimo ci si può andare a prendere il caffè al bar sotto casa. Se solo avesse la carica veloce, per la città sarebbe fantastica. La Mini uno spettacolo di potenza, velocissima, sprizzantissima ma puntiamo gli occhi su quella con cui sto facendo i compiti, la E-UP. Pacco batteria 36kWh, autonomia intorno ai 240 KM, Carica standard fino a 22KW e CCS2 . Piccola, veloce, pratica, forse un po’ rigida ma sorvoliamo. Ormai è consuetudine prenderla per viaggi sempre più lunghi: oggi la prima carica in strada.

Elettrico è bello, se ricarico a casa è una pacchia…

Allarghiamo gli orizzonti. Fino a ieri cercavo di organizzare uscite dove avevo autonomia sufficiente per rientrare a casa. Oggi abbiamo alzato di un pò l’asticella. Se i primi tempi avevo dei timori, ormai, anche se il display lamenta una batteria ormai agli sgoccioli, sento sempre più la pace di qualcosa che inizio a conoscere. Facciamo una considerazione generale: Elettrico è bello, silenzio, reattività, confort di marcia. Carichi a casa: ho i pannelli solari e anche se mi capita di caricare di notte, al massimo vado a pagare, guardando il mio contratto elettrico: 36Kw per 0.20 = 7 euro di energia. A cui, vabbé dobbiamo aggiungere tutti gli ammennicoli che troviamo in bolletta che fanno salire il prezzo di un bel po’. Se carico di giorno, gratis, grazie ai pannelli. Se carico in giro… tadà qui ho scoperto un po’ di magagne (non discuto dei prezzi sarebbe inutile).

elettrico è bello…ma nelle colonnine non sono sempre rose e fiori

La macchina ha la disponibilità di un cavo standard da 22kW tocca vedere se poi la stazione di ricarica riesce a erogare tanta corrente. Negli ultimi giri non ho mai visto ricariche veloci che, mi sa, sono appannaggio solo dei grandi centri. Quella di oggi vicino al lago di Bolsena, ne erogava al massimo 6, nonostante fosse dichiarata per 22kW. E in totale non è che ci fosse molto da scegliere, se non facendo km su km. Speravo di fare prima a rimpinguare la carica, invece no. Sono rimasto sotto al sole di un distributore sperso in mezzo alle campagne senza nemmeno un bar dove prendere un caffè per caricare solo 6kWh. A detta dell’applicazione, mi avrebbero consentito di fare altri 36 km oltre a quelli che già avevo. Saranno tutte così? lo verificheremo.

elettrico è belloLe app? Se manca il segnale al telefonino…

Le applicazioni: il panico. Se non hai le tessere specifiche e se il telefono prende poco sono problemi. E dove mi trovavo avevo effettivamente qualche difficoltà: mi hanno visto girare per il distributore a cercare un filo di segnale in più come un rabdomante. Poi siamo costretti a fare il conto con diverse applicazioni per i diversi gestori (attualmente ho Enel-x e Be-Charge). Via a distribuire dati personali in giro. Applicazioni che consentono di unificare questi servizi (Telepass, per esempio riconosce e integra proprio Be-Charge e Enel-X) hanno i loro bei problemi. (generalizzo, in questo momento ho solo Telepass) tipo che mi dice “ok, metti il cavo e vai” per poi scoprire che non carica nulla , oppure che la stazione è libera per poi vederla occupata proprio dal mio cavo (che nel frattempo ho usato attivando Be-Charge, altrimenti sarei tornato a piedi).

Sui metodi di pagamento serve più semplicità

Tolti i centri abitati di un certo livello (Viterbo, per esempio è indicata con luogo ben affollato di postazioni) , ancora noto una certa scarsità di postazioni di ricarica. E quelle poche sono posizionate in luoghi non proprio comodi, lontano dai centri. Avrei caricato molto più volentieri se potevo ricaricare la macchina in un parcheggio di qualche paese intanto che andavo a fare un giro. Piuttosto che dover entrare in un supermercato a 5 km dal centro cittadino, unico luogo possibile per fare l’operazione. Qui ho avuto i problemi con Telepass e ora devo capire perché: è un problema mio o del mio device o un problema di più ampio livello, vedremo…?. Se non va da una parte, proviamo da un altra postazione… ma si perde tempo e km percorsi a vuoto.

elettrico è belloAutonomia: dopo un po’ ci prendi la mano, però…

Autonomia: sicuramente devo prenderci la mano. E vedo che riesco a interpretare i dati di consumo e autonomia con sempre maggiore serenità rispetto ai primi tempi. Rispetto alle abitudini con le macchine a motore termico, la valutazione del range comporti l’analisi di molte più variabili. Quanta salita, fa caldo e necessiterò di condizionatore, quanto recupero potenzialmente potrò ottenere, autostrada, velocità, pesi… Insomma: se prima con la Classe A, prendevo e partivo, ora necessità di un po’ più di pianificazione. Altrimenti devo provvedere in corsa a trovare punti di ricarica, sperando bene. Allo stato attuale,  il cambio di programma in corsa (la moglie che fa: c’è un bel paesino la, ci andiamo?) va valutato ancora con una buona dose di attenzione. Ci si ferma, si prende il telefono e si fanno due calcoli.

Elettrico è bello e la strada è ormai ben segnata, ma…

Per il resto? Che dire, domani mattina caricherò gratis la vettura con i pannelli, e poi via verso nuove avventure. Insomma, ci sono cose da migliorare, ma la strada direi che è ben segnata. Semmai, a livello organizzativo, ci sta ancora tanto lavoro da fare. Distribuzione delle aree di ricarica più attenta (soprattutto in luoghi dove anche la presenza di turisti stranieri elettrificati inizia a essere importante). Potenza effettiva di erogazione a disposizione. Organizzazione migliore della parte tecnologia di app e soci. Buona Ricarica. Io intanto continuo a sperimentare.

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TAG: Elettrico è bello

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114 COMMENTI

  1. Fine della Storia.
    Volete sapere come e’ andata a finire?
    Decido di alzare un altro po’ l’asticella. Faccio i miei bravi compitini: macchina con batteria carica 100%, partenza da casa, percorrenza 180km fino all’Aquila, giornata ottima, tanta salita ma tanta discesa. L’Aquila ha una sola postazione con due prese CCS2. Tento la fortuna e devo dire, che senza esagerare sono arrivato a destinazione con un’ottima scorta di energia grazie anche alle lunghe discese disponibili in autostrada e alle ottime funzioni di recupero della UP.
    Arrivato a destinazione, prima di iniziare il mio tour cittadino, vado presso la stazione a caricare. Penso: intanto carico, ci perdo giusto quella mezz’oretta cosi’ poi mi muovo sereno e tranquillo. Collego la macchina, avvio la ricarica veloce. Primi 10 minuti tutto ok, la macchina circa che e’ una meraviglia. Nel frattempo faccio due chiacchiere con un signore che stava giusto caricando la sua Pegeut,
    Arriva il bello.
    La mia signora mi chiede se posso mettere la macchina all’ombra, ovvero di farla caricare posizionandomi sull’altra corsia. Effettivamente, ok il condizionatore, ma evito almeno che l’abitacolo, una volta risaliti, sia almeno decente. Che problema c’e’, penso. Stoppo la ricarica, sposto la macchina, attacco nuovamente il cavo, avvio la carica dall’APP e…. “Errore impianto elettrico, contattare l’assistenza”.
    Avro’ fatto qualche passaggio sbagliato, ricontrollo, NO, tutto ok, la presa fuffa? non credo, era occupata fino a quando sono arrivato. Prova, stacca, scendi, chiudi, riapri, riprova.
    Alla fine della fiera ho dovuto chiamare Volkswagen e far portare la macchina in officina. Non si è più mossa.
    Ritorno mesto alla magione a suon di mezzi pubblici. Fortuna che il problema e’ capitato in un grosso centro urbano che almeno mi ha garantito il ritiro veloce della macchina e una buona presenza di mezzi per far ritorno a casa senza imprecare troppo.
    Ancora non so cosa gli sia preso. Sono curioso. Un mondo nuovo e ci sta’ anche questa avventura. Gia’ sono stato trainato con le macchine classiche e li, in qualche modo, si riusciva a capire quasi sempre di che si trattava. Ora no, parliamo di una macchina che nel cofano ha un motore di una lavatrice (lo dico per sdrammatizzare) con tanti fili intorno, un mondo nuovo da sviscerare.
    Aspettiamo la diagnosi col sorriso.
    Sigh.

  2. Cosa manca alle BEV? Una batteria che non prenda fuoco quando la carichi. Non comprerò mai una macchina con questa tecnologia finché non usciranno batterie decenti e che avviano una autonomia sufficiente

    • sono girate piu’ notizie fuffe su sta storia che vere. Come per gli iphone che sembrava dovessero prendere fuoco tutti insieme a tutti i Samsung. Ricordo che una macchina a iniezione, tutto il mercato attuale ha un rischio di incendio decisamente più alto in quanto il minimo problema al sistema ad alta pressione del motore puo’ scatenare fiamme.. Siamo pari, anzi…
      Auto a benzina: 1.529,9 casi di incendio ogni 100.000 vetture vendute
      Auto ibride: 3.474,5 casi di incendio ogni 100.000 vetture vendute
      Auto elettriche: 25,1 casi di incendio ogni 100.000 vetture vendute
      questi i dati riportati dal NST americo per l’anno 2020.

      • Come dicevo nell’altra risposta, non ho problemi di incendio su strada. Il mio problema è un possibile incendio in ricarica nel box. Improbabile sicuramente, ma possibile.

    • Ci dica caro Maspunta, ha mai avuto problemi di incendio del suo smartphone, o del tablet? Fossi in lei ci starei attento, perchè la tecnologia delle loro batterie è la stessa delle BEV.
      Noi siamo qui infatti tutti ustionati a caricare le nostre BEV da anni, eh si…

      • Senti bello, della tua stupida ironia non mi importa nulla. Se avessi una casa indipendente non avrei problemi a caricare una BEV nel box. Disgraziatamente abito in un condominio e se ci fosse un incendio durante la ricarica, evento che sappiamo essere assolutamente poco probabile ma possibile, e conoscendo le difficoltà di spegnimento che ci sono in tali situazioni, non posso far altro che rinunciare. Non che mi costi molto, eh… per me la tecnologia delle batterie non è ancora matura.
        Pensate quello che volete voi fan. Io mi tengo la mia ibrida benzina con batterie all’idruro di nichel che non hanno questo problema.
        Quando saranno disponibili batterie più sicure (e con maggior densità energetica) allora valuterò il passaggio. Intanto voi fan fate pure da beta-tester…. serve anche questo per migliorare la tecnologia.

        • Beh, e io che avevo capito fosse ironia (non stupida) il preoccuparsi dell’incendio di una batteria al litio in carica a 1/20C (una batteria da 50kWh caricata a 2,5kW).
          Poi anche proprio in condominio dove è necessaria l’assicurazione e i dispositivi antiincendio. E in alternativa una bella ibrida (anch’io ho una yaris ibrida del 2013) che ha probabilità di incendio maggiore di tutte.
          Abbiamo un concetto diverso di “ironia”.

          • No… Purtroppo l’incendio del litio non è controllabile facilmente perché si autoalimenta. In Norvegia una model 3 l’hanno spenta immergendola in una vasca d’acqua. Capisci bene che se succede in un box sotto un palazzo di 8 piani…
            La mia ibrida non ha litio e non ha di questi problemi. E non si ricarica in garage.se prende fuoco in strada, pazienza.
            Aspetto…

          • @Maspunta: rileggi meglio, in garage la carica avviene a un ventesimo della capacità nominale, ai supergharger la carica avviene almeno a 3C, tre volte la capacità nominale. Il nostro cellulare viene caricato a 1C se in modalità fast (1 ora di ricarica).
            Se poi vuole essere ancor più sicuro si studi le batterie LiFePO4 ormai in dotazione a molte BEV, tra cui la solita Tesla M3.

          • Guarda… il malfunzionamento di una cella e conseguente incendio/esplosione può avvenire con qualunque corrente di carica. Le LiFePO4 sono sicuramente meglio ma non ancora esenti dal problema.
            Ne riparliamo quando il problema sarà risolto. Io per adesso aspetto.

          • @luigi si… Nell’articolo ci sono molti “dovrebbe”, “potrebbe”… Ma l’hai vista una batteria tesla? Dentro c’è pure una schiuma che la sigilla completamente. L’acqua non ci entra davvero.
            Poi, anche se potesse, dovrebbero raggiungere la batteria in un incendio già esistente e probabilmente molto avanzato. Ti voglio a farlo dentro un box.
            e infatti l’articolo conclude proprio con l’immersione in vasca come metodo sicuro.
            non se ne parla. Ognuno rischia come vuole. Io sono più “conservativo”.
            Spero molto nelle batterie con elettrolita solido. Vedremo.

    • Per la mia Model 3 di incendio e furto (50.000€) vogliono 87€.
      Per la Mazda 5, quando la assicuravano perché arrivati a 10 anni hanno detto no, volevano 105€ per assicurarne 9.000
      Secondo lei da cosa dipende questa differenza di trattamento?

      • Dal fatto che nessuno ruba le Model3, trattandosi di copertura FURTO + INCENDIO e non solo incendio?
        Vedremo se tra 10 anni le assicureranno ancora la Model3 o se, ad una certa età ed usura, come per le termiche anche le BEV mostreranno una maggiore propensione all’incendio per corti e contatti elettrici malfunzionanti: chiaramente non auguro nulla di male a nessuno..

  3. Tempi .maturi o no il mercato insieme ai costruttori deciderà la strada da percorrere. Siamo agli inizi di una storia che si è già ripetuta in passato: nessuno prenderà la macchina continueremo col cavallo, nessuno prenderà l’aereo, la terra è piatta. Ci si evolve, sbagliando e correggendo il tiro. Se noi riscontriamo problemi, qualcun’altra leggerà e se la cosa diventa conveniente prenderà la giusta via che ancora nemmeno conosciamo. Se ora ci sono pochi stalli non vedo perché domani non ce ne debbano essere tanti. Ora se ne mettono pochi anche perché di fronte a un investimento di ventimila euro a punto, qualcosa dev anche tornare in tasca. Nessuno fa niente per niente. Adesso siamo alla fase della semina…. Domani si vedrà, nel frattempo continuiamo con le nostre motorette e vediamo come contribuire a migliorare la storia anche cambiando strada, se necessario

  4. Personalmente spero di poter mettere le mani sulla MG Cyberster quanto prima (SOLO se costerà il giusto!), ma io ho le idee chiare al riguardo: non ricaricherò (quasi) mai alle colonnine, ma solo a casa. La Cyberster sarà la mia auto tuttofare, una daily, che vorrò usare nei viaggi a breve-medio raggio. La Abarth sarà la mia auto per vacanze e viaggi lunghi che probabilmente mi terrò a vita (o lei o altra auto a benzina, acquistata il 31/12/2034).

    Le elettriche rappresentano lo 0,05% del parco immatricolato in Italia e siamo già al delirio delle colonnine piene, non funzionanti, file, guasti, etc. Quando il 100% del parco immatricolato sarà elettrico, servirà una rete 1000 volte più capillare. Pura follia, la lascio a voi e ai vostri figli. Il modello “colonnina amena” fa acqua da tutte le parti, poi siamo in Italia e sappiamo già come funziona, con i politici che non sanno scrivere mezza legge e non è che in Europa stanno messi molto meglio.

    Ricarico a casa e via. Alle colonnine vi lascio il posto, tranquilli …

      • E anche qui ci sara’ da capire come l’evoluzione aiutera’.
        Sperimento ora ponendomi tante domande per il futuro.
        Chiunque abbia un box o uno spazio proprio dove caricare (se poi con i pannelli, meglio ancora) sarà al massimo delle possibilità. La macchina con cui sto giocando questi giorni mi da’ questa fortuna, rientro a casa, attacco la spina e via. Il problema andrà affrontato mano a mano che il parco BEV aumenterà: ce la fara’ l’impianto di un condominio a reggere tutte le macchine in carica? quante prese o colonnine andranno messe a dimora? avremo abbastanza spazio? Insomma…. la situazione attuale impone tantissime domande a cui si daranno le risposte strada facendo.

        • Mauro, se vogliamo toglierci di torno il combustibile fossile (perchè spesso lo perdiamo di vista, ma il motivo principale è sempre questo) l’impanto del condominio dovrà essere in grado di sostenere piani a induzione e pompe di calore, ricaricare l’auto sarà un “di cui” sinceramente.
          Non sto dicendo che sarà facile, ma visto che bisognerà mettere mano a queste cose, ne beneficierà anche l’auto elettrica dei condomini.

          • Il salasso saranno le cabine di media tensione. Bisognerà farne un discreto numero. Per il resto è abbastanza plausibile quello che commenta Daniele qui sotto.

        • Un condominio da 10 appartamenti che ora sono tutti (forse) con contatore da 3kW è già dimensionato per 10 appartamenti da 6 kW. Forse ai garage le linee non saranno dimensionate a dovere ma la linea elettrica al condominio è già dimensionata per il 33% in più di 6kW per il n. di utenze (possiamo prelevare indefinitivamente il 10% in più, fino a 179 minuti possiamo prelevare il 33% in più).
          Considerando che molti di noi (anche il sottoscritto) non ha avuto bisogno di alzare il contatore, non vedo quali siano i problemi per 10 wall box in un condominio da 10 appartamenti.
          E’ chiaro che ognuno deve avere almeno il posto auto/garage e che intenda usarlo come tale e non come lavanderia/cantina/sgombraroba come vedo fanno i miei vicini.

    • /// quando il 100% del parco immatricolato sarà elettrico, servirà una rete 1000 volte più capillare. Pura follia \\\ Paura che non ci sia abbastanza spazio a disposizione ? Senza voler considerare le installazioni “ex novo” sempre piú numerose, per avere stazioni di ricarica con diversi stalli auto si potranno riconvertire i distributori di carburante, le colonnine singole potranno essere abbinate a lampioni o altre strutture giá esistenti ovunque soprattutto nei centri abitati. Insomma, le soluzioni non mancano..

      • Sì, Luigi, ma se il buongiorno si vede dal mattino … se non funzionano, se non erogano quanto dovuto, se hanno tutti questi problemi oggi, se i nostri governanti e quelli europei non se ne stanno occupando lasciando fare al mercato che a sua volta non se ne sta occupando … file, controfile, prenotazioni, colonnine che interrompono all’improvviso l’erogazione, è un mal di testa allucinante, è giocare alla roulette russa, questa non è l’evoluzione della specie umana, è la sua involuzione …

        Potendo ricaricare a casa io il problema non ce l’ho, box auto di proprietà e quindi sono a posto, guiderò l’auto in città e nelle province limitrofe divertendomi e senza guardare ai consumi e al recupero dell’energia in frenata, userò l’elettrico come daily toy car, da alternare, in base all’umore e alle necessità, con quella a benzina. Per i viaggi più lunghi, andrò solo a benzina, solo così la vita sarà 100% senza stress e senza ansie.

        • Alt un passo: qui descrivono delle esperienza non proprio positive, se descrivessimo tutte quelle positive ci troveremmo a leggere una Bibbia. Noi (io e mio figlio) abbiamo avuto difficoltà nelle ricariche pubbliche solo quando andavo a far la spesa al Lidl prima che mettessero il timer da 1/2 ora (Forlì viale Roma). Adesso è sempre libera anche quella. 😜😁

          • Davvero? Allora le lamentele contro gli scrocconi stanno dando i loro frutti….

        • Boh…. sarà… ma in due anni mai avuto nessun problema. Solo una volta, a bellaria ho trovato una colonnina guasta. Avrei preferito caricare mentre ero in spiaggia, ma 15 minuti di sosta al supercharger sulla via del ritorno hanno risolto il problema.

    • -Il modello “colonnina amena” fa acqua da tutte le parti,-

      Anche io sono abbastanza convinto che non si possa andare chissà quanto lontano col prendere come unico paradigma quello che tu chiami “modello colonnina”. Posto che rasenta la deformazione professionale, in mente avrei un sacco di idee con cui tediarvi per almeno una mezz’oretta. cosa che non farò. Mi limito a commentare che in questo specifico argomento forse troverò il solo e unico motivo per apprezzare la guida autonoma: ” Fuffi! Vai a ricaricarti!” 😂

    • -Personalmente spero di poter mettere le mani sulla MG Cyberster quanto prima (SOLO se costerà il giusto!)-

      Mio caro Enzo!
      Forse gli dei della meccanica nella loro infinita misericordia a fasatura variabile hanno ascoltato il nostro lamento. Anche se temo, anzi tremo, per il prezzo. Essa è stata svelata al mondo, benchè le notizie siano ancora vaghe. Sarà la prima di una lunga stirpe mai vista pria? Lo spero. Suonate la squilla, o miseri e reietti laudatores temporis acti, forse il futuro non si è dimenticato di noi e da una casa, che tiene un piede su ogni sponda dell’oceano, è nato il germoglio che forse vi renderà felici di essere anche voi elettrici. Intoniamo il peana a rapporti sincronizzati, scaldiamo i rotori e versiamo copiosa candeggina sulle gomme. Forse non ci lasceranno indietro come inutili ferrivecchi degni di un passato da seppellire.
      Che macchina è? Chi cerca trova… 🤭

  5. Anche questa storia sta insegnando che i tempi non sono affatto maturi, e chissà quando lo saranno mai. Si tratta di situazioni allo stato inaccettabili per il consumatore medio, chiamato a doversi accontentare di piccole bev, perché una media, con un’autonomia ragionevole, praticamente non esiste sotto i 43-45 mila euro, cioè 30000 in più di una Dacia Sandero gpl, per fare un esempio. Per poi dover subire vicissitudini come quella appena raccontata… Ad oggi il quadro che si delinea è veramente desolante, ed il 2035 è oramai dietro l’angolo. Ero attratto dalla possibilità di passare all’elettrico, ma mi sto rendendo conto sempre più di quanto sia tutto troppo precario ed improvvisato, se ne riparlerà tra una decina d’anni

    • Anche a te come ad altri non è ancora chiaro che non abbiamo “una decina d’anni” da poter aspettare. Dobbiamo agire ora. La capacità di adattarsi ai cambiamenti, anche a costo di piccoli sacrifici, è quello che distingue l’uomo dalle altre specie, ad esempio i somari. Bisogna decidere: uomini o somari.

      • Per Gio: capisco l’urgenza. Ma non può ricadere tutto su pantalone. Mi avevano detto che il metano produceva -20% di sostanze nocive rispetto al gasolio, mi feci un’auto a metano accettando anche la scarsa autonomia, la carenza di distributori, la ridotta capacità del bagagliaio ecc ecc. Dicevano che la plastica era la prima fonte di inquinamento dei mari, e mi sono fatto un sistema di filtraggio casalingo, certamente non regalato. Ho compreso l’enorme danno all’ecosistema dovuto dagli allevamenti intensivi, e ho ridotto al lumicino carne e pesce, e ho eliminato del tutto il consumo di kiwi quando ho scoperto la quantità di acqua necessaria alla sua produzione… Insomma, si può aiutare l’ambiente in mille modi, ma non posso certo mettere a rischio la sostenibilità economica della mia famiglia, tanto più quando vedo fior di professionisti alla guida di bellissime Tesla che stanno ogni santo giorno a ristorante a mangiare carne e pesce prelibato, alla faccia dell’eco-sostenibilità generale! Tornando alla tua osservazione, ribadisco il mio concetto, ad oggi, per avere pari praticità ed autonomia occorrono trentamila euro in più, se qualcuno me li regala, corro subito ad acquistare una bella Model S, o una più semplice ID4

        • Trentamila euro in più a parità di segmento è impossibile. 10-20k è più plausibile, e più si sale di segmento meno c’è differenza. Il costo di acquisto è maggiore, verissimo, ma è recuperabile durante l’uso dell’auto. Abbiamo parlato mille volte su questo sito di TCA vs TCO.

          Per quanto riguarda i comportamenti indicati, ovvio che un mega inquinatore non si “lava la coscienza” semplicemente comprando l’auto elettrica. Ma non capisco nemmeno questo stereotipo che si sta creando, del proprietario di Tesla che nel resto dei suoi comportamenti è quanto di più anti-ecologico ci sia, mentre gli altri fanno tutto giusto “tranne” l’auto elettrica.
          Non sappiamo le abitudini di ognuno, qui si parla di mobilità elettrica e quindi di questo si discute. C’è chi è diventato vegano, chi ha i pannelli fotovoltaici senza nemmeno l’auto elettrica, chi ha messo la pompa di calore a casa, chi ha l’orto, chi gira solo in bici, chi compra solo a km0…e chi ha preso l’auto elettrica.
          L’auto elettrica è “una” delle scelte virtuose che uno può fare. Non è la sola, ma farla non esclude le altre. MA nella singola scelta dell’auto, chi l’ha presa elettrica ha comunque fatto la scelta migliore possibile (ad oggi) per la mobilità.
          Escluso il non muoversi del tutto ovviamente o di sfruttare la propria energia (camminare o usare la bici) ma ci sono casi in cui non è possibile.

          • -C’è chi è diventato vegano, chi ha i pannelli fotovoltaici senza nemmeno l’auto elettrica, chi ha messo la pompa di calore a casa, chi ha l’orto, chi gira solo in bici, chi compra solo a km0…e chi ha preso l’auto elettrica.-

            Ma il cielo è seeempre più blu! Lallà! Lallà… Il cielo è seeempre più blu!

            (scusa Luca, niente di personale, immagino che hai presente la canzone… sai quando metti assieme due “immagini” e non resisti? anzi, adesso me la ascolto)

          • Ma infatti avevo parlato di auto a parità di praticità ed autonomia, non di segmento. Insomma un’auto media che non sia una spring/500/Twingo, e che abbia un’automomia ragionevole, non dico come quella della Sandero gpl che – solo in gpl – dichiara quasi 600 km, ma che mi permetta di percorrere da A a B, distante 400 km, come mi capita di effettuare ogni 40-50 giorni, con la sola ricarica di partenza, che mi consenta di fermarmi al solito bar senza dover per forza programmare la sosta in tal posto, e, soprattutto, senza dover temere l’imprevisto di turno rappresentato dalla colonnina occupata o non funzionante, come leggo spesso qui dai racconti dei vari utenti. Auto elettriche che garantiscono oggi circa 500 km effettivi sono pochissime, e costano mediamente ben più di 20mila euro di surplus (a parità di praticità e di autonomia, ripeto). Sul discorso risparmio successivo all’acquisto, io ci andrei cauto. Il futuro è sempre incerto. Anch’io pagavo il metano 0,86 fino a un anno fa. E anche chi un tempo investiva nel mattone ha poi dovuto fare i conti con una tassazione via via più gravosa. Non mi meraviglierei affatto se dopo l’incentivazione ad acquistare elettrico, iniziassero i soliti, noti balzelli nostrani

          • @Luca e via di nuovo con i soliti ansiosi dubbi, la sosta programmata, l’imprevisto… parlavo proprio in risposta al tuo commento sui comportamenti virtuosi, e tu rispondi su tutt’altro argomento. Ok.

            Se non paragoniamo l’auto a parità di segmento, allora cosa paragoniamo? Il fatto che la Panda termica costa effettivamente 30.000€ meno di una Tesla Model 3? Confrontiamo l’abitabilità interna di una Sandero e di una ID.4, solo perchè di fondo fanno entrambe circa 500km, quindi sono paragonabili?? Mah.

          • @Luca Dell’Oca: ma certo, hanno tutte e due 4 ruote, un volante e qualche pedale, chi 2, chi 3. Non sono equivalenti???🤣🤣🤣

            Per la Sandero a GPL che “dichiara”, meglio parlare di cose conosciute, la Stepway 900 turbo GPL ce l’ha mia figlia…600km in GPL…ma va’ !!!

          • Rispondo a questo messaggio perché non è possibile farlo con quello suo successivo. Ma io avevo premesso che, nel mio personalissimo caso, servirebbe sicuramente un’auto pratica e con autonomia quantomeno superiore ai 400 km effettivi, questo a prescindere dalla categoria. O esiste una Sandero elettrica che garantisce una simile percorrenza al prezzo del gpl e non me ne ero ancora accorto? Sta di fatti che se uno volesse evitare per forza la ricarica intra-viaggio (e non anche la pausa caffè o pipì) deve per forza guardare in casa Tesla, o, volendo scendere di livello, su una Id4. Anzi, rimanendo nella stessa categoria di auto, la B, ho visto che un’ottima autonomia la garantisce la Kona 64 kW, peccato costi anch’essa oltre 42mila euro, solo 25000 euro meno della sandero gpl nella versione più accessoriata. Sempre meno che i trentamila che avevo preventivato in precedenza. Ed è ovvio che si stia parlando di auto che nulla hanno a che vedere con la Sandero, ma resta il fatto: se vuoi un’autonomia che ti permetta di percorrere almeno 400 km effettivi senza necessità di ricarica, il prezzo più basso parte da oltre 40mila euro, e questo è incontrovertibile. Che poi anche la Sandero gpl percorra molto meno del dichiarato, come ha ricordato sarcasticamente Daniele CL, sta nella normalità delle cose conosciute a tutti, vale anche per le elettriche, nessuno è nato ieri. Ma tant’è.

          • E’ sufficiente paragonarle per necessità ed utilizzi, dicendo “mi serve un’auto che faccia questo in quel modo”, prendendo quindi una termica e la rispettiva elettrica che soddisfi le medesime esigenze di mobilità. Con questo semplice schema si vedrà serenamente come diversi utenti potrebbero passare subito all’elettrico, risparmiando e muovendosi meglio, e si vedrà altrettanto serenamente che altri utenti dalle BEV ci dovrebbero stare attentamente alla larga per non buttare un pozzo di quattrini trovandosi per mano un mezzo che li penalizza negli spostamenti.

      • Volevo ricordare che se queste imposizioni vengono attuate solo in Europa non cambierà nulla dal profilo ambientale..

        • Nell’installazione di energie alternative l’Europa è terza dopo Cina e USA. Dobbiamo pedalare se non vogliamo restare indietro.

    • I tempi sono assolutamente ed evidentemente non maturi. Il fatto che una ristretta minoranza di utenti si trovi bene per ben specifiche e limitate esigenze di trasporto e perchè spesso e volentieri sorvola su disagi e penalizzazioni significa che questo tipo di mobilità vada bene per loro, non certo per la totalità degli utenti.

      • Non per la totalità degli utenti, ma nemmeno per la ristretta minoranza che dice lei. Disagi e penalizzazioni, ammesso che siano tali, riguardano i lunghi viaggi e in alcune aree del Paese (dove perlatro i problemi non finiscono qui). Nell’uso quotidiano, diciamo 350 giorni all’anno, i vantaggi superano abbondantemente gli svantaggi. La bici è ottima per gli spostamenti di 10 km al massimo, in pianura, se non fa troppo caldo o troppo freddo, se non piove. Direbbe che è un mezzo evidentemente immaturo?

        • Disagi e penalizzazioni, ammesso che siano tali, eggià: ammetto che sia un mio limite ma non comprendo come altro si possano definire colonnine occupate per ore, non funzionanti, di diversa tipologia rispetto all’indicato per presa e capacità, il dover uscire dalle autostrade per cercarne una nelle vicinanze che tanto vicine non sono… Non è un disagio avere o trovarsi con una BEV in un’area poco coperta di colonnine? Bho…
          Per quanto riguarda invece aree più servite, mah, io continuo a chiedermi come i vantaggi superino abbondantemente gli svantaggi per tutti quelli che vedo costretti a parcheggiare per strada, non disponendo di garage o posto auto condominiale: le strade nelle zone residenziali sono piene di auto parcheggiate, quindi come ricaricano? Lanciando una prolunga dalla cucina al secondo piano del condominio? Oppure organizzando la propria giornata anche in funzione di una sosta, magari non necessaria per la spesa, in un qualche ipermercato con colonnina? Oppure cercando colonnina vicino a casa o al lavoro, attaccare la macchina per poi scendere a spostarla una volta terminata la ricarica? Bah, am pèr e sugnèr, si dice da queste parti… La mia impressione è che gli ipersoddisfatti siano quelli che dispongono di ricarica casalinga, quindi macchina sempre carica al mattino, oppure gli invasati, quelli per cui qualunque tra i disagi sopra descritti diventa al limite un piccolo fastidio di fronte alla purezza dell’elettrone che fluisce: capisco che qui la percentuale di soddisfatti e/o invasati sia elevata ma non posso non notare che il mondo reale sia fatto più da gente comune che parcheggia in strada (e che compra le Panda) che da inquilini di case con garage privati, magari pure con tetti e verande da ricoprire di pannelli per autoproduzione in modo da poter dire “convieneeeeee”. In questo senso, continuo a pensare che si tratti di stretta minoranza.

          • Invasati è un termine offensivo, La preghiamo di moderare il linguaggio. Grazie.

          • Fermi tutti: il problema della maleducazione infastidisce tutti, le colonnine non funzionanti o occupate a vuoto sono un problema, pienamente d’accordo. Fino ad ora, con la classe A non ho mai trovato uno parcheggiato davanti la pompa di carburante, vero, ma e’ pure vero che i pochi problemi che ho avuto con la BEV non sono la quotidianità, sono certo problemi da risolvere, ma non insuperabili. Certo, se aspettiamo che ci cada dal cielo, stiamo freschi.
            Per quanto riguarda coloro che non dispongono di un garage, non dispongono di uno spazio proprio, ho visto cose… vero, fili a penzoloni dal secondo piano (visto in zona piazza bologna a roma), cavo lanciato dal giardino in strada (Santa Marinella, vicino Civitavecchia), ma solo due casi… e tutti gli altri? intanto cominciamo, chi puo’ continua a sottolineare cosa va e cosa non va anche a favore di chi vorrebbe ma e’ in difficoltà perche’ le condizioni non sono ancora favorevoli. L’importante e’ lavorarci su che se aspettiamo i miracoli, stiamo freschi.

          • Se avesse fatto un giro tra gli articoli si risparmierebbe questi discorsi. Questi articoli mettono in luce quei problemi che bisogna risolvere.
            Non sono problemi ostativi, sono scocciature.
            Problemi cha la maggiorparte di noi ha incontrato poche volte.
            Per quanto riguarda il numero di famiglie che potrebbe permettersi fin da ora la ricarica a casa si cerchi in rete
            “Abitazioni residenti per tipologia di posto auto”
            e vada nel sito ISTAT dawinci.istat.it e avrà una sorpresa.
            Siamo proprio in pochissimi, una ristrettissima minoranza.

          • Ok, invasati sarà eccessivo, non voleva essere offensivo, cambiamolo con “patiti” volendo intendere chi mette davanti a tutto, nella propria mobilità, nessuna emissione durante la guida.
            In ogni caso, inviterei a guardare alla luna e non al dito: se mi affaccio alla finestra di casa mia, quella che da sulla strada comunale del quartiere, vedo una lunghissima fila di auto parcheggiate cui la ricarica domestica è impedita. Io ho garage (quelli anni 60 su misura Fiat 600) e un posto auto quindi potrei mettermi una colonnina mia (mi va peggio per i pannelli, tetto orientato a nord), i condomini di fronte no perchè hanno solo i garagini ora buoni per una moto. Dei condomini dietro, metà hanno posto auto, metà niente, solo strada. Come pensiamo di soddisfare le necessità di questi potenziali utenti senza imporre loro di cercare colonnine in giro? Come va vista la questione, come per il sig, Degli Esposti per cui la ricerca di colonnine non sarebbe minimamente un disagio, per cui la mancanza di ricarica casalinga non sarebbe una penalizzazione, oppure prendendo atto che per costoro l’utilizzo di una Dacia Spring creerebbe qualche problemino in più rispetto all’omologo uso di una Panda, che guardacaso risulta ancora di gran lunga la bestseller del nostro mercato?

          • @superfede: casa sua è in una città immagino, dove effettivamente moltissime auto sono parcheggiate in strada. Anche ignorando che metà delle case italiane non sono condomini, per il problema del parcheggio in strada c’è chi sta già lavorando in tal senso, ad esempio New York:
            https://www.cittimagazine.co.uk/news/electric-vehicles-charging/connected-kerb-selected-by-new-york-city-dot-for-ev-charging-pilot.html
            Una delle tre società coinvolte è inglese e sta facendo installazioni un pò in tutto lo UK: https://www.connectedkerb.com/stories

            Risolve il problema oggi? No, ma infatti non c’è alcun divieto a comprare auto ICE almeno fino al 2035 e tantomeno a circolare. E su questo sito si è sempre detto che senza un box in cui caricare l’auto, comprare “oggi” una BEV può essere un problema.

            Ma ci stanno lavorando, e non su numeri piccoli. A New York hanno circa 2m di veicoli residenti (https://www1.nyc.gov/html/dot/downloads/pdf/nyc_greendividend_april2010.pdf), dei quali lo studio DOT dice che il 50% parcheggia in strada, quindi si tratta di 1 milione di veicoli in strada. Prevedono di installare entro il 2030 almeno 10.000 colonnine da marciapiede, una ogni 100 auto totali, ma ricordandoci che di quel milione solo una percentuale diventeranno elettriche nel 2030, quindi il rapporto sarà anche più favorevole.

            Se a Milano/Roma/Bologna o dove lei abita non stanno facendo niente, sarebbe il caso di chiederne conto agli amministratori pubblici, perchè come vede le soluzioni iniziano ad esserci.

          • @superfede: la luna sta proprio nel non guardare solo nel proprio orto. In tutti i centri storici esiste il problema del box privato. E in moltissime strada (anche la mia) sono piene di auto di quelli che non la mettono in garage perchè “c’è da fare due manovre”, “c’è l’altra auto” (condizione super per avere una 2^ auto BEV), “ho il garage pieno di robe, alnche la lavatrice”.
            La luna è che “Poco più di un terzo (35%) della popolazione vive in case unifamiliari e quasi un quinto (19%) vive in case a schiera o semi-indipendenti.” il resto sono condomini nei quali una parte ha il garage.
            http://dawinci.istat.it/MD/dawinciMD.jsp?a1=m0I040WI0&a2=mG0Y8048f8&n=1UH90009OG0&v=1UH0LV09OG1000000
            su 21.653.288 abitazioni si faccia la somma di quelle (in tabella) che avrebbero un posto auto con possibilità di punto di ricarica, decida lei quali metterci, poi ci venga a dire se sono una “stretta minoranza”.
            Questa è la luna, nessuno dice che la BEV sia “per tutti”, almeno ad oggi, ma “per molti” sì.

          • @superfede 19 Agosto 2022 at 19:32
            behh, da invasati siamo diventati “patiti” ovvero denutriti, deperiti… o fanatici, maniaci…?
            Se la incontro in piazza con sua moglie e, mettiamo, che sua moglie abbia il naso aquilino e a me non piacciono le donne col naso aquilino, se la incontro, io sto zitto e se viene richiesta da lei una mia opinione le dirò che non mi piacciono tanto le donne col naso aquilino.
            Non mi passerebbe mai per l’anticamera del cervello di dire che sua moglie la getterei nel cesso (o in laguna se preferisce).
            Non è solo questione di termini.

          • Qui, amico, è alta la percentuale di chi l’auto elettrica la usa e quindi sa di cosa parla. Purtroppo è alta anche la percentuale di chi ne scrive solo per senito dire. Come fa lei.

    • E, aggiungo, il titolo di questo articolo è qualcosa di imbarazzante… “,,,manca ancora qualcosa..:” come se davvero mancasse un pelo, una virgola per poter sostituire senza problemi i veicoli termici con quelli elettrici. Come se la mancanza di colonnine, la mancanza di modelli, il loro costo fossero delle piccolezze da colmare con poca fatica. Facile sognare.

  6. Mi piace lo spirito critico e al tempo stesso la curiosità con cui Mauro si sta approcciando alle EV. Dovrebbe essere d’esempio a tanti secondo me…

    • Il prezzo del future dell’energia elettrica, scadenza dicembre ha sfondato quota 1 euro al kWh, sommando i vari balzelli si arriva al prezzo di 1,2 euro al kWh. Un’auto elettrica per percorrere 100 km costerà 25/30 euro. Amanti dell’elettrico, green, ecc, il vostro pensiero.

      • La benzina oggi a Lucca era sotto 1.7 euro/litro. Ma non possiamo ragionare per “fiammate”. Se anche l’energia arriva a 1.2 €/kWh (davvero??), dopo poco tornerà normale. Una stagione “calda” sul fronte dei prezzi non fa media, vale sia per benzina che per elettricità

      • Come già detto ripetutamente, il prezzo dell’energia elettrica dipende al 50% dal metano, se l’elettrica aumenterà di 3 volte il metano sarà aumentato di 6 volte. Il problema del costo di ricarica delle nostre BEV diventerà una goccia nell’oceano. Caro Salvatore, come ti scaldi? A pompa di calore e spenderai il triplo o a caldaia a condensazione e spenderai 6 volte tanto?

        Io, che me ne frego dell’ambiente, la mia ZOE la caricherò con un generatore elettrico da 8,5kW che, con rendimento del 35% (regime e potenza fissa), mi costerà sempre meno di una termica. Sempre che, come prevedete, la benzina/gasolio tendano a calare.

  7. Come il mio omonimo anche io ho una e-up e confermo quanto dice. Sebbene il cavo trifase in dotazione può essere da 22 kW la e-up non andrà mai oltre i 7.4 kW in AC. E si ferma a 3.7 kW in monofase (tipicamente a casa).
    Anche la potenza in DC come dice Fabio è sbagliata nell’articolo. Infatti può arrivare a 40 kW anche se per poco temo ed a certe condizioni…

  8. Infatti è la stata la prima scoperta dopo qualche giorno che ho ritirato la mia e-C4. Carico con colonnine a 22kW ed i tempi di ricarica non mi convincono. Faccio due rapidi calcoli e scopro che stava a caricando a 7kW. Leggo meglio le istruzioni dell’auto che mi dice che il caricatore in AC ha, appunto, una potenza di carica di 7kW (11kW opzionali). Stessa sorpresa per il caricatore DC. La sua potenza di carica è di 100kW quindi anche con colonnine più potenti limita la carica a 100kW. Unica sorpresa il carichino in dotazione. Dato per caricare 6km/h (anche l’app MyCitroen conferma) mi ricarica, invece, a 18km/h. Una volta capita la logica (compreso il rallentamento fisiologico quando si supera l’80% di carica) per la città tutto diventa una pacchia. Un pò meno in autostrada (ma questo dipende dalla rete e non dall’auto).

    • L’attuale Spring carica a 5,8 kW verissimi, la prossima “monster” a 9,6 kW effettivi, non dichiarati, con celle più dense. Bruciare le tappe e’ impossibile, si migliorera’ ancora.

    • Questo si fa interessante: il limite di carica quindi non dipende dalla colonnina ma dalla macchina. Ci si puo’ stare. Il problema sono le colonnine ccs che pero’, con i limiti che hai indicato e con la batteria standard da 36Kw mi consente di caricare la macchina nel tempo di un caffe’. Il problema e’ trovare abbastanza colonnine ccs disponibili. Domani ho intenzione di andare all’aquila, una carica per andare (pannelli solari), una per tornare (ho trovato una sola stazione ccs in giro per l’aquila a portata umana)… se sentite urlare, vuol dire che torno a piedi.

      • Il limite dipende da entrambe le cose. Tutte le colonnine hanno un limite di potenza, prima c’erano molte DC a 50kW e sono arrivate pian piano auto che potevano caricare oltre quella potenza, quindi li il limite è la colonnina. Adesso si arriva ai 300kW delle ultime Alptronic (quelle di FreeToX per capirci) e a parte la Nevera (beato chi ce l’ha) nessuno carica a 300kW; ma già si guarda oltre. Il limite teorico del CCS2 HPC è 1000V e 500A, ovvero una potenza massima di 500kW.
        Per le auto, il limite dipende da diversi fattori, tra cui intanto le dimensioni della batteria e quindi il numero di celle (su una singola cella non si può mandare più di tot W, quindi più celle ci sono più si può distribuire la carica e aumentare il totale), poi c’è la chimica con cui sono fatte, la bontà del BMS nel gestire i bilanciamenti, e altri fattori. Oltre che i costruttori si tengono un margine di sicurezza, e infatti a volte via aggiornamenti software la potenza viene aumentata, ad esempio si trovano strategie di bilanciamento del bms migliori.

        Per L’Aquila, ci sono stato un mese fa, c’è una BeCharge DC (leggevo è la prima e unica DC della città per ora) installata in una stazione di servizio Eni, non ricordo la via ma è sulle varie mappe.

          • Ho controllato, è lei. Attento che è nascosta dietro uno dei muri laterali dell’edificio del bar e non ci sono cartelli, quando ci sono stato io ho anche dovuto chiedere a un imbianchino che era li a bere un caffè di spostare il suo Fiorino, ovviamente parcheggiato nello stallo di ricarica perchè al pomeriggio è una zona in ombra…

      • Il limite di carica dipende dalla vettura quando la colonnina eroga più del massimo accettato dal caricatore di bordo, in AC per la E-UP massimo 7,4 Kw ed in DC massimo 40 Kw.
        Il tempo di ricarica dipende da innumerevoli fattori sia ambientali (temperatura in primis) che tecnici (percentuale di carica residua tanto per citarne uno).
        La mia Citigo del 2020 (identica alla E-Up) carica dal 20 all’80% in DC in circa 30-35 minuti con punte di carica a 36/38 Kw, se poi voglio portare la batteria oltre l’80 e fino al 100% il wattaggio cala sensib9lmente ed il tempo per una carica completa dal 20 al 100% arriva fino a 75/80 minuti. In inverno la ricarica richiede tempi leggermente più lunghi.

  9. Buongiorno, sig. Morichi, il suo racconto susciterebbe diversi interrogativi, ma non ho voglia di scriverli tutti.
    Gliene rivolgo uno solo: quanti italiani proprietari di immobili, dalla vetta d’italia a capo spartivento avranno la possibilità di installare pannelli solari sul tetto?
    Non parlo solo di possibilità economiche, ma anche di fattibilità edilizia, anche con riguardo, guardate un po’ al paesaggio.
    Perché, poi, si definisce “modesto possessore” di una Mercedes?
    Perché se la sua è modestia, la mia di possessore di una piccola utilitaria con un mille c c. da tre cilindri è miseria.
    Ma siccome la differenza tra il modello da me acquistato e il corrispondente elettrico è di oltre 12.000 euro, dovrei camminare per oltre 200.000 km per pareggiare il maggior costo facendo la peregrina ipotesi di ricaricare a 0.20 euro per kwh per tutta la durata della percorrenza.

    • Perchè chiedere tutta ‘sta roba a Mauro Morichi?
      Le statistiche delle abitazioni indipendenti o semi indipendenti le trova in rete e sono state pubblicate anche in questo sito diverse volte.
      La Classe A di 12 anni fa non era un’auto “di lusso”, io ho avuto il Vaneo che era una Classe A gonfiata, la presi per avere 6 posti e la possibilità di caricare la carrozzina di mio padre invalido. Ebbi un’occasione (era già fuori produzione) ma nuova costava il 10-15% in più dei vari Doblò, Caddy ecc.
      Per la convenienza economica (che non è il principale motivo di acquisto…generalmente)
      200.000 km a 6km/kWh (mio figlio ne fa più di 7) alla peregrina ipotesi (concordo) di 0,2€/kWh sono 6.667€. 200.000 km con??? a 18km/l e 1,75€/litro (anche qui peregrina ipotesi) sono 20.588€. E siam passati di là dei 12.000€ da ammortizzare ma:
      5 anni di esenzione bollo, i rimanenti anni con bollo circa a 1/6-1/8 del corrispondente modello termico (si pagherà 1/4 della potenza da libretto che è la metà, anche meno, della potenza reale).
      Assicurazione discretamente meno, si faccia fare qualche preventivo, io per il passaggio da una Y10 (1000cc) alla ZOE R135 (100kW ma 50kW da libretto) per 3 mesi e 1/2 rimanenti mi restituirono poco più di 20€.
      Tagliandi almeno la metà (per le tesla sono zero).
      Pastiglie freni, ad libitum così come, dove ci sia bisogno, cinghie di distribuzione, fap, cerina e/o urea, bombole metano o GPL.
      Ahh, però dimenticavo, nella BEV a 8 anni e 1 mese bisogna cambiare la batteria e lì sono volatili per diabetici (ca##i amari).

      • Caro Daniele, se lei introduce tutte le supposizioni (a vantaggio della sua tesi) in merito ai (da lei auspicati) minori oneri di manutenzione dell’auto, allora consideri una parte di quei 200.000 km percorsi con ricariche a prezzi maggiori del 0.20 euro per kwh.
        Non mi è mai piaciuto farmi festa da solo aggiustandomi i conti. Nelle mie condizioni economiche (non viaggio in mercedes) l’aspetto economico viene al primo posto.

        • Tagliando ZOE 83€ perchè mi hanno cambiato il filtro abitacolo. Tesla, se non cambi filtro abitacolo ZERO €, se lo vuoi cambiare nonricordo il prezzo ma qualche decina di €. Tagliando Yaris dei 9 anni 285€ (tagliando particolare, quelli prima 180-230€). Dacia Stepway 900cc turbo GPL di mia figlia 170-190€. In famiglia (tranne il sottoscritto) le pastiglie ci duravano 60-65.000km, con la Yaris ibrida (sempre con guida dei famigliari), con frenata elettrica tipo la BEV abbiamo cambiato le pastiglie dietro a 115.000km ancora buone approffittando dell’offerta Toyota a 1/2 prezzo. Crede che non abbiamo mai avuto e manutenuto auto termiche?

          Metta anche una media di ricariche a 0,4€/kWh se le fa piacere (poi magari mettiamo che benzina la fa solo in autostrada) e rifaccia i conti.
          Ricordo che adesso per il maggior tutela il costo di ricarica si ferma a 0,3688€/kWh e l’abbonamento enel flat costa 45€ per 145 kWh ovvero 0,31€/kWh. Sempre che l’aspetto economico le venga al primo posto.

          Se mi dice che nell’immediato non se la sente di spendere 12.000€ in più perchè…non li ha…na ha bisogno per altre spese…accedere ad un finanziamento…ecc. non posso certo biasimarla, ma tirar fuori i soliti argomenti su chi non può avere il punto di ricarica, di chi non può avere il FV, sul maggior costo, sull’ammortamento a tempi biblici, behh, allora prima legga sui vari argomenti, ormai anche su questo sito sono stati sviscerati ampiamente.

    • Perché parla di riguardo al paesaggio, paesaggio?
      Mi sono sempre chiesto perché le tegole sono belle ed i pannelli FV brutti.
      Poi vedo i capannoni con i tetti in fribrocemento e mi chiedo se è meglio quello dei pannelli FV.
      Sarò strano io, ma i pannelli fotovoltaici mi paiono bellissimi, oltre che utili.

    • Buongiorno Sig. Emanuele.
      Per quanto riguarda la storia dei pannelli, lei ha tantissima e sacrosanta ragione. Io ho i pannelli decisi a suo tempo quando misi su casa. Ancora non avevo deciso per la quattroruote, ma gia’ a suo tempo, l’idea di avere solo un servizio elettrico in casa mi infervorava e infatti non ho nemmeno l’impianto del gas da cucina. Il passo alla macchina e’ decisamente venuto dopo ma e’ cascato a fagiolo. Capisco pure che data la situazione attuale, gia’ tre quarti d’italia non e’ in grado di mettere su i pannelli e per forza di cose dovra’ adottare altre soluzioni. Consideri che quando vado a caricare in notturna pago a occhio e croce un 35cents a kw (considerato contratto e ammennicoli in bolletta). Qui dove abito le colonnine piu’ economiche sono a 0.55. Dove ho caricato in mezzo vicino Bolsena sono sceso a 48. siamo ancora in una fascia quai accettabile: per 200km pago al massimo 18 euro e qualche centesimo. al minimo pagherei 11 euro e poco piu’. Con la nafta, per bene che mi va, gli stessi 200km mi costerebbero 23 euro. Scarto basso, ma presente! Il problema e’ dove caricare: se un paese di 10000 persone decidesse di caricare tutte le notti la propria macchina, voglio vedere il dove mettere file e file di prese e/o colonnine. in un condominio di 90 famiglie come quello dove e’ posizionato il mio ufficio, voglio vedere proprio. Ma parliamo di un mercato in piena evoluzione, e la strada e’ tutta da scrivere… nuove batterie, costi che, speriamo, si abbattano, siamo in qualche modo i precursori di una tecnologia tutta da scoprire.
      Mi perdoni invece per il termine usato per la Mercedes. La macchinina ha ormai 300000 km, inizia ad accumulare un po’ di problemi e nonostante mi abbia portato in giro con estrema soddisfazione (Tra l’altro sono un fan del diesel da sempre) comincio ad accusare un po’ di problemi soprattutto quando mi presento in officina. Se fosse per me , me la rifarei di corsa.

    • a proposito… la mia classe A e’ quella della prima generazione che tra l’altro se ne vedono parecchi in giro. La foto proposta è la generazione attuale che è uscita qualche mese dopo la mia.

    • E’ un mondo in piena evoluzione. Tante le domande a cui ancora manca la giusta risposta. Chiudere a priori la porta forse non è il caso, magari nemmeno saltarci dentro a occhi bendati non è esattamente la via giusta. Ci sono una serie di quesiti importanti che ancora vanno snocciolati.
      Nelle tante lettere lette, leggo che la maggior parte se non la quasi totalità ha la massima soddisfazione della scelta fatta. Pochi sono quelli che tornano indietro. Io probabilmente ho già fatto la scelta di cosa prendere nel momento che la mai attuale termica raggiungerà il fine vite, tipo quando si perderà il motore per strada. Non è oggi, non è domani ma tra qualche anno, nel frattempo occhi aperti e vediamo come gira la storia. Nel frattempo, e qui forse la parte intelligente, valutare ogni storia, ascoltare le esperienze di chi per primo è entrato in questo nuovo mondo.

  10. Buongiorno,
    Sono il felice proprietario di una Citigo iV 2020 con poco più di 30000 chilometri percorsi, confermo che in AC la vettura accetta un massimo di 7,6 Kw (come impostato sull’OBD di bordo che si puo riprogrammare a proprio rischio e pericolo) anche se allacciata a colonnine più prestanti e ricordo che tale potenza si intende di picco massimo mentre la potenza media assorbita si aggira intorno ai 5,5 Kw se la batteria è tra il 20 e l’80 %.
    In DC si carica a 40 Kw (dal 20 all’ 80% in circa 35 minuti).
    È una vettura cittadina ma, con un minimo di pianificazione o utilizzando strumenti tipo Power Cruise Control, si può raggiungere qualsiasi meta ed io lo faccio ogni weekend con mia moglie.
    La rete di ricarica viene implementata ogni giorno e viaggiare con queste vetture diventa sempre più facile ed ancora più piacevole.
    Maurizio

  11. Avendo una Mini, non posso che confermare il piacere di guida specie in modalità sport, sembra veramente di guidare un go-kart con tutta quella potenza disponibile e da subito.
    Tralasciando il discorso autonomia che è da migliorare anche se è abbastanza soggettivo perché legato alle proprie esigenze di mobilità, gli altri aspetti deludenti di queste macchine elettriche sono le varie limitazioni.
    Non capisco perché limitare così drasticamente la velocità di punta con un margine così ampio, la massima velocità (154km/h) si raggiunge con il 40% della potenza disponibile; anche la stessa potenza massima è limitata a pochi minuti o km a seconda delle condizioni climatiche.
    La causa principale è dovuta alla temperatura ambientale, sia in inverno che in estate la batteria ne risente troppo limitando o l’autonomia nel primo caso e le prestazioni nel secondo caso, eppure la macchina è dotata di un sistema di riscaldamento e raffreddamento a liquido della batteria , forse è sotto dimensionato?
    Forse ottimizzare anche le prestazioni esistenti per renderle più durature e costanti come quelle di un motore endotermico non sarebbe male invece di pensare ad aumentare di qualche km l’autonomia, certe macchine elettriche che nascono con una vocazione sportiva o rivolte ad un pubblico più giovane, non dovrebbero trascurare questo aspetto.

    • -La causa principale è dovuta alla temperatura ambientale, sia in inverno che in estate la batteria ne risente troppo-

      E pensi lei se la velocità, visto che il rapporto è fisso, non fosse autolimitata. Frittura di celle manco fossero calamari. 😂🦑

      Arriveranno anche le marce, non si preoccupi. Ci vorrà un po’, ma arriveranno. Già le proposte non mancano, i 2 marce sequenziali stanno spuntando come funghi, bisogna però cercare in inglese.. il primo che fa una “sportiva” in quel modo fa bingo.

      • Non è un problema di cambio, ma di raffreddamento delle batterie…. anche allungando le marce la potenza necessaria ad una certa velocità non cambierebbe. Se il raffreddamento è fatto bene, il problema non si pone ed infatti tutte le Tesla arrivano ben oltre i 200

      • @Alessandro D. al solito col cambio, speriamo di trovarci fra qualche anno, sempre su questo sito, a discutere sui cambi alle BEV. Se è per piacere di guida, fate voi, per il mio gusto sarebbe un passo indietro ma sui gusti degli altri non rispondo. Se ai 90km/h si passasse da un rapporto ad un altro la coppia (limitata dalla potenza) non cambierebbe di un filo, forse si avrebbe un leggero “strappo” per il passaggio del motore dai 6-7000RPM (1^marcia) ai 3-4000RPM (2^ marcia).
        La Tesla (versione da 240km/h) va a 17142RPM, col cambio andrebbe ai 300km/h? Cosa ce ne facciamo di una auto da 300km/h. Non ho mai sentito che le celle della batteria della Tesla si “friggono”, in nessuna versione, è la prima volta che lo leggo. E’ che loro sono capaci di far girare il motore a 17000RPM, gli altri no. 11163RPM in un motore a 4 poli come la ZOE sono sinusoidi da 372Hz, si fidi, non sono uno scherzo.

        @Marco F: la mini non so che riduttore abbia, la ZOE ai 140km/h (velocità massima) va a 11.163RPM, non credo non siano capaci di farlo girare più forte, la megane va ai 160km/h, ripeto che Tesla va a 17000RPM. Ci sono anche ragioni “etiche”, le BEV avevano un’utenza più rispettosa all’ambiente e alle REGOLE. Forse anche per questo che l’assicurazione mi costa meno della panda a metano.
        Un cambio comporta dei ruotismi in più ed un consumo necessariamente maggiore. Il cambio serve a chi vuol andar forte e non ha la capacità di far girare il motore ad alti RPM e a mezzi particolari (tipo fuoristrada o mezzi da lavoro) che hanno bisogno di coppie esagerate (riduttori ad alto rapporto) e devono anche andare a velocità decenti (riduttore a minor rapporto) e qui il consumo va in secondo piano.

        • Il cambio sulle elettriche riduce i consumi e aumenta l’efficienza complessiva. Mediamente:
          Autonomia: +7-15%
          Accelerazione: +15%

          Quindi il cambio sulle elettriche è amico dell’ambiente. Poi ad oggi chi lo ha montato (dovrei controllare i vari modelli) lo hanno automatico, non sei tu che cambi ma la centralina in modo automatico, quindi visto il tuo personale piacere di guidare (in cui sembri prediligere gli automatismi) non cambia nulla.

          Nota a latere: con la sua Porsche Taycan con cambio a 2 marce, pur essendo limitata a 260 km/h (268 effettivi), la Taycan “aggiornata” ha battuto la Model S Plaid al nurburgring, riprendendosi il titolo. Poi qualcuno si meraviglia che Blume abbia sostituito Diess: forse è così che si compete con Tesla, battendola al suo gioco e non facendosi sempre superare in tutto …

          • La discussione sull’utilitá o meno del cambio non ha toccato un’ importante differenza in materia fra motore elettrico e termico, cioé se – a paritá di percorso e velocitá – il primo gira piú “allegro”, il carico diminuisce e di conseguenza anche la temperatura della batteria. Ovvio che accorciando troppo i rapporti sorgerebbero altri problemi (fra cui “sgommate” in partenza e rischio di “fuorigiri” con calo di rendimento) ma rimane comunque un aspetto di cui tenere conto, anche nel progettare il “monomarcia” standard dei veicoli elettrici.

          • “forse è così che si compete con Tesla, battendola al suo gioco e non facendosi sempre superare in tutto”

            Ah. Quindi VW sta facendo un software impeccabile, una rete di supercharger, snellendo la filiera, tentando di avere controllo sulla produzione di ogni singolo componente e “per divertimento” lanciando una berlina con prestazioni da super car?
            A me sembra solo che sia riuscita ad usare una sportiva per superare una berlina da viaggio. 🙂

          • @Enzo: se i consumi e le autonomie avessero un incremento del genere sarebbero tutte a 2-3-4 marce. Hanno fatto le “doppia frizione” senza aumenti di costi, un cambio a 2 marce è un gioco da ragazzi implementarlo. Purtroppo il cambio porta cinematismi in più che PEGGIORANO consumi e autonomie, vedi le plug-in in elettrico che consumano più delle BEV.

            Per la curva di coppia alle ruote riguardati le lezioni proprio su questo sito, in particolare
            https://www.vaielettrico.it/capire-i-veicoli-elettrici-5-coppia-potenza-e-velocita-base/
            Il tratto a potenza costante non cambierebbe minimamente col cambio.
            Aumentando il rapporto di riduzione aumenterebbe la coppia fino alla “velocità base” e la “velocità base” diminuirebbe. Dopo una certa coppia le ruote slittano e non ha senso farlo (per auto “normali”). Altresì, aumentando il rapporto di riduzione aumenterebbe anche l’RPM a tutte le velocità per cui ci vuole qualcuno che lo sappia fare.
            Tesla manda i suoi motori a 17.000RPM, gli altri hanno bisogno di un cambio.

            Diminuendo il rapporto di riduzione, a parità di RPM si ha una velocità maggiore. Ad alti RPM e conseguentemente alte frequenze di pilotaggio (Hertz), ci sono meno perdite di commutazione nei driver trifase dei motori (magneti o non magneti permanenti). Ma chi sa lavorare bene con l’elettronica non ha grandi difficoltà ad andare su con gli Hz (17.000RPM per un motore a 4 poli sono sinusoidi da 566Hz).
            Prima o poi ci arriveranno anche gli altri, anche perchè ridurre le perdite di commutazione interessa anche a basse frequenze.

            Dimenticavo, ad alti RPPM esiste anche il problema dello scollamento dei magneti permanenti dal rotore (per chi non ha il rotore avvolto), anche qui c’è qualcuno (ma chi sarà???) che l’ha risolto.

          • @Luigi: a parità di velocità c’è uguale necessità di potenza. Se ho bisogno di 15kW per andare ai 100km/h, ho bisogno di 15kW con qualunque rapporto di riduzione (cambio, marcia). La batteria si scalda nello stesso identico modo.

      • Ho scoperto, non lo sapevo, che la potenza limitata delle elettriche è dovuta (parlo in generale e non nello specifico della Mini) non solo al surriscaldamento delle batteria ma anche a quello del motore, anche lui si surriscalda e quindi va in “protezione”, infatti stanno uscendo motori elettrici di nuova concezione capaci di mantenere la potenza di picco per un tempo più lungo. Questo anche a futura memoria di chi pretende di confrontare oggi una elettrica con 200 CV con una diesel da 200cv…

        • @Enzo: chiedi a un diesel da 200CV di fornirli per un tempo consistente, vedrai che o va in protezione o si fonde. Ti sembra possibile che se il motore è da 200CV e questi sono il 30% (abbondiamo pure) della potenza chimica bruciata, vuol dire che si bruciano 200/0.3= 666CV di cui 466CV (circa 340kW) vanno dispersi in calore (entropia). Ma che radiatore ci vorrebbe? La pompa di calore di mia figlia è da 3,5kW (8,5kW termici) e ci scalda l’appartamento.
          Sei vuoi anche solo 100kW da un motore elettrico che rende il 95% (~5kW vanno dispersi in calore), prima che si scaldi il motore con la sua inerzia termica e con il suo normale circuito di raffreddamento, si scarica la batteria, 50kWh sono 1/2 ora di funzionamento.
          Se fosse la temperatura il limite, dichiarerebbero anche i 200km/h. Per 5-10 min ci va, poi l’elettronica limiterebbe prima del danneggiamento. Io penso che dopo 5 min a 200km/h è il guidatore normale che cede.
          Io uso normalmente componenti (driver per valvole) da 9A per pilotare dispositivi da 2A che di picco vogliono 5-6A e volutamente non li raffreddo. Se c’è un qualche malfunzionamento interviene la protezione termica integrata del dispositivo (SGS VN750).

  12. Con la Skoda citigo e IV con le stesse caratteristiche della e-up fatto andata ritorno Carate Brianza (240 MT slm) Chiareggio (1600 MT slm) totale 270 chilometri , arrivato a casa con ancora il 23% di batteria. Da mia esperienza in inverno è sui 220 km di autonomia, in estate oltre i 300. Inutile ribadire che è una delle auto più azzeccate per la filosofia green-elettrico…

  13. Ciao, anch’io ho una e-Up condivido l’analisi di Mauro, è vero è una “macchinetta” da città ma se vuoi e ti organizzi puoi fare anche qualche viaggetto in autostrada se ti gestisci il viaggi con le tappe giuste e mantieni una media di 110 Km/h. D’altronde non esistono a oggi molte utilitarie che a questo prezzo di acquisto ti diano molto di più, certo la 500e è più bella ma costa il doppio di quello che ho pagato la mia “piccolina” stessa cosa per la Zoe mentre la Dacia Spring ha una autonomia troppo limitata. Speriamo che le case automobilistiche capiscano il vuoto che c’è su questo segmento e propongano valide alternativa, basterebbe una batteria di 50KW per permettere una autonomia maggiore; per le prestazioni lascio agli amanti delle Tesla fare 0-100 in una manciata di secondi, con la mia e-UP mi “diverto” lo stesso !!!

  14. Buongiorno, da possessore di una e-up! posso confermare che da dati di fabbrica l’auto modello 2020 ricarica alle colonnine da 22kW al max a 7,6kW, non può caricare a 22 perchè non previsto dall’odb a bordo. In corrente continua carica al max a 40kW. Sufficienti per la città e gite fuori porta, non per viaggi lunghi o vacanze impegnative, del resto è nata come auto cittadina.
    Fabio

    • -l’auto modello 2020 ricarica alle colonnine da 22kW al max a 7,6kW, non può caricare a 22 perchè non previsto dall’odb a bordo-

      Esatto.

      Quella che carica in corrente alternata a 22 kw è la Twingo.
      La E-Up ultimo modello dichiara di caricare a 32 ampere, per altro su due fasi.

      https://www.e-station.it/scheda-auto-elettrica/volkswagen-nuova-my2019

      In monofase ricarica massimo a 16 ampere, palla lunga e pedalare.

      Mauro, se fai i compiti così la maestra poi ti sgrida. AHAHA. 😉

        • voglio darle credito: lei ha a disposizione uma presa 32 ampere monofase in grado di erogare effettivamente 32 ampere? (Perchè se il contatore si ferma a 6 kw tanto quanto, gli ampere in quel caso sono 25 e a quel punto non sapremo mai se effettivamente stiamo caricando a 25… 🙄)
          Sono seriamente curioso.

          • Forse la sua è molto recente? Nell’altro articolo presente adesso sul sito dove si parla della e-up sembrerebbe che le più recenti effettivamente possono caricare a 32 ampere in monofase… il mistero si infittisce🕵🏻‍♂️🕵🏻‍♂️🕵🏻‍♂️

          • @dobale: se via software riesci a far passare 32A nei semiconduttori che tengono 25A, allora, sempre via software e con un po’ più di impegno, potresti montare la trasmissione a cinghia del tuo scooter in un camion Scania 🤣🤣🤣

          • La mia è del 2020, e confermo la ricarica a 32A in monofase.
            A casa, tramite WB e contatore 6kW, caricato a 5,7kW, i restanti 300W li assorbiva la casa.
            Testata anche ad un iper con una colonnina che eroga 7,2kW in monofase, anche lì, caricava a piena potenza.

          • Alessandro, a casa ho la colonnina da 7,2 kw, li raggiunge serenamente tra fotovoltaico e rete senza raggiungere i 6 kw di abbonamento. La sera stesso ragionamento ma spremendo 3 kw dall’accumulo (al massimo per 3 ore con accumulo al 100%, poi sono a secco ),questo ovviamente per chi ha questa tipologia di impianto. Ovviamente, tutto dai cavi agli interruttori sono dimensionati per lavorare a questi regimi

    • E forse è proprio quello i il problema, cioè che un costruttore “battezzi” in modo arbitrario un’auto elettrica come “cittadina” e decida quindi di installarvi un sistema di ricarica con pesanti limitazioni. Sarebbe come se l’identico modello a motore termico, essendo un’auto “cittadina” anch’essa, avesse un bocchettone per il rifornimento di carburante con una strozzatura che permetta di rifornire solo 1 litro al minuto!
      Se la “cittadina” a benzina ha un bocchettone “normale”, perché la “cittadina” elettrica non deve avere un sistema di ricarica “normale”?
      Se la e-up! avesse un sistema di ricarica “normale” (tipo fino a 22 kW in AC e fino a 50 kW in DC) sarebbe utilizzabile esattamente come la e-up! termica: a batteria limitata corrisponde serbatoio limitato, ma la ricarica avverrebbe in tempi non piú biblici rispetto al classico “pieno”.

      • Perchè il caricatore a 22kW costa un botto. La Renault ha un brevetto che sfrutta il motore elettrico (che non è a magneti permanenti ma a rotore avvolto) come componente del caricatore/convertitore/elevatore di tensione AC/DC.
        Se ben ricordo, fra le auto tradizionali, le prime Tesla avevano l’opzione “carica a 22kW” che comportava un ulteriore convertitore AC/DC da 11kW in aggiunta a quello standard. L’opzione costava non poco.

        • Infatti il caricatore da 22 in AC della Renault è delicatissimo: se la messa a terra dell’impianto non è perfetta non carica nemmeno sotto tortura. Non parliamo poi dei casi di reti elettriche di diverso tipo, come in alcune zone di Roma o in altre nazioni…
          Infatti ci siamo dovuti liberare della Zoe R135 di poco più di 2 anni per passare ad una e208 che invece è molto meno schizzinosa.

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