Elettrico a piccoli passi. La BMW, a differenza di Volkswagen-Audi, si mantiene prudente nella transizione alle emissioni zero. Parola del n.1 Oliver Zipse.
Elettrico a piccoli passi: “Servono più colonnine o…”
Zipse ha fatto il punto della situazione in una lunga intervista alla testata bavarese Münchner Merkur. Parlando di tutto, dai problemi di produzione per carenza di microchip al futuro dell’elettrico. Lanciando un monito sul pericolo che una rete di ricarica ancora carente non regga l’impatto di un boom delle vendite di EV: “La nostra i4 è andata esaurita da mesi, così come la iX. La Serie 7 elettrica arriverà il prossimo anno e non sarà diverso. Attualmente il mercato sta crescendo rapidamente, ma se la rete non regge, questa crescita sarà soffocata…In Europa, il numero di auto elettriche sta crescendo 5 volte più velocemente dell’infrastruttura. Dato questo squilibrio, sarebbe un errore vietare i motori a combustione interna moderni e in costante miglioramento. Ciò porterebbe inevitabilmente la più grande industria in Germania in uno scenario di contrazione. Lo avverto. Piuttosto, sosteniamo la combinazione degli obiettivi di CO2 con obiettivi vincolanti per l’infrastruttura di ricarica”.
Elettrico a piccoli passi: “Troppo complicato ricaricare a casa”
Che cosa possono fare le Case auto per accelerare la transizione? “Stiamo investendo noi stessi nell’infrastruttura, coinvolgendo altri investitori“, risponde Zipse. “Il pubblico guarda soprattutto ai lunghi viaggi in autostrada. Siamo sulla strada giusta con la nostra joint venture Ionity. Ma la ricarica pubblica rappresenta solo il 20% circa del comportamento di ricarica delle persone. La ricarica privata a casa ha di gran lunga la quota maggiore. E ci sono ancora ostacoli significativi. Non solo con i box di ricarica, ma anche con le reti di media e bassa tensione, ovvero l’ultimo miglio. L’infrastruttura di ricarica è costosa per gli investitori. Ci vuole tempo perché il modello di business sia redditizio. Noi stiamo andando verso l’elettromobilità a velocità sostenuta. Potremmo costruire auto elettriche al 100% anche nel nostro stabilimento di Monaco a partire dal 2026, se il mercato lo richiede. E possiamo farlo altrove. Ma a condizione che la rete di ricarica cresca“.
Tagli di posti di lavoro? “No, seimila assunzioni”
E alla domanda sulle prospettive per l’occupazione, con la Volkswagen che minaccia di tagliare 30 mila posti di lavoro, Zipse rilancia: “Due anni fa, abbiamo iniziato a ristrutturare il nostro personale e, infine, a tagliare posti di lavoro in misura significativa attraverso fluttuazioni naturali e accordi volontari. Allo stesso tempo, ci sono state oltre 10.000 nuove assunzioni. Con programmi di formazione e tirocinio, con i quali abbiamo ulteriormente sviluppato le competenze della forza lavoro. Ora siamo a un punto in cui si tratta di ricostruire. Siamo sulla buona strada per la trasformazione, abbiamo preparato i nostri impianti per la mobilità elettrica e prevediamo un’ulteriore crescita delle vendite nel 2022. Ecco perché l’anno prossimo aumenteremo il nostro numero di dipendenti fino al 5%. Questa è anche un’espressione della nostra fiducia che la BMW sia adeguatamente posizionata per il futuro. Siamo 120.000 persone, ne assumeremo un massimo di 6 mila“.

“Economia circolare: siamo già al 30% nelle nuove auto”
Altro grande tema che l’industria dell’auto deve affrontare è l’economia circolare. “La prima cosa che fai quando c’è carenza di qualcosa è usarlo con più parsimonia, che si tratti di energia per il riscaldamento o di materie prime“, spiega Zipse. “Ecco perché l’economia circolare è per noi un megatrend. Non possiamo fare a meno di tutte le materie prime, ma le riutilizziamo sempre di più. L’umanità ne consuma ogni anno circa 100 miliardi di tonnellate, quasi tutte prelevate dallo strato superiore della Terra. Per ragioni di sostenibilità, ma anche economiche, non possiamo continuare per sempre. L’efficienza evitando gli sprechi è principio fondamentale dell’industria. Portiamo avanti questo approccio, includendo catene di approvvigionamento e materie prime. Abbiamo una quota del 30% di materiale riciclato nei veicoli e ci stiamo muovendo verso il 50%. In prospettiva immagino il 70-80%. La disponibilità di materiali riciclati è il collo di bottiglia. I materiali rivestiti che non possono essere nuovamente separati sono difficili nel riciclaggio. Cerchiamo, ove possibile, di farne a meno e affidarci ai mono-materiali”.
Mi sembra che un colosso come BMW/Mini al posto di fare (istallare Punti di ricarica) preferisca dare la colpa ad altri!
Nel senso che: preferisce dare la colpa alla rete di ricarica che cresce poco, invece che istallare una semplice WallBox doppia (2 prese da 11/22 kW solamente in AC) presso TUTTI i sui punti vendita ed officine autorizzate.
Investendo molto poco BMW offrirebbe ai suoi clienti ben ulteriori 200 punti di ricarica 🙂
ciao da Paolo
PS le suddette colonnine potrebbero costare istallate, qualche migliaio di euro l’una ovvero IN TOLALE meno del costo di 6 auto iX xDrive 50
Non ho capito, un cliente BMW che compra una BMW elettrica dovrebbe poi andarla a ricaricare presso una concessionaria BMW?
Immagino un possibile acquirente che va in concessionaria e chiede al venditore “scusi, che sta facendo quell’uomo lì con quei cavi?” e il venditore “ah, niente, quello è un nostro affezionato cliente, ha comprato una nostra BMW elettrica, viene tutte le mattine qui per la ricarica”.
Non è che mi viene tutta ‘sta voglia di fare la fine di quello lì …
E poi, le concessionarie alle 19 chiudono i cancelli, se il tipo che sta ricaricando non si precipita a levare l’auto, che fa, gli sequestrano il veicolo? O gli fanno il duplicato delle chiavi dei cancelli?
Le solite masturbazioni mentali, Enzo: le colonnine stanno in strada, mica in ufficio
Spero il commento venga pubblicato.
La solita faciloneria, Massimo. La strada è di tutti, non puoi impossessarti di un marciapiede così, solo perché hai comprato una wallbox. Quel suolo pubblico è del comune e quindi devi sottostare alle forche caudine della burocrazia per poter installare una colonnina in strada (ma perché ti devo ricordare io queste cose quando siete voi che lo scrivete nei vostri articoli?!?).
Ora, andando al punto, la verità è che molti concessionari stanno installando le colonnine … nei loro parcheggi privati! E questo proprio per evitare la burocrazia! Leggi un po’ qua [ https://www.dealerlink.it/colonnine-concessionaria-regole/ ]: “Il parcheggio della concessionaria, infatti, viene definito come un “luogo privato aperto a terzi” e, secondo la normativa italiana, viene assimilato ai luoghi pubblici. La colonnina, quindi, deve essere conforme al Modo 3 della normativa internazionale IEC 61851-1, per assicurare la sicurezza per le persone che la utilizzano e per i veicoli. Non servono particolari autorizzazioni: si tratta, infatti, di un impianto aziendale, installato e gestito in autonomia dalla concessionaria stessa.”
Ecco perché le colonnine si trovano nei parcheggi interni, inaccessibili quando la sera si chiudono i cancelli esterni (a titolo di esempio: https://www.google.com/maps/place/Colonnina+Loginet+Fast+Nissan+Cfl/@43.8208359,10.4907242,20z/data=!4m5!3m4!1s0x12d585b3b7eef45b:0x37de52308c46140f!8m2!3d43.8211819!4d10.4904615 ).
Impeccabile commento Enzo. I cancelli, però, sono solo nella tua testa. Area privata non significa quasi mai area recintata. Infatti la stazione Nissan Charge che porti come esempio è fuori dalla recinzione ed è accessibile 24 ore 7 giorni su 7 da qualsiasi automobilista.
I cancelli non sono nella mia testa. L’area privata dei concessionari è quasi sempre recintata e videosorvegliata perché il parcheggio non è quasi mai vuoto, anzi, e quindi sarebbe sciocco lasciare tutte quelle auto alla mercé dei ladri. L’area che porto come esempio invece è recintata (per la cronaca, avevo controllato prima di postare), questo il cancello: https://www.google.com/maps/@43.8208359,10.4907242,3a,75y,1.38h,90t/data=!3m6!1e1!3m4!1sn8HzffbFNwSWTeyvcbwgiQ!2e0!7i13312!8i6656
La colonnina si trova poco più avanti, percorrendo quel vialetto.
Mi dispiace Enzo, ma ti sbagli: https://www.google.com/maps/@43.8207495,10.4909817,3a,75y,258.28h,74.25t/data=!3m6!1e1!3m4!1soGEJ2u_XQ2C8DcxSsRGIrA!2e0!7i16384!8i8192
Chi sarebbe il facilone?
Touchè, Massimo, touchè. Tradito dalle mappe di Google. 1-0 per te, lì si ricarica all’esterno.
https://www.google.it/maps/place/Stazione+di+ricarica+per+veicolo+elettrico/@43.8625963,10.7687584,52m/data=!3m1!1e3!4m9!1m2!2m1!1scolonnine+ricarica+concessionario!3m5!1s0x132a7dc86d7d8967:0xa01d8c4873694b79!8m2!3d43.8627483!4d10.7685919!15sCiFjb2xvbm5pbmUgcmljYXJpY2EgY29uY2Vzc2lvbmFyaW-SASFlbGVjdHJpY192ZWhpY2xlX2NoYXJnaW5nX3N0YXRpb24
Qui invece no. Si ricarica all’interno di una concessionaria. Gli orari sono 8-13, 14-19 dal lunedì al sabato. 1-1 e palla al centro.
Io ho smesso di frequentare l’asilo nel giugno del 1958. Non intendo tornarci. Ciao
Ecco, fatto al volo un ripassino. La soglia, come ricordavo, è 100 kw. Oltre i 100 kw di impianto sostanzialmente è obbligatorio installare una cabina di media tensione (e se non ricordo male costa come minimo sui €50.000). Quindi fondamentalmente a prescindere da picchi, consumi, dal fatto che tutte le utenze stiano andando a manetta o tutte le utenze siano spente, se si vuole un impianto che nominalmente vada oltre i 100 kW piaccia o no bisogna installare una cabina di media tensione. Questo sulla carta punto Poi c’è la realtà. È la realtà, e ho notizie di prima mano, è che di sti tempi l’Enel si sta facendo fare la rete a spese degli utenti finali, e di conseguenza su parecchie nuove costruzioni ti impone la cabina di media tensione già con impianti nominalmente superiore ai 50 kW. È un abuso? Può anche essere. Però la realtà è sempre quella: se vuoi la corrente devi fare come dicono loro. Tutti gli altri discorsi possono anche essere ragionevolissimi, ma i datti ohimè sono questi.
la risposta definitiva per i box auto ,secondo me, sono wallbox con accumulo ,vedi il mio post sotto
1)bisogna spostare il consumo nelle ore in cui ci sono per caricare la batteria stazionaria , per poi caricare l’auto da essa , senza sovraccaricare le rete , grazie al dialogo della wallbox-batteria-inverter con il gestore della rete elettrica
2)più utenti ci sono più l’energia da allocare procapite è ridondante ,
è più facile che in un condominio Italiano ci siano anziani che fanno pochi km a settimana
e quindi pochi kWh,
che rappresentanti di commercio che ne fanno moltissimi
3) la legge impone ,da qualche anno,sulle nuove costruzioni di “predisporre” i cavidotti per le colonnine ,si spera che anche il gestore lo sappia e predisponga le sue cabine
4) per la diffusione di Massa delle EV , credo che il condominio , diventerà , solo uno dei possibili punti di ricarica saranno sempre più importanti :
posti di lavoro , parcheggi centri commerciali ,supermarket ,fasfood ,cinema multisala che hanno preso o stanno stanno prendendo accordi con i gestori di rete per piazzare colonnine di ricarica nei parcheggi
Ikea lo fa da decenni ..
il tempo c’è ,in Italia solo il 7% delle auto vendute è EV , chi lo fa immagino che abbia valutato come caricarle.
i soldi in teoria pure ,vedi PNRR.
ci sarà la volontà politica e la pressione dei cittadini , per farlo ?
la ricostruzione del Ponte morandi crollato a Genova , ha dimostrato
che possiamo ancora essere quegli Italiani che hanno fatto l’autostrada del sole in 8 anni
Genova è stata solo una coincidenza “astrale” ?
gli italiani vogliono tornare a essere protagonisti dello sviluppo mondiale ?
o preferiamo rintanarci nella burocrazia e cialtronaggine politica degli ultimi decenni ..
ai posteri l’ardua sentenza
ai vivi l’onere di farsi ricordare con affetto o con disprezzo
Al punto 3: il “giochino” che ho sentito fare su alcune NUOVE COSTRUZIONI è il seguente: SICCOME stai costruendo e sei obbligato a fare la predisposizione per le colonnine, ALLORA se vuoi l’allacciamento ti impongo la cabina di media tensione in via preventiva. Tanto la ammortizzi in fase di vendita. È un abuso? Può darsi, ma mi pare di capire che anche lei è del settore e sa meglio di me che il loro parere è vincolante.
esatto:
la legge che conosco io,letta su un manuale della normativa cee per l’impiantistica ,se non l’hanno cambiata nell’ultimo anno
obbliga il costruttore a mettere i corrugati e i pozzetti , dal piazzale parcheggio del condominio allla cabina , pozzetto del gestore
parliamo di costruzioni nuove ..
nessun cavo , nessuna colonnina vera , solo la “predisposizione” per il “futuro”
so che c’erano delle proposte di legge che volevano l’obbligo di installazione del cavo e della colonnina VERA, non so con quali criteri , se vincolati alle dimensioni del condominio ad esempio ..
non so nemmeno se queste proposte siano state approvate ,bocciate o messe in un cassetto per avere qualcosa da dire alle prossime campagne elettorali
P.S
vi metto un link a un opuscolo di motus-e
per i condomini
la cosa positiva è che se l’impianto del box è fatto a norma
non richiede il nullaosta dei vigili del fuoco
dato che allo stato attuale :” non risulta che i veicoli elettrici abbiano un rischio inendio/esplosione superiore ai veicoli tradizionali”
dipartimento dei Viglili del Fuoco 5 novembre 2018
come ho sentito dire da alcuni amministratori
https://www.motus-e.org%2Fwp-content%2Fuploads%2F2020%2F12%2FVademecum-condomini-2020-DEF_compressed-1.pdf&usg=AOvVaw2mRz9lOGtyaIp561aSBHqu
Abbiamo la tecnologia e il clima per diventare fornitori di energia pulita per Europa e perché no anche per i paesi emergenti che potrebbero invertire la rotta e non far scappare più la gente. In cambio potremo avere investimenti e lavoro che di fatto generano benessere. L’australia vende energia pulita alla malesia? Noi la potremo vendere all’africa, invece di vendergli armi obsolete, per generare benessere e avere in cambio materie prime e nuovi scenari per realizzare altre rinnovabili in un ciclo virtuoso. Senza questa visione siamo destinati a invecchiare e sparire continuando a lamentarci per un cambiamento al quale è doveroso adattarsi.
Quello dell’Enel non credo sia un abuso ma una richiesta lungimirante: ,nell’ottica di decarbonizzazione del pianeta presto dovremo attrezzarci anche per riscaldare elettricamente le case con pompa di calore e progressivamente abbandonare gas e gasolio, la transizione energetica non passa solo attraverso le automobili.
Un abuso no, una forzatura può darsi.
Però mi trovo d’accordo perché una buona volta abbiamo un operatore che guarda un po’ più in là del proprio naso e conoscendo le previsioni sulla mobilità del futuro impone un piccolo investimento che abbatterà considerevolmente i costi futuri di allacciamento, quindi è una cosa positiva.
In linea di massima condivido i vostri due ultimi commenti, non dico di no. Resta il fatto che l’adeguamento della rete, in linea di puro principio, dovrebbe essere fatto a spese di chi della rete è proprietario. E cioè l’enel. Che in questo caso scarica serenamente i costi sugli utenti finali (per inciso: non esattamente un piccolo investimento sebbene non si parli certo di una manovra finanziaria). Almeno avessero il coraggio di proporre un salomonico “fifty-fifty”… vedremo l’evolversi.
È il classico “Chiagni e fotti” all’italiana: non ci sono più i tedeschi di una volta 🙂
https://it.m.wikipedia.org/wiki/Chiagni_e_fotti
L’interesse, lo sappiamo, è quello di rallentare il più possibile la chiusura del ramo ICE. In estrema sintesi ha detto cose vere (servono più colonnine, potrebbero produrre 100% BEV a partire dal 2026), per edulcorare la pillola ovvero voglioni continuare a produrre auto ICE più a lungo possibile. Visto il segmento di riferimento ci penserà il mercato a dargli la sveglia, non la mancanza di colonnine, né le reti a bassa e media tensione visto che la gran parte dei suoi clienti si può permettere di vivere in case ad alta efficienza e si compreranno le batterie di accumulo necessarie a caricare anche negli orari di picco dei consumi.
Per non pesare sulla rete nazionale è necessario pensare alla mobilità elettrica come a un “Sistema” elettrico. In due parole: produrre in autonomia l’energia di cui si ha bisogno. Pensare all’acquisto di un’auto elettrica in abbinamento ad un impianto fotovoltaico. Meglio se disponibile presso il posto di lavoro perché durante il giorno l’auto è parcheggiata sotto il sole e può ricaricarsi di energia pulita. È necessario sensibilizzare le aziende a percorrere questa innovazione perché hanno l’infrastruttura già pronta e gli spazi necessari per parcheggi.
Dopo aver letto l’articolo il mio pensiero è:
acquistare l’auto elettrica dai costruttori che ci credono veramente: Tesla ecc.
Forse in BMW non hanno capito che non c’è più tempo.
Più tempo per cosa ?…..
Per continuare a propinarti il vecchiume obsoleto e inefficiente come se fosse l’ultimo ritrovato della tecnologia da F.1.
Non capisco una frase: “E ci sono ancora ostacoli significativi. Non solo con i box di ricarica, ma anche con le reti di media e bassa tensione, ovvero l’ultimo miglio.”
Di cosa parla? Una ricarica a 3kW notturna dalle 20 alle 8 sono 36kWh. Vogliono raccontare che la rete non reggerebbe il carico se per ipotesi (impossibile, ma divertiamoci) tutti contemporaneamente fossero in carica? E quindi come si farebbe se tutti decidessero di stirare (2,2 kW) mentre usano l’asciugatrice (1kW) o l’aria condizionata accesa?
Torniamo sempre lì: in Europa, gli europei mediamente percorrono poco più di 30 chilometri al giorno. Se tutte le autovetture fossero elettriche, prendendo la peggiore BEV esistente da 300Wh/km (nemmeno una Mercedes EQS 580 riesce a farlo ai 120 di media), mediamente servirebbero 10kWh al giorno.
Mi pare che come al solito si cerchi di scaricare su altro le proprie inefficienze/ritardi.
La crisi dei Microchip è reale. Però, perchè Tesla non ne ha sofferto? (a parte non montare le USB in alcuni modelli, ma non le ha impedito di vendere comunque la macchina). Forse qualcuno non è lungimirante abbastanza?
No no guido, la questione è reale, tecnicamente reale. Ragioniamo per ipotesi: Lei ha un palazzo dove ci sono 60 box auto. Tutto va bene, tutto bellissimo, sono tutti d’accordo di fare un impianto centralizzato per la ricarica delle automobili dove ogni singolo box possa disporre di un punto di ricarica ipotizziamo da 3 kilowatt e mezzo. I famosi 16 A. Totale 180 kw teorici installati in più dell’esistente. Tutto ok? Purtroppo no. Perché a ben determinate condizioni su cui in questo momento non ho tempo di dilungarmi l’Enel potrebbe chiedere al palazzo di installare una cabina di media tensione per gestire l’aumentata richiesta. La cabina di media tensione sostanzialmente è un trasformatore che pesca a monte dall’alta tensione e a valle restituisce la corrente a media tensione, la cosa per capi estremamente sommi serve a evitare squilibri nell’erogazione. Le chiedo scusa se non entro nei dettagli ma in questo momento non ho tempo di farlo, però le assicuro che il problema non è campato per aria sebbene spesso possa anche essere esagerato per motivi pretestuosi. Ma non è una cosa che non esiste.
La questione è: tutti i 60 condomini ricaricano contemporaneamente tutte le notti a 3kW? Perchè se la risposta è “supponiamo di sì”, chiedo come sia possibile oggi, non in futuro, gestire che tutti i 60 condomini usino l’aria condizionata mentre stirano.
Non mi si dica che sono 180kW “aggiuntivi”, perchè parliamo di ricarica NOTTURNA. Cosa fa ‘sta gente di notte?
Io non ho cambiato il mio contatore dopo che ho preso l’elettrica. E non ho nemmeno una wallbox smart: uso la shuko, di notte.
Si fanno medie, non si dimensiona la rete in base al picco, questo direi che è arcinoto: diversamente tutti noi avremmo contratti da: lavastoviglie (2.7kW) + Ferro da stiro (2.2 kW)+aria condizionata (1kW) + caldaia (0,4kW) + altre utenze (0,5kW) per un totale da 6kW. Per TUTTI. Non è così, mi pare.
Forse il problema è che ora sono calibrati a puntino senza alcun margine.
Mi si spieghi, allora, perchè in Italia il consumo annuale del 2019 (ante-covid) era inferiore di 30 TWh rispetto al consumo del 2012: in Germania non hanno cambiato lampadine, elettrodomestici etc. ? La nostra rete oggi è in grado di reggere a 30 milioni di BEV e lo dice Terna.
Guido, guardi, io non le sto dicendo quello che secondo noi è meglio o quello che secondo noi si dovrebbe fare o quello che secondo noi è più intelligente. Io non sto dicendo quello che al di là di certe soglie l’Enel le chiede tassativamente, senza possibilità di contraddittorio e senza che l’Enel abbia fornirle delle spiegazioni perché glielo sta chiedendo. Altrimenti non le da la corrente. Crudele, ma è così.
Lei però sta immaginando che vengano installati 60 contatori da 3kW, cosa che farebbe scattare una richiesta di gestione di ulteriori 180kW per cui è effettivamente richiesta una cabina (o l’ampliamento della esistente)
In realtà il condominio già oggi ha 60 contatori FINO A 6kW ma che gli appartamenti ne hanno attivati soltanto 3, come da default, e aggiungerne altri 60 da 3kW non cambia la potenza erogabile…
Questo nella pratica.
Le cabine sono dimensionate per i consumi di 10 anni fa.
Oggi gli elettrodomestici in classe A(con tanti +), le AC ad inverter e le lampadine Led, i televisori non a TC già hanno portato ad un risparmio tra il 10% e il 20% sui consumi medi: non hanno ridotto le cabine, però…
Esiste poi una cosa che si chiama V2G e il VB2G in funzione di stabilizzazione picchi, quando cominceremo a parlarne seriamente?
Che poi Enel non voglia sentire ragioni, questo è un altro discorso che mi pare di capire lei conosca per esperienza diretta.
Vale anche per la Germania?
È quello che sto cercando di spiegarle da tre scambi, noi possiamo stare a suonarcela e cantarcela, ma come ha intuito enel non vuole sentirne ragioni. Vuole una potenza nominale installata sopra i 100 kw? Quasi ceeto che deve fare la cabina, zitto e mosca. Questo è purtroppo quello che si sente dire.
Idem possiamo discutere di quello che succede in Germania, che onestamente ignoro… sacrosanto…ma alla fine noi viviamo in Italia, all’enel dobbiamo rivolgerci.
Guardi che si sbaglia…
Il fatto che LEI con la sua utenza non possa usare lavastoviglie + Ferro + Aria Condizionata + … tutto assieme e’ una SUA decisione (condivisibile) e quindi puo’ benissimo ragionare in base alla sua media.
Se pero’ l’obiettivo e’ di dare a TUTTI la possibilita’ di ricaricare l’auto tutte le sere, allora serve dimensionare in base al picco. Oppure crede di mettersi d’accordo con i condomini su quale giorno / ora utilizzare?
Un utilizzatore medio potrebbe avere questa necessita’: ricaricare tutte le sere quando rientra. Quindi immagino che tra le 7 e le 10 di sera TUTTE le auto siano collegate alla presa. Alcune staranno in carica per poche ore (eg autonomia residua alta), altre avranno bisogno di stare tutta la notte (o piu’).
Cio’ non toglie il fatto che tra le 7 e le 10 molto probabilmente TUTTE saranno collegate. Come lo risolve se non dimensiona in base al picco?
Immagino un condominio con 19 prese avrà una soluzione di bilanciamento di carico tra le prese x la potenza massima disponibile.. lo fanno tante wallbox in collegamento master slave.. 20kw x 10 prese AC sono già tanta roba.
non vedo necessità di prenotare x un picco di potenza, specialmente in queste prime fasi
Poi ci si può fasciare la testa, ma mi sa tanto di scusa x non fare niente.. mia opinione
“Il fatto che LEI con la sua utenza non possa usare lavastoviglie + Ferro + Aria Condizionata + … tutto assieme e’ una SUA decisione “: no, è un’esigenza di chiunque non abbia un contatore da 11kW in trifase…
Pochi hanno i 6kW ora, eppure si sopravvive, no?
Io non carico tutti i giorni. Non serve caricare tutti i giorni. Serve soltanto a chi fa oltre 100 km al giorno. La maggior parte della gente ne fa poco più di 30 (media europea).
Ripeto: cosa succede OGGI se tutti accendono l’aria condizionata (1kW) e stirano (2kW)? Va in crisi la cabina? No, perchè è dimensionato per la somma delle potenze dei contatori.
E cosa cambia se DOMANI quegli stessi contatori anzichè alimentare un ferro da stiro di giorno, caricano una macchina di notte?
Ribadisco: dalle 24 alle 7 di mattina posso ricaricare 14kW (usandone 2 del mio impianto da 3) che mi permettono con la peggior macchina del mondo (da 300Wh/Km, non esiste…) di fare 50 km o con una Zoe di farne 100.
Io non ho aumentato la potenza quando ho preso l’elettrica e non ho nemmeno Powerwall, uso la shuko: mai dovuto spegnere un elettrodomestico (e ho 4 split in pompa di calore, asciugatrice, lavastoviglie, stirella con caldaia separata e riscaldamento a pavimento che da solo si mangia 400Wh per la pompa di circolazione): basta dire alla macchina di ricaricare a mezzanotte.
Con 1000€ compri una powerwall smart che eroga alla macchina la potenza disponibile in surplus sui tuoi consumi istantanei e puoi caricare in qualsiasi ora del giorno senza mai fare saltare la luce: SENZA OLTREPASSARE LA POTENZA NOMINALE per cui non è richiesto alcun adeguamento impianto.
Le rispondo con un esempio pratico: nel mio garage condominiale (non abito in Italia) di circa 60 box ci sono 25 wallbox collegate ad una linea comune. Potenzialmente possono arrivare ad erogare 11 kW in trifase ciascuna, ma sono sotto bilanciamento di carico. Non mi è mai capitato di caricare a meno di 7.4 KW (fa lo switch a 32A monofase automaticamente), perché mediamente carichiamo 1 volta a settimana. La storia di tarare la potenza in base al picco poteva avere senso tanti anni fa se si dovevano attaccare 25 ferri da stiro a delle shuko…. forse…
Con le batterie stazionarie , questi problemi saranno risolti PRESTO ..
non è inverosimile immaginare una batteria da 40kWh in ogni box , il prezzo delle celle LFP
oggi è inferiore ai 5000 eur , domani con le ioni di sodio potrebbe essere 2500 eur o meno
una batteria del genere o superiore , potrebbe esser usata dal gestore per stabilizzare la rete in manie molto più efficente e semplice del V2G Vehicle To Grid
il WB2G WallBox To Grid
Questa “ipotetica” WallBox con batteria,
preleverebbe dalla rete quando ci sarebbe potenza in eccesso , cederebbe una piccola parte , durante i picchi di domanda
questo tipo tecnologia , secondo me , è l’unica che darebbe un senso alle costosissime wallbox vendute a peso d’oro OGGI ma con una tecnologia RIDICOLA come contenuto.
Tutto secondo me ;
non se ne abbiano a male i produttori di wallbox
già 20 anni fa in Germania si sperimentavano le smartgrid
con elettrodomestici che si collegavano in automaticamente alla rete quando il prezzo (alias DOMANDA) dell’energia scendeva ..
OGGI , le smart grid dovrebbero essere implementate a livello di utenza
capisco che per molti in Italia parlare di digitale è complicato
e magari parlare di telecomunicazioni abbinate al digitale e all’energia ..
potrebbe diventare “COMPLICATISSIMO”..
ma secondo me , rinnovabili+ fornitore di energia+ openfiber+ wallbox intelligente + batteria stazionaria
dovrebbe nel 2022 essere un piano di sviluppo quasi “BANALE” per i prossimi anni ..
i miei due centesimi e toglierei il quasi
40kw di accumulo sono circa 25k di sola batteria, poi ci devi mettere il montaggio etc etc ed un impianto fotovoltaico che la supporti, certo non puoi metterci 6kw
Diciamo che contati male ci vogliono tra i 50 ed i 70.000 euro per fare un fotovoltaico più batterie come la racconti tu…. Una tesla praticamente Più tanto spazio, sul tetto e nel garage.
E con la sicurezza antincendio nei condomini con le batterie in garage come la mettiamo?
Sognare come fai tu non costa nulla, ma poi bisogna fare le cose legali e mettendo mano al portafoglio.
le celle lfp per il fai-da-te
oggi hanno quel prezzo
180Ah x16 = 8kwh prezzo 1250 eur
x5 6250 eur = 40 kWh
bms 300 A 350 eur
ma qui stiamo parlando di dispositivi installati direttamente dal gestore di rete , a prezzi industriali nettamente inferiori
magari invece di installallare una batteria per ogni box , più indicato per bifamiliari trifamiliari e case singole
potrebbe puntare a una stazionaria direttamente nella cabina elettrica
magari nell’ordine dei megawatth
l’antincendio per le elettriche vale quello delle auto a fossili
se l’impianto del box è fatto a norma
non richiede il nullaosta dei vigili del fuoco
dato che allo stato attuale :” non risulta che i veicoli elettrici abbiano un rischio inendio/esplosione superiore ai veicoli tradizionali”
Circolare dipartimento dei Viglili del Fuoco 5 novembre 2018