Calano i prezzi dell’energia elettrica in Europa nelle prime due settimane di settembre. Ma le quotazioni nel mercato italiano rimangono le più elevate di tutto il Continente. La presidente del Consiglio Giorgia Meloni, a fine agosto, aveva promesso un intervento sui prezzi e sostegni alle imprese. Ma del decreto, al momento, esistono solo alcune bozze. E con l’arrivo della stagione fredda il prezzo del gas dovrebbe presto tornare a salire.
Giorgia Meloni lo aveva garantito intervenendo al Festival di Rimini. “Uno dei principali obiettivi del governo è quello di un abbassamento del prezzo dell’energia. Un costo che pesa come un macino sulla competitività delle imprese livello europeo e mondiale”. Era il 27 agosto e dal palco dell’evento organizzato come ogni anno dal movimento cattolico Comunione e Liberazione, la premier era stata molto netta nell’annunciare un intervento sulle bollette. O comunque aiuti per le imprese, come richiesto da tempo da Confindustria e da tutte le associazioni imprenditoriali.
Ma dopo tre settimana, nulla è accaduto sul fronte governativo. Mentre il panorama energetico non è rimasto fermo. Anzi: nelle prime due settimana di settembre i prezzi sono scesi anche nettamente in molti paesi europei. In Italia, invece, i benefici sono stati limitati e le quotazioni sono sempre sopra i 100 dollari al megawatt. A incidere è sempre il peso delle centrali a gas, mentre nel resto d’Europa il calo dei prezzi è trainato.

A settembre, i prezzi dell’energia sono calati in tutta Europa ma in Italia sono rimasti sopra i 100 euro al megawattora
E del provvedimento promesso da Meloni? Circolano solo alcune bozze, secondo quanto pubblicato alcuni giorni fa da Repubblica e dal sito specializzato EnergiaOltre. Ancora ben lontano da essere presentato ufficialmente. Mentre si fa sempre più vicina la stagione fredda e con essa un più che probabile aumento dei prezzo del gas naturale.
Ma andiamo con ordine. All’inizio di settembre i mercati elettrici europei hanno registrato una inversione di tendenza, con un calo generalizzato dei prezzi spinto soprattutto dalla crescita delle fonti rinnovabili. AleaSoft Energy Forecasting (società specializzata nell’analisi dei dati energetici) ha evidenziato come il settore fotovoltaico abbia toccato nuovi massimi storici per il mese, contribuendo a ridurre i costi dell’elettricità in diversi paesi. Nonostante il trend ribassista che ha interessato l’intero continente, l’Italia continua però a distinguersi per i sui prezzi tra i più elevati..
Il mercato francese ha rappresentato l’eccezione più rilevante: la media settimanale è scesa fino a 28,79 €/MWh, con un calo del 48%. Spagna e Portogallo hanno toccato ribassi del 31%, mentre l’Italia è rimasta più resistente con una flessione di appena il 3,1%.
In Italia, la prima settimana di settembre ha fatto registrare un prezzo medio di 106,46 €/MWh. Il picco giornaliero più alto è stato toccato il 4 settembre, con 113,22 €/MWh. Non solo: nei giorni successivi, il PUN Index del Gestore dei Mercati Energetici ha mostrato un rialzo fino a 119,4 €/MWh, confermando che il nostro Paese continua a collocarsi su livelli più alti rispetto al resto d’Europa.
Più rinnovabili, bollette meno care: nel 2024, i prezzi scesi del 18 per cento
Rinnovabili protagoniste: il ruolo di eolico e fotovoltaico
Uno degli elementi determinanti nel calo dei prezzi elettrici è stata la forte crescita della produzione da fonti rinnovabili. A trainare il ribasso è stata in particolare l’energia eolica, che ha registrato incrementi straordinari: +60% in Germania, +38% in Francia e +26% in Spagna. Solo l’Italia ha segnato un dato negativo, con un calo del 6,7%, mentre il Portogallo ha subito la contrazione più forte (-15%).
Accanto all’eolico, anche il fotovoltaico ha giocato un ruolo chiave. In Francia, Italia e Spagna si è registrata una crescita rispettivamente del 6,3%, 4,7% e 1,1%, invertendo il trend ribassista tipico delle settimane estive. Al contrario, Germania e Portogallo hanno mostrato un rallentamento della produzione solare.
Data center, allarme per i prezzi dell’energia o è solo una grande bolla?
Nuovi record per il fotovoltaico: in Spagna prodotti 192 GWh il 4 settembre, mentre la Francia e Portogallo hanno toccato 131 GWh e 23 GWh il 5 settembre
Sempre a inizio settembre, la produzione fotovoltaica ha raggiunto i nuovi massimi storici. La Spagna ha stabilito un record con 192 GWh il 4 settembre, mentre la Francia e Portogallo hanno toccato rispettivamente 131 GWh e 23 GWh il 5 settembre. Il giorno successivo è stata la volta della Germania (361 GWh) e dell’Italia (132 GWh), a conferma della crescente rilevanza del solare nel mix energetico europeo.
I dati sottolineano il potenziale delle rinnovabili non solo in termini ambientali, ma anche come leva strategica per contenere i costi dell’energia e limitare la dipendenza dalle importazioni di gas. Invece, l’ Italia continua a basare la sua produzione sulle centrali a gas. E gli impegni presi dalla Ue con il presidente Trump per aumentare le importazioni di Gnl non aiuterà di certo.
Ma come vuole intervenire il governo per abbassare il prezzo? Nella bozza si fa riferimento a un riallineamento dei prezzo del gas sulla Borsa italiana con l’indice di riferimento europeo Ttf per recuperare 2-3 euro di differenziale. Non granché ma un primo passo. Poi il governo vorrebbe appellarsi ai produttori che hanno in concessione gli impianti idroelettrici: in cambio di una proroga, dovrebbero fornire quantitativo di energia a prezzi scontati alle imprese. Ma chi paga la differenza? Il governo recuperando fondi con la prossima manovra o i cittadini in bolletta?


Tra guerra e ponte che non serve alla guerra più che aiuti ci saranno tanti tagli . Siamo in estate e piove poco ,nonostante ciò le strade secondarie sembrano state bombardate da droni fuori controllo l’ erba e alberi ai lati costituiscono barriere impenetrabili. E’ l’ evidenza che il risparmio a nostro danno è già partito
Ma perché?! Ci sono promesse che Meloni ha mantenuto?… non una, guerra aperta alla transizione dove ha fatto norme, e poi ha agito per impedirne o rendere complicata l’attuazione… Giorgetti ha pianto per mesi per “tutta colpa del Superbonus” (che dati Enea, ha permesso un bel risparmio grazie all’efficientamento energetico), ma quando serve soldi per il ponte e per la difesa li trova sempre.
L’unico progetto che ha per l’energià è il nucleare, tecnologia che si sta dimostrando antieconomica, ma che continua a spacciare per salvatore della patria… tra 10 (forse) anni
abbiamo nel mix elettrico una quota di energie fossili ancora alta (circa 42%), già questo tramite il meccanismo del prezzo orario marginale più alto comporta prezzio orari dell’elettricità elevati in un periodo come questi anni in cui il metano non è più economico come in passato
inoltre abbiamo anche problemi di poca concorrenza e poca trasparenza nel settore energetico, posizioni di rendita dei vecchi gestori che permettono speculazioni quotidiane che portano i prezzi ancora più alti del necessario
dal 2023 abbiamo anche un notevole accanimento legislativo per rendere difficile in Italia la naturale esplosione delle installazioni di rinnovabili (nuovi player, più economici e meno concentrati come proprietari); questo accanimento ha probabilmente dimezzato e reso più costoso del normale il quantitivo di installazioni che avremo nel 2025;
ora poi sarebbe importante per ridurre i prezzi medi dell’energia elettrica avere anche molti accumuli di energia; quelli a batteria ( B.E.S.S.) sono appena scesi molto di prezzo (nel 2024) e per questa ragione sono in espansione rapida ovunque nel mondo, speriamo almeno questi da noi non vengano osteggiati o resi più cari
purtroppo l’attuale governo è secondo me più sdraiato dei precedenti sugli interessi dei vecchi player energetici, ENI su tutti (gas e petrolio) che è anche consigliere della premier, ma anche ENEL, EDISON e altri che possiedono centrali a metano o gestiscono le centrali idroelettriche, con margini diventati altissimi in questi anni
difficile pensare che il governo attuale farà qualcosa contro i loro interessi ben strutturati a livello di lobby parlamentare, visto che noi peones elettori non protestiamo, non ci informiamo, e lasciamo correre; gli imprenditori si erano lamentati del prezzo energia (ricordo quando comprarono una pagina sui giornali) ma non troppo, e potrebbero accontentarsi di sconti e bonus erogati ad danni di rincari al resto della comunità, invece che riducendo a valle i costi del kw-h
una alternativa a toccare le rendite di posizione dei vecchi player energetici, sarebbe che il governo riducesse la tassazione (iva e accise) sul kw-h, che pure hanno aumentato le entrate statali in valore assoluto grazie ai prezzi alti di questi anni, ma poi dovrebbero trovare a bilancio i miliardi mancanti
piuttosto mi aspetto faranno un po’ di fumo negli occhi, o al limite un maneggio “a debito”, cioè che riduce una spesa oggi ma richiedendo maggiore pagamenti domani, quando magari non saranno più al governo
… se ho capito abbiamo problemi di speculazione sulle CENTRALI TERMICHE a gas (e anche a carbone, hanno appena stabilitò di pagarle lautamente per altri anni per la disponibilità teorica, anche quelle che già ora resteranno ferme)
se un MW-h termico di metano costa 40 euri (già caro di base), il corrispondente MW-h di elettricità ricavata bruciando il metano costa circa 100-130 euri a MW-h a seconda dell’efficenza della centrale;
ma in presenza di speculazioni e cartelli tra centrali, tipicamente in orario serale si può arrivare anche a pagare sulla borsa energia 180 euri a MW-h
ma se ho capito abbiamo un problema anche sulle CENTRALI IDROELETTRICHE; in teoria essendo impianti già stra-ammortizzati, hanno bassissimi costi di produzione del MW-h elettrico, ma se vendono l’energia a prezzo di mercato orario, ottengono come pagamento lo stesso alto prezzo al MW-h stabilito come prezzo orario marginale dalle centrali a metano, con margini altissimi (una manna, mi pare dal 2021 ad oggi)
per risolvere, anche i gestori delle centrali idroelettriche dovrebbero essere obbligati a competere tra loro in aste realmente competitive al ribasso per aggiudicarsi gli impianti, e a vendere l’energia con contratti a prezzo del MW-h fisso, sono i contratti del tipo CFD, che essendo a prezzo fisso sono naturalmente disaccopiati dal prezzo orario delle centrali a metano
inoltre chi ha in concessione le centrali idroelettriche, dovrebbe esssere costretto anche ad eseguire i lavori per pulire i bacini, ridandogli più volume, ora che esistono i metodi tecnici fattibili, perché dopo tanti decenni di uso i bacini sono orami quasi pieni di sedimenti
i contratti a prezzo fisso CFD (tipicamente prezzo fisso del kw-h per 20 anni, con o senza rivalutazione anno su anno su base dell’inflazione), sono quelli usati nelle aste pubbliche al ribasso del GSE per comprare l’elettricità da parchi FOTOVOLTAICI utility (= grande taglia, sopra 1 MW) e dai parchi EOLICI, e come detto, essendo a prezzo fisso sono natualmente disaccoppiati dal prezzo orario stabilito del gas, facendo abbassare le bollette
come pregio ulteriore, i CDF nel caso di FTV ed Eolico sono “trasparenti”, la tariffa contiene tutti i costi degli impianti: costruzione (soldi anticipati dai privati), gestione, e anche i costi di futura dismissione, anche se sono modesti per FTV ed eolico, il proprietario degli impianti garantisce che li eseguirà tramite una fideiussione bancaria
tipicamente le tariffe dei CFD rinnovabili in Italia sono circa 6,5-8,5 cents al kw-h, 65-85 euro al MW-h, che sono tariffe abbastanza gonfiate (per l’ostruzione praticata alle autorizzaizioni di nuovi impianti e per atnti altri ostacoli) rispetto ad altri paesi, ma è comunque già conveniente rispetto ai prezzi orari medi delle centrali a metano, e straconvenienti rispetto ai prezzi del kwh che si avrebbe da centrali nuculari di nuova costruizione
l’equivalente dei CFD ma nel settore privato, cioè vendita energia diretta privata tra un fornitore di energia rinnovabilie e una impresa utilizzatrice, si chiamano contratti PPA, di solito con durata minore di 20 anni, e normalmente hanno tariffe di circa 5 cents a KW-h, queste non sono gonfiate, infatti costano uguale sia in italia che in europa
ora arrivano molti accumuli a batteria chimica ( B.E.S.S. ), ad aggiungersi agli accumuli idroelettrici ( P.I.) già esistenti e alle fonti rinnovabili notturne, allora nel giro di qualche anno diventeranno più comuni e scenderanno di costo anche i contratti privati PPA 24/7, cioè fornitura energia rinnovabile per le imprese che viene garantita sempre rinnovabile h24, 7 giorni su 7