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Effetto lock down: un terzo di emissioni CO2 in meno

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Dal 1990 al 2018 le emissioni di CO2  sono diminuite in Italia del 17% (leggi). In soli due mesi di lock down da coronavirus sono crollate invece di un ulteriore 35%. Sono le stime di Italy for Climate, alleanza per il clima fra le imprese italiane della green economy (qui il dossier). Il confronto, sulla base di dati preliminari, è con gli stessi due mesi (marzo e aprile) dell’anno scorso.

“Risparmiate” 20 milioni di tonnellate

Nel periodo della serrata anti pandemia le emissioni totali italiane sarebbero diminuite di 20 milioni di tonnellate in termini assoluti . Il grosso del calo è dovuto alla riduzione del traffico veicolare stimato fra il 60 e il 70%. Il restante sarebbe dovuto invece alla minore attività di generazione elettrica (-20% circa) causata dallo stop a gran parte delle attività industriali.

I livelli di emissione del bimestre equivalgono agli obiettivi fissati per il nostro Paese dall’accordo di Parigi e dagli obiettivi europei per il 2030. La differenza, però, non è di poco conto: il miglioramento di questi mesi è solo congiunturale e corrisponde a un calo della ricchezza prodotta di oltre il 15%. Al termine del decennio, invece, il calo delle emissioni di CO2 dovrà essere strutturale e compatibile con una crescita dell’attività economica superiore al 20%.  Italy for Climate, che supporta la Fondazione per lo sviluppo sostenibile e ha tra i supporter aziende come Erg, Conou, Ing, e2i, illy, Davines, avverte infatti che a fine lock down potremmo ritrovarci ai livelli di emissioni precedenti, se non superiore.

Un obiettivo per la fine del decennio

«Per riuscire a essere in linea con Parigi – ha detto Edo Ronchi, presidente della Fondazione – dovremo mettere ottene questi livelli di emissioni, ma in un Paese che cresce, con un sistema produttivo pienamente operativo e elevati livelli di occupazione». Uno sforzo titanico, prosegue Ronchi «per evitare un’altra grande crisi, quella climatica».

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Nel dossier si leggono questi numeri: meno 17% in marzo, e -70% in aprile. Nel dettaglio, si sottolinea che marzo è stato un mese ibrido poiché il lock down è scattato gradualmente. I consumi elettrici,per esempio,  sono diminuiti del 5,8% fra il 9 e il 15 e del 21% nella settimana dal 23 al 29 marzo quando le misure restrittive sono andate a regime.

Tre quarti del calo viene dai trasporti

Complessivamente in  marzo i consumi di energia sono diminuiti del 15,9% rispetto al marzo 2019 e le emissioni di CO2 del 17% (5,7 milioni di tonnellate di CO2). I 3/4 di questo calo derivano dai trasporti con quasi 4,5 milioni di tonnellate di CO2 in meno. Il minor consumo di gasolio è responsabile del 60% di questo calo.
Nelle prima tre settimane di aprile la diminuzione nel consumo di energia si è stabilizzata attorno al -23% rispetto ad aprile 2019. I consumi petroliferi sono crollati del 70% circa e altrettanto le emissioni: solo nel settore trasporti si stimano 7 milioni di tonnellate di CO2 in meno rispetto all’anno precedente.

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1 COMMENTO

  1. … ma scusate … non c è sempre qualcuno che afferma che la diminuzione dell’inquinamento da autotrasporto è marginale e critica sempre le misure contro il trafficco o le regole sempre piu stringenti sui gas di scarico delle auto? … mha .. a quanto pare dopo tutto proprio cosi marginale non è … soprattutto in italia dove la pianura padana fa da conca impedendo un ricircolo dell’aria … ahhh ultime news … è ufficiale che il COVID-19 utilizza il particolato atmosferico come mezzo di trasporto …. questo vuol dire meno inquinamento meno possibilità di contagio… ma certo qualcosa da ridiri avranno certamente i fan del brum brum a tutti i costi…. Gli unici mezzi che devono rimanere a benzina sono le moto sportive!!! 😀 …. i primi ad essere obbligati a vendere SOLO elettricoi dovrebbero essere gli scooter … prettamente mezzo urbano per brevi spostamenti e per lavoro!!! … ormai le grandi citta sono piene!

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