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E’crisi alla IIA, l’autobus (anche) elettrico italiano

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Autobus elettrici
Sciopero alla IIA di Bologna

Solo pochi mesi fa i manager di Iia (Industria italiana autobus) hanno alzato in alto i calici per brindare all’ordine dei primi 4 autobus elettrici. Ora nello stabilimento bolognese abbiamo visto le bandiere dei sindacati. In agitazione nonostante il +48% e il + 26% di vendite europee di e-bus negli ultimi 2 anni.

Riappare lo spettro della chiusura?

Autobus elettrico
Il Citymood 12e, autobus elettrico della società IIA

Dieci giorni fa lo sciopero, coinvolti gli stabilimenti di Bologna e di Avellino, e ai cancelli dove ci siamo affacciati sono ancora appese le bandiere di Cgil Cisl e Uil. I sindacati denunciano un possibile “baratro” ovvero si “rischia di perdere le commesse già acquisite e di non investire in nuove tecnologie e nuova occupazione in un settore, quello del trasporto pubblico, che per di più è in forte espansione“.

Giusto: con i fondi del Pnrr devono andare a bando 3500 bus. Tanta carne al fuoco, ma l’azienda soffre di “crisi finanziaria“. In sostanza si parla di investimenti non portati a termine.

Intervengono le Regioni, l’azienda “niente da dichiarare”

Il dossier è stato aperto anche in due Regioni. In Emilia Romagna l’assessore allo sviluppo economico Vincenzo Colla: “Si rende necessaria e urgente un’operazione finanziaria. La Regione chiederà al Governo di convocare quanto prima il tavolo nazionale  per rispondere alle difficoltà di liquidità di IIA e metterla nelle condizioni di accedere a fornitori e indotto e di soddisfare gli ordini per 700 bus“.

Autobus elettrico
Le prime immagini del Citymood

Stessa musica in Campania, c’è lo stabilimento di Flumeri.  “La Regione convocherà l’amministratore delegato Antonio Liguori per un tavolo affinché venga illustrato il piano industriale di rilancio del polo unico nazionale di produzione autobus”.

E l’azienda? Abbiamo chiesto all’ufficio stampa che ci ha risposto: “Al momento non abbiamo dichiarazioni da rilasciare“.

Una crisi che sembrava risolta

C’è da lavorare per creare una filiera elettrica italiana degli autobus. Fino a poco tempo si pensava di aver superato la crisi industriale grazie agli investimenti Invitalia del 2019 e poi grazie  all’abbondanza di risorse pubbliche legate al rinnovo delle flotte pubbliche.

La presentazione del Citymood, l’autobus elettrico italiano

Insomma buone notizie per i circa 600 dipendenti che avevano visto la produzione delocalizzata dal socio turco Karsan nello stabilimento turco di Bursa tornare in Italia. Ma i problemi non sembrano finiti.

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1 COMMENTO

  1. Ennesimo carrozzone pubblico.
    Hanno fatto rientrare tutta la produzione in Italia, con la logica conseguenza di un aumento dei costi e di un anticipo capitale notevole (produrre costa), eppure rimangono in società con la turca Karsan che è una agguerrita concorrente di IIA proprio sugli autobus elettrici.
    Davvero senza senso.

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