Ecotest sui veri consumi ed emissioni delle auto ibride plug-in. L’ha realizzato l’Automobile Club tedesco, l’ADAC, assegnando un voto per ogni modello.
Ecotest con pagella finale: le tedesche così così
Ecotest: Le ibride “ricaricabili con la spina” continuano a far discutere. Ormai se ne vendono tante, soprattutto tra coloro che vogliono scoprire l’elettrico, ma anche cautelarsi dalla “ansia da ricarica”. Optando quindi per auto dal doppio motore. Le polemiche vertono sulla reale sostenibilità di questi modelli, spesso messi sotto accusa per l’uso su strada che ne fanno gli acquirenti. Spesso con pochi km in elettrico e il resto a benzina o gasolio, a seconda del tipo do vettura. Questo sostiene Transport&Environment dopo ripetuti test. Ora si è mosso l’ADAC, che non è certo un fan dell’elettrico, con una prova comparativa su consumi ed emissioni. .
—- La pagella (in stelle) a 5 modelli* —-
Il bilancio del test è in chiaroscuro: l’Automobile Club tedesco, nell’assegnare i voti con le stelle, non ha considerato solo i consumi, ma anche le emissioni di CO2 e di inquinanti. Il giudizio varia, come ovvio, da modello a modello. Come al solito è molto positivo per un’auto straordinariamente efficiente come la Hyundai Ioniq. Ma anche la Volvo V 60 T6 se la cava molto bene, così come un’altra coreana come la Kia Ceed Sportwagon e la Peugeot 3008. In fondo alla classifica, invece, ci sono grandi Suv e crossover tedeschi come la Mercedes 350 GLE e la BMW X5 xDrive, con una sola stella.
Quanto inquini dipende dall’auto e da come la usi
Il bilancio economico ed ecologico finale non dipende solo dall’auto. Scrive l’ADAC: “A seconda del motore e dello stile di guida, un PHEV può persino avere emissioni di CO₂ più elevate o consumare più carburante rispetto alla sua controparte a benzina“. Il punto è sempre lo stesso: quanta strada si fa realmente in elettrico. Da qui l’ADAC parte per una serie di raccomandazione. La prima, che sembra scontata, ma nella pratica non lo è poi tanto: acquisti un’ibrida plug-in solo chi ha una reale possibilità di ricaricarla.
Magari a casa o al lavoro. L’esortazione è soprattutto alle flotte aziendali: i collaboratori, oltre che della carta carburante, vanno dotati anche di una card o di una app per ricaricare le batterie. In caso contrario, per convenienza e per pigrizia, viaggeranno sempre a benzina col motore “caldo”. Secondo: più le macchine sono grandi, meno sono ecologiche. Quindi: acquistare modelli della taglia che serve davvero, non un cm o un kg di peso in più. Infine, un monito ai produttori: dichiarino i consumi reali, in elettrico e a benzina. I dati di omologazione, con il ciclo combinato WLTP, sono troppo generosi nei confronti delle ibridi plug-in. E fuorvianti per chi le acquista.
— Vuoi far parte della nostra community e restare sempre informato? Iscriviti alla Newsletter e al canale YouTube di Vaielettrico.it —
Urca! Ora mi è tutto più chiaro. Grazie mille per la risposta illuminante.
Tendenzialmente resterei in attesa di un veicolo EV puro che sposi le mie necessità, saltando il passaggio all’ibrido, che – a questo punto – mi pare essere già un concetto obsoleto di auto.
Sono d’accordo sulla riflessione, più la rete di ricarica si diffonderà più le ibride diventeranno obsolete.
No, il dato 5,2 l per 100 km della migliore ibrida è calcolato utilizzando la vettura a batteria scarica, ovvero con il solo motore endotermico.
Considerando che una ibrida plug-in è più pesante per la presenza del motore elettrico e batteria aggiuntiva, il dato non è nemmeno così male. Ma utilizzare una ibrida plug-in con la batteria scarica è un controsenso totale.
Quello che dovrebbe capire chi compra una ibrida plug-in è che va usata esattamente come una elettrica pura, ovvero ricaricando la batteria prima che si scarichi. Considerando che la batteria è piccola rispetto alle elettriche pure, andrà ricaricata con la solita frequenza.
L’unico vantaggio di una ibrida plug-in è che se, eccezionalmente, non si riesce a ricaricare la batteria, non si rimane a piedi.
Esatto.
Ormai ho quasi 4000 km di phev, una jeep che purtroppo non vedo in tabella, è il punto chiave è poter caricare ogni giorno, o notte, che si deve usare.
Allora è un sistema che, oggi, ha un grande senso, e può essere più ecologico e al tempo stesso più economico di una elettrica pura, dato che una grande batteria oggi costa e pesa più di una piccola batteria+motore a benzina+cambio. Quindi se si fanno giornalmente meno di 50km una phev si porta appresso meno zavorra di una Tesla.
Ma se non si può caricare ogni giorno o si fanno quotidianamente 100 o 200 km non è un sistema che abbia senso.
Buongiorno, chiedo conferma: la migliore ibrida Ioniq fa 100 km con 5.2 Lt? Ovvero 19.2 km/Lt?
…la mia Yaris di quasi 20 anni fa, consuma nel mio tragitto medio l’equivalente di 14.2 km/Lt.
In tal caso l’ibrida non mi pare un gran passo avanti, rendendo l’elettrica la migliore soluzione (soprattutto per gli spostamenti in città e dintorni). Spero esca un’auto EV “tipo Yaris”, magari con AWD, al più presto: non vedo l’ora.