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Ecobonus “alla francese” per 6 anni. Ma solo dal 2025

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Il ministro delle Imprese del made in Italy, Adolfo Urso (foto: Mimit media).

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Torneranno gli Ecobonus per le auto green (quanto?) ma non torneranno prima dell’anno prossimo. Ed escluderanno veicoli non costruiti in Europa o con componenti non europei.

L’ha anticipato il ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso al Tavolo automotive tenutosi presso il ministero. In ballo ci sono i 5,75 miliardi del fondo automotive istituito nel 2022 e valido per sei anni.

Nel 2025 la cifra è stata però decurtata di 250 milioni dirottati a copertura del decreto coesione. Resteranno quindi 750 milioni per finanziare il prossimo Ecobonus. Dal 2026 al 2030 lo stanziamento è invece di un miliardo all’anno.

Urso: nuovi criteri per privilegiare le auto  con quote  di made in Italy

«Per quanto il mercato abbia avuto un impulso positivo dall’introduzione dell’ecobonus – ha detto Urso a sindacati, rappresentanti delle imprese, della filiera e enti locali – non si è verificato quell’incremento atteso di produzione in Italia». Anzi: secondo l’Anfia la produzione di auto e veicoli commerciali leggeri in Italia nel primo semestre 2024 è intorno a 300.000 unità, con un calo del 25% sullo stesso periodo del 2023. E per la seconda parte dell’anno non sono previsti volumi in crescita.

Di qui l’idea di imitare i francesi, che da quest’anno incentivano solo la produzione europea. La discussione sui nuovi paletti per l’Ecobonus inizierà in settembre e terrà presenti nuove variabili «come l’impronta ecologica, la cybersecurity e il rispetto dei diritti fondamentali della forza lavoro» ha aggiunto il ministro.

Il nuovo piano pluriennale prevede un bonus maggiore per le auto a più basse emissioni, incentivi a chi rottama veicoli vecchi e inquinanti e ancora bonus sempre più orientato a sostegno delle classi meno abbienti.

ecobonusIpotesi Dongfeng: fabbrica in Italia da 100 mila auto all’anno

Durante l’incontro il ministro Urso ha  confermato la notizia di trattative in corso con alcuni costruttori cinesi interessati ad investire in un impianto produttivo in Italia. In particolare, secondo le anticipazioni di Reuters, quelle più avanzate sarebbero con Dongfeng Motors. Il colosso cinese con sede a Wuhan vorrebbe produrre in Italia circa 100 mila veicoli elettrici per il mercato europeo. Le trattative sono state confermate dalla responsabile delle attività europee, Qian Xie. Ne avrebbe parlato anche la premier Giorgia Meloni nella sua visita a Pechino, conclusa con la firma di tre protocolli di intesa i cui contenuti sono rimasti riservati.

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Dongfeng Motors è una delle prime tre case automobilistiche cinesi (leggi anche). Oltre a produrre auto termiche Peugeot e Citroen a in Cina (detiene ancora una quota dell’1,4% del  capitale Stellantis), collabora anche con Honda e Nissan. Nel 2017 è arrivata a vendere 2,83 milioni di veicoli, ma la flessione delle motorizzazioni a benzina in Cina l’ha fortemente penalizzata tanto che lo scorso anno ha consegnato solo 1,72 milioni di pezzi, con un calo del 38%.

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Con il nuovo brand Voyah, Donfeng pronta allo sbarco sul mercato italiano

Sta lanciando solo ora i suoi modelli in Italia, con il nuovo brand Voyah. Sarà presente con uno stand al Salone dell’Auto di Torino. Ha convocato una conferenza stampa per il 13 settembre preannunciando “importanti novità”.

Negoziati sarebbero in corso anche con altri produttori, tra cui Byd e Aiways.

Ai candidati cinesi il governo italiano offre la disponibilità di alcuni siti industriali dismessi, soprattutto al sud, e una eventuale compartecipazione di minoranza dello Stato e di una cordata di aziende italiane della componentistica.

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23 COMMENTI

    • hai ragione.
      è ora di togliere questi miliardi di sovvenzioni/agevolazioni ai petrolchimici e alle fonti fossili, sono un quantità di soldi spaventosa che è uno scandalo.

  1. Questo governo avrebbe potuto anche non introdurli gli incentivi o farlo solo per le società, come avvenuto in Germania dove l’elettrico continua a crollare nelle quote vendite (sceso dal 20% di luglio 2023 al 12.9% di luglio 2024). Introdurre l’elettrico alla francese significa introdurre una formula copiandola dal paese dove l’elettrico sta crescendo più velocemente di tutti.

    In teoria l’idea è buona ma lo stipendio francese è mediamente più elevato di quello italiano. Questo significa che il francese che acquista l’elettrico può mettere in conto eventuali imprevisti e ragionare su una vita media dell’auto inferiore a quella italiana, può non preoccuparsi di cosa succede al pacco batteria dopo 10 o 12 anni.

    Macron però ha fatto una cosa furba che in teoria potremmo replicare anche noi e che potrebbe funzionare: il leasing sociale che si applica alle auto più economiche. Prevedendo rate a prezzo modico è possibile prendere un’auto elettrica a buone condizioni, soprattutto se il produttore, furbescamente, concentra l’incentivo statale all’acquisto per azzerare l’importo iniziale. Quindi 0 euro all’inizio e 99 euro/mese per 36, senza impegno all’acquisto al termine dei 3 anni (c’è solo l’opzione riscatto, senza obbligo). Ottimo (ma notate che c’è il trucco, ovvero i soldi che ci mette lo stato come ecobonus!) e soprattutto un’offerta MIGLIORE rispetto al benzina. In questo modo si può “provare” l’elettrico.

    C’è un secondo vantaggio del leasing sociale: non c’è la rivolta popolare (che vi garantisco c’è) per i 13750 euro dati per l’acquista di una Tesla nuova. Invece così si premiano le elettriche economiche, non quelle per i borghesi e si mette una giusta pressione sulla produzione europea affinché concentri gli sforzi per aumentare l’offerta in questa specifica gamma.

    Queste le rate mensili per le elettriche francesi a dicembre 2023:
    Citroën ë-C3 €54
    Fiat 500 €89
    Opel Corsa EV €94
    Peugeot e-208 €99
    Opel Mokka EV €119
    Citroën e-C4 €129
    Jeep Avenger €149
    Peugeot e-2008 €149

    Chi ha diritto al social leasing? I residenti in Francia con un reddito non superiore a 15.400 €, che percorrono oltre 8000 km l’anno e vivono ad almeno 15 km dal posto di lavoro. Il social leasing copre anche i costi di assicurazione. Come vedete, criteri molto logici e corretti che davvero vanno a favorire la fascia più in difficoltà della popolazione, altro che auto da 42.700 € per persone che hanno ben altra disponibilità. Se Urso copiasse l’iniziativa pari pari in Italia, riducendo il tetto al reddito e rapportandolo al più basso stipendio italiano, sarebbe una iniziativa davvero non criticabile. Quasi … comunista 😀

  2. Ci aspettano mesi di vendite zero dopo questo annuncio.
    Chi crede che la cosa sia casuale è un ingenuo, questo governo lo fa apposta per bloccare le vendite e avere qualcosa a cui attaccarsi disperatamente per giustificare il loro amore per il petrolio.

    • Non è amore per il petrolio: i nostri politici amano la rielezione, i propri interessi e gli interessi di quelli che possono favorire la loro rielezione. Vedi Trump che improvvisamente da odio dichiarato per le BEV improvvisamente cambia idea quando Musk gli offre sostegno finanziario continuativo: pecunia olet (di potere).

      • Almeno Trump ha avuto il (raro) buon gusto di spiegare apertamente il “cambio di opinione” è dovuto al finanziamento (esplicito..da ben 40milioni di dollari) da parte di Elin Musk (che però ha scatenato la reazione di molte società…che adesso non vogliono ricomprare sue vetture Tesla per questioni morali…a parte le flotte messe in difficoltà dai suoi umorali cambi di listino).

        Per altro verso non ho ancora trovato spiegazioni sul ribaltamento d’opinione di Trump sulle cripto valute tipo Bitcoin & simili…forse in questo caso data la non tracciabilità di eventuali “donazioni” alla campagna elettorale…. non ha ritenuto opportuno spiegare…
        Se qualcuno magari ha scoperto qualcosa…lo ringrazio se mi scrive un link o altro.

        (PS. Personalmente trovo le cripto valute qualcosa di piuttosto rischioso…di scarsa utilità sociale -se non per innumerevoli scopi illeciti – e di devastante impatto ambientale… magari è proprio questo che ha affascinato Mr . Donald

  3. se proprio copieremo dai francesi temo che i bonus scenderanno di parecchio, infatti li loro sistema è il seguente: prevede un importo pari al 27% del prezzo di acquisto dell’autovettura, fino a un massimo di 4.000 euro per i redditi superiori a 15.400 euro. Sotto questa soglia di reddito, ai 4.000 euro può essere aggiunto un ulteriore bonus di 3.000 euro … i 13.500 euro, dell’ultimo bonus italiano, diventeranno un sogno, inoltre la soglia ISEE si ridurrebbe di circa il 50% poi i francesi saranno avvantaggiati con l’elettrico dal loro costo dell’elettricità, ma questo è un altro discordo, come spesso accade anche oltralpe non è tutto oro quello che luccica.

  4. Come mai,adesso facciamo accordi con i cattivoni e comunisti cinesi,che dice Salvini tutto bene,ridicoli fino all osso

    • Se non puoi combatterli (e vincere) alleatici…
      È una vecchia massima…ma curiosamente pure nelle fasi iniziali di addestramento I A. con giochi tattici…i mainframe hanno capito subito che era l’ opzione migliore per massimizzare il risultato..
      È l’ intelligenza naturale che fatica a comprederlo

  5. Niente, il nostro governo commette lo stesso errore commesso con gli scorsi incentivi, ovvero annunciare gli incentivi con largo anticipo congelando il mercato delle Bev, con la gente che ora non comprerà piú nulla fino a quando saranno attivi i prossimi incentivi…

    Io spero tanto che riescano a trovare un accordo con Byd.
    Discorso Dongfeng se fanno arrivare la Voyah’s Zhiyin, che con un pacco batteria 109 kWh, promette una autonomia di 900 km con una sola ricarica, vedremo

  6. Airways ha già una quindicina di concessionarie in Italia un po’ su tutto il territorio nord-centro-sud … Ha una base di partenza per le vendite e l’ assistenza (cosa fondamentale…in particolare su un prodotto BEV che per la gran parte degli italiani è completamente sconosciuto ed in preda alle “allucinazioni” di alcuni soggetti che imperversano sui media).

    BYD non ha bisogno di presentazioni… partito decenni fa con batterie per elettronica di consumo ha sfidato Tesla ,
    vincendo la sfida almeno sul piano delle vendite…vista la gigantesca platea clienti in patria… ma oresentando prodotti molto centrati sui gusti europei; viste le fabbriche già presenti o in costruzione in Europa centro orientale non credo che avremo la fortuna di disporre di uno stabilimento anche in Italia…data la nota arretratezza “energetica” (affidata ancora agli idrocarburi…da cui il governo cinese vuole rapidamente affrancarsi).

    Forse Dongfeng ha altrettanti punti di contatto vista la storica collaborazione (e quota azionaria !) in Stellantis, che più difficilmente potrebbe ostacolare uno stabilimento nel nostro territorio (anche in J.V. rafforzata) come già fatto con Leapmotors per la Polonia.
    Ne avrebbe poi il controllo sulle vendite, potendo influenzare le politiche distribuzione e incentivi (intendo ai venditori ! tranquilli !) e listini “ragionati” sui nostri mercati (scordiamoci i prezzi “cinesi”).

    Stiamo “alla finestra”… sperando che qualcosa di buono per la produzione in Italia salti fuori.
    Proprio ieri è stata allargata e potenziata la fascia ZES ….e potrebbe non essere un caso (vista la recente missione della Giorgia in Cina).

      • Scusa! Ti ho involontariamente portato fuori strada… il marchio è Aiways !
        Francamente non credo sia facilmente valutabile.. finché non ha buona penetrazione su mercato europeo: a volte gusti ed aspettative diverse tra cinesi e occidentali…a volte possono proprio cambiare parecchio le dotazioni e metodi costruttivi tra mercati.
        Basta vedere le pessime figure fatte recentemente nei test omologativi e crash test di famosi modelli Stellantis in sud America o più recentemente quelli del mercato africano!
        Roba da cercarli coi forconi..
        Almeno le “cinesi” nell’ Euro Ncap fanno ottima figura…da noi.
        Sull’affidabilità.. è cosa che si “costruisce” col tempo …e lo stretto rapporto tra clienti e officine che fanno report alla casa e trovano le soluzioni…col tempo..

        • 1. Aiways è sull’orlo del fallimento, sta raschiando il barile, potrebbe chiudere già domani mattina
          2. Aiways vende zero spaccato in Europa, con prezzi totalmente folli, come tutte le cinesi che vendono da noi tramite il gruppo Koelliker (che delusione!!!)
          3. Aiways U5 3 stelle nei test Euro’NCap, ne hanno di pasta asciutta da mangiare (anche se altri modelli sono andati un po’ meglio)

          Hai ragione quando dici che le cinesi normalmente si comportano benissimo nei test Euro’NCap, Aiways però non fa parte di questi. E anche in Cina è snobbata perché è inferiore alla concorrenza e non ha prezzi competitivi.

          • Ottimo aggiornamento Enzo 😁👍
            Il brutto punteggio test (non dissimile con 3 stelle a tante vetture europee) sicuramente è imputabile a prodotti importanti senza le modifiche necessarie sul nostro mercato

            Tempo fa leggevo del piano del governo cinese di supportare tutte le Start Up per non disperdere tecnologia utile. Se anche Aiways avrà qualcosa di interessante da “difendere”..vedrai che troveranno una soluzione sul loro mercato (magari forzando un’incorporazione…volendo in SAIC..o altre) .

    • Perché magari ci vuole un tempo tecnico per mettere a punto la cosa e comunque tirare fuori 5,75 miliardi non è come comprare un gelato. Ma ogni tanto pensare che tutto non è facile come crediamo ,no ? Capisco che per tanti il governo attuale è brutto e cattivo sempre e comunque ( per me personalmente non è né più né meno di quelli precedenti che hanno sempre e fatto solo parole) però credo che l’importante sia imboccare finalmente la strada giusta, ricordiamo che in gioco ci sono interessi economici enormi

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