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Eccovi la furbastra della BMW ibrida plug-in

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bmw ibrida plug in

Eccovi un’edificante storia, con prove documentate, di come una furbastra di mezza tacca riesca a sfruttare tutto, ma proprio tutto, il peggio di una lussuosa BMW ibrida plug-in.

BMW inbrida plug-in
Il cavo è collegato, ma la ricarica non è mai partita

Città deserta, colonnina occupata

Bologna, 12 agosto 2021, ore 16,45. Con 36 gradi all’ombra e in piena settimana di Ferragosto la città è quasi deserta. In via Zanolini, proprio a ridosso  del centro storico, sarà occupato si è no il 50% dei parcheggi a pettine con parcometro, che sono almeno un centinaio.

Stiamo passando a piedi, boccheggiando per il caldo e facendo lo slalom tra i rari sprazzi d’ombra del viale alberato  che parte da Porta San Vitale e conduce verso la ex stazione Veneta fino all’ospedale più grande d’Italia, il Policlinico Universitario  Sant’Orsola. Sul lato sinistro c’è una colonnina quick di Enel X.

La pensata della furbastra

Ci colpisce una signora sulla cinquantina che armeggia con il suo cavo di ricarica. E’ connesso a una BMW X1 ibrida plug-in. L’altro capo lo sta collegando alla colonnina. Con grande impaccio, sembra, e con il cellulare nell’altra mano. Siamo tentati di chiederle se ha bisogna di aiuto, ma non lo facciamo.

Ripassiamo da via Zanolini, stessa colonnina, ma un’ora e mezzo dopo. La BMW X1 è ancora collegata. Strano, pensiamo: con una batteria da soli 9,7 kWh di capacità, dovrebbe essere carica da un pezzo.

Quella ricarica mai nemmeno iniziata

BMW ibrida plug in
Il dettaglio del display della colonnina Enel X di via Zanolini, a Bologna, Come si vede, la colonnina è in stand by, un’ora e mezzo dopo la connessione

Ed ecco la scoperta: il display della colonnina indica: Stand by,  00,00 kWh caricati. E sotto l’invito ad avviare la ricarica. I cavi sono innestati, ma il rifornimento non è mai stato avviato. Della furbastra della ricarica, nemmeno l’ombra.

Il nostro parere

Abbiamo sempre pensato che le ibride plug-in siano di fatto un compromesso al ribasso, quasi un assurdo. Classificate come auto a bassissime emissioni di CO2, e come tali generosamente incentivate, sulla carta emettono meno di 60 g/km. Ma le emissioni effettive dipendono da come le si usa. Possono essere “green” se viene sfruttata tutta l’autonomia elettrica della batteria, o essere più sporche delle Ice se il conducente sfrutta prevalentemente il motore termico. Così è se vi pare, verrebbe da dire.

Quando l’abbiamo scritto, riportando tra l’altro dati di gestori di flotte che li hanno tutti meticolosamente registrati, siamo stati sommersi di critiche, proteste, a volte insulti. Ciononostante, abbiamo sempre pensato che sì, forse per pigrizia o inesperienza molti possessori di queste auto non fossero proprio attentissimi a minimizzare i consumi e che tanti si lasciassero un pò prendere la mano dall’abitudine del brum brum, soprattutto con l’auto di servizio pagata dall’azienda. Ma pur sempre in buona fede. 

Miseria e inciviltà

Quel che abbiamo visto con i nostri occhi, proprio ieri, dimostra che può anche essere vero il contrario. Questa furbastra della ricarica non si limita ad intascare a sbafo l’Ecobonus, pur senza la minima intenzione di percorrere un solo km in elettrico. Ma addirittura sfrutta il mascheramento del cavo per posteggiare a sbafo nello stallo di ricarica. Non attiva la ricarica e non incamera nemmeno mezzo kWh perchè così può sfruttare la sosta gratuita a piacimento, senza pagare  la penale prevista dal tariffario Enel X se si continua ad occupare lo stallo a ricarica terminata. Impedisce ad altri l’accesso della colonnina pur avendo attorno decine di posti liberi alla modica cifra di 2 euro all’ora. Più pitocca di così non si può.

Usare il vezzeggiativo di furbetta ci sembra riduttivo per chi tanto si è impegnato a pianificare questo  miserabile abuso dall’alto di un’auto come la BMW X1 ibrida plug-in che costa di listino  49.150 euro (prezzo base) con un’autonomia di 45-57 km in elettrico puro. Più che sufficienti a coprire il tragitto del suo giro in centro per un ape con l’amica o lo shopping quotidiano.

Un solo rammarico: obblighi di privacy  ci costringono a cancellare la targa, togliendoci il gusto di sputtanarla a dovere.

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115 COMMENTI

  1. Stamattina, la colonnina in piazza Roosevelt a Bologna era occupata e il display segnava 00,00 stand by. Tal quale il caso della signora presunta “furbastra”. Era già capitato anche a me e ad altri e l’avevo segnalato con l’app.
    Stavolta ho telefonato al numero verde, ho dato il numero della colonnina all’operatore il quale mi ha confermato il malfunzionamento della colonnina.
    Considerando la somiglianza delle situazioni, direi che accusare la signora (perdipiù con una veemenza ingiustificata) è stato quantomeno affrettato. Può essersi o no accorta del mancato inizio della ricarica. In ogni caso un’altra vettura non avrebbe potuto ricaricare

  2. Ho una BMW xDrive25e (ovvero la tanto discussa ibrida plug in) che, per mie attuali esigenze, utilizzo al 99% in elettrico. Confermo l’impossibilità di usare la colonnina Enel X senza avviare la ricarica, e ritengo comunque che per 40€ cent al kW conviene sicuramente caricare piuttosto che pagare una sosta (e questo senza senza la necessità di fare tanti giochini per simulare chissà che)
    Se il problema, invece, si sposta sul risparmio, vi assicuro che è perfettamente indifferente andare a benzina (e quest’auto consuma parecchio, se consumasse meno la benzina sarebbe più conveniente).
    Dal lato ecologico non mi sembra che Enel produca solo in eolico o fotovoltaico e quindi non sono in grado di dire come inquinerei di meno.
    Il problema reale, però, è che se non avessi una PHEV ma una EV e, come farò a breve, volessi farmi un giro intorno al lago di Bracciano dovendo percorrere già oltre 200 km prima di arrivarci e avendo verificato la completa assenza di colonnine di ricarica nei dintorni.. chi mi verrebbe ad aiutare per raggiungere a spinta Roma e ripristinare il “pieno” per tornare a casa?
    Forse la PHEV (correttamente utilizzata) è la vera soluzione per consentire all’elettrico di evolversi (tempi e punti di ricarica) e non il contrario, come sembra si voglia sostenere in questo portale.

    • Sul lago di Bracciano, ci sono 3 colonnine enelx a Trevignano Romano e due colonnine al McDonald’s di Quarto del Lago.
      Mancano colonnine veloci ma probabilmente le incroci lungo il tuo tragitto.

      • Grazie Francesco.
        Sono riuscito a trovare quelle di Trevignano Romano nella non brillantissima mappa dell’Enel (che funziona quando vuole) ma non vedo quelle di Quarto del Lago (non conosco la zona).
        Ciò non modifica, però, le mie considerazioni riguardo all’inutile demonizzazione del PHEV che ritrovo in questo portale (non ne parliamo di questo articolo) che, con i loro pregi e tanti difetti sono l’unico modo perché il transito verso l’EV possa avvenire in maniera “importante” e “poco doloroso”.
        Con le infrastrutture e i tempi di ricarica attuali è una fortuna che ciò non sia ancora una realtà.
        Ognuno è libero di pensarla come vuole ma sarei curioso di vedere la faccia del poveretto che arrivasse “un po giù di carica” ad una delle uniche tre colonnine del lago di Bracciano e ritrovasse diciamo 20/30 auto che attendono (molto) pazientemente il loro turno…. E magari il mattino successivo debba anche essere puntualmente al lavoro.
        In una situazione del genere neanche lo sforzo di farsi un lauto pasto al “mac” risolverebbe più di tanto.

    • Roberto,
      lei non considera che la sua Bmw xDrive25e, anche utilizzata al 99% in elettrico, ha consumi superiori (e quindi maggiori emissioni) rispetto a quelli di una pari full electric.
      Per questo motivo inquina di più. Perché a parità di mix energetico utilizzato, utilizza più energia per muoversi.
      Non so quanti km percorra all’anno ma se utilizza l’auto al 99% in elettrico, il giro del lago di Bracciano lo farà ben poche volte. Una volta all’anno?
      Posso chiederle come ha verificato la totale assenza di colonnine nei dintorni? Io ne ho contate tre solo a Trevignano Romano.
      La stragrande maggioranza delle elettriche compatte gestisce ad ogni modo senza problemi oltre 400 km di viaggio senza bisogno di ricaricare (su strade extraurbane). E se i primi 200 fossero di autostrada, è molto probabile che lungo il tragitto lei possa fare un rabbocco a una fast (non so da dove arriva).
      Le plug-in, sig. Roberto, sono solo la soluzione trovata dai costruttori per ridurre la media delle emissioni (dichiarate) continuando a vendere auto endotermiche. Nulla di più, nulla di meno. Al prezzo però di una maggiore complessità meccanica, di maggiori oneri di manutenzione e costi accessori per il cliente finale. Senza considerare il divario in termini di confort e prestazioni.

      • Ha ragione Paolo. Ho verificato e anche io ne ho contate “solo” tre. Dal lato opposto del lago rispetto a dove alloggerò.
        Sull’inquinamento ne parleremo quando tutta la produzione di energia elettrica sarà green. E non capisco perché andando sempre in elettrico inquinereii più di lei.
        Sul divario di confort non saprei dirle ma si viaggia “benino” anche con una ibrida. Anche delle prestazioni non mi lamenterei (ben superiori ai limiti di legge).
        Sui costi di manutenzione vedremo quando sarà ora. Ma non penso che la manutenzione di una elettrica venga regalata anzi… penso che se rapportata alla complessità delle componenti da manutenerre sia ben più cara (il marketing ora grida elettrico.. guardate il costo di una bici…).

        • Buon giorno Roberto,
          se cerca giustificazioni alla sua scelta, purtroppo non le troverà qui.
          Ma se ne fosse davvero convinto, probabilmente non continuerebbe a leggerci.
          Se alloggia sul lago, forse può anche ricaricare presso il luogo dove alloggia. Basta una presa elettrica.
          Una plug-in inquina più di una full electric anche se viaggia 100% elettrica perché consuma più energia a parità di km percorsi.
          La manutenzione di un’elettrica è notoriamente meno cara di quella di una termica. Ne abbiamo scritto spesso.

          • Grazie Paolo.
            No, non cerco giustificazioni.
            Ho letto solo questo assurdo articolo perché citava un auto come la mia.
            Ovviamente non sono convinto di quanto lei ha detto (la mia ibrida in elettrico non penso sia meno efficente di alcune full, malgrado il motore e il peso e, dato che ricarico normalmente dalla mia presa domestica dotata di fotovoltaico, sono certo di inquinare meno di chi, anche se con EV, ricarica da una colonnina). Infine, notando come le considerazioni “fuori dal verbo” infastidiscano quanti sottoscrivono “religiosamente” l’approccio fondamentalista del portale, userò il mio tempo per altre letture e non disturberò oltre.
            Saluti a tutti

          • Buona sera Roberto,
            se lei usa la sua ibrida plug-in quasi esclusivamente in elettrico e ne alimenta la ricarica usando solo il suo impianto fotovoltaico, la sua impronta ambientale è certamente inferiore a quella di molte full electric.
            Ma comprenderà che la sua situazione è certamente statisticamente irrilevante.
            Al contrario, purtroppo, la maggior parte di chi guida una ibrida plug-in non la ricarica nemmeno. E, certamente non la utilizza solo in elettrico. E anche quando la utilizza solo in elettrico, nella maggior parte dei casi, non la ricarica con energia da impianto fotovoltaico.
            In ogni caso, Roberto, anche nel suo virtuosissimo caso, mi sorge spontanea la domanda: ma se utilizza la sua auto quasi al 100% in elettrico, e ci riesce nonostante l’autonomia elettrica così limitata, perché non andare su un’elettrica pura? E garantirsi molti più km di autonomia, performance in solo elettrico decisamente superiori, costi di manutenzione, bollo e assicurazione molto più ridotti?
            Perché, forse, una volta all’anno, potrebbe dover organizzare un viaggio tenendo conto della presenza di colonnine o della possibilità di una presa in hotel?
            Le considerazioni che lei definisce “fuori dal verbo” non ci infastidiscono, sig. Roberto. Ci mancherebbe. Solo ci spiace quando la gente fraintende. E mi creda, anche se forse non è il suo caso, molti acquirenti di ibride plug-in, quando realizzano quanto limitante sia il loro acquisto, se ne pentono. Questo, e solo questo, vorremmo evitare, sig. Roberto.
            Perché è un peccato. Per l’ambiente e per il portafogli.

  3. Sono un possessore di una ibrida plug in, unica auto di famiglia con cui la mia compagna compie un tragitto giornaliero di circa 30 km. A casa mia la vettura viere ricaricata spesso con l’ausilio dell’impianto fotovoltaico, detto questo quest’estate ci abbiamo fatto 2600 km in una settimana, impensabile con un elettrica pura. In più di un occasione non siamo stati capaci di fare partire la ricarica dalle varie colonnine delle più svariate marche che abbiamo trovato. Ognuna ha una sua logica di funzionamento, una sua app dedicata o una sua tessera necessaria da attivare preventivamente… Siamo ancora molto lontani da una rete efficiente di ricarica

    • Buon giorno Sergio,
      mi perdoni ma mi fa un po’ sorridere che lei scriva che sia impensabile percorrere 2600 km in una settimana con un’elettrica pura. 🙂 Perché mai dice questo?
      Riguardo all’utilizzo delle colonnine, è vero. Al momento c’è un po’ una giungla, all’interno della quale è difficile districarsi. Ma ci sono app come Evway o Nextcharge che funzionano molto bene e hanno accordi di interoperabilità molto estesi. La situazione è in miglioramento.

      • Buonasera, ritengo sia impensabile dati i tempi di ricarica… Personalmente al di là delle stazioni di servizio lungo l’autostrada non ho trovato nessun parcheggio con colonnine pubbliche nelle vicinanze, e parlo di colonnine tradizionali, con le quali la mia auto si ricarica in 3/4 ore, un elettrica pura a quella potenza ci metterebbe 13/14 ore… Colonnine ultrafast fuori dall’autostrada non ne ho vista nemmeno una… Senza contare i tempi stretti che avevo a disposizione, se anche avessi trovato una colonnina e questa fosse stata occupata il giorno seguente non sarei stato in grado di ripartire…

        • Sa, le colonnine non sono così visibili come le pompe di benzina. E quindi, se non si cercano, non ci si accorge che ci sono.
          Potrebbe avere ragione lei comunque e magari sul suo percorso o per i suoi tempi sarebbe stato difficile fare il viaggio con un’elettrica. Ma forse no.
          Non è impensabile, mi creda. E parlo per esperienza diretta. Altrimenti non mi permetterei di scriverlo.

          • le confermo che ho analizzato prima di partire la mappa per cercare punti di appoggio, utilizzando app quali evway e Juicepass ma non sono riuscito a trovare corrispondenze valide se non in 2/3 punti, considerando che ho toccato 10 regioni in una settimana e, come gia detto, tempi stretti che magari imponevano 2/3 notti in un punto e una sola notte in un altro… in ogni caso la mia vettura, come presumo molte plug in, mi permette di salvaguardare la batteria (es quando sono in autostrada e verrebbe esaurita in brevissimo tempo) in funzione di quando poi mi troverò in città, dove invece farebbe la differenza. ho anche letto il post precedente del sig. Roberto, a cui lei ha risposto che il suo caso di possessore di PHEV e utilizzo al 99% elettrico e ricarica con fotovoltaico sia piu unico che raro, le garantisto che non è cosi, sono un installatore di impianti elettrici e fotovoltaici, e nella mia zona parecchie persone hanno un impianto che contribuisce a ricaricare la propria, o (seppur indirettamente), la vettura altrui. inoltre la mia abitazione è priva di metano, gestita 100% in elettrico, per cui anche la carta green con me sfonda un portone aperto, le garantisco che le plug in in alcuni casi (es il mio e evidentemente quello del sig. Roberto), sono la scelta migliore

  4. mi sento obbligato ad aggiungere un commento avendo una macchina ibrida e abitando a Bologna forse Chi ha scritto l’articolo ignora e sarebbe mai informarsi che a Bologna libri non pagano il parchimetro quindi la signora non aveva il minimo bisogno di parcheggiare a sbafo visto che comunque avrebbe parcheggiato gratis forse semplicemente non è stata capace di far partire la ricarica

    • Certo, previa registrazione e apposito contrassegno. Per i non residenti è richiesto il permesso temporaneo. Forse la signora non è stata capace di richiederlo. Merita tutta la nostra comprensione.

  5. Vedo che voi continuate a riferirvi a dati di flotte forniti non si sa da chi. Se una si compra la barca a vela e ci va solo a motore il problema è suo, non della barca. Saprete certamente che la batteria di una BEV pesa anche 700 kg e più, peso che mi porto dietro sempre. Un motore termico pesa molto, molto di meno. Bene, vorrei tecnicamente capire perché una PHEV dovrebbe essere inefficiente solo perché ha due motori. Io uso i miei dati, come fanno tutti i tecnici, non quelli forniti dalla stampa. Premesso che io sono un sostenitore delle BEV, non venitemi a dire che oggi sono la soluzione al problema della mobilità. Lo sarebbero in città, ma i prezzi oggi non ne permettono la diffusione. Per essere credibili si deve essere sempre obiettivi.

    • Quali sarebbero questi prezzi che ne impediscono la diffusione? Con 22.000 euro acquisti una Renault ZOE con una capiente batteria da 52 kWh, sufficienti per percorrere senza pensieri almeno 300 km. Se non bastano, basta fermarsi per caricare l’energia necessaria a completare il viaggio.
      Certo, capisco che 22.000 euro non sono alla portata di tutti, ma non c’è fretta, cominciamo a rinnovare il vetusto parco circolante da parte di chi può permettersi queste cifre, poi pian piano, negli anni a venire, rinnoviamo le auto rimamenti, magari grazie al mercato dell’usato.

      • La Renault Zoe è una scatoletta, non una macchina da famiglia. Guarda i prezzi delle elettriche con una taglia un po’ più grande. Non credo che i prezzi delle elettriche in futuro caleranno più di tanto. Ci saranno nuove tipologie di batterie e tecnologie di ultimissima generazione che ne manterranno alto il prezzo. Poi ci saranno case come la Dacia che offriranno modelli più economici ma sono sempre stato dell’opinione che un prodotto venduto a basso costo non è di buona qualità. Opinione personale

  6. Francamente resto sempre molto perplesso nel leggere articoli di questo tipo da parte di presunti esperti di veicoli elettrici. Il caso della signora viene preso come esempio per criticare le ibride plug-in, quando lo stesso varrebbe per la proprietaria di un’auto elettrica BEV. Io, che comunque sono un ingegnere elettronico appassionato di auto da oltre trent’anni, ho scelto una PHEV e non condivido nella maniera più assoluta le critiche che vengono rivolte a questa categoria di vetture. Chi compra una PHEV, come d’altronde una BEV, ha sicuramente un punto dove caricarla a casa giornalmente, come faccio io. Se non ce l’ha ha semplicemente comprato la macchina sbagliata e gli incentivi non c’entrano niente con questo. La PHEV è l’unione di una meccanica puramente elettrica con un motore termico e, con le tecnologie attuali, è in grado di ottenere il meglio da entrambi. Io ho una MINI Countryman 2018 con la quale ho percorso circa 45000 km. E’ una 4×4 con prestazioni da sportiva (ho un’ampia lista di blasonate vetture termiche polverizzate in campo dalla mia in accelerazione e ripresa). La guida in città è sempre elettrica e, come tale, fantastica. Se devo viaggiare non ho ho alcuna dipendenza da colonnine varie e uso la batteria come riserva nei centri urbani (senza scaricarla). Con cerchi da 19″ ho percorrenze medie superiori ai 20 Km/l, il doppio del SUV diesel 4×4 2000 che avevo prima, con minori prestazioni e analogo stile di guida. Quindi ho dimezzato il CO con prestazioni più elevate e, per questo, ho fatto la mia parte, oggi, nella transizione ecologica. Certo, comprerò un auto elettrica quando le autonomie reali in autostrada saranno confrontabili a quelle delle vetture termiche (350-380 km in autostrada a 130 km/h, il dato delle BEV migliori oggi, è un dato assolutamente insufficiente per le mie esigenze). Quando ciò avverrà la produzione di energia elettrica verde giustificherà l’uso di una elettrica pura, perché non ha nessun senso tecnico, se non in città, avere una BEV caricata con le centrali a gas.

    • Occupare abusivamente una colonnina è deprecabile, sia che l’auto sia BEV o PHEV. Con una differenza: chi ha una BEV se non carica resta a piedi. Chi ha una PHEV, usando la benzina o il diesel, se ne va lo stesso e inquina più di una normale ICE. Purtroppo gli studi condotti sulle flotte aziendali dimostrano che qusto è un comportamento assai diffuso, infatti la media di consumi è molto più alta dei valori ufficiali.

      • Purtroppo è così, è vero.
        E anche nella più virtuosa delle situazioni, dove la plug-in venisse utilizzata esclusivamente in elettrico, come abbiamo avuto modo di vedere in molte occasioni, il consumo di energia sarebbe ampiamente al di sopra di quello che si avrebbe con una pari auto elettrica.

        • L’aggettivo “ampiamente” lo toglierei proprio…
          Io con la mia plug-in station wagon nel tragitto casa-lavoro faccio 18kw/100km (consumi reali, non dichiarati). Mentre con una BEV di pari dimensioni? La ID4 dichiara circa 14,8kw/100km…teorici…in pratica sicuramente di più mediamente.

          • Ampiamente non è un aggettivo è un avverbio. Lo faccio presente perché è difficile essere credibili con una premessa del genere.

          • Sono sempre stato scarso in italiano e nelle materie umanistiche, per questo ho studiato ingegneria, e perciò non vado a pubblicare articoli su siti di letteratura o filosofia, ma purtroppo vedo che molta gente al contrario lo fa.
            Mi piacciono i numeri, se vuole provi a contestare quelli che ho riportato.

          • Raffaele, anche senza riportare dei dati reali, una PHEV consuma necessariamente di più di una BEV, rispetto a quest’ultima, si deve portare sulle spalle il motore termico con i relativi liquidi, il cambio, il serbatoio con il carburante, l’impianto di purificazione dei gas di scarico, la linea di scarico. Inoltre, il motore elettrico di una PHEV è stato applicato in maniera posticcia al motore termico in modo tutt’altro che efficiente, con scarsa potenza e scarsa capacità nel recuperare l’energia in frenata.
            Se questo ragionamento non basta, allora aggiungo che la mia BEV consuma 120 kWh per 100 km su strade miste (poca autostrada) che diventano 150 kWh in inverno a causa del riscaldamento dell’abitacolo.

      • Parto da casa con la mia BEV carica al 100% per andare a 5km di distanza a fare una commissione che mi richiederà almeno un’ora, parcheggio nel posto con colonnina davanti all’ufficio dove devo andare, collego e non faccio partire la ricarica perché tanto a piedi non ci rimango di sicuro e perché se lo facessi si caricherebbe in pochi minuti e per il restante tempo che rimarrebbe lì intanto che sbrigo la mia commissione pagherei la salata tariffa per l’occupazione piazzola…

        Ed ecco a voi “il furbetto dell’elettrico”.

        Questo articolo come tanti altri su questo sito è palesemente stato fatto per accusare per l’ennesima volta le plug-in senza però avere le basi tecniche per farlo.

        • E’ possibile. Mi porti la foto e tratteremmo il furbetto dell’elettrico allo stesso modo. Promesso

  7. Le vetture plug in invece sono una soluzione intelligente. Per chi ha percorrenze medie al di sotto dei 50-60 km é possibile percorrere oltre il 90% dei km in modalità elettrica, usando il motore termico solo per i viaggi lunghi. In questo modo si sfrutta completamente la batteria e non si é limitati per i viaggi. Ovviamente dipende dalla tipologia di utente e dalla sua intelligenza, ma non diamo la colpa alla tecnologia in sé se qualcuno le utilizza in malo modo. Se parliamo di ibride non plug in sono d’accordo, sono vetture a benzina che non hanno praticamente nulla di elettrico, ma le plug in hanno senso eccome se usate correttamente

    • Alessandro, le vetture plug-in sono una soluzione intelligente per i produttori di automobili, non per chi le acquista. Per chi percorre il 90% dei tragitti in elettrico, vuol dire che i viaggi sono al 90% entro i 50 km, un veicolo elettrico adempie perfettamente al compito, soprattutto se sono percorsi cittadini dove notoriamente un motore termico soffre maggiormente.
      Nel 2% dei casi in cui si superano i 300 km, con un minimo di organizzazione, si riesce anche a viaggiare senza troppi problemi, oramai le colonnine sono disseminate ovunque.

  8. Il solo pensare che una plug-in con batteria da 9,7kwh si carichi in meno di un’ora e mezza è segno che qui le tanto criticate plug-in non sanno manco come accenderle…

    • Quante volte devo ripetere quello che è già scritto nell’articolo e documentato dalle foto? Qui parliamo di una ricarica mai iniziata. Cosa c’entrano i tempi delle plug-in?

      • Se uno definisce le plug-in “quasi un assurdo” e ne sfrutta il “nome” per rendere il titolo più provocatorio e allettante dovrebbe almeno sapere di cosa sta parlando.

      • come ho già scritto, il mancato inizio della ricarica può essere imputato al malfunzionamento della colonnina (in piazza Roosevelt, segnalato a enelx) infatti in una foto si vede che la luce che segnala la ricarica è bianca. Quando è in funzione è verde, quando è bloccata dall’utente è gialla. Se la signora armeggiava col telefonino probabilmente era per avviare la ricarica. Quanto ai tempi di ricarica, sei tu che li hai tirati in ballo e pensare che quella vettura si ricarichi in un’ora e mezzo è fantascienza, ci vogliono almeno tre ore

        • Perfetto, diciamo pure che non è riuscita ad avviare la ricarica. Che fai, pianti lì l’auto e te ne freghi degli altri? I tempi di ricarica c’entrano come i cavoli a merenda.

          • Come ho già detto è perfettamente possibile che non si sia accorta che la ricarica non era iniziata. Quando è capitato a me, me ne sono accorto solo prchè ho dato un’ultima occhiata alla colonnina prima di andar via, ma tutta la procedura aveva funzionato perfettamente. Un altro dopo di me non se n’è accorto e l’ho visto, abbastanza seccato, quando è arrivato all’auto che pensava di aver ricaricato.
            I tempi di ricarica c’entrteranno come i cavoli a merenda, ma sei tu che li hai tirati in ballo, mostrando di non conoscerli (“Ripassiamo da via Zanolini, stessa colonnina, ma un’ora e mezzo dopo. La BMW X1 è ancora collegata. Strano, pensiamo: con una batteria da soli 9,7 kWh di capacità, dovrebbe essere carica da un pezzo”. Cito il tuo articolo caso mai ti fossi dimenticato quel che hai scritto).
            Un curiosità: visto che sei giornalista di una certa esperienza, non ti sei preoccupato di contattare il gestore della colonnina e controllare che non ci fossero stati malfunzionamenti quel giorno? O di contattare la signora, di cui hai la targa, per farci conoscere la sua versione?

    • Quattro ore per 50 km, un modo molto stupido e ormai già anacronistico, a causa delle plug-in si avrà ancora a lungo l’impressione che la rete di ricarica sia insufficiente per le elettriche quando in realtà il problema lo creano ancora una volta le auto col motore a benzina. 🙁

      • sig. Leonardo io carico quotidianamente la mia vettura plug in in 4 ore per percorrere meno di 50 Km.
        e lo faccio quasi interamente sfruttando l’energia del mio impianto fotovoltaico.
        ora vorrebbe dirmi che lei con la sua vettura 100% elettrica è piu green di me? sa da dove arriva l’energia fornita alla colonnina super fast da cui preleva? poche persone hanno la possibilità di avere un impianto fotovoltaico efficiente, ma ancora meno hanno la possibilità di caricare la vettura nel proprio box con un caricatore super fast!

        • Ci dev’essere un malinteso, le mie considerazioni sono relative alla ricarica pubblica.
          È ovvio che quando ricarica a casa, di giorno e utilizzando direttamente l’energia dei pannelli solari, la sua impronta ecologica è bassissima.
          Però si stava discorrendo di ricariche pubbliche, e se dobbiamo caricare pochi chilometri in tante ore giocoforza serviranno molte più colonnine per soddisfare il fabbisogno di ricarica degli automobilisti, indipendentemente che le auto siano plugin o meno.

  9. È sempre interessante notare come ci sia gente che commenta senza conoscere la realtà delle cose. Purtroppo per voi, l’articolo è assolutamente corretto, più che a un malfunzionamento (e sull’app vedi in tempo reale cosa sta facendo la colonnina e si può agire di conseguenza) è logico pensare ad un comportamento furbo ed irrispettoso degli altri. Ma purtroppo certe forze dell’ordine non sono in grado di riconoscere un’auto EV da una ICE, figurati quando sta caricando o meno, anche se certe colonnine hanno dei led molto evidenti (rosso, blu, verde) che indicano in che stato sono. In ogni caso capita anche qui, soprattutto nelle zone vicine al centro (ma guarda un po’) assistere a maleducati che caricano per finta ed occupano lo stallo per ore. Quando magari le colonnine saranno dotate di telecamera, che incrocia i dati con quelli della ricarica e, quando questa è finita, tolto il quarto d’ora accademico, fa strapagare il parcheggio, il problema verrà risolto. Come sempre in Italia non si può contare sul rispetto e, come sempre, il benaltrismo cerca di spostare l’attenzione dal problema, perché la disponibilità di un parcheggio gratis e comodo è utile a tutti, e chissenefrega degli altri, anche se restano a piedi. C’è ancora molta strada da fare, soprattutto nella testa di certi automobilastri.
    Grazie Massimo di averci messo la faccia e la pazienza.

  10. Caro Massimo degli Esposti, sei un pessimo giornalista.
    Hai un’auto elettrica?
    Hai una ibrida plug-in?
    A leggere il tuo articolo, dai toni affilati, sarcastici, quasi trasudanti disprezzo, direi di no.
    Tutta invidia.
    Certo, è possibile che la signora abbia “fatto finta” di fare ricarica.
    Oppure è possibile che la signora, tutta indaffarata con il cordone di ricarica in una mano e il cellulare nell’altra, fosse alla sua prima esperienza e si sia dimenticata di premere il pulsante di avvio ricarica.
    È possibile.
    È umano.
    E Lei, caro il mio giornalista trasudante odio e disprezzo verso una signora alla quale – per sua stessa ammissione – si è guardato bene dal prestate assistenza, è ben peggio.
    Complimenti vivissimi.
    Le auguro di rimanere senza GPL a 600km da casa.

    • Tutto è possibile, tutto è umano, tutto è gistificato. Per carità. Provi a dirlo a chi resterà a piedi perchè la colonnina è occupata da chi se ne andrà con il motore a benzina, appena avrà finito di fare i suoi comodi. Mi sembra che l’odiatore sia lei.

      • Ma come… qualcuno potrebbe restare a piedi se la trova occupata?? Ma come… le elettriche non erano pratiche e adatte anche a chi non ha il caricatore a casa??

    • Concordo in pieno sulla possibilità che la signora potrebbe anche essere stata maldestra ed in buona fede. Senza la certezza assoluta, e’ il giornalismo la vera vittima di questo articolo.

      • un bravo giornalista avrebbe dovuto aspettare la signora e porle le domande che riteneva per fare un buon articolo, e dissipare i dubbi che ora ci poniamo nei commenti. Non è stato fatto: articolo incompleto e con tanti dubbi. valga per il futuro…..

  11. La signora è una gra paracula, ovviamente pure di comprare una macchina da 40/50 Mila eu andrebbero a dormire sotto i ponti ,lei come tanti, mi faccio specie pure che è una 50 enne ,tacchenara ,gente come lei nemmeno dovrebbero esistere,

    • Non esageriamo. Penso solo che certi comportamenti vadano perseguiti secondo la legge (multa e rimozione forzata). E condannati dall’opinione pubblica. Ma cone vede, sono io, oggi, sul banco degli imputati. Così va l’Italia

      • Solite esagerazione da notizia sensazionalistica.
        Non si sa se la signora l’ha fatto apposta, spesso queste colonnine non funzionano come dovrebbero e sono assolutamente poco intuitive.
        Inoltre le ricariche di molte plugin sono a 3.5 kW e ci vogliono 2.5 ore per arrivare all’80% e almeno altre 2 per il 100%.
        Evidentemente chi ha scritto l’articolo voleva come al solito fomentare gli smanettoni da tastiera

        • Il rifornimento non era mai iniziato. C’è poco da intuire, basta leggere il display. E poco da calcolare sui tempi di ricarica.

      • Sig. Degli Esposti, in materia molto amichevole e benevola le dico che stavolta se l’è cercata. Non dia la colpa agli italiani che tentano di difendere una presunta (da lei) furbastra invece di indignarsi. Che vada sanzionato chi occupa abusivamente o oltre il dovuto una colonnina elettrica è una cosa (ed impossibile darle torto) ma aver giudicato l’operato di una donna sulla base di congetture è un altro paio di maniche. L’Italia è un paese di furbi ma anche di imbranati. Addirittura ha pensato che la signora in questione abbia comprato quel tipo di plug in fortemente allettato dall’incentivo statale. Ma Massimo, ragioni con me: chi ha da spendere 50.000 euro per un auto ne può spendere tranquillamente anche 6.500 euro in più, ammesso che la tizia abbia rottamato e non lo sappiamo. A quel livello non sono quelle poche migliaia di euro in meno a fare la differenza. È la bmw è un marchio premium che non fa sconti a nessuno, neanche a chi ha la 104, glielo assicuro. È chiaro dedurre che dal suo articolo traspare una sorta di disprezzo (se la parola è troppo forte può cambiarla con antipatia) verso chi preferisce una plug in a una elettrica. Giustamente si lamenta del fatto che in Italia solo il 3,5 % delle auto in circolazione è elettrico e che siamo indietro rispetto ad altri paesi europei. Ma io anche le dico che sono stato di recente sia in Grecia che in Romania e mi creda che lì l’elettrico non sanno nemmeno cosa sia. Mi perdoni se mi sono dilungato un po’ troppo. Le auguro un buon ferragosto

        • Diciamo che se il nostro metro di paragone sono la Grecia e la Roania non siamo messi troppo bene. E se i nostri obiettivi di riduzione delle emissioni sono affidati al senso di responsabilità dei cittadini siamo messi ancor peggio, vedi incendi, vaccini, evasione fiscale.
          Buon Ferragosto anche a lei

      • Potresti porre la domanda allo stesso YouTuber del video da te linkato. Ad ogni modo bastava accertarsi guardando il display nella propria auto dell’avvio di ricarica, come ha fatto appunto il youtuber “electric experience”.

      • non so risponderle ma in una colonnina enel X da app pensavo fosse tutto apposto, sbadatamente non ho piu controllato il display anche perchè in controluce non si leggeva NULLA, dopo un oretta ho controllato app per verificare stato di carica e non era partita, quando sono rientrato al parcheggio in effetti mi dava un errore di connessione… indi per cui anche io sono stato inavvertitamente un “furbetto” del parcheggio. e ho 33 anni, non 60/70 e magari poca dimistichezza con app e via dicendo

      • Penso che l’unica spiegazione possibile sia il fatto che la stazione di ricarica non funzionasse. Forse la signora se n’è accorta, o forse no se dopo avere collegato il cavo è andata via immediatamente dando per scontato che la carica fosse iniziata. Accorgendosi del problema avrebbe dovuto spostare l’auto? Se la stazione di ricarica non era funzionante nessun altro avrebbe potuto utilizzarla.

  12. Fermo restando che la “signora” è una pitocca, trovo altresì ingiusto ed un furto le strisce blu, già paghiamo cari i carburanti, le assicurazioni ed il bollo per poter circolare, pure per stare fermi dobbiamo pagare!

  13. Sig. Degli Esposti, se è realmente persona seria quanto vuol sembrare, abbia il coraggio di pubblicare la targa della Signora in questione, perché scrivere l’articoletto in cui sentenzia conclusioni palesemente FALSE (come molti Le stanno facendo notare) senza rischiare nulla è a mio avviso troppo comodo. D’altronde se dice il vero non commette reato, portando una testimonianza documentata. Vedo che pure nei commenti risponde solo dove può dir qualcosa ed evita accuratamente di replicare a chi Le fa notare che LO SPORTELLO DOVE INSERIRE IL CAVO NON SI APRE SE NON È STATA CORRETTAMENTE RICHIESTA LA RICARICA. Ma Lei dice di conoscere bene questo sistema, eppure se non conosce questo importante dettaglio. Allora o millanta di possedere una vettura elettrica (ma non La conosco e non lo so) oppure sta mentendo sapendo di mentire: delle due l’una, se vale ancora la logica. Se vuole approfondire quel che dico guardi questo video: https://youtu.be/ApaVYjUvY-8 in cui il funzionamento della colonnina è descritto, apertura dello sportelletto inclusa, in maniera elementare. Fossi in Lei e volessi incentivare realmente un uso corretto di questa ed altre forme di servizio pubblico (comportamento assolutamente encomiabile) esaminerei più a fondo le ragioni di quel che rileva, magari telefonando ad un numero verde per chiedere e/o segnalare un disservizio piuttosto (parole sue) che desiderare esclusivamente di “sputtanare” una povera persona ignara dei Suoi “ricami” a riguardo di quello che è senza dubbio, e per quanto detto, un disservizio, del quale tra l’altro è anche difficile se non impossibile accorgersi al momento. Se non aveva tempo di fermarsi ed indagare, nonostante sia passato da quel posto per ben due volte, allora avrebbe dovuto semplicemente evitare l’articolo, sebbene il sottile gusto di scrivere male su qualcuno rappresenti per taluni un fascino irresistibile. Magari scriva che “al solito siamo in Italia e non funziona mai nulla”. Vedrà che in tal modo riceverà ugualmente consensi, se è ciò che cerca, ma almeno non avrà gettato inutilmente fango su chi non c’entra nulla. Quelli come Lei che con l’indice sollevato si ergono a giudici infallibili dall’operato altrui dovrebbero darsi una calmata, perché fortunatamente Lei ed i suoi simili, a meno che non sia cambiata questa notte la nostra Costituzione, non avete titolo per farlo. La saluto!

    • Caro signore. Io non posso pubblicare la targa perchè sarebbe una violazione di legge. Quanto alla procedura di ricarica, vedo chè è lei a saperne poco. Io non devo dimostrare nulla: legga i miei articoli su questo sito e constarerà che utilizzo abitualmente auto elettriche di tutte le marche e solitamente le ricarico con la app Juice Pass di Enel X che è proprio quella di cui stiamo parlando, E’ vero che lo sportello della colonnina si apre su richiesta dell’utente che attiva il dispositivo. Ma successivamente è necessario chiedere all’app l’avvio della ricarica. E’ impossibile non accorgersi che la ricarica non è partita, perchè l’avvio è segnalato sul display della colonnina e anche sul cellulare che monitore la ricarica. Fatto è che, con questa procedura, a carica ultimata l’auto deve essere rimossa entro 15 minuti. Ogni ulteriore occupazione della colonnina è penalizzata con un addebito piuttosto salato. Se le interessa, le dò i dettagli. Il resto del suo commento sono chiacchiere.

      • Evidentemente non ha minimamente guardato il video che Le ho postato, in cui la ricarica avviene addirittura tramite tag e non impone tutte le procedure che Lei cita. In aggiunta a questo, saprà senza dubbio che l’app che Lei utilizza abitualmente non è la sola che permette di ricaricare. Francamente dubito del fatto che Lei possa giurare di aver visto la Signora utilizzare un metodo specifico tra questi (l’ha solo vista, mentre passava molto frettolosamente, con telefono e cavo in mano), anche perché si è guardato bene dall’avvicinarsi, così come dubito che possa garantire che con tutti gli altri metodi esistenti per effettuare la ricarica sia necessario confermare l’operazione. Tanto basta a non darLe il diritto di pretendere d’essere a conoscenza di come sono andate effettivamente le cose, né tantomeno di esporre al pubblico ludibrio Sue supposizioni facendole passare come fatti, senza che in ciò vi sia margine di discussione. Lei non si rende conto di star deliberatamente insultando una persona, coperto solo dall’assenza dei suoi riferimenti (assenza relativa, visto che la situazione potrebbe essere ricostruita in altro modo) senza avere la benché minima certezza di ciò che afferma, basando tali insulti su Sue personali e soggettive supposizioni. Le mie saranno anche chiacchiere, d’altronde è ferragosto e nei commenti di un sito web ci si confronta anche in questo modo, però mi sento di consigliarLe maggiore cautela in certe esternazioni. Concludo e mi taccio, non volendo che una chiacchiera si tramuti in polemica (oppure questo era l’intento del tutto?), ricordandoLe che in quanto giornalista ha la possibilità di trattare dati personali anche senza il consenso dell’interessato. Ovviamente però, nel caso in cui le affermazioni di quello che ha pretesa d’essere un articolo di denuncia dovessero risultare mendaci, sarebbe costretto a subirne le conseguenze legali, com’è lecito attendersi. Il resto sembra essere una mera pezza giustificativa. Mi stia bene.

        • Visto che insiste Mauro, mi permetta di precisare:
          a) Indipendentemente da come la signora abbia operato sulla colonnina, l’occupazione di uno stallo senza ricarica in corso è un abuso, perseguibile con contravvenzione e rimozione forzata. Questo non si discute.
          b) La violazione delle norme sulla privacy è un reato che prescinde dalla prova che i fatti siano o non siano veri. Non pretenda di insegnare a me il mestiere. Almeno questo.

      • Non è assolutamente vero che sia necessario chiedere l’avvio della ricarica tramite app. Io utilizzo juice pass con una plug-in e parlo solo della ricarica con la procedura per questa vettura (che del resto è quella in questione nell’articolo).
        La ricarica avvene così: attacchi il cavo alla vettura, avvicini il telefono alla colonnina o scannerizzi il qr code, il tuo metodo di pagamento viene riconosciuto in modalità contactless, hai 90 secondi per inserire il cavo nella colonnina. Appena inserito la ricarica parte, non devi avviarla tu. Non è possibile inserie il cavo nella colonnina, senza prima aver fatto la procedura per il pagamento.
        Nessuno ti vuol insegnare il mestiere, ma solo chiederti che tu lo faccia bene

        • E io ti chiedo di guardare bene. Hai visto il display della colonnina? Segna ricarica 00,00, Stand By. Sotto: avvia la ricarica.

          • Ho visto bene. È il messaggio standard che compare se, per qualche malfunzionamento, la ricarica non è partita. Quando è capitato a me ho provato in vari modi, ma non c’è stato verso di farla funzionare. Ho dovuto segnalare il malfunzionamento a Enelx. Ripeto ancora, è perfettamente possibile non accorgersi in questo caso che la ricarica non è pertita, per la app stavo caricando e se non guardavo la colonnina, me ne sarei andato.
            Ma ti costa tanto chiedere a Enelx come può succedere?

          • Lo chiederò. A me con le EV è capitato il contrario: l’app segna interruzione della ricarica e la colonnina funziona. Comunque, vorrei chiedere chi mai non guarda il display della colonnina appena collegato il connettore. Supporre le buonafede di questa automobilista è proprio arrampicarsi sugli specchi.

  14. Quanti problemi con auto elettriche e plug/ in e siamo solo all’inizio figuriamoci quando avremo 20 milioni di auto elettriche tra furbastri e imbranati ci sarà da divertirsi. PREGHIAMO!!!

  15. Nulla c’entra che sia plugin. Anche EV pure che magari caricano a casa possono comportarsi alla stessa maniera. E di casi ne è pieno sia come questo che di altro tipo.
    E non è detto che la furbetta comunque non viaggi in elettrico ugualmente, se anche lei carica a casa (magari abita a 5 km di distanza), ma sfrutta la colonnina per il parcheggio gratuito.

    Trovo assurda sta guerra alle plugin, che possono anche esse essere molto utili all’ambiente (se non ci si mette le fette di prosciutto negli occhi quando si leggono i dati di utilizzo di auto aziendali dove è ovvio che ci si ritrovi dietro un paradosso che non è minimamente paragonabile all’uso dell’auto da parte di gente normale che la benzina la paga).

  16. Chissà quante ne vedremo per il.prossimo futuro di ricariche quando si farà la fila alle colonnine e ci sarà quello che per 2 cm è arrivato più vicino o 5 secondi prima e farà la voce grossa..o quando proprio quella unica colonnina sarà spenta per mal funzionamento . Io in città per i prossimi anni ci.vado in bici o con i mezzi pubblici.

  17. qui l’unica miseria mi sa che è la vostra, siete una setta peggio dei vegani. 90 su 100 era solo una povera imbranata, che tra l’altro avete espressamente evitato di aiutare. Ma così l’articolino indignato usciva bene, vero?
    Per fortuna che la poveretta che avrà anche trovato l’auto scarica avrà la benzina a salvarla, perché se aspetta voi della “fratellanza elettrica” sta fresca…

    • Quoto completamente, gia discriminare perche l auto era ibrida fa capire la mentalità di chi scrive, magari la signora era solo rincoglionita. Ormai i “nazielettricari” sono una setta

  18. carico spesso a quelle colonnine… se non autorizzi l’operazione, lo sportellino di ricarica non si apre, quindi non puoi fisicamente inserire il cavo… è più probabile che la colonnina non abbia portato a buon fine l’handshaking e che non abbia avviato la ricarica… con tanto di bestemmie al ritorno della signora… che poi possiamo parlare di far caricare a vetture monofase sulle trifase, ok, ci stà, ma è un’altro film…

    • L’autore dell’articolo è critico probabilmente perché non può permettersi una BMW ibrida.

  19. Insomma, alla fine è tutta colpa di quelle maledette plug in, che si comprerebbero apposta per fare questi numeri da baraccone o altre furbate ai danni della collettività. Invece chi compre le BEV è sempre una persona civile e attenta al prossimo. Mah…

    • Quello che compra le Bev, se non riesce a ricaricare perchè lo stallo è occupato resta a piedi, caro Vittorio. La differenza è tutta qui.

    • Una persona intelligente che acquistata una plug-in dovrebbe anche capire che, salvo situazioni particolari, è decisamente poco conveniente ricaricare ad una colonnina pubblica a pagamento e ricaricare invece nel proprio box o parcheggio privato. Come è già stato ribadito occupare una colonnina per ricaricare un plug-in toglie di fatto uno stallo che potrebbe essere vitale per un possessore di bev che se non può ricaricare rimane a piedi…più mettiamoci tutti questi furbetti che acquistano auto da oltre 50mila euro e si perdono in queste furbate per pochi euro di parcheggio…

  20. In piazza Roosevelt, in centro a Bollogna, per quasi una settimana pur eseguendo correttamente tutta la procedura di ricarica, la colonnina rimaneva in stand by. Il cruscotto dell’auto mi segnalava mancanza di corrente, ma la app dava ricarica inziata. Mi sono accorto che la vettura non si caricava solo perché ho l’abitudine di guardare la colonnina e controllare che si avvii la ricarica, se fossi andato via di fretta non me ne sarei accorto, come è capitato a quello che aveva provato dopo di me e ho visto arrivare più tardi a riprendere la macchina e di sicuro non era molto contento

  21. E perché la signora avrebbe dovuto metter su questa messinscena visto che l’autore dell’articolo rileva che c’era parcheggio in abbondanza? È più probabile che la signora non sia stata in grado di attivare la ricarica o che ci sia stato qualche problema della colonnina

      • Caro Massimo, la presunzione d’innocenza è alla base della legislazione latina (italiana inclusa) e pure quella anglosassone. Il fatto veramente incivile presente in questo articolo che più di una persona hanno visto una signora in possibile necessità di aiuto, ma non si sono neanche sognati di chiederle se aveva bisogno di aiuto. Onestamente preferisco vivere in un mondo al limite di collasso, ma più altruista, piuttosto che in un mondo “green” pieno di rabbia cieca.

        • Caro Giacomo, non immaginavo che di questa vicenda tutti vedessero il lato più insignificante, cioè la mia impressone (solo impressione) che la signora fosse impacciata. Per chiarire una volta per tutte la questione, aggiungo che la signora in oggetto ha fatto finta di non vedermi e si è allontanata dalla colonnina quando io l’ho incrociata. Sarei pronto a scommettere che se le avessi offerto aiuto mi avrebbe risposto “si faccia gli affari suoi”. Quanto alla presunzione d’innocenza, non la discuto. Ma non stiamo parlando di diritto penale e io non ne ho chiesto l’arresto.

  22. L’autore dell’articolo dimostra una scarsa conoscenza delle regole, riguardanti le auto elettriche/ibride vigenti nella città di Bologna e di tante altre: il parcheggio nelle strisce blu per questi veicoli è gratuito!

    • Nella città di Bologna le Bev e le ibride plug di residenti possono parcheggiare sulle linee blu gratuitamente, previa registrazione e acquisizione di contrassegno. I non residente devono dotarsi di permesso temporaneo. Va bene così?

      • nella bistrattata e “poco efficente” Roma basta registrarsi sul poertale del comune
        e mettere la targa del proprio veicole Phev o BEV o ibrida

        riguardo l’inciviltà , a Roma c’era una una collonnina gratuita su GRA , lo è stata per anni ..
        OCCUPATA praticamente a tempo pieno da una Tesla ,
        con smadonnamenti di tutti gli utenti che provavano a passare da quelle parti …

        P.S.
        non capisco questa crociata contro le PHEV
        capisco che OGGI non convengono visti gli incentivi rispetto alle BEV..
        ma c’è anche chi ha esigenze di nicchia ..

        e poi chi ce l’ha già ?
        e chi l’ha comprata USATA , si deve sentire meno “ecologista” di chi ha una EV nuova di pacca incentivata per decine di migliaia di euro ?

        bho ?
        questo lato campanilistico di dividersi su tutto ,anche sulle cazte,in Italia non lo capisco
        forse perchè nato all’estero avevo altre aspettative quando a 10 anni sono rientrato defiinitivamente
        un soddisfatto guidatore di PHEV ex guidatore di Ibride , spero presto guidatore di ev

        saluti da
        un “Pasquale Ametrano” qualsiasi

        • Tutto vero. Ci spieghi però perchè i dati sugli effettivi consumi delle PHEV in circolazione in Italia sono questi: https://www.vaielettrico.it/le-ibride-plug-in-emettono-molto-di-piu-del-dichiarato/. Insomma, al buon cuore dei proprietari utilizzarle in modo rispettoso dell’ambiente. Però gli incentivi ci sono anche per chi se ne frega dell’ambiente e di chi, con l’elettrica pura, se non trova da ricaricare resta a piedi. Personalmente trovo che non sia giusto.

          • secondo Trrilussa
            la statistica è una cosa relativa

            ci spetta un pollo a testa , ma c’è chi se magna due , negli ultimi anni anche 4 IMHO ..

            vale anche nell’uso ecologico delle auto
            Sono sicuro che c’è chi in garage ha una EV e va in giro spesso con il 6 cilindri 3000 cc
            non si puà generalizzare

            se mi chiede , più seriamente ..
            ha senso oggi , incentivare ibride e plug in NUOVE ?

            probabilmente no ,per la maggioranza dei casi
            ma per una nicchia di mercato SI ,che magari sta aspettando punti di ricarica più veloci e capillari ..

            io come consumatore attento , preferirei acquistare un EV
            ma l’ho acquistata a Dicembre 2019 , pagandola una bella cifretta di Euro USATA meno lo sconto della ibrida che ho dato indietro
            oggi ci avrei preso tranquillamente una ID3 Pure o una E208 o una Corsa E .

            Quindi ha senso oggi andare in giro con una PHEV ?
            probabilmente si ,
            perchè fino a 2 anni fa , le EV più abbordabili costavano 50.000 Euro SENZA INCENTIVI
            e le ev di quel prezzo avevano al massimo 40 kWh di autonomia

            non adatte per l’auto unica di famiglia
            ma solo come city car

            oggi ci sono quelle da 50kWh che coprono la stragrande maggioranza delle esigenze di una famiglia media ..

            le statistiche di cui parla lei ,
            IMHO non sono dei privati o tantomeno delle partite iva
            probabilmente , sono auto AZIENDALI ,
            e si sa come vanno le cose con l’auto aziendale fantozziana italica
            spesso sono solo una vetrina dell’azienda
            e l’utente si fa rimborsare LO STESSO la benzina dall’azienda

            le dirò di più , le phev USATE sono ottimi affari per i privati ,per chi vuole provare
            l’elettrico senza SVENARSI ancora per 4 o 5 anni ..
            e fate malissimo a dargli contro per “ideologia”

          • Non “diamo contro per ideologia”. Il punto è che abbiamo precisi obiettivi di riduzione delle emissioni (Ha letto l’ultimo rapporto IPCC, o gli impegni presi dall’Italia con il Pniec?) e con le mezze soluzioni di compromesso non li raggiungeremo mai. Negli altri Paesi d’Europa le auto elettriche sono vicine al 10-15% del mercato, da noi al 3%. Se siamo ultimi ci sarà un motivo, non crede? Aggiungo che abbiamo la maggior densità di auto rispetto alla popolazione. Qualcosa che non va dovrà pur esserci.

  23. Concordo con chi lamenta che:

    1) l’autore di questo articolo sembra saperne nulla di plug in e poco di colonnine.
    2) di talebani ci bastano quelli in Afghanistan senza doverne avere pure qui.

    Aggiungo che è anche possibile che la signora sia una furbetta, ma sarebbe in buona compagnia con quelli che hanno le elettriche pure e fanno lo stesso, vedi vari esempi su Facebook.

  24. Secondo me la furbata è sulle ibride, molti le acquistano per poter accedere agevolmente nelle zone ZTL, ma di viaggiare in elettrico manco l’ombra, potrebbe essere una soluzione valida ai valichi una comunicazione tra accesso e auto che la obbliga a esclusiva mobilità elettrica, se no nelle città non si andrà da nessuna parte.
    Io ho scelto una pura EV perché così tutta la famiglia è costretta ad un uso green, l’ibrida non è né carne né pesce, se non si trova un modo per imporre automaticamente l’uso corretto.

    Per quel che riguarda l’età non è una scusante, come hanno imparato ad utilizzare le tecnologie che gli fanno comodo posso imparare anche le altre.

  25. Mi è già capitato che la macchina (e208) non avviasse la ricarica per un difetto della colonnina enelx di quel tipo, se gli ha sbloccato la presa vuol dire che l’ha richiesta la ricarica, per me l’utente ha fatto correttamente, si troverà la macchina non caricata con suo grande piacere.

  26. C’è qualcosa da puntualizzare. Un’ora e mezzo può non essere sufficiente per ricaricare una plugin, visto che normalmente il caricatore interno è limitato a 3,7 kw. Per ricaricare completamente la batteria da 8,5 kwh della mia volvo impiego più di 3 ore alla colonnina. Un’altra cosa da approfondire è come la signora abbia potuto collegare il cavo senza avviare la ricarica. In genere le colonnine aprono lo sportellino solo dopo aver avviato la ricarica dal cellulare. Potrebbe essere (a me è accaduto più di una volta) che la ricarica non parta per un’anomalia nella colonnina o nel cavo o nell’auto. Non sempre ci si accorge immediatamente che la ricarica non si avvia nonostante sia stato eseguito tutto correttamente, ripeto a me è successo di andare a riprendere l’auto dopo un’ora di ricarica e aver realizzato che era stato ricaricato 0. Insomma, forse è una furbetta, ma la presunzione di innocenza teniamola in considerazione.

    • anche io ho una plug in
      purtroppo nel giro di pochi mesi sono diventate anacronistiche
      io l’ho presa usata a dicembre 2019 ,prima degli incentivi ,quando le auto elettriche pure avevano prezzi esorbitanti ..
      noi che ce l’abbiamo possiamo solo dire
      che il grado di inciviltà non dipende dal tipo di mezzo
      sono sicuro che esisto individui altrettanto incivili dotati di full electric

      nell’uso quotidiano , penso che l’unico tipo di colonnina appetibile per una plug-in è la colonnina gratis

      il parcheggio infido a scrocco presso la colonnina dipende dalle amministrazioni a Roma le strisce blu sono gratis per tutte le ev anche per le plug in

      quindi il problema è risolto
      inoltre è risolto anche dai gestori delle colonnine che si fanno pagare il parcheggio,salato, a fine carica , spero che i furbi plug in e non imparino qualcosa

      P.S.
      spesso le plug-in vengono additate come un escabotage per entrare in centro gratis
      ripeto dipende dalle persone
      nel mio gaso ho una media che va da 70 a più di 90 km/l quidi, io, la modalità EV la uso in maniera prevalente

  27. L’ipotesi che magari la signora era alle prime armi e non aveva idea di come ricaricare, e sempre magari è andata via convinta di aver avviato la carica, non vi sfiora neanche lontanamente?
    Inoltre: l’autore si è preso la briga di scrivere un articolo, documentando il tutto con una serie di fotografie, ma (per sua stessa ammissione) non ha pensato di perdere 2 minuti e chiedere alla signora se avesse bisogno di aiuto.
    Se avesse approfittato abusivamente del posteggio allora chiaramente il veicolo va rimosso, ma (e lo dico da possessore di ev) qui mi sembra che si stia mettendo alla berlina qualcuno solo perchè a) non ha un’elettrica pura e b) con una ibrida ha osato occupare uno stallo di ricarica, con tanto di chiosa finale poi (“Un solo rammarico: obblighi di privacy ci costringono a cancellare la targa, togliendoci il gusto di sputtanarla a dovere.”) tutta italica.
    Sarò controcorrente, ma questi articoli da “al rogo tutti i non puristi” non fanno bene a nessuno.

    • Sono completamente d’accordo. D’altra parte mi pongo un’ altra domanda: e se la macchina non fosse sua ma del compagno o di un parente e la stesse utilizzando temporaneamente. Mi viene difficile da pensare che con una macchina comunque lussuosa e con il 50% di parcheggi a strisce blu liberi si escogita una “furbata” del genere per risparmiare pochi euro. Io prima di puntare il dito mi sarei in qualche modo sincerato della situazione.

  28. Questo dimostra una volta ancora che il sistema migliore è quello di Tesla: se l’auto è collegata la colonnina riconosce l’auto e inizia la carica. Terminata la carica e/o il tempo massimo consentito inizia l’addebito della tariffa per l’occupazione.

    E secondo la mia modesta opinione, le ibride plug-in sono e saranno un bel problema e contribuiranno in modo consistente a dare l’impressione che le colonnine non siano sufficienti qualora si diffondano ulteriormente, perché richiedono di essere “biberonate” continuamente, aumentando il tasso di occupazione delle colonnine.

    • A mio avviso questo dimostra che il sistema della ricarica tramite app è il peggiore possibile. La cosa potrebbe essere enormemente semplificata con un pagamento tramite carta di credito contactless: attacchi il cavo, avvicini la carta di credito e parte la ricarica.
      Funziona così il pagamento dei parcheggi in Croazia, non vedo perchè non potrebbe funzionare così anche la ricarica.

      • Facendo un passo in avanti, la macchina potrebbe essere riconosciuta tramite il cavo di ricarica stesso e, se configurato un account per il servizio, l’addebito finisce direttamente sul conto (come da ad esempio Telepass)

  29. Siete stati anche bravi. Io avrei chiamato i vigili. Una volta dimostrato che la signora non stava ricaricando (contatore a zero), c’è multa più rimozione forzata. A costo di andare a prendere la mia Tesla solo per fare finta di avere necessità di ricaricare e quindi pretesto x chiamare le FdO.

    • La signora ha sbagliato. In buona o cattiva fede era da multare perché il veicolo non era in carica. Certo, Massimo, oltre che osservare la scena, poteva anche prendere il suo Smartphone e chiamare la municipale, avrebbe fatto la figura del perfetto cittadino.

  30. Art. 158 comma h-bis) “Divieto di fermata e di sosta dei veicoli. La fermata e la sosta sono vietate negli spazi riservati alla fermata e alla sosta dei veicoli elettrici. In caso di sosta a seguito di completamento di ricarica, possono essere applicate tariffe di ricarica mirate a disincentivare l’impegno della stazione oltre un periodo massimo di un’ora dal termine della ricarica. […]”

    E’ palese che il caso rientra tra quelli del divieto di sosta perché aver collegato un cavo ad un’auto non dimostra che vi sia una ricarica in vigore, quindi la signora stava sostando e non ricaricando, come testimonia l’importo fermo a 0 (e anche in giudizio non potrebbe dimostrare il contrario).

    Riporto però quanto scritto: “Ci colpisce una signora sulla cinquantina che armeggia con il suo cavo di ricarica. E’ connesso a una BMW X1 ibrida plug-in. L’altro capo lo sta collegando alla colonnina. Con grande impaccio, sembra, e con il cellulare nell’altra mano. Siamo tentati di chiederle se ha bisogna di aiuto, ma non lo facciamo”. Ora non vorrei fare l’avvocato difensore della signora, ma a me sembra più un’imbranata che una furba … 50 anni, armeggia, cellulare … al punto da far impietosire … Fosse stata una furba, in 3 secondi collegava il cavo e scappava per paura di essere notata, invece è una imbranata, magari di quelle che fino ad oggi non ha mai messo benzina col self service e che ora sta impazzendo tra app, cavi, pagamenti online, etc.

    Io dubito fortemente che l’acquisto di una plugin sia fatto per “fregare” lo stato: gli incentivi non sono così generosi da coprire l’extra gettito richiesto in fase di acquisto, basta fare 2 conti e lo si vede facile. Tra l’altro, non si può neanche ipotizzare un maxi sconto sui parcheggi per quei pochi comuni che lo fanno (come Salerno), perché i comuni si limitano a chiedere che l’auto sia ibrida, senza distinguere. Chi acquista una plugin (fatta eccezione per le flotte aziendali) lo fa per camminare il più possibile in elettrico, come dimostrano i lettori di VaiElettrico.

    Credo abbiate fatto bene a non pubblicare la targa …

    • Fosse stata un’imbranata e non una furbastra, una volta fallito il tentativo di ricarica avrebbe spostato l’auto in un normale parcheggio a pagamento (il parcometro è a meno di 20 metri). A Bologna le ibride plug-in sono equiparate alle elettriche e possono entrare nella Ztl. E la Regione Emilia-Romanga prevede uno sconto sulla tassa di circolazione.

      • E magari Massimo era convinta di aver dato lo start all’app. Dopotutto se sei convinto di aver dato lo start, non ti meravigli di leggere 0.0 sul contatore, nella tua testa la ricarica è appena cominciata e quindi sei convinto che stia funzionando. Magari la signora quando è tornata al parcheggio si sarà sentita super avvilita perché il contatore era a 0.

        Oh, poi non io c’ero, sto solo valutando tutte le possibilità, mi pare strana la sceneggiata dell’app e dell’imbranata per una che vuole parcheggiare a sbafo. Tu c’eri mi pare di capire, l’avrai vista in faccia, se ti è sembrata tutta una messa in scena mi fido di te …

      • Essendo imbranata potrebbe anche non aver capito se la colonnina stesse funzionando o meno.
        Lasciate vivere un po’.

        • Non sanno che fare..magari vedono una macchina nel posto dei diversamente abili senza permesso ma continuano a bere il loro aperitivo…e invece si ergono a paladini della civiltà se uno occupa una colonnina di ricarica, come in questo caso, senza sapere se signora abbia agito volontariamente in mala fede o il fatto sia frutto di una banale disattenzione.

          • Quello dell’aperitivo sarà lei, immagino. Non si permetta di far battute su di me.

          • Sig. Degli Esposti, quindi il processo alle intenzioni per una ricarica fallita della signora è ammissibile e merita il generale disprezzo dei lettori mentre un altrettanto falsa supposizione su tali deprecabili (ma molto più comuni) comportamenti no? Invece di offendersi cerchi di capire che la “battuta” è stata congeniata (non so se volontariamente) utilizzando lo stesso “iter processuale” messo in piedi dal suo assurdo ed inutilmente polemico articolo.

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