Con Heole si produce energia dal vento e pure dal sole. E’ la nuova vela coperta da celle fotovoltaiche organiche e flessibili che si testeranno presto in una prova estrema come la mitica regata oceanica Route du Rhum. Saranno a bordo del catamarano a vela dello skipper Marc Guillemot.
Secondo i manager della ditta francese la vela solare permette l’autonomia dei servizi di bordo – dal frigo all’illuminazione – e si punta all’alimentazione del motore elettrico ausiliare che si usa nelle manovre e in caso di necessità.
Celle solari ad alta efficienza incorporate nella vela del catamarano

Non è la prima volta che scriviamo di vele solari, ricordiamo tra le diverse esperienze quella di Spirit Yachts (leggi qui). La stessa Heole ha fatto una prima prova alla Transat Jacques Vabre sulla barca Leyton Ocean Fifty. Prima prova oceanica. La differenza è nell’uso delle materie prime. La scelta è quella della tecnologia delle celle fotovoltaiche organiche ovvero OPV che sta per Organic PhotoVoltaic. Un’alternativa al silicio basata su assorbitori molecolari o polimerici.
Le celle vengono incapsulate in diversi supporti e i punti di forza sono flessibilità, leggerezza, traslucenza. Caratteristiche ottimali per determinate applicazioni, oltre la vela si vogliono utilizzare per le tende degli edifici, delle serre ma pure dei dirigibili.
Nella vela 12 metri quadri di celle

In un recente comunicato stampa si danno i numeri della sperimentazione: “La vela incorpora 12 metri quadri di celle fotovoltaiche che producono il kilowatt di elettricità necessario ogni giorno per alimentare i servizi di bordo. Non abbiamo cambiato nulla nell’equipaggiamento della batteria della barca. Usiamo l’installazione originale“.

I benefici? “La capacità di carico rimane efficiente, anche in condizioni di luce medie e qualunque sia la posizione della barca rispetto al sole. Lo skipper quindi non deve preoccuparsi di adattare l’orientamento delle sue vele“. Ridurre l’incertezza tipica della produzione di energia da sole e vento.
Resta una vela competitiva, in competizione con il silicio
Bene la produzione di energia ma l’impatto sulle prestazioni sportive? “Heole è gestita come una vela classica; mantiene le prestazioni di navigazione di una equivalente non fotovoltaica senza un impatto significativo sul suo peso“. Questa la promessa, ma da verificare in acqua. Appuntamento ad ottobre con la partecipazione alla regata oceanica Route du Rhum, contando anche la preparazione prima dell’evento siamo a cinque mesi totali di test, un banco di prova impegnativo.
“In questo modo vogliamo perfezionare le impostazioni e convalidarne la robustezza – sottolineano da Heole – Marc Guillemot, uno skipper di talento, è stato coinvolto con entusiasmo. L’esperienza accumulata fino a settembre sarà utilizzata per finalizzare la seconda ala Heole, destinata alla
Route du Rhum“.
C’è la competizione sportiva e quella con la concorrenza delle celle a silicio: “La vela Heole genera una produzione di energia giornaliera (Wh) da 2 a 3 volte superiore a quella dei pannelli in silicio della stessa potenza (Wp)“. Risultati da valutare dopo la prova oceanica e ancora dopo.
Obiettivo: 6 kW di energia prodotta al giorno

Il manager Jean-Marc Kubler in una intervista al giornale francese Futura-sciences ha illustrato gli sviluppi futuri soprattutto in riferimento alle ricadute sulla vela quotidiana: “Se parliamo del mercato dello yachting e prendiamo una barca a vela da 10 a 12 metri con una randa di 60 metri quadri con 40 di celle OPV, possiamo puntare a 6 kilowattora di produzione di energia. Possiamo anche pensare di ricaricare le batterie per i motori elettrici ausiliari. Il nostro sogno è vedere le navi uscire in una giornata senza vento, veleggiare in alto, per alimentare i loro motori“.
Infine il prezzo: “Circa il doppio di una vela non solare della stessa capacità. Questo delta dovrebbe essere ridotto della metà o di tre quarti negli anni a venire. Pensiamo di commercializzare le vele dal 2023“.
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Ottima notizia !
Speriamo che funzioni correttamente per abbastanza tempo:
dato che i limiti delle celle fotovoltaiche organiche, rispetto al silicio, sono sempre stati: durata nel tempo molto limitata ed efficienza molto inferiore.