Ecco la mia ricarica “fai da te” in garage: cosa ne dite?

ricarica garage

Ecco come vorrei predisporre la ricarica dell’auto elettrica nel mio  garage condominiale, avendo una ragionevole garanzia di sicurezza. Cosa ne pensate? Ce lo chiede un lettore campano.  Scriveteci all’indirizzo info@vaielettrico.it.

Bastano presa industriale e cavo da 2,5 mm al contatore?

“Ho a disposizione un box privato in autorimessa condominiale. I contatori sono distanti 35 metri dal punto di corrente del mio box (in linea d’aria molto meno, all’incirca 15 metri) e la corrente giunge al box mediante dei cavi da 2,5 mm.

Orbene vorrei sapere se, con una presa industriale interbloccata posso caricare in ragionevole sicurezza l’autovettura impostando la velocità di ricarica a 10 ampere. Antonio da Avellino

No, se il condominio è sottoposto a CPI

Risposta- Facciamo una premessa: i condomini di grandi dimensioni con autorimesse sotterranee con superficie superiore a 300 mq sono sottoposti a una specifica normativa antincendio. Prevede il Certificato di Prevenzione Incendi (CPI) rilasciato dal Comando Provinciale dei Vigili del Fuoco che attesta la conformità dell’edificio o di una sua parte alle normative stesse. Se il suo condominio rientra in questa categoria, la ricarica dell’auto elettrica nel suo box è consentita solo previa installazione di un dispositivo di ricarica dedicato (in sostanza una wallbox) realizzata e certificata da un tecnico qualificato. E l’amministratore di condominio deve esserne informato.

Consiglio: sostituire il cavo con uno da 6 mm

ricarica garage

Se invece il suo condominio non è sottoposto alla certificazione antincendio (CPI) può optare per la soluzione indicata, cioè l’utilizzo del caricatore mobile in dotazione, collegato a una presa industriale blu. Tuttavia il cavo da 2,5 mm ci sembra un po’ sottodimensionato, anche limitando la corrente a 10 Ampere. Fossimo in lei lo sostituiremmo con cavo da almeno 6 mm che può reggere fino a 32 Ampere che le garantisce più sicurezza e la possibilità di ricaricare più velocemente sfruttando a pieno la potenza contrattuale.  Il costo per 35 metri lineari non dovrebbe superare i  100 euro, posa in opera compresa.

LEGGI anche “Ricarica domestica: è un must, ma che rompicapo!” e guarda questo VIDEO

Visualizza commenti (24)
  1. Considera anche che durante la carica via via la batteria deve essere raffreddata, quando si accende l’impianto per raffreddarla (Poi dipende dall’auto) c’è un certo consumo e se ricarichi a solo 10A, il gioco non vale la candela. (spiegone del motivo per cui qualcun’altro ha parlato di inefficienza alle basse potenze). I tempi di allungano e aumenta il rischio se i cavi non sono ben dimensionati

  2. Partiamo dal fatto che la misura dei cavi è in mmq e non in mm visto che rappresenta una sezione. Io con 2,5 mmq non ci caricherei nulla visto che 35 m sono tantissimi e la caduta di tensione sarà alta ( considerate una resistenza del cavo doppia perché fra contatore e presa punto di ricarica i cavi sono 2, fase e neutro. Il mio caricatore sta a circa 30 m dal contatore e ho passato una linea da 10 mmq per evitare problemi, perché purtroppo la corrente di carica di un’auto è sempre la massima per ore. In quanti al discorso shuco sono 5 anni che carico a 16A con quella e il carichino e tutto funziona benissimo, nessuna fiammata. Basta avere presa e spina di buna qualità e non le cinesate da mercatone, ancora meglio se si usano quelle industriali blu

    1. Mentre invece se facessi installare una btcino green up? Di quelle con il disegno dell’auto per intenderci.
      Chiarisco che nel mio caso si tratterebbe di ricariche occasionali (una volta a settimana durante il weekend) perché durante la settimana lavorativa carico in azienda

      1. no, non conviene. Ti spiego perché:
        🚫 Non è una vera wallbox: in realtà è poco più di una presa rinforzata con un magnetotermico e un sensore di connessione. Non ha controllo dinamico della corrente, non dialoga con l’auto né con il contatore.
        🚫 Zero intelligenza: niente app seria, niente gestione carichi domestici, niente integrazione con fotovoltaico o domotica.
        🚫 Prezzo fuori mercato: la fanno pagare come una wallbox entry-level, ma tecnicamente è molto meno.
        🚫 Esperienza d’uso scarsa: la gestione software è macchinosa, gli aggiornamenti rari, e in generale l’ecosistema Legrand/Bticino lato EV è rimasto indietro rispetto a marchi nati per la mobilità elettrica (Zappi, Wallbox, Easee, etc.).
        La Green Up è un mezzo bidone costoso: paghi il marchio, non la tecnologia. Meglio spendere meno (presa CEE + EVSE portatile) o spendere uguale ma su una wallbox vera.

  3. La norma CEI 64-8 richiede che per la protezione di una singola presa di un sistema di ricarica per auto elettriche di tipo 2 (carichino) è richiesto un interruttore differenziale, con Idiff non superiore a 0,03 A, almeno di tipo A.

    Per curiosità ho provato a verificare le caratteristiche tecniche di un “caricatore portatile EV tipo 2”, di un noto sito cinese, ed ho scoperto che:
    “la protezione dalle perdite (per i modelli ndr) 3.5kW e 7KW sono protezione AC 30mA”. Quindi, il differenziale utilizzato è di tipo AC e non A.
    Il tipo A è molto più sicuro del tipo AC.
    Attenzione, in questa applicazione il tipo AC è fuori norma … anche se si volesse interpretare la CEI 64-8 in modo estensivo.

  4. Ero nella stessa identica situazione e caricavo all’inizio solo con il caricatore in dotazione da attaccare alla presa tedesca.
    Ho sostituito il cavo con uno da 6mm e montato la wallbox, risultato tempi di ricarica più che dimezzati e nessuna apprensione che bruciasse il cavo!

  5. Se sotto CPI prevedere connessione sotto lo sgancio condominiale, , il progetto va firmato da un ingegnere abilitato e approvato dai vigili del fuoco ( amministratore).

    1. Nella circolare dei VVF leggo che fino a 3,7 kwh non si può parlare di “stazione di ricarica”. E nel mio caso (non intendo modificare il limite da 3 a 4,5 kw perché non ne ho necessità) saremmo ben al di sotto di tale soglia.
      Inoltre non ho intenzione di installare una wallbox, bensì una presa industriale 16 A da utilizzare occasionalmente (quando non riesco a ricaricare in azienda o una volta a settimana durante il weekend) per la ricarica.

  6. Per 35m il cavo da 2,5mmq e’ sufficiente. In teoria potrebbe andar bene fino a 18A, quindi rimanendo a 10A-12A ci si terrebbe un largo margine. Senza ovviam connettere altre apparecchiature sulla stessa linea.
    Diciamo che sostituendo i conduttori con quelli da 6mmq in futuro si sarebbe poi pronti per l’ev implementazione di una wb

    1. Intanto grazie per il contributo.
      Userei occasionalmente (una volta a settimana in media) la ricarica tramite presa industriale durante l’orario notturno con gli elettrodomestici spenti o in stand by

  7. “100 euro, posa in opera compresa”?!
    Su che pianeta vivete???
    Al giorno d’oggi quella cifra copre solo l’uscita dell’elettricista.

    1. Francesco Giossi

      Ma veramente, come si chiama quello che posa 35 metri di cavo, compresa manodopera e cavo, a 100euro? Manca uno zero

    2. In effetti i prezzi si sono alzati non poco rispetto a qualche annetto fa…

      Il cavo FG16 3x6G solo lui viene 4 euro al metro lineare al Tecnomat se ho visto bene.
      35 metri sono 140 euro solo di cavo. L’un per l’altro.
      Poi la presa interbloccata, sempre al Tecnomat, se una volta stava a 20 euro oggi sta a 25, non è diventata incomprabile. Però diciamo che se l’elettricista è un buon amico e non trova grossi impedimenti, per il lavoro del nostro amico tra materiale e manodopera siamo fra i 400 e i 500 euro.
      Chiaro che più è vicino il contatore meno si spende, purtroppo oggi i prezzi sono quelli.
      C’è di buono che per i 16 ampere del nostro amico si può pensare anche al 4mmq, si risparmia qualcosa.
      2,5 mmq da norma di legge per 16 ampere sarebbero sufficienti, d’accordo col tenersi però dalla parte del frumento anche perchè con 35 mt un pelino di calo di tensione sarebbe da mettere in conto.

      Però c’è sempre un però: come siamo messi con lo sgancio?
      https://www.vaielettrico.it/chi-sgancia-per-lo-sgancio/

        1. Se invece, come già magari fa qualcuno, utilizzo la schucko già presente per la ricarica “occasionale” sono a posto giusto?
          A me sembra assurdo che per operare in maggiore sicurezza (presa industriale anziché schucko ) finirei per non poterlo fare/spendere uno sproposito/entrare in un vortice di autorizzazioni

          1. La schuko non è fatta per assorbire certe potenze per ore. Neanche con 2KW scarsi (230V x 8A) c’è da stare tranquilli, se succede ripetutamente.
            E in ogni caso il processo di ricarica diventa sempre più inefficiente abbassando l’amperaggio.
            La schuko va bene per ricariche occasionali o d’emergenza.

    3. Penso che il senso fosse un altro. Se già chiami un professionista a fare il lavoro, tanto vale posare un cavo più spesso, la differenza di prezzo non dovrebbe superare i 100€.

      1. Il problema non sono i 100 (un po’pochi) o i 300 euro ulteriori da spendere.
        Il problema è che finché resto nella mia proprietà privata ok, ma se agisco sui cavi, entro nell’area condominiale, con ciò che consegue in termini di garantire pari diritti agli altri ecc.

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