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Ecco chi boicotta l’auto elettrica in Italia

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Ecco chi boicotta l’auto elettrica in Italia: Paolo punta il dito contro i due colossi di Stato, accusati di privilegiare la dipendenza dal fossile. Vero? Vaielettrico risponde. Ricordiamo che le vostre mail vanno inviate a info@vaielettrico.it

ecco chi boicotta

Ecco chi boiccotta l’auto elettrica: “Eni ed Enel, le aziende statali del fossile…”

“II principale freno alla diffusione dell’auto elettrica in Italia non è culturale né tecnologico, ma economico. Ricaricare un veicolo elettrico costa spesso più che fare il pieno a uno a benzina o diesel. È un paradosso che disincentiva i cittadini e vanifica ogni dichiarazione d’intenti sulla transizione ecologica. 

La ragione è sotto gli occhi di tutti. Le reti di ricarica pubblica sono nelle mani di due sole società: Enel ed Eni. Non si fanno concorrenza, e non è difficile comprenderne il motivo. Entrambe producono e distribuiscono carburanti fossili, ed entrambe sono partecipate dallo Stato. In questa configurazione, non hanno alcun interesse a rendere l’elettrico conveniente, anzi: mantenere alto il costo della ricarica significa difendere il mercato tradizionale. 

Si tratta di un duopolio di fatto, controllato dallo stesso soggetto pubblico. Una situazione che solleva interrogativi evidenti sul piano della concorrenza, della trasparenza e dell’efficacia delle politiche ambientali. Finché la mobilità elettrica sarà affidata a chi trae ancora profitti dal fossile, la transizione non potrà che restare una promessa mancataPaolo De Maria, Roma

Ecco chi boicotta
Anche in autostrada dovremmo avere presto più concorrenza (qui una ricarica di Free to X sull’Autostrada del Sole).

Servono due cose: più EV che ricaricano e più concorrenza tra gestori

Risposta. Ci sono troppe cose che non tornano in questa lettura. La prima è che è inesatto dire che l’Enel è un’azienda che “produce e distribuisce carburanti fossili“. Il business è in massima parte incentrato sull’elettricità e sotto la gestione di Francesco Starace è stato fatto uno sforzo enorme per dare all’Italia una rete di ricarica capillare.  Anche a costo di perdere soldi e di commettere qualche errore, a volte mettendo colonnine in posti poco o per nulla frequentati. Poi il vertice è cambiato, anche se il nuovo n.1, Flavio Cattaneo, ha confermato l’impegno nella mobilità elettrica. Come dimostrano la partecipazione ai bandi del PNRR e il portafoglio di soluzione integrate per i clienti privati.

Adesso le tariffe stanno lentamente scendendo e quel che serve per far partire davvero questo mercato (e qui siamo d’accordo con Paolo) è una vera concorrenza. Ewiva, Eni Plenitude e la stessa Enel X hanno ritoccato al ribasso i loro prezzi, anche se in parte di tratta di un taglio temporaneo. Ma bisogna fare di più e servono due cose: 1) Che arrivino altri concorrenti, con prezzi più aggressivi. 2) Che aumenti il numero delle auto che ricaricano, per ammortizzare il costo delle colonnine.

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45 COMMENTI

  1. La risposta della redazione dice che ci sono “troppe” cose che non tornano nella “lettura”, ma ne cita solo una, che ENEL non distribuisce carburanti fossili. Ma il punto cruciale non è questo, è il fatto che il proprietario di chi decide i prezzi delle ricariche (ENEL), è lo stesso di chi guadagna col petrolio (ENI). Il conflitto di interessi a sfavore della mobilità elettrica mi pare evidente.

  2. ma il sig. paolo (lettera mandante) è la prima volta che legge VE?
    mi è sorto il dubbio rammentando che, da un paio d’anni abbondanti, le stesse parole vengono ripetute giornalmente un po’ da tutti..

    il business primario di eni è sempre stato petrolio/gas.
    il business primario di enel è sempre stata l’elettricità: per fargli abbassare le tariffe si potrebbe proporgli di piantare frutta e verdura sotto i suoi impianti fotovoltaici così da avere una seconda entrata dalla loro vendita.. 😉
    non è forse così che viene promosso l’agrivoltaico? quindi perché anche non al contrario?

  3. Il bene dell’ambiente deve coincidere con un vantaggio anche personale. Altrimenti sono discorsi inutili. Con queste politiche rimarrà appannaggio di chi può ricaricare a casa e per i soliti motivi di convenienza :niente bolli, superbollo, manutenzione meno costosa e riduzione rca oltre al fatto che si risparmia sulla polizza incendio e furto perché nessuno le ruba. Mia opinione personale

  4. Pensate che prima o poi arriveranno le accise o il superbollo. Qualcuno dovrà rifondere il mancato incasso delle accise. A già volevano toglierle!!!!!!

    • La spesa fiscale per abbattere accise e i contributi a fondo perduto per i fossili è superiore alle accise incassate sui carburanti. Si controlli il bilancio dello stato e scoprirà che:
      – togliere completamente i combustibili fossili (quindi gli incentivi agli stessi) comporta un PAREGGIO in termini di introiti fiscali;
      – importando al 100% il petrolio, la bilancia import/export migliora (sì, anche pale eoliche e pannelli vengono importati, ma UNA SOLA VOLTA, non tutti gli anni!!);
      – la spesa sanitaria diminuisce sensibilmente, ricordo che le malattie respiratorie (e i tumori) costano decine di miliardi alla sanità, ogni singolo anno, da sempre.

      Facendo un semplice conto economico e cinico, lasciando perdere completamente ogni altra motivazione, qualsiasi governo dovrebbe immediatamente spingere il più possibile in quella direzione, il fatto che non lo facciano è spiegabile solo con collusione, interesse privato, incapacità totale.
      In Cina, dove è presente sostanzialmente una dittatura che è molto meno soggetta a pressioni politiche e interessi privati (gli amici degli amici), lo hanno capito e si sono affrancati dai fossili sia per motivi di indipendenza energetica estera che di spesa sanitaria.

      Il superbollo dovrebbe essere trasformato in altro, la potenza come parametro è un nonsenso concettuale per le BEV, dovrebbe essere in proporzione a tre fattori:
      – prezzo di acquisto della vettura
      – dimensioni (occupano parcheggi)
      – peso (usura delle infrastrutture)

      Attualmente si potrebbe produrre una macchina fatta in oro e diamanti, venduta a 100 milioni di €, con 100kW di potenza e 2000Nm di coppia, lunga 6 metri e larga 3, pesante 5 tonnellate, senza pagare il superbollo, che avrebbe un’ottima accelerazione nonostante il peso: se questo pare giusto…
      Ricorda un po’ gli yacht in titanio a propulsione nucleare da 14 metri e 30 milioni di euro di prezzo: non pagano tasse, a differenza di una barca in legno da pesca del 1950 da 10.000€ ma lunga 14,01 metri.

  5. Quando ho comprato l’auto io si ricaricava gratis in molti luoghi. Persino i supercharger erano gratis.
    Eppure tutti boicottavano le auto elettriche ma in quel caso era giustificato dalla “novità tecnologica” (sebbene model S era stata commercializzata da oltre 6 anni).
    Una prece per i CPO che piangono miseria dopo aver fatto smantellare le colonnine gratis nei supermercati ed ora nemmeno con 65 cent/kWh rientrano nei costi.

    Mi fa ridere la litania di vaielettrico che giustifica sempre i CPO dicendo che ci vuole un maggior tasso di utilizzo dopo che fior fior di scienziati hanno seminato colonnine senza mai attivarle: si fa davvero fatica a ricaricare a colonnine spente, sapete? 😄

    Ai miei tempi ci si sfanalava tra tesla per quanto erano rare.. e mi parlate di poche auto nel 2025?

    La verità è che i cpo non si aspettavano che tanta gente ponderasse l’acquisto dell’auto elettrica saggiamente.
    Credevano che compravano senza che fossero in possesso di un ricovero che consentisse la ricarica casalinga.

    Gli è andata male.

    Un saluto ai manager di Lidl che continuano a offrire corrente gratis.. chissà come fanno. Spero lo insegneranno a qualche CPO prima che fallisca.. non vorrei mai ciò accadesse.. poveri cpo.. caricate alla colonnina pubblico, forza, fate la carità 😄😄😄

  6. Le colonnine si devono poter ricaricare con il bancomat e non le carte imposte dalle varie app ed inoltre il prezzo deve essere pari al costo medio dei contratti di casa. I prezzi applicati in autostrada sono assurdi e ingiustificati! E lo Stato ha rinunciato a controllare i prezzi?

  7. Veramente altri operatori ci sono eccome solo che finché il roaming taglia loro ogni possibile guadagno è come se non ci fossero. Infatti le uniche reti che riescono ad offrire prezzi congrui sono private ed indipendenti da Enel X e Plenitude

  8. Peccato che chi ha messo Cattaneo al posto di Starace sapeva bene quello che faceva.
    Quindi la lettura di Paolo è forse superficiale, ma l’ipotesi “cane non morde cane” non è affatto campata in aria.
    Quello che è strano è che neppure l’antitrust abbia nulla da ridire, a meno che non abbia le mani legate da questioni politiche.

    • Bravissimo Paolo. Si potrebbe anche argomentare in modo ancora più dettagliato. Il male vero è ENI (Descalzi) che disinveste sulle rinnovabili e mette13 miliardi nei pozzi di gas in Libia. Siamo il paese europeo più dipendente dal gas e con le tariffe elettriche più alte d’Europa. Tutto poi si completa con un cartello ignobile guidato da Cattaneo che licenzia i vertici di EnelX per metterci i suoi fedelissimi per triplicare le tariffe di ricarica. Quindi disinvestimenti (rinnovabili) incremento tariffe e + gas = più dividendi per il MEF ovvero per il governo che ringrazia e ci mette all’avanguardia del settore energetico in Europa. E intanto mentre cimpingiamo addosso per la crisi di un Automotive che in Italia non esiste, BYD e Leapmotor aprono stabilimenti in Europa nei Paesi non favorevoli ai dazi (ovvero Spagna non certo in Italia). Incapaci, vergogna vera.

  9. Il problema è che i principali utilizzatori delle auto elettriche sono privati con ricarica domestica e aziendali con ricarica mista pubblica e privata, il resto per lo più non usa auto elettriche per il semplice motivo che non ne ha alcuna convenienza, pertanto le colonnine sono e saranno sottoutilizzate e i costi elevati. Se qualcuno pensa di uscirne con l’obbligo dell’elettrico e il ban delle termiche si vada a leggere l’intervista a De Meo ed Elkann. Si va dalla padella alla brace.

    • Bono il De Meo, te lo raccomando…

      Parole sue:
      “…Quando sono arrivato alla Renault, la mia scelta l’ho fatta: la dimostrazione è che oggi guadagno come la Renault non ha mai guadagnato in 125 anni di storia, molto di più rispetto a quando facevo un milione di auto in più.”

      Sai a questo (ma pure a quell’altro…) che je frega della transizione, dell’inquinamento, dell’occupazione, dei lavoratori, delle responsabilità sociali delle aziende, e bla bla bla? UTILI, baby, UTILI: quello è il mandato che gli ha dato il CdA, e lui caschi il mondo interessa fare UTILI, in tutti i modi.

      • Se qualcuno pretende che un industriale produca senza fare utili o, addirittura, in perdita è meglio che si dia una svegliata. La transizione sulla pelle dei cittadini semplicemente non si può fare, e per cittadini intendo tutti, dal pensionato che non ha i soldi per comprare una elettrica che poi non saprebbe nemmeno come gestire mancando di una struttura di ricarica oltre che delle capacità per gestire la complessità della ricarica alle colonnine all’operaio (altri mille in meno in questi giorni) che con la transizione si vede togliere anche il proprio sostentamento

        • Mah, la storia ci racconta un’altra… storia.
          Il mondo va avanti, la tecnologia avanza e gli “industriali” che non stanno al passo con la concorrenza vengono spazzati via.
          L’unico modo per evitare che spariscano è sovvenzionarli pesantemente o nazionalizzarli quando è il caso.

          • Leonardo, si certo come la carrozza verso l’automobile, peccato che per avere questa “rivoluzione” sono passati decenni e non anni e fondamentalmente i problemi erano gli stessi, mancanza di potere economico della stragrande parte della popolazione e e difficoltà di ricarica energetica (la prima pompa di benzina a è entrata in funzione in Italia nel 1920 quando la mod T girava in Ameri a già da 20 anni) esprima di avere distributori diffusi nel territorio passaro o decenni.
            Per cui se tanto mi da tanto ne riparleremo come minimo tra il 2040 e il 2050 … prima l’elettrificazione di massa resterà un sogno.

          • antonio Gobbo ma il mondo va sempre più veloce, si guardi la situazione dell’elettrico nel 2015 rispetto a quella di oggi, se la immagini nel 2025…

        • @Marcello

          Mi pare che hai scritto tutto ed il contrario di tutto.
          L’imprenditore vuole guadagnarci, strano ma vero (ma subito!!!… alla faccia della programmazione)
          I cittadini, pensionati compresi, non vogliono perderci, altrettanto strano.
          A parere mio in un sistema equilibrato ci guadagnerebbero (prezzi auto e di ricariche corretti).

          Che significa “transizione sulle pelle dei cittadini”?
          I denari sempre e comunque arrivano da cittadini, servizi, tasse, prodotti… tutto è sempre pagato alleggerendo le loro tasche.
          Forse faresti prima dire che la transizione non la vuoi, non ti interessa.

          Per tornare un po’ al tema, la mancanza di strutture o
          e di prezzi accessibili di ricarica penso siano fra i maggiori motivi di disincentivo all’acquisto di una EV per tutti coloro che non possono ricaricare a casa.
          Ed allora vedi che i clienti potenziali sarebbero “infiniti”… ma no!!! meglio tenere prezzi che manco gli extraterrestri e poi giù alamentarsi che i pochi italiani possessori di EV ricaricano a casa.
          Ecco che, forse, si delinea in concreto la strategia per ostacolare la transizione.
          Chissà se il tutto è frutto di menti sopraffine o di occasionale i.diozia.

          • Sicuramente a me non interessa comprare una elettrica che mi darebbe problemi più da ferma che in movimento. Facile fare gli ecologisti quando torni a casa, attacchi la spina e lasci fare tutto al computer. Prova a farlo quando torni a casa la sera e non hai nessuna voglia di cercare una colonnina attaccarci la tua auto, trafficare con app e carte varie, ricordarti di riprenderla dopo almeno 2 o 3 ore a seconda della potenza erogata e ricominciare a girare in cerca di un posteggio.

        • Secondo me ti è sfuggita la correlazione “fare più utili pur vendendo meno auto”…
          Può davvero pensare che sia una buona strategia vendere meno auto aumentandone il prezzo per fare più utili?
          Fino a quando pensa possa durare il giochino?
          E quando il giochino si romperà, chi pensi che ci rimetterà, De Meo e il suo CdA o…?

          • La “pensata” era semplice. Facciamo la transizione grazie all’aiuto della politica e faremo un sacco di soldi facendo rinnovare l’intero parco automobilistico, per ammortizzare gli investimenti carichiamo sui costi delle termiche facendo sparire i modelli più economici con margini risicati ed il gioco è fatto. Ma le cose sono andate diversamente e si sono ritrovati con un mercato delle elettriche che non decolla e risente della forte concorrenza cinese (e anche di Tesla che quantomeno ha previsto all’origine un sistema di ricarica pubblica fast dedicato) e un arretramento nelle termiche dove i cinesi hanno preso il posto degli Europei proprio nel campo dei modelli più economici inopinatamente perso. Adesso non sanno più a che Santo votarsi, e se qualcuno pensa di costringere le persone ad acquistare un’auto elettrica con altri diktat si prepari ad un parco automobilistico sempre più vecchio. Per quanto mi riguarda personalmente, non ho alcuna preclusione, ma mai comprerò un mezzo che mi costringa a fare cose che ritengo inutilmente complicato da usare

        • Marcello, vista l’ultima risposta che hai avuto sulle tue “preclusioni” direi che instaurare una discussione con chi parte da presupposti opposti e non conciliabili è decisamente jnutile, lasciamo andare le cose come vanno e alla fine decideranno il mercato e soprattutto gli italiani quale sarà la soluzione migliore, si vedrà allora chj partiva dai presupposti corretti e ci invece sbagliava nelle sue previsioni. Se è vero che le BEV non si vendono a causa della “ignoranza italica” sull’argomento … bhe col tempo questo “analfabetismo” verrà scemando, se invece i problemi sono di tipo economico all’acquisto e di difficoltà/costi per le ricariche, bhe allora ci troveremo ancora per molti anni con % lontane anni luce dai target che qualcuno in Eurppa ha fissato. …. chi vivrà vedrà 🙂

  10. Mi sembra una risposta un po’ inutile per non dire altro. Le ev non aumentano finche ti chiedono 90 cent al kwh e anche aumentassero, finirebbero tutte a ricaricare nelle case (per chi può) o nei charger di tesla che chiede la metà per ricaricare lo stesso kwh. Che ci sia un problema politico per cui con il governo meloni sono cambiati i vertici di eni e enelx e si sono tolti abbonamenti, pacchetti e si é passati da 35 cent a 95 é sotto gli occhi di tutti. Sono scelte politiche come erano scelte politiche quelle che agevolavano il passaggio al elettrico sotto altri governi. Come sono scelte politiche non aver voluto agevolare l arrivo di altri produttori anche cinesi in italia, ne aver voluto creare la filiera tecnologica per produrre batterie. Semplicemente , la politica industriale in questi anni é inesistente a parte le parole di circostanza. Chi non crede nella innovazione tecnologica e rimpiange i diesel non può governare il futuro.

    • Tanto più che c’è chi come Tesla che ha una rete totalmente privata ma fatta per essere sostenibile dal punto di vista del business.

    • … rimpiange i diesel …

      Direi che rimpiange il nucleare.
      E trovo la Redazione cerchiobottista, lo dico educatamente…

  11. Però qualche auto elettrica circola nel nostro paese , forse se anziche caricare a casa facessero lo sforzo di caricare alle colonnine , d’altronde è per il bene collettivo, permetterebbero ai prezzi di diventare più competitivi attirando nuovi utilizzatori e aiutando chi ha meno possibilità economiche

    • Mi dia una buona ragione per caricare al doppio del prezzo e con la scomodità di dover portare l’auto alla colonnina, mentre posso semplicemente collegarla alla presa quando è ferma in garage…

      • La buona ragione è ovviamente la salvezza dell’umanità, la diminuzione delle malattie ecc, mi spiego vista la difficoltà economica più volte emersa in questo blog, di molti , motivo del mancato acquisto bev, con un sacrificio minore dei già possessori quale l’uso delle colonnine permettereste di abbassare i prezzi delle medesime favorendo la diffusione ad altre persone

    • Eh, certo, l’ho vista proprio stamattina, mentre mi facevo la barba, la scritta “Giocondo” sulla mia fronte.

      • Infatti , mi perdonerete questo innocuo giochino atto solo a dimostrare, e sapete benissimo a cosa mi riferisco, che quando lo sforzo contempla il nostro giardino risulta sempre un po più complicato da accettare

        • No. no, fermo: io lo sforzo l’ho fatto eccome, messo FV, casa full elettrica e BEV.
          I soldi necessari erano i miei, non i tuoi.
          E ora dovrei pure autotassarmi alle colonnine di Enel o Eni perchè sennò TU non ce la fai a comprarti la BEV ?
          Guarda che lavorare un pochino non ti farebbe mica male, credimi…”il lavoro nobilita l’uomo, le supercazzole no”…

    • @DS

      Il target dovrebbero essere coloro che non possonno ricaricare a casa non il contrario.
      E sono, così si dice, milioni.
      Eppure vengono bellamente ignorati.
      Dice nulla sta cosa?

    • È un ragionamento che ci può stare, io non potendo ricaricare a casa carico comunque sempre ai Supercharger Tesla o con il provider che tramite la sua app/card pratica il prezzo più basso (possibilità mai avuta, in oltre 32 anni di rifornimenti di carburanti, di risparmiare il 40% sul “pieno”). Questo anche per premiare gli sforzi di fornitori onesti, trasparenti, solidali; non vado di certo a premiare fornitori disonesti e che fanno appositamente cartello per bloccare la transizione ecologica nel nostro paese, come ordinato dal governo, vedi Enel in primis ed Eni. Anche se poco, continuo a risparmiare, a non emettere sostanze inquinanti dannose dallo scarico, a godermi l’eccezionale piacevolezza di guidare un’auto elettrica, confortevole, prestazionale, ricca di contenuti a prescindere. Si può fare, anche senza ricarica casalinga che rimane comunque di gran lunga quella preferibile

    • Ma scusa, il bene comune lo facciamo già evitando di inquinare.
      Pagare di più (o rimetterci) per non inquinare mi sembra un po’ troppo, non trovi??

  12. Come giustamente fatto notare nella risposta, Enel non produce e non vende combustibili fossili. Un aumento del consumo di energia per caricare le auto (o per qualsiasi altro uso) è un beneficio per Enel che produce e vende energia appunto.

  13. Paolo concordo con Lei sul tenore della Sua missiva ed in particolare sulle critiche ad Enel e Plenitude ma… posto che è vero che in generale ricaricare è aumentato molto, troppo, ci sono altri fornitori con cui si spende fino al 50% in meno rispetto a Enel e Plenitude.
    Personalmente ho riposto le loro tesserine nel cassetto da tempo.
    Ancora incontro alle colonnine persone con l’app Plenitude o Enel e trasecolano quando scoprono di pagare decisamente di più del sottoscritto; sarebbe un forte segnale abbandonarli in massa.

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