La Polizia olandese sperimenta una speciale piattaforma dinamometrica per scovare direttamente in strada le eBike truccate. Controlli stradali mirati e sanzioni pesanti ai trasgressori per frenare un trend sempre più in voga. Non solo in Olanda.
Quello delle eBike “truccate” è un fenomeno globale in crescita. Modificare l’assistenza elettrica delle bici per spremere più potenza di quanto consentito per legge, sembra essere un trend molto in voga, specie tra i più giovani.
In Olanda, Paese dove pedalare è la regola e le eBike in circolazione hanno numeri importanti, si sta cercando di porre un freno all’uso improprio di questi veicoli in strada con strumenti di controllo specifici ed immediati. Come quello testato recentemente dalla Polizia stradale, che permette di cogliere le bici elettriche truccate in flagrante, cioè direttamente in strada.

Controlli rapidi a bordo strada
Si tratta di un macchinario molto simile al banco dinamometro utilizzato per misurare le performance delle automobili o delle moto, ma in versione ridotta adatta ai test sulle biciclette.
Nello specifico, tutto avviene a bordo strada: quando l’agente esegue un controllo carica l’eBike su questa piattaforma, ne blocca la ruota anteriore, quindi inizia a girare i pedali normalmente.
In questa maniera viene misurata la potenza di erogazione dell’assistenza elettrica fino alla velocità massima consentita (25 km/h), controllando che il motore si spenga dopo tale soglia come da normativa. Se ciò non accade, e la propulsione elettrica continua, allora sono guai. Scattano sanzioni fino anche al sequestro del mezzo.
Ovviamente durante l’operazione viene segnalata anche la presenza o meno di un acceleratore, illegale sulle eBike europee.
La Polizia ha fatto sapere di avere già pronte all’uso circa 250 di queste speciali piattaforme di controllo. Se i primi test avranno successo, la strumentazione sarà ulteriormente ampliata.

eBike truccate, fenomeno fuori controllo?
Nei Paesi Bassi si è pensato a questa soluzione da quando l’”hacheraggio” delle bici assistite è diventato un fenomeno molto esteso, particolarmente evidente tra i rider dei servizi di ristorazione, beccati a sfrecciare per le città senza quasi pedalare.
Si parla di Olanda ma il problema delle eBike truccate è decisamente globale. Anche in Italia alterare le eBike con modifiche più o meno complesse, così da aggirare i limiti consentiti per l’assistenza elettrica (motore non oltre i 250 W e aiuto elettrico fino ai 25 km/h), sembra essere un’operazione sempre più diffusa e nemmeno così complicata da mettere in atto.
Le alterazioni dei motori non sono così facilmente individuabili e il problema, il più delle volte, è alla radice. Perché se è vero che alcuni produttori di motori per eBike, come ad esempio Bosch, cercano di scoraggiare questa pratica costruendo meccanismi anti-manomissione, ce ne sono altri molto meno scrupolosi che assecondano solo la “voglia di potenza” degli acquirenti, immettendo sul mercato (specie online) kit di modifica o addirittura bici già truccate. In sostanza per vendere di più.
Da qui il proliferare di utenti che acquistano eBike “sbloccate” oppure che modificano veicoli già omologati per renderli più veloci in strada. Utilizzandoli dove e come non potrebbero.
Tra chi chiede con forza patentini ad hoc per gli e-bikers (non ultima la California) e chi punta invece il dito verso i produttori furbi, in Olanda si è pensato prima di tutto ad inasprire i controlli in strada, beccando sul fatto i trasgressori. E’ una soluzione, non certo definitiva. Vedremo se il Paese che ha più bici che abitanti farà ancora una volta scuola.
Il limite assoluto di velocità di 25 km/h per le sole bici elettriche è troppo basso e in termini generali è una assurdità, quindi un implicito invito a truccare le bici. Peraltro questo limite è ragionevole per i percorsi urbani ed in quanto tale ritengo che dovrebbe essere mantenuto, anche in maniara tassativa e sanzionabile, ma solamente in questo ambito.. Qualsiasi bicicletta leggera o da corsa può andare ben più veloce dei 25 km/h, e non vedo perchè il ciclista elettrico non possa fare altrettanto, almeno sui percorsi extra-urbani, dove non c’è pericolo e dove il motore legale da 250 W permette al pedalatore medio di tenere quei 35-40 km /h che sono tipici delle bici tipo corsa, ma senza sudare troppo. Purtoppo, come nel caso dei monopattini, ci sono ciclisti che pretendono di andare troppo forte in città o dove il percorso non lo consente. Come si faccia a convincere questi imprudenti ad essere prudenti è un altro problema, ma vale per tutti i veicoli, non solo per le bici elettriche
infatti non c’è nessun limite di velocità di 25 km/h per le ebike. E’ l’assistenza del motore che cessa (intorno) a 25 km/h.
/// qualsiasi bicicletta leggera o da corsa può andare ben più veloce dei 25 km/h, e non vedo perchè il ciclista elettrico non possa fare altrettanto \\\ Certamente le biciclette muscolari possono superare i 25 kmh ma cosa si puó fare tecnicamente per impedirlo ? In ogni caso non mi sembra il caso di “incoraggiare” il ciclista elettrico a fare altrettanto visto che le ebike pesano di piú e non hanno necessariamente freni adeguati.. Per chi vuole andare dai 25 ai 45 kmh esistono i ciclomotori che sono piú adatti per progetto.
Evidentemente non hanno problemi di criminalità
la stradale voleva controllare quella e-bike ma non sono riusciti a raggiungerla
Dominic Toretto fermati…