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Ebbene sì, la Zoe fa 232 chilometri

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Sta suscitando un gran polverone il test effettuato dal Touring Club Svizzero su tre macchine elettriche prodotte da marche molto popolari, ovvero la Nissan Leaf, la Renault Zoe e la Opel Ampera-e, quest’ultima non ancora venduta in Italia (lo sarà solo a inizio 2018). Di per sé il test è di grande interesse, perché ha appurato in condizioni reali qual è la vera autonomia dei veicoli, al di là dei dati registrati in sede di omologazione con il controverso standard europeo NEDC (New European Driving Cycle), notoriamente molto ottimistico in quanto realizzato al banco con velocità in genere piuttosto basse. I risultati hanno fatto gridare allo scandalo, esattamente come accade quando ad essere provate su strada sono auto a benzina o a gasolio: rispetto ai dati di omologazione la percorrenza reale è mediamente del 42% in meno, ovvero 144 km per la Leaf, 232 per la Zoe e 304 per la Ampera-e. Il sito de ‘Il Salvagente’, testata di consumerismo, ha titolato senza tante perifrasi <Auto elettriche, l’autonomia reale è la metà di quella dichiarata>.

In realtà il giudizio dei tecnici del TCI è un po’ più articolato: al termine dei 124 km di test, svolto nelle stesse condizioni di marcia tra tratti urbani, extraurbani e autostradali, con il ‘clima’, dato che acceso, hanno dato atto a questi EV di avere migliorato l’autonomia rispetto al recente passato, ma di essere comunque lontani da quanto sbandierato in pubblicità (ovvero i dati NEDC, appunto). I tre casi vanno comunque distinti: per la Leaf i tecnici hanno testato il modello che sta per uscire di produzione, dato che il nuovo arriverà in Italia a febbraio, annunciando un’autonomia NEDC di 378 km. Anche facendo una bella tara, arriviamo comunque a un dato ben superiore ai 200 km. Per la Ampera-e si conferma invece quanto abbiamo scritto in sede di presentazione: si tratta del modello elettrico al momento più pronto per ogni tipo di uso, dato che oltre 300 km di autonomia costituiscono un bel biglietto da visita per un modello spinto solo da un motore a batterie. Lo conferma anche il grande successo che il veicolo della Opel sta riscuotendo negli Stati Uniti (dove viene venduto come Chevrolet Bolt EV a 30 mila dollari) e in Norvegia, dove le prenotazioni sono state fermate per carenza di prodotto da consegnare.

Comunque la si pensi sui dati rilevati dal TCI, una morale la si può trarre: nel pubblicizzare questi e tutti gli altri veicoli elettrici, sarebbe bene spiegare che l’autonomia secondo metodo NEDC è lontana da quella reale. Si eviterebbe di ingenerare equivoci che finiscono per creare una brutta immagine attorno a questa nuova forma di mobilità, quasi che fosse roba da ciarlatani. Ed è un bene che i tecnici svizzeri, pignoli e trasparenti come sempre, abbiano trattato queste tre macchine come prodotti qualsiasi, senza nessun riguardo, approcciandosi ai quali l’automobilista deve sapere bene a che cosa va incontro.

 

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2 COMMENTI

  1. Se nelle auto “normali” il valore dell’autonomia ha un peso relativo, così non è nell’elettrico, tanto più per chi abita in zone con poche strutture di ricarica.

    Ad esempio io lavoro a Milano dove le colonnine ci sono, ma essendo in periferia il “problema” della ricarica sarebbe un parametro da tenere conto; peggio ancora andrebbe nel mio comune di residenza (provincia ovest).

    Partendo dal fatto, quindi, che un possibile acquirente sia invogliato all’acquisto di una vettura piuttosto che di un’altra proprio facendo riferimento all’autonomia, vien da chiedersi se il comunicare tutti, indistintamente, dei dati reali, non aumenterebbe il numero degli acquirenti piuttosto che il contrario.

    Ipotesi 1 – Vedo una pubblicità, si parla di 380 km con l’asterisco a corredo e poi va da sè che l’autonomia su strada è inferiore del 40%, per cui va da sè che penserò che qualsiasi Casa dichiari dati non realistici. E non compro.

    Ipotesi 2 – Vedo la pubblicità, una Casa dice 250 km reali di autonomia, l’altra 230 ed un’altra 190; so che quelli saranno, al netto delle solite variabili (a/c, riscaldamento, stile di guida) potrò fare una scelta consapevole e convinta. E compro.

    La trasparenza sarebbe sempre la scelta vincente, se adottata da tutti i giocatori in campo.

    • In linea di principio siamo d’accordo, ma nella pratica non è così semplice e il problema delle autonomie dichiarate non veritiere esiste anche per le auto a benzina e gasolio. Il punto è: come si calcola l’autonomia di percorrenza? Per un’elettrica i fattori in campo sono parecchi, legati non solo agli stili di guida, comunque fondamentali, ma anche alle condizioni atmosferiche e al tipo di tracciato che si percorre. Per evitare che ognuno lo calcoli a modo suo, l’Unione Europea da tempo ha deciso di calcolare i consumi con una sorta di test di laboratorio, uguale per tutti. Con risultati sicuramente ottimistici. Quel che si potrebbe fare, forse, è costringere i costruttori a chiarire nelle loro campagne pubblicitarie che si tratta di dati indicativi, che non hanno un riscontro puntuale nella guida su strada di tutti i giorni.

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