Se tutte le auto fossero elettriche non avremo mai energia elettrica sufficiente per alimentarle e la rete elettrica non riuscirà mai a rifornire tutte contemporaneamente. E’ una delle più classiche argomentazioni fantoccio utilizzate dai detrattori della mobilità elettrica. Prova a demolirla con un paradosso l’amico informatico Paolo, noto ai lettori di Vaielettrico (qui e qui altri suoi articoli) anche per i suoi commenti con il nick Endyamar.
di Paolo Casciello
E se tutte le auto elettriche dovessero rifornire… contemporaneamente? È un dilemma che tormenta i bar e le bacheche dei social: «Se tutti passassimo all’elettrico, come farebbero 40 milioni di auto a ricaricare nello stesso momento?». La domanda, posta con tono da dramma apocalittico, merita una risposta. Ma, per una volta, giriamo il tavolo e poniamo la domanda inversa, giusto per capire meglio cosa significhi davvero. «E se 40 milioni di auto a benzina o diesel dovessero rifornire tutte, contemporaneamente?».
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E se tutte le auto termiche dovessero fare il pieno?
Mettiamo da parte per un attimo l’idea che la ricarica domestica possa avvenire di notte, in modo comodo e distribuito. Ignoriamo la pianificazione intelligente delle ricariche e fingiamo che il mondo sia un gigantesco gioco del “chi arriva primo alla pompa“.

Immaginatevi la scena: 40 milioni di veicoli si mettono in coda. Il traffico si blocca. Le autostrade si trasformano in parcheggi infiniti. Chi è più fortunato, trova un distributore aperto. Ma cosa succederebbe lì?
Ogni distributore in Italia, nella migliore delle ipotesi, ha una capacità di stoccaggio di circa 15.000 litri di carburante. Con un pieno medio di 50 litri, un singolo distributore può rifornire circa 300 veicoli. Ora, l’Italia conta circa 22.600 distributori. Facciamo un po’ di calcoli. In un’utopia di rifornimento simultaneo, l’intera rete di stazioni di servizio potrebbe sfamare solo 6,78 milioni di veicoli, ovvero circa il 17% del nostro parco auto totale.
Gli altri 33 milioni di automobilisti? E che ne sarà di loro? Probabilmente, starebbero in coda a chilometri di distanza, sperando che una magica autocisterna arrivi in tempo per riempire i serbatoi sotterranei, permettendo loro di continuare la loro odissea del pieno. Un’immagine surreale, quasi comica, di un’apocalisse logistica.
Il vero problema: il tempo e lo spazio
La ricarica di un’auto elettrica, nella maggior parte dei casi, non è un evento che richiede un’interruzione della giornata. Avviene mentre si dorme, si lavora o si fa la spesa. A casa, l’elettricità arriva direttamente nella nostra “stazione di servizio personale” senza bisogno di code. La logistica del rifornimento, così come la conosciamo oggi, è un’operazione che si fa di rado, ma in cui il fattore tempo e lo spazio fisico della stazione sono cruciali. Il concetto di “rifornimento istantaneo” che si applica alla benzina, quando replicato su larga scala e in contemporanea, si scontra con una realtà infrastrutturale.
Questo esercizio mentale, seppur scherzoso, ci aiuta a capire che le sfide logistiche esistono per entrambe le tecnologie. Per la mobilità elettrica, la sfida è l’infrastruttura di ricarica veloce e la stabilità della rete; per quella a combustione, è la distribuzione del carburante e lo stoccaggio.
Insomma, quando si pone la fatidica domanda sulla ricarica, la risposta più onesta è un’altra domanda: “E che problemi avresti se dovessi fare il pieno insieme a tutti gli altri, nello stesso identico momento?”.
Però la realtà sarebbe un po’ diversa
Tornando per un attimo seri, se il parco circolante fosse tutto elettrico la ricarica avverrebbe per lo più di notte e mai tutte le auto insieme.
Il sistema elettrico avrebbe margine per reggere e ci si sarebbe comunque arrivati con largo anticipo adeguandolo di volta in volta. Ma questo è materiale già trattato da persone ben più autorevoli dell’autore di questo articolo provocatorio.
- LEGGI anche “Mai più senza ricarica privata. Lo capiranno le case auto?” e guarda il VIDEO



nei condomini non lo permettono né il parcheggio tanto meno di caricare le auto elettriche, nei box non le vogliono perché e sotto ad appartamenti, i posti aiuto nel cortile non fanno più entrare le auto elettriche e non permettendo di mettere la ricarica, i condomini hanno detto No, con la ricarica di molte auto alle elettriche su una seria di collanine in carica di 5 macchine e la rete elettrica va in tilt, se li vicino ci sono altre colonne e ci sono 3 colonnine di ricarica e altre 3 auto vanno ha ricaricare l’auto, la rete elettrica si spegne per tutto il quartiere, non tutte le colonnine sono hanno le sciarpa adatta e quel auto elettriche non carica E NEI CONDOMINI DENTRO IN BOX O AL APERTO, NON LO PERMETTONO PER LA PERICOLOSITÀ, E NELLE VILLETTE CI SONO STATI GIÀ PER UNA MACCHINA ELETTRICA IN CARICA, DI AVER PERSO CASA A 4 APPARTAMENTI PER UNA MACCHINA CHE ERA IN GIARDINO A RICARICARE E PRENDENDO FUOCO CHE SI SA NON SONO FACILI DA SPENGERE E SI RIACCENDONO DA MENTRE CREDONO DI AVER SPENTO L’INCENDIO, GIARDINO I 4 APPARTAMENTI E CHI CI ABITA FUORI CASA E LA VILLETTA QUADRIFANIGLIARE TUTTI SENZA PIÙ CASA E CHI PAGA ? INCENDI DI MACCHINE ELETTRICHE PRENDE FUOCO CHE PARCHEGGIATE TRA LE ALTRE INCENDIA ANCHE LE ALTRE AUTO, LA FACCIATA DEL PALAZZO CHE PRENDE FUOCO PER VIA CHE LE PERSIANE O SERRANDE SONO IN LEGNO, O PER ALTRE COSE STENDINI E PANNI SPESI L’ASFALTO GLI ALBERI CHE SONO LI E PER UNA MACCHINA ELETTRICA FANNO A FUOCO 8 AUTO TERMICHE DAVANTI E DIETRO L’AUTO ELETTRICHE E DANNO PER MILIONI DI EURO E CHI DEVE ANDARE A LAVORO E TROVA LA PROPRIA MACCHINA TERMICA CHE NON C’È PIÙ E CHI LO PAGA PER NON POTER ANDARE AL LAVORO E LE ALTRE AUTO CHE NON CI SONO PIÙ E COME FANNO AD AVER UN AUTO AL PIÙ PRESTO, CHI PAGA E QUANDO, E DARE LE AUTO ENTRO LA GIORNATA? TROPPE AUTO ELETTRICHE PRENDONO FUOCO E FANNO DANNI, E IN MOLTE VIE CI SONO I CARTELLE QUI LE AUTO ELETTRICHE NON DEVONO PARCHEGGIARE, E SONO BEN VISIBILI E VIE A SENSO UNICO CE IL CARTELLO E LE VIA A STRADA CHIUSA E PROIBITO 3ENTRARE ALLE AUTO ELETTRICHE ANCHE SE HA LA CASA LI IL PROPRIETARIO DEL AUTO ELETTRICA NON PUO NEANCHE ..
È un rap?
Mi sanguinano gli occhi…
Salve non ho potuto fare a meno di rispondere…….sono possessore di una Dacia Spring ormai da circa 4 anni e devo dire solo cose positive, ovviamente premetto che il 99% delle ricariche, sono domestiche, diciamo che mi ritengo fortunato……….detto ciò mi è venuto da sorridere quando ho letto il titolo, non per l’ipotesi che potrebbe diventare realtà, ma stavo riflettendo sul fatto che prima che si realizzi, è più facile che in questo mondo, un qualsiasi “pazzo” lanci un’atomica prima che ciò che scrive il titolo si avveri!!! Ovviamente per carità ci mancherebbe ma secondo me siamo ancora MOLTO lontani prima che arrivi un super blackout dovuto a tutte le auto elettriche che ricaricano assieme…….. secondo punto quasi sicuramente si passerà al nucleare, dato che i nostri cugini francesi, ce l’hanno ben piazzate difronte!!! Pensiamo a fare cessare queste inutili guerre, dove i civili finiscono SEMPRE per rimetterci!!! Scusate lo sfogo
….. terzo punto : io di notte carico una Mini a 1,4 kWh o una eC4 a 1,8 quando tutto il resto è spento .
PS Il phon turbo per capelli della mia fidanzata , tanto per dire , consuma 2,0 . È vero che non sta ad asciugarsi i capelli tutta notte, però la proporzione credo renda l’idea.
Buongiorno, con il nuculare l’attesa dell’elettrificazione sarebbe lunga, costruire solo 1-2 GW di potenza ogni 20 anni e pagati uno sproposito; per me meglio le rinnovabili, persino da noi 2 GW li installiamo in 3-4 mesi
questo il grafico delle installazioni mondiali aggiunte anno su anno per fonte energetica, in un anno le rinnovabili installano 100 volte di più, penso indichi quale è la filiera obsoleta e quale è quella futura
https://www.pv-magazine.com/wp-content/uploads/2025/01/thumbnail_Picture1-1536×1139.png
I media sovvenzionati dalle lobby dei combustibili fossili hanno fatto girare quest’argomento da giugno puntando il dito su rinnovabili e auto in ricarica. Hanno sfruttato a dovere i fatti di cronaca con i blackout causati dai condizionatori accesi per il gran caldo di giugno. Tra l’altro giugno è stato per me il mese di maggior produzione per le lunghe giornate di sole, pertanto caricavo e usavo i condizionatori addirittura immettendo energia in eccesso in rete. Solo questo dato di fatto smontava le loro tesi bislacche!
36 mila km all’anno coperti da 2 o 3 ricariche a settimana a bassa potenza di notte. Per il gestore della rete è più difficile gestire gli sbalzi di richiesta di energia tra notte e giorno che non migliaia di auto elettriche in carica a bassa potenza di notte e nei festivi. Infatti incentivano i consumi notturni con tariffe più basse. Se queste benedette colonnine AC avessero prezzi più onesti di notte sarebbero molto più utilizzate e darebbero pure una mano al gestore della rete spalmando i consumi!!!!
Quanta ginnastica mentale, si vede che ormai non sapete più come ammazzare il tempo durante le ricariche.
La ricarica dei carburanti liquidi è rispetto alle colonnine più veloci oltre un ordine di grandezza più veloce. E non ho mai visto dimezzare il flusso se qualcun altro inizia il rifornimento.
Buongiorno Emilio.
Io ho solo una elettrificata, però posso dire che andare a fare il pieno (ogni tre anni) è una seccatura rispetto a ricaricare. Seccatura fastidiosa soprattutto dover rabboccare con uno o due litri ogni 6/8 mesi perché la benzina invecchia, si degrada. Naturalmente dipende dal mio normale utilizzo, ma sebbene sia indubitabile che un pieno sia più veloce di una carica, devi fisicamente andarci. Ci metti 5 minuti a rifornire, ma devi andare lì. Siccome vado al distributore più conveniente qui attorno, e talvolta sono in coda anche se ci sono 12 pompe, la cosa richiede una mezz’oretta.
La carica invece, soprattutto nella mia, richiede circa 8 ore a 1,4 kWh su un impianto da 3 kW, ma fisicamente a me richiede 15 secondi: arrivo in garage, scendo dalla macchina, prendo il cavo e lo innesto nella presa dell’auto. Fine, e non ci penso più fino al mattino dopo, quando mi servono altri 15 secondi per sbloccare l’auto, staccare il cavo ed appenderlo al supporto, salire in auto ed andarmene a fare ciò che devo fare. Fine!
Davvero, non c’è paragone tra ricaricare a casa e andare a fare benzina.
Tu si che hai capito il tenore dell’articolo! Bravo! 🙂
Vedo che non ha mai rifornito un auto a Metano con altra auto in rifornimento…
Il senso dell’ articolo era un altro, ma vabbè….
Per sua informazione io durante la ricarica lavoro, faccio la spesa, dormo oppure, se sono in autogrill perché in viaggio, vado al bagno e a bere un caffè come tanti guidatori di termiche.
Beh, però la logica di “rifornimento” delle elettriche (e delle elettrificate ancor di più), è caricare quando non la usi. Ciò comporta una concentrazione dei momenti di ricarica (la notte, per lo più).
C’è una cosa interessante che mi stuzzica, e cioè le abitudini di carica.
Io sono, per forza di cose, obbligato a caricare quasi zero-cento (in realtà 5-85%, più o meno, di più non posso) ogni due o tre giorni. Mi chiedevo se, disponendo di un’elettrica pura, convenga caricare, come fa Guido, rispettando più o meno il 20-80% (o più se serve), quindi 8 o 9 gg col suo uso (maggiore del mio), o se possa essere sensato “rifornire” quello che si è consumato nella giornata, o in due o tre giorni, come faccio ora.
Se acquisterò un’elettrica, sarà divertente scoprire cosa convenga di più.
Ho citato anche l’esempio della carica notturna nella parte “seria”.
Posso dirti che io la attacco ogni sera. Carico a 3kW ogni notte e carico di solito dai 9 ai 15 kwh a notte. Perchè la collego? Perchè la metto in garage e semplicemente mi conviene collegarla. Non ci metto nulla. Un clic sul connettore e lo inserisco.
E’ impostata per arrivare a max 70% quando non devo viaggiare.
Ma, appunto, se anche tutti facessimo così la rete reggerebbe già ora perchè, casualmente, il consumo di ipotetiche tutte BEV di notte sarebbe quasi uguale al delta di consumo italiabo giorno vs notte.
E’ una coincidenza interessante. Ed è solo questo, una coincidenza. 🙂
Rispondo a Endy, ma anche a Guido.
Io la mia plug-in l’attacco ad ogni rientro di utilizzo senza caricarla (come torno la metto sempre in garage, non la lascio in cortile: clima meno estremo in ogni stagione), ovviamente se non quando sono obbligato (con una batteria da 10,4, ora da 9,6 kWh, è già grasso che cola, in estate, caricare ogni tre giorni. La media vita auto è di 2,2 giorni tra cariche, per 14,1 cariche medie al mese). Ho il vantaggio che il sistema, in questo modo, impedisce le perdite ad auto ferma. Quando l’attaccavo solo per caricarla, perdevo un 1% di batteria ogni due giorni, ora se la lascio al 65% la ritrovo, anche dopo giorni, al 65%. Ovviamente, questo “mantenimento” trasforma una dispersione in una carica. Ma è poca roba. Ma a me serve per raschiare con le unghie e con i denti i Km che mi servono per tenere il termico spento il più possibile (non è un caso se, negli ultimi tre anni, viene usato all’1 o 2% dei Km fatti).
Ma la cosa che vorrei sapere è se qualcuno di voi ha “misurato” che differenze ci sono ad agire in un modo (attaccarla sempre e caricare, poco o tanto che sia) o nell’altro (attaccarla solo quando serve).
Questo, a me che sono “malato” di analisi e statistiche, mi esalterà (credo) se e quando avrò un’elettrica: cosa cambia per consumi, autonomia, salute della batteria, agire in un modo o nell’altro. Tema complesso, ma mi viene già l’acquolina in bocca.
Certo che, avendo un box e lo sportellino di ricarica ad altezza presa, è “stra-comodo” uscire dall’auto ed attaccarla ad ogni ingresso in garage. Con una plug-in (anzi, con la mia plug-in, le altre non le conosco), il farlo è estremamente conveniente. “Ballano” mediamente 7/10 Km di autonomia che, su una omologazione di 65 Km di range elettrico è tanta roba. In più, puoi pre-climatizzare quando serve, se fa molto freddo pre-riscaldare la batteria con micro-cariche, puoi caricare se sai che arriva un giretto imprevisto (dopo qualche ora, ovviamente). Il tutto prelevando dalla rete e non dalla batteria. Insomma, grazie alle mie analisi sono riuscito a portare consumi ed autonomie di omologazione a livelli notevolmente migliori. Con una plug-in… immagino già cosa potrei fare con una macchina elettrica più efficiente…
Comunque, se aveste qualche dato in merito (non impressioni, che sono fuorvianti), sarebbe assai gradito conoscerlo, anche se penso che, probabilmente, avendo tutta l’autonomia che consente un’elettrica, alla fine non mi metterei a fare tutte le solite statistiche…
Ma l’acquolina in bocca c’è… vedremo…
Non ho mai fatto una misurazione precisa. Ho il conta kwh sulla linea di carica quindi non sarebbe nemmeno difficile ma sono pigro 😀
Posso al limite dirti però che ho lasciato l’auto in garage per 3 settimane scollegata. E non ha perso un solo punto percentuale. Non aveva sentry ed era andata in deep sleep. L’avrò “svegliata 1-2 volte.
Ma in questo caso il problema si sposta quando ne hai bisogno, perchè a seconda del clima l’auto dovrà climatizzare la batteria e se non è collegata lo fa a spese dell’energia stoccata internamente.
Altra curiosità è che Tesla tende a non caricare inutilmente. A volte se è a 70 e non la uso potrei trovarla anche a 69. Non fa partire una ricarica per 1%.
(come mai a 69? vari motivi che non hanno fatto andare l’auto in deep sleep. Ad esempio aggiornamento sw notturno)
Grazie! Se avrò un’elettrica sarà interessante cercare di capire… se ne avrò ancora voglia, perché son molto pigro pure io… e sempre più vecchio. Come diceva Virgilio, tempus fugit… irreparabilmente!
Comunque, la mia batteria perde qualcosa se non è collegata in rete, ma devo dire che forse è anche colpa mia: continuo a collegarmi con l’auto tramite l’APP.
L’auto ha tre fasi:
Standby,
che se ti colleghi può richiedere anche due minuti prima che il collegamento riesca (ma non deve essere il tuo “deep slip”);
Attivazione,
che è tutto il tempo necessario affinché lo stato arrivi ad essere
On line
che permette in pochi secondi tutte le interrogazioni e gli interventi gestibili da APP.
Nell’APP ho selezionato il comando che, non appeno entro, tenta il collegamento con l’auto. Siccome lo faccio una decina di volte al giorno… chissà…
Mi collego sia per avere statistiche e confrontarle con le mie rilevazioni (l’APP è più ottimista del reale sui consumi e si perde anche qualche Km, mai capito il perché: il totale dei Km percorsi è corretto, ma per ogni viaggio perde qualcosa, e nei totali mensili possono mancare decine di Km), sia per le solite attività preparatorie quando necessarie: pre-clima, riscaldamento batteria, controlli vari (luci, finestrini, porte, bagagliaio, ecc…).
Comunque sia, la mia, se non è collegata in rete, tende a perdere qualcosa.
Può essere anche dovuto al fatto che per le elettrificate c’è una minore efficienza globale rispetto alle elettriche. Boh!?
Non lo so, ma c’è un indubbio vantaggio, con la mia, a lasciarla collegata alla rete, anche senza caricare. E per me è fondamentale, viste le dimensione della batteria.
Buon pomeriggio…
Ovviamente “deep sleep”. Mi ha corretto in “mutande”. Non riesco a scrivere con lo smartphone, fa cose strane con i correttori automatici, cosa che al PC non succede…
Non ho una risposta scientifica cosa cambi lato auto, posso solo averne una di buon senso che è applicabile al mio caso (non preclimatizzo in garage, è isolato e la temperatura non scende sotto i 10° di inverno e non sale sopra i 28° in estate): attaccare la spina se non ho intenzione di ricaricare comporta comunque che la wallbox o il caricatore mobile (“carichino”) siano alimentati e abbiano un consumo che non è affatto zero. Se anche consumassero soltanto 10Wh (le Wallbox normalmente hanno il collegamento WiFi o cablato) e io ricarico una volta alla settimana, ho 10x24x7 = 1.680Wh, cioè oltre 1,5kWh, di inutile dispersione alla settimana.
In un anno, considerando 6 giorni di standby alla settimana, fanno 75kWh, in termini economici sono 15€, ma psicologicamente mi da fastidio.
C’è un bellissimo relais connesso al WiFi (che consuma 0,5Wh) che stacca/attacca la presa industriale e la Wallbox, quando ho bisogno “Hey Google, accedi wallbox modena” e in 3 secondi si accende, la mattina dopo “spegni wallbox modena”, io ho risolto così.
Nel caso di una plug-in e della limitata capacità della batteria, direi che la strategia migliore sia quella di Ivano, soprattutto perchè a costo 0 di tempo (anche il mio cavo è a 50 cm dallo sportellino che si apre premendo il pulsantino presente sul connettore, quindi siamo realmente nel campo dei 3/4 secondi).
Buon pomeriggio Guido.
Confermo che lasciare tutti quei led a lampeggiare ad auto ferma collegata ha il suo costo.
Dai miei calcoli, le “perdite varie” legate a consumi parassiti e soste di questi quasi 5 anni sono di 175,371 kWh (ma inizialmente l’auto non la attaccavo ad ogni ingresso in garage, la attaccavo solo quando dovevo caricarla. Poi, grazie alle analisi, ho “capito” alcune cose utili a massimizzare i miei risultati).
Comunque, da quando uso questo metodo, sono una 60ina di kWh l’anno “buttati”. Alla media delle tariffe di questi ultimi 3 anni fa una 15ina di euro all’anno.
Però, senza questo metodo (ed alle sue conseguenze anche sull’uso di pre-clima e riscaldamento batteria), avrei circa 10 Km medi in meno di autonomia, ed avrei il rischio sia di avere costi di benzina, sia e soprattutto il relativo inquinamento. Sono 15 euro annui che pago più che volentieri… quindi, per me, non sono stati “buttati”. Tutt’altro!
Per preservare la batteria al meglio l’ideale è rimanere sempre all’interno del range 30-60 ma questo non piace ai BMS che si perdono i riferimenti.
Alla fine… Non cambia molto e ognuno faccia come preferisce.
Io faccio così perché non avendo 6kW preferisco avere un giorno in cui evito lavatrici, lavastoviglie etc. Ma è semplicemente una scelta, potrei attaccare il cavo ogni sera e non pensarci.
Sono un utente da 15/16 mila chilometri annuali, quindi anche superiore alla media nazionale e non è strano dato che essendo l’auto che costa meno di tutte si cerca di usarla di più. Ho la batteria da 52kWh netti, però nella mia routine mensile (da 1300 km) la ricarico mediamente… 3,5 volte al mese. Ogni 8 o 9 giorni, dipende. La carico quando scende sotto al 20%, non le fa bene stare troppo scarica troppo a lungo.
E se avessi quella forma di emergenza terribile che è la zia a 900 km di distanza il cui telefono è in grado di comporre il mio numero ma non quelli di emergenza, come la mettiamo? Eh, niente, tanto 900 km non li potrei fare nemmeno se fossi carico al 100%, mi fermerò a caricare, che diamine!
Scherzi a parte, quel 20% residuo in città significa… 100 km circa. Che razza di emergenza sopra ai 100 km potrei avere, realisticamente?
Tanto rumore per nulla, insomma. Oh, certo, se hai un’auto con 150km di autonomia, il discorso cambia: se l’avessi io, nella mia routine, dovrei caricare ogni 3/4 giorni, non certo tutti i giorni, comunque.
🙂
numero o potenza totale richiesta alle stazioni di ricarica conviene stimarli partendo dalla potenza media, mi spiego:
intanto come premessa, le colonnine anche in futuro riforniranno mediamente metà (ma forse meno) del parco auto BEV, mentre le altre BEV riforniranno presso abitazioni e posti di lavoro
poi si stima quanta energia consuma in media una BEV al giorno o alla settimana, in pratica si parte dal chilometraggio medio giornaliero, che è circa 30 km al giorno (media sul parco auto, chi più chi meno)
l’energia consumata da (metà) parco BEV in una settimana, sarà uguale all’energia che le colonnine devono erogare in una settimana
dividendo per 7 giorni e per 24 ore si trova la potenza media istantanea che deve essere disponibile; poi si aggiunge un fattore di disomogeneità
cioè si considera che le ricariche non saranno perfettamente sparpagliate sulle 24 ore, ma più concentrate in alcuni orari o giorni di punta della settimana
=== sovradimensionamento colonnine 3x ===
in numeri, si possono considerare le ricariche totali spalmate su 8 ore invece che 24, cosi in un anno saranno pochi i casi in cui si può formare un po’ di coda però modesta
questo significa sovradimensionare il parco colonnine 24 ore / 8 ore = 3 volte rispetto al caso ideale, e commercialmente penso si faccia;
anche se volendo si potrebbe riportare parte delle ricariche negli orari non di punta applicando degli sconti in base all’orario, che sappiamo capiterà in futuro, il sovradimensionamento troverà un suo equilibrio
== sovradimensionamento colonnine 168x ==
sovradimensionare ma comunque senza arrivare all’estremo del paradosso nell’articolo, in cui si immagina che tutte le bev vogliano prelevare l’energia necessaria a fare l’intero chilometraggio della settimana, nella stessa unica ora di un unico giorno settimanale, sarebbe un sovradimensionamento (24 ore x 7 giorni) / 1 = 168
Mi sembra una considerazione molto giusta anche se a me la cosa che angoscia maggiormente è se tutti avessimo la necessità di andare in bagno contemporaneamente.
“e se le pesrone che usano denaro contante andassero a prelevare 100e agli sportelli bancomat contemporaneamente, invece che scaglionati in settimana?”
o ancora più apocalittico
“e se tutti svuotassero i loro conti correnti contemporaneamente?”
oppure
“e se tutti volessero comprare al supermarket alcol e carta igienica contemporaneamente?”
..oph..esempio sbagliato.. questo nel 2020 è successo
Non è neanche un esempio cosi ipotetico, lo sperimentiamo ogni volta che c’e’ uno sciopero dei benzinai.
Con distributori che esauriscono il carburante nel giro di poche ore, per la corsa al pieno.
Che poi è probabilmente la stessa ansia da ricarica traslata ai carburanti tradizionali, in cui vedi persone che di solito mettono 20€ fare il pieno anche se non necessario
Bella osservazione! Non ci avevo mai pensato!
Bravo Paolo “Endyamar”, è lo stesso identico controragionamento che propongo sempre anch’io… 😄
Concordo con Paolo. È praticamente impossibile che tutte le auto elettriche vengano messe in carica tutte contemporaneamente. Poi c’è il discorso che la rete elettrica è molto capillare, che l’energia può essere prodotta,accumulata e consumata sul posto. Non servono mezzi per trasportarla i quali consumano e inquinano. Certo, le reti andranno adeguate ma col tempo di si farà
L’eventuale problema sará ridimensionato dal V2G quando quest’ultimo entrerá a regime dopo le opportune sperimentazioni https://www.vaielettrico.it/v2g-svizzera-honda-in-rete-contro-i-blackout/