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E’ scattata l’Area B a Milano, appiedate 165 mila auto

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Beppe Sala (foto dal profilo Facebook del sindaco di Milano)

Sono scattati fra le polmiche i divieti di accesso all’Aria B di Milano _ e di circolazione nell’area C _ per i veicoli più inquinanti. Da oggi quasi tutta l’area urbana del capoluogo lombardo è off limits per i veicoli a benzina fino a Euro 2, per i diesel fino a Euro 5 e per altre categorie di veicoli a quattro e due ruote.

Le polemiche riguardano anche il numero dei veicoli coinvolti. In campagna elettorale il leader della Lega Matteo Salvini aveva detto che un milione di automobilisti milanesi non avrebbero più potuto accedere alla città.  In realtà uno studio svolto da Amat, l’Agenzia Mobilità Ambiente e territorio del Comune di Milano, sui flussi di ingresso in Area B, ha evidenziato che le telecamere rilevano in media ogni giorno 403 mila ingressi (20.150 moto, 36.270 furgoni e 346.580 automobili). Di questi solo il 13%, pari a 47.283 veicoli, verrebbe escluso in base alle nuove regole.

Ma per Amat sono solo 47.283

Area B Milano
Area B e Area C di Milano- Come si nota l’Area B copre quasi tutto il territorio comunale

Secondo l’elaborazione del Centro Studi di Autoscout24.it su base dati ACI, invece,  anche non considerando le auto diesel Euro 5 dei residenti a Milano, saranno quasi 165mila (24,2% del totale in circolazione) le vetture che non potranno più circolare. E se si considera anche l’hinterland milanese, il numero  che non potrà più entrare a Milano nelle zone dell’Area B sale a quasi 483mila, pari al 26,7% del totale. A questi dati, che riguardano gli autoveicoli per trasporto persone, bisognerà poi aggiungere alcune fasce relative ai mezzi per trasporto cose, ciclomotori e motoveicoli e altre categorie di veicoli.

Sala e Fontana ai ferri corti. Un rinvio? Mai

Alla vigilia del blocco hanno polemizzato anche il sindaco di Milano, Beppe Sala, e il presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana, protagonisti di un vero e proprio scontro politico.

Quest’ultimo ha chiesto a gran voce  di far slittare i nuovi divieti vista la difficile situazione economica del momento. Il governatore lombardo ha chiesto anche un tavolo di confronto per ragionare insieme ad Aci e al Comune. Ma il sindaco Sala tira dritto: su Area B «la mia giunta rimane coesa, noi andremo avanti». «I rinvii – ha aggiunto _ non sono nel mio stile perché sto facendo esattamente quello che ho proposto in campagna elettorale – ha replicato -. Molta della politica si diverte nel fare sparate e non applicarle. Io non sono meglio degli altri ma sono più coerente, l’avevo detto quindi non esiste la possibilità di rinvii».

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Il presidente di Regione Lombardia, Attilio Fontana: timidi approcci alla mobilità elettrica

Il sindaco ha poi ricordato che ogni passaggio che ha modificato la mobilità a Milano, a partire dalla pedonalizzazione di corso Vittorio Emanuele, via Dante, l’Area C, «hasempre suscitato tantissime polemiche. Poi passa il tempo e la gente lo considera naturale o giusto. Ricordo che l’Area C ha prodotto nel tempo un 30% in meno di traffico. È un buon riferimento».

Il risultato dei divieti: meno auto in città e più pulite

 AutoScout24 conferma. Il parco circolante resta datato ma i risultati iniziano a vedersi rispetto alla media italiana. Nella città meneghina, infatti, nel 2021 il parco circolante, costituito da 678.839 autovetture, ha registrato rispetto all’anno precedente un calo di oltre 48.200 vetture di vecchia generazione (da Euro 0 a 4), rappresentando il 45,2% del totale circolante (nel 2019 era del 51,4%). Un dato nettamente inferiore alla media italiana (52,9%). Aumenta, invece, di quasi 48.500 unità il numero di auto con classe di emissione più recente (Euro 6). Passa dal 28,8% del 2019 al 36,4% del 2021. Un trend confermato anche dalle richieste degli utenti su AutoScout24 da inizio anno. Oltre la metà ricerca vetture Euro 6 e solo un quinto opta invece per alimentazioni più datate.

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Le auto elettrificate sono ormai oltre il 6% del circolante nel centro di Milano, dove è nata la Ztl più grande d’Italia

Sul fronte delle ibride ed elettriche, Milano è una delle città più virtuose sul territorio nazionale, con il 6,4% delle vetture circolanti sul totale (nel 2019 era del 2,8%), mentre a livello nazionale il dato è fermo al 2,9%.

Come funziona l’Area B di Milano

La ztl più grande d’Italia, che corrisponde a quasi tutto il territorio cittadino, è stata istituita nel 2019 per impedire l’accesso e la circolazione dei veicoli più inquinanti in città. Da oggi a Milano non potranno più circolare le auto diesel fino a Euro 5 e le auto benzina fino a Euro 2, dal lunedì al venerdì dalle 7:30 alle 19:30. Stop anche alle Euro 0-1-2-3 a doppia alimentazione gasolio-GPL e gasolio-metano.

Al provvedimento sono previste delle deroghe, ad esempio installando la scatola nera Move-In che permette di percorrere in deroga un tetto di chilometri annuali.

Si potrà poi usufruire di 50 giorni di accesso, anche non consecutivi, nel periodo compreso tra la data del primo accesso e il 30 settembre 2023.

Contestualmente il Comune ha stanziato 3 milioni di euro per ricchi incentivi a favore delle auto elettriche acquistate con rottamazione di un veicolo inquinante.

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11 COMMENTI

  1. La decisione di bloccare l’accesso alla città di Milano da parte dei diesel euro 5 ( perché questo è il busillis del dibattito: le vetture a benzina Euro 2 ormai sono numericamente poco significative) di per sé è condivisibile e tutto sommato la condivido.

    Trovo che al contrario la modalità di esecuzione di tale decisione sia assolutamente priva di visione strategica, basata su presupposti irreali e irrealistici ( per non dire velleitari ) e soprattutto mette sotto la luce del sole il fatto che il sindaco di Milano, con questa decisione ripeto condivisibile nei principi ma pessima nelle applicazioni, si sia completamente dimenticato del fatto che oltre ad essere il primo cittadino del Capoluogo Lombardo è anche ipso-facto il presidente della provincia o come vogliamo chiamarla.

    Come giustamente evidenziato da più parti il nocciolo del problema non sta tanto nella circolazione intra moenia (il trasporto urbano offerto da ATM linea di massima funziona sostanzialmente bene) quanto nel flusso pendolare o anche solo occasionale di tutte le persone che dall’esterno devono entrare nella città.

    Non entro nel merito degli aspetti tecnici della questione poiché da un lato per molti versi sarebbero mie opinioni personali e dall’altro allungherei troppo il brodo, mi limito a osservare come il posizionamento quanto meno fantasioso di molte telecamere dell’area B di fatto tagli fuori dalle reali possibilità di utilizzo una buona metà dei parcheggi di interscambio posti in coincidenza di molte fermate della metropolitana. Parcheggi di interscambio che già da oggi sono assolutamente insufficienti a gestire il numero di vetture che si possono fermare al confine della città.

    Nei primi quattro anni del suo mandato Sala nulla ha fatto anche solo a livello di intenzioni per aumentarne il numero o migliorare la qualità del servizio che ad oggi, per esperienza personale, vi posso assicurare che spesso difficilmente raggiunge la sufficienza.

    Idem dicasi per i servizi di trasporto pubblico locale a medio raggio, fondamentalmente i treni che dalle province limitrofe permettono di raggiungere Milano. Trenord e assimilabili per intenderci, che assicurano un servizio di per sé non disprezzabile ma sicuramente non all’altezza delle reali necessità o anche solo delle aspettative meno esigenti.

    Di conseguenza volendo stringere all’estremo, quello che il sindaco di Milano sta dicendo alla provincia, alla regione e fondamentalmente anche al resto del nord Italia in ultima analisi suona più o meno così: “non vi permetto più di entrare a Milano con un diesel euro 5 e non vi do nemmeno un’alternativa sicura ed affidabile per farlo in qualche altra maniera.”

    Si potrebbe andare avanti a parlarne per almeno un’altra mezz’oretta e vi ribadisco che da un punto di vista di pura linea di principio non riesco a essere completamente contrario alla ratio della questione. Se parliamo di diesel euro 5 stiamo comunque parlando di vetture che hanno almeno una decina d’anni.
    Il problema è che 10 anni, in questo preciso momento, sono troppo pochi per dire che una vettura è giunta serenamente alla fine della sua vita utile ma per converso sono comunque troppi per dire che stiamo parlando di una vettura nuova.
    Se invece parliamo di un euro 2 benzina, stiamo sicuramente parlando di una macchina che ha almeno 20 anni.

    Insomma, a mio modestissimo parere si tratta di un’idea condivisibile ma portata avanti in un modo decisamente sbagliato. Il problema è che a questo giro temo che qualche ricorso rischierà di trovare una qualche forma di accoglimento. E quel che è peggio è che secondo me a livello di “percezione” rischia seriamente di rivelarsi addirittura controproducente.
    Milano da apericena vegano mentre il resto d’italia fa fatica a comprare il pane, Sala radical chic lontano dalla gente comune, sinistra da salotto che non ha mai veramente lavorato… e via con i soliti luoghi comuni più o meno giustificati che rischiano però di far buttare via il bambino assieme all’acqua sporca.

    Tutto questo al netto del fatto che personalmente la cosa non mi tocca minimamente visto che dispongo di vetture che teoricamente però ancora tanti anni nell’area B ci possono entrare in scioltezza e una addirittura gratis nell’Area C.

    Per la mia povera gusta del 1984 il discorso sarà un po’ diverso a partire dal primo ottobre 2024, ma anche qui francamente non mi sento di gridare allo scandalo se mi mettono qualche restrizione per un mezzo che a quella data avrà serenamente compiuto 40 anni. Che tanto se (forse) vado a Milano in moto fondamentalmente ci andrò nel weekend… quando comunque ci potrei entrare pure lì in scioltezza. Ma è un problema che affronterò a suo tempo sapendo già di doverlo affrontare.

    • Condivido quasi tutto ma, se voglio evitare che le auto con certe caratteristiche circolino in una certa area, mi attrezzo con una normativa che impedisca a chi le possiede di farlo. L’area c, ripeto, consente a chi guida le peggiori zozzerie anche euro 0 di circolare liberamente a patto di entrare a Milano prestissimo e di uscirne la sera tardi e, parimenti, consente ai residenti di fare lo stesso, a condizione, se ne escono, di rientrarvi fuori dagli orari di attivazione. Stessa cosa, più o meno, per l’area b. A me sfugge proprio la ratio di una simile previsione e, d’altro canto, basta girare per Milano e mica sono tutte Euro 6 le auto che si vedono.

      In tutta franchezza, per ragioni ecologiche, un’area c un po’ più contenuta, magari nella cerchia della circonvallazione interna, riservata solo a pedoni, bici e mezzi pubblici, con l’eccezione dei taxi, mica sarebbe una cattiva idea, ma temo che non porterebbe il gettito giornaliero dell’area c strampalata che abbiamo. Perché il nocciolo della questione è che l’area c porta soldi, mentre l’area b serve a tenere fuori dalle scatole i pendolari che alla nostra giunta pare non piacciano.

      Peccato che ci siano paesi appena fuori Milano serviti malissimo e che usare i mezzi privati sia per parecchi una necessità e non un vezzo. E lo dico da milanese che abita a 100 metri dall’area c e a poche centinaia da varie stazioni della mm, conscio che abitare ai margini del centro di Milano sia ormai un lusso, mentre i pendolari romperanno anche le scatole con le loro auto in fila, ma sono pur sempre la linfa lavorativa della metropoli.

      Btw, col cavolo che Milano ha 6 linee di metrò, ne ha 5 (volendo contare la lilla come intera) perché la blu per ora conta solo tanti bei buchi per terra e lavori in corso che rallentano il traffico in diverse zone. Dopo di che le metropolitane sono ottime per andare verso l’esterno o verso il centro, ma manca un’efficiente e veloce rete “circolare” per spostarsi, appunto, in cerchio tra una fermata della mm e l’altra. Sicuramente non siamo al livello di Parigi, per fare un esempio. E ci sono zone molto ben servite ed altre tristemente neglette.

      Poi c’è il passante che ha avuto il successo dell’Arna letale o della fiat Duna…

      Infine che Sala, persona preparata e capace, sia di sinistra avrei da dire, visto che la sua storia personale lo vide chiamato ad personam a capo della macchina amministrativa della Moratti, notissima seguace del Che Guevara…. Ma transeat: ci sono uomini per tutte le stagioni ed escono quasi sempre dalla Bocconi! Eccovi pure le rima.

      • -Condivido quasi tutto ma, se voglio evitare che le auto con certe caratteristiche circolino in una certa area, mi attrezzo con una normativa che impedisca a chi le possiede di farlo-

        Non dobbiamo dimenticare che l’area C e l’area B nscono in prima istanza come uno strumento per diminuire il traffico all’interno della città. Che la cosa stia in questi termini lo cetificano le ripetute dichiarazioni di voci all’interno della giunta milanese, che in più occasino hanno chiaramente detto che l’intento sul lunghissimo periodo è quello di disincentivare (disincentivare, non impedire) qualsiasi forma di traffico veicolare privato.
        Veicoli elettrici compresi.
        Segnamocelo su un foglietto: è stato chiaramente detto che anche le BEV sul lungo periodo sono teoricamente nel mirino.

        La motivazione “ecologica” è giunta in un secondo momento e, se vogliamo, quasi per una naturale conseguenza. Ma di base anche dal punto di vista “ecologico” il discorso non è mai stato “non ti faccio entrare perchè puzzi”, quanto piuttosto “non ti faccio entrare assieme a tutti quelli che entrano nelle ore di punta, perchè altrimenti con i ritmi che si verrebbero a creare ammorbi l’aria il quadruplo di quello che effettivamente potresti fare se circoli quando in giro non c’è nessuno”.

        Lo so che sembra un bizantinismo, ma i regolamenti devono sottostare a tutta una serie di pesi e contrappesi; stante l’attuale legislazione mettere un divieto secco h24-365/365 alla circolazione di intere categorie di veicoli e pretendere contestualmente che ci si paghi sopra il bollo e l’assicurazione crea i presupposti di un ricorso che legalmente rischia di avere successo come un gol a porta vuota.

        Non dimentichiamo che i divieti e le limitazioni in capo alla regione lombardia non sono meno “seri”

        https://www.regione.lombardia.it/wps/portal/istituzionale/HP/DettaglioRedazionale/servizi-e-informazioni/cittadini/Tutela-ambientale/Qualita-dell-aria/misure-di-limitazione-per-qualita-aria/misure-di-limitazione-per-qualita-aria

        Ma anche in questo caso i veicoli “bloccati” possono comunque essere utilizzati nel fine settimana. (salvo i due tempi euro zero, che da appassionato della materia so perfettamente che sono ormai del tutto improponibili a livello di emissioni… ma che rientrano in qualche modo dalla finestra se catalogati come veicoli storici)

        Eppure la pressochè totale assenza di controlli (e l’oggettiva impossibilità di farli in maniera strutturale su un territorio così vasto…) fa sì che al di fuori dei centri maggiori di fatto ognuno possa fare ciò che vuole.

        Posto che potrei anche essere d’accordo con il bocco di una o più classi di inquinamento così “recenti”, come sia possibile de jure e de facto arrivare a tanto senza aver già predisposto delle alternative reali francamente non riesco ad immaginarmelo.

        Per riuscirci bisogna avere l’onestà intellettuale di prevedere adeguate strutture di “accoglienza” per i veicoli provenienti dall’esterno (ad oggi sinceramente non ci siamo) e sviluppare un’intermodalità di enorme portata.
        Cosa di per sè fattibilissima, ma che richiede un impegno veramente grande per tempo e lavoro. Si cominciasse oggi stesso, dubito che con gli italici tempi saremmo pronti all’appuntamento prima di una decina d’anni. Salvo nominare commissari straordinari, come giustamente detto su questo sito in un altro articolo.

        Oltre al potenziamento della rete di TPL, sarebbe necessario prevedere degli adeguati “interscambi” presso tutte o quasi le stazioni ferroviarie site nella provincia. Anche qui: ad oggi nulla di fatto o anche solo di “progettato”.

        Io pascolo lungo l’asse del Sempione: limitandomi a quello e alla sola provincia di Milano per quello che posso vedere con i miei occhi e magari aiutandomi con google maps non mancherebbero le possibilità di creare soluzioni prefabbricate fuori terra presso i parcheggi FS di Legnano, Canegrate, Parabiago, Vanzago e Rho fiera.

        Si tratta di soluzioni relativamente poco costose, facilmente adattabili anche ad un futuro “all electric” e in grado di aggiungere facilmente un paio di piani rispetto all’esistente per un totale di diverse centinaia di posti auto. Chiaro che è necessario l’intervento della provincia e perchè no anche dello Stato. Ma un presidente di provincia, sindaco di una delle più importanti città d’Italia, dovrebbe aver sufficiente voce in capitolo per chiedere e vivaddio ottenere. Invece niente, non pervenuto.
        E si potrebbe andare avanti con altre cento idee.

        -l’area b serve a tenere fuori dalle scatole i pendolari che alla nostra giunta pare non piacciano.
        Peccato che ci siano paesi appena fuori Milano serviti malissimo e che usare i mezzi privati sia per parecchi una necessità e non un vezzo.-

        Esattamente.
        Dicendola molto all’ingrosso, la prima soluzione più logica, valida per moltissimi di loro, sarebbe quella di potenziare di molto il trasporto ferroviario (oltre a migliorare quello urbano) e lasciare all’automobile privata il compito di portare le persone da casa alla stazione del treno. Purtroppo non ci sono moltissime altre soluzioni stante l’attuale situazione. Non si può pretendere che tutti, a livello strutturale, raggiungano la stazione del treno in bicicletta d’estate e d’inverno.

        Già oggi i parcheggi delle varie stazioni non sono assolutamente sufficienti, oggettivamente impensabile che i dintorni di certe stazioni si possano ulteriormente sovraccaricare di automobili ammassate alla rinfusa.

        Ma questo, fra i tanti, è uno dei discorsi che un presidente della provincia avrebbe quantomeno dovuto iniziare a valutare già anni e anni fa: tra Pisapia e Sala ormai sono 8 anni che l’attuale “compagine” governa Milano.

        Invece nulla, non pervenuto. E a questo punto mettere fuori gioco in questo modo le Euro 5 Diesel, soprattutto dopo tutte le “disgrazie” che abbiamo vissuto e stiamo vivendo dal 2020 ad oggi, più che altro suona come un “dispetto” nei confronti di chi in ultima analisi contribuisce largamente al fatto che “Milan l’è un gran Milan”.

        Si dice da sempre che “chi volta il cù a Milan volta il cù al pan”.
        In questo caso sembra però che sia la città a voltare le terga al resto del mondo.

        Vabbè, io ho una plugin.

        • Vedo con piacere che la questione dei parcheggi di corrispondenza non sta a cuore solo a me, ma è una delle tematiche su cui non si fa nulla da sempre.

          L’area C, invece, nasce con tutta evidenza con lo scopo di fare cassa, tant’è che durante il lockdown l’amministrazione comunale scalpitava (basta leggere le dichiarazioni dell’epoca).

          Ci hanno abituati, pian pianino, a pagare anche per l’uso dei beni pubblici disponibili in grande quantità: vedansi le strisce blu in estrema periferia dove ci sarebbe spazio per parcheggiare uno shuttle per famiglia.

          L’area C è uno di questi stratagemmi per aggirare la poca o nulla capacità impositiva dei comuni e di fare cassa. Se il vero scopo fosse quello di ridurre il traffico, si farebbe come in altri centri, vietando l’ingresso ai non residenti.

          Non sono versatissimo in diritto amministrativo, ma una ztl corrispondente alla circonvallazione interna, non credo proprio che verrebbe bocciata dal Tar. Certo, se fosse estesa alle dimensioni dell’area B ci sarebbe probabilmente il “gol a porta vuota” cui accenni.

          Di certo questa amministrazione, ufficialmente di sinistra, ha una visione quanto meno elitaria di come debbano essere gestite le cose.

  2. Mi meraviglia l’assenza di commenti su un provvedimento che, comunque, avrà un notevole impatto sulla mobilità dell’hinterland.

    Premetto che guido un’ibrida euro 6 che non è ovviamente oggetto di limitazioni ex area B (ma mi toccherà pagare l’ingresso in area C, sempre per motivazioni discutibili) io trovo imbarazzante che il sindaco di una delle metropoli italiane, non l’unica e nemmeno la più estesa, possa introdurre limitazioni che le altre nemmeno si sognano ed il tutto senza una programmazione nazionale sulle misure per favorire il passaggio a motorizzazioni più green.

    Capisco che su un sito dichiaratamente proelettrico si possa passare sopra ai mezzi adottati in vista del fine, ma la mancanza di coordinazione e di coerenza di questi provvedimenti mi pare più che evidente.

    Se poi ci mettiamo (ed io uso anche la bici) il modo da avvinazzati con cui sono state disegnate le recenti piste ciclabili, che si interrompono e restringono per spingere allo scontro con le auto, l’impressione che sia tutto maquillage è davvero forte.

      • Dopo aver riletto il mio post per capire la sua replica, direi proprio di nulla, ho sottolineato solo che mancano i commenti che mi sarei aspettato non da parte vostra, ma da parte degli utenti. Diciamo i soliti “visti da destra e da sinistra” e “pro e contro” che di solito fioccano vivaci su questo sito ed a cui mi pare che diate spazio senza problemi (altrimenti non posterei qui le mie osservazioni).

        Per farla breve, mi stupisce che a nessuno importi di questa notizia, mentre su altre minori ci si accalora.

        Sul suo link, che leggerò sicuramente, osservo tuttavia che nel resto delle metropoli italiane, quanto meno per ora e per quanto ne so io, sia per esserci stato, sia per qualche ricerca effettuata, ci si muove senza il tipo di limitazioni esistenti a Milano. Ovvero ci sono alcune ZTL riservate ai soli residenti e, per il resto, possono entrare, magari pagando, tutti i veicoli purché non Euro 0 ed i residenti fanno avanti ed indietro senza limitazioni.

        La particolarità dell’Area C e dell’Area B di Milano è che ci è dentro può circolare, anche con una Euro 0, ma non può uscirne (al netto degli ingressi consentiti, della scatola nera etc.). E questa scelta credo sia unica nel panorama non solo italiano, ma anche mondiale. Ciò in quanto il residente può inquinare per andare a fare la spesa, al cinema, dal parrucchiere etc. ma, se esce dall’area C o B per andare a lavorare fuori città e vi ritorna all’interno degli orari dell’area C o B, diventa un inquinatore. A me pare una follia cervellotica e, se nell’Area C che è mediamente ad alto reddito, quasi tutti hanno un’auto nuova, così non è nell’area B.

        • Cosa vuole, siamo rassegnati. Parere personale, la classe politica italiana è la più scadente d’Europa, e non da oggi.

        • Esistono limitazioni a Bologna, Torino, Firenze ecc. Comunque provvedimento sacrosanto e anzi, ancora troppo timido a mio avviso, dato il gran numero di possibilità di mobilità pubblica presente a Milano, con ben 6 linee metro e un’infinità di tram, bus, taxi e car sharing. Chi vive o lavora a Milano ha alternative nel 99% dei casi

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