E’ veramente indispensabile ricaricare a casa? A Milano no. Ce lo spiega il professor Alessandro Abbotto che già conosciamo nella sua veste di direttore del Dipartimento di Scienza dei Materiali dell’Università di Milano – Bicocca. In un intervento di suo pugno (leggi) e in un’intervista (leggi) ci aveva parlato di celle solari, mobilità all’idrogeno e idrogeno verde. Ma Abbotto è anche un convinto fautore dell’auto elettrica (ne possiede due in famiglia). E qui ci racconta come sia possibile viaggiare a zero emissioni anche senza disporre di ricarica domestica.
di Alessandro Abbotto
Una delle obiezioni-paure che spesso viene sollevata non solo dai detrattori ma anche da chi vorrebbe acquistare un veicolo elettrico è la mancanza di possibilità di ricaricare l’automobile presso il proprio domicilio.
Renault Zoe sì, wall box no
Ho sentito diversi esperti e consulenti, tra cui anche sostenitori della mobilità elettrica, che non consigliano di prendere un’auto elettrica in caso di mancanza di una presa elettrica nel proprio box o comunque condominio, suggerendo di passare nel transitorio ad un’auto ibrida.
Tralasciando per il momento la mia opinione, abbastanza negativa, sulle auto ibride, desidero qui portare la mia esperienza di utilizzatore di auto elettrica da oltre 15 mesi senza aver installato una presa nel proprio box di casa.
Ho prenotato una Renault ZOEIntensR110 Flex (ovvero con batteria a noleggio) nel marzo del 2019 e mi è stata consegnata a metà maggio dello stesso anno. Dopo 15 mesi di utilizzo prevalentemente cittadino e 5000 km percorsi, se fosse stata la precedente auto, una Renault Clio, il consumo stimato sarebbe di 7.5 litridi benzina ogni 100 km che, rapportato ai km percorsi, darebbe un totale di 375 litri.
Eppure ho già risparmiato 520 euro
Tenuto conto che il costo attuale della benzina si aggira intorno ai 1.4 €/litro, il risparmio in carburante, ai prezzi correnti, risulta essere di 520 € circa. Il risparmio in emissioni di gas climalteranti e polveri sottili lo lascio calcolare a voi!
Non nego che anch’io, inizialmente, fossi preoccupato del problema della ricarica: nei mesi che precedevano la consegna dell’auto ho fatto fare alcuni preventivi (e rispettivi sopralluoghi) sia per installare una Wallbox che una presa industriale CEE (blu) nel box auto.
Le mie preoccupazioni, però, si sono rivelate infondate. A Milano, città nella quale risiedo, la rete A2A (progetto E-moving) fornisce un servizio di colonnine di ricarica ben distribuito sul territorio comunale (anche in posizione strategiche, quali ad es. in prossimità del centro cittadino dove spesso è difficile parcheggiare un’auto tradizionale), utilizzabile tramite tessera (manca al momento una app per attivare la ricarica) al costo di circa 5 € al mese (pertanto costo totale in 15 mesi di utilizzo 75 €).
Tessere, App & ricariche gratuite
Peccato che spesso le colonnine sono occupate da furgoni commerciali per le consegne, i quali non dovrebbero avere convenienza ad utilizzare le colonnine A2A con un abbonamento business al costo di 0.40 €/kWh, quando altre colonnine a costi simili sono certamente più disponibili e numerose. Diciamo pure che non lo comprendo….Mi sono anche dotato di altre tessere/app (EnelX, NEXTCHARGE, BeCharge, E-Gap) che però non ho mai avuto necessità di usare (qui la mia spesa totale in 15 mesi si aggira su meno di 10€, il più delle volte per collaudo colonnine in caso di necessità).
In realtà, con mia sorpresa, ho scoperto che molti supermercati o negozi di zona, tra cui alcuni che già utilizzavo, erano dotati di punti di ricarica gratuiti (Lidl, Iper, Il Gigante, Ikea), peraltro spesso in modalità trifase a 22 kW consentendo quindi di sfruttare appieno il chargerAC in dotazione alla Zoe (in 1 ora ricarica di circa 110 km). Per cui, dopo essermi opportunamente informato tramite internet oppure app (ad es. NEXTCHARGE) abbiamo preso velocemente in famiglia l’abitudine di ricaricare l’auto in circa un’ora, sufficiente per il fabbisogno settimanale, durante la spesa.
Ricaricare gratis all’Università Bicocca
Negli ultimi due mesi ho anche testato il servizio di ricarica che l’Università di Milano-Bicocca, presso cui lavoro, metterà a breve a disposizione sia dei dipendenti che dei propri studenti.
Quindi per riassumere in 15 mesi di utilizzo della mia Zoe e 5000 km di uso prevalentemente cittadino ho speso in tutto circa 80 € di ricarica elettrica (grosso modo l’equivalente di 1 singolo pieno nella mia precedente Clio), risparmiando solo di benzina circa 500 € (oltre al costo, finora, della Wallbox).
Posso quindi affermare che, almeno in un centro urbano medio/grande come Milano, la possibilità di ricaricare nel proprio box di casa, al netto della comodità, non è assolutamente pregiudizievole e la sua mancanza non dovrebbe in alcun modo scoraggiare l’acquisto di un’auto elettrica a favore di un’auto ibrida o, peggio ancora, tradizionale.
Anche io a Milano con una Kona elettrica da aprile 2019 con cui ho fatto 40.000 km senza avere ancora un allacciamento alla corrente In box. Stavo per metterla, ma ho voluto testare in prima persona i problemi e i disagi nell’utilizzare esclusivamente le colonnine di ricarica pubblica, principalmente A2A. Confermo che il risparmio (5€/mese che, sì finirà, ma almeno fino a tutto il 2020 continua) è notevole e organizzarsi per ricaricare auto un,oretta una o due volte la settimana nel frattempo facendo altro (passeggiata, shopping ristorante ecc) è tutt’altro che difficile.
Così facendo in poco più di un anno il risparmio è di oltre 5.000€!
A Milano “ni”, perché dipende da dove si abita, dove si lavora, dove si vive, ecc
Ci vuole una specie di convergenza degli astri per evitare la ricarica domestica senza alcuna preoccupazione. E più gli elettrici aumenteranno, più la risposta sarà “no, non si può”
Tra l’altro A2A non andrà a lungo avanti con questa politica del 5 € al mese…
Tra l’altro, 5000 km in 15 mesi sono meno strada di quanto abbia percorso io in bicicletta per fare casa/lavoro/commissioni – forse l’auto di proprietà, date queste percorrenze, non è il mezzo giusto? Considerando Milano, non sarebbe forse meglio una vettura in sharing?
Condivido in pieno questo commento e soprattutto la seconda parte.
Sono in attesa di ritirare (settimana prossima) la seconda elettrica di famiglia (su 2) dunque ormai “full Electric”.
Ciò premesso, a mio avviso 5’000 km in 15 mesi (333 km/mese) non sono rappresentativi ed in effetti pongono più di un dubbio sull’effettiva necessità e/o rapporto costi benefici di possedere un auto.
Considerando tutti i costi legati all’auto di proprietà, con queste percorrenze molto probabilmente una soluzione mista “mezzi pubblici + taxi + Enjoy + autonoleggio” sarebbe più conveniente.
Grazie per l’interessante post , mi fa piacere che a Milano il problema é molto limitato, o comunque gestibile.
Vivo in Puglia in un centro urbano di 60mila abitanti, e lavoro a Bari in una zona non molto centrale (64km a/r).
Nel mio caso, il mio paese in cui vivo fornisce un parziale supporto, ma sempre più crescente per la ricarica. Niente di che però, solo in stazione e nei centri commerciali. Diverso é il discorso della mia azienda, nelle cui vicinanze non cė l’ombra di una colonnina.
Dati i nuovi orari organizzativi per lo Smart working, avrò sempre meno bisogno di recarmi al lavoro, e conto di rivendere la mia Vitara HIBRID, per passare ad una full electr inc, tra 4-5 anni.
L’esperienza del signor Abbotto, di non aver bisogno del punto di ricarica casalingo, non sembra replicabile sotto la linea gotica. Ho ricevuto in consegna la mia e-up Vwagen il 6 marzo. Dopo tre giorni mi sono trovato in lockdown, certo come tutti. Ma se non avessi avuta la presa in garage, sarei restato senza mezxo di trasporto. Vivo in una cittadina di 9000 abitanti e tutti i pochissimi punti di ricarica sono in altri comuni, dove non sarei potuto andare se non con multe quotidiane di centinaia di euro.
Sono felice di sapere vmche a Milano ci sono tante possibilità diverse di ricarica: da noi c’è praticamente solo EnelX, oltre a qualche privato esoso.
Colonnine rapide? Un sogno quelle oltre i 22kw, si deve raggiungere Foiano della Chiana, 120 km in autostrada.
È il problema di molte zone dell’Italia centrale. Volevo andare in Val Nerina: nessuna colonnina in tutto il vastissimo comprensorio.
In poco più di 5 mesi ho fatto oltrre 7000 km, praticamente in soli tre mesi, dopo il lockdown perché prima andavo solo al supermercato che sta in basso, sotto la collina.
Qui nessun punto di ricarica gratuito, su Roma pochissimi punti, tutti in posizioni infami.
Ripeto, se non avessi il mio punto personale di ricarica, non avrei potuto utilizzare l’auto, che invece mi è servita parecchio, visto il chilometraggio. Non ho calcolato il risparmio, ma il consumo che vedo nell’app Vwagen è 8,7 kw per 100 km in media, e quindi il bilancio è totalmente positivo, se si esclude il problema per cui il Centro sud è sfornito di colonnine, ovunque.
Buon giorno Alessandro,
Molto interessante la sua esperienza. Io sono tra coloro che sconsigliano l’adozione di un’auto elettrica a chi non dispone di un punto di ricarica a casa e/o nel luogo di lavoro. La questione che mi pongo sempre è l’affidabilità della ricarica (intesa come possibilità garantita e incondizionata di ricaricare giornalmente): affinché un guidatore elettrico alle prime armi guadagni confidenza nella tecnologia, è necessario che abbia la certezza assoluta di poter ricaricare, e questa, dal mio punto di vista, al momento esiste solo nel momento in cui può contare sul posto auto/ garage di proprietà o su un posto riservato al lavoro. Diversamente deve sperare che gli vada sempre bene, oppure deve potersi permettere di non dover necessariamente contare su una colonnina che potrebbe trovare occupata o non funzionante. Ci sono sicuramente però dei casi, come il suo, in cui la combinazione di autonomia del mezzo, percorrenza media giornaliera e punti di ricarica pubblici realmente fruibili consente comunque un utilizzo senza problemi. Lei, immagino, per percorrenze e frequenza di situazioni in cui dispone di una colonnina di ricarica pubblica, può permettersi (mi corregga se sbaglio) anche il “lusso” di trovare colonnine occupate di tanto in tanto senza che questo rappresenti un disagio. Sicuramente a supportarla in questo tipo di utilizzo dell’auto c’è anche una componente di dedizione alla causa, che le fa superare con disinvoltura e senza disagio le dinamiche legate alla continua ricerca delle colonnine e che quindi in qualche modo condiziona il suo utilizzo: cose che un utente generico potrebbe mal sopportare.
Un’ultima considerazione: personalmente cerco sempre di limitare al minimo indispensabile l’utilizzo delle colonnine pubbliche in quanto mi piace l’idea che restino a disposizione di chi, lontano da casa, ne abbia più necessità di me. Vorrei chiederle: riesce sempre a rispettare i tempi e occupare le colonnine solo per lo stretto indispensabile alla ricarica? Se si, questo non la costringe a volte a parcheggiare alla colonnina e poi tornarvi solo per rimuovere l’auto? Ci sono nel suo quotidiano situazioni di questo tipo? Mi perdoni se le mie domande possono sembrare aggressive o ironiche. Non è questa l’intenzione. Al contrario sono proprio mirate a capire meglio le suo modalità di utilizzo, che potrebbe essere anche quelle di altri, dopo di lei.
Grazie 🙏
Ringrazio per il commento molto costruttivo. Per quanto riguarda l’ansia da ricarica e la possibilità di trovare una colonnina occupata o non funzionante, devo dire che al momento queste situazioni, almeno a Milano, rappresentano la minima parte. Io vado in ricarica quando la batteria comincia a scendere sotto il 30-40%. Se trovo una colonnina occupata o non funzionante (devo dire che al supermercato è raro, più sovente in effetti con la a2a per il problema accennato) ho autonomia sufficiente per poter ripassare 1-2 giorni dopo e quasi sempre cosi si risolve il problema. Qualora non l’avessi basta andare alla più vicina colonnina a pagamento (ma finora non ne ho mai avuto necessità, tranne una sola volta). La mia Zoe (vecchio modello) ha solo ricarica AC ma molto rapida (accetta fino a 22 kW, ovvero trifase 32 A; compatibile con a2a e molti supermercati). In genere la mia ricarica raramente dura più di 1 ora, che passo in auto a smaltire un po’ di lavoro come e-mail o telefonate (più spesso) o a leggere un libro (ahimè più raramente). Se sono al supermercato, come detto la ricarica dura il tempo esatto della mia spesa (45-60 minuti). In tutta onestà non l’ho mai sentito un peso o una perdita di tempo. Penso che la situazione durante un lungo viaggio sia diversa. Per queste situazioni la ricarica DC (e ad alta potenza) è d’obbligo.