È il TUV la strada maestra per evitare re la burocrazia italiana e omologare un’auto d’epoca retrofittata in elettrico? Ce lo chiede Stefano, un appassionato. Ricordiamo che i vostri quesiti vanno inviati alla mail info@vaielettrico.it
È il TUV la strada? Che cosa si deve fare?
“Sono un Ingegnere Energetico, di professione impiantista industriale, ed un appassionato di auto d’epoca. Per prima cosa permettetemi di ringraziarvi per trattare (e spesso fare tanta chiarezza) tematiche di nicchia che fanno innamorare gli appassionati, ma che non infiammano il grande pubblico. Una di queste tematiche è il retrofit elettrico di auto d’epoca... Ed il muro invalicabile dell’omologazione! Tutti i progetti di retrofit che leggiamo sul sito Vaielettrico.it ci fanno sognare ad occhi aperti, salvo però scontrarsi con i costi del monopolio introdotto dal Kit di Retrofit. Come tanti altri appassionati, mi sentirei in grado di portare avanti un progetto di retrofit in autonomia, con gli stessi standard di qualità del kit omologato, ma con costi decisamente inferiori. L’unica speranza percorribile per raggiungere l’omologazione ed immatricolazione è in Germania, attraverso i servizi del TUV Sud“.
La re-immatricolazione è automatica?
“Fino a qui il percorso è abbastanza chiaro; è qui che vorrei rivolgermi a voi ed all’esperienza dei vostri utenti. Una volta immatricolata l’auto in Germania, il riconoscimento per le normative italiane (la famosa re-immatricolazione con targa italiana) è procedura automatica? O non è assolutamente detto? È vero che siamo in Europa e dovrebbero valere le stesse regole. Però è altrettanto vero che se la normativa italiana non riconosce l’omologazione di un veicolo modificato, possono nascere dei problemi…Qualcuno degli utenti ha una esperienza diretta a riguardo? Sia per ciò che riguarda l’omologazione tramite TUV Sud, che per la re-immatricolazione in Italia di veicoli modificati… Come sempre, vi ringrazio per le preziose informazioni“. Ing. Stefano Gavioli
Risposta. Questa volta alziamo le mani: non abbiamo le competenze giuste e giriamo alla community la richiesta di aiutare il nostro lettore. Grazie fin d’ora.
Per un kit serio i costi sono proibitivi, perlomeno in italia.
Transfluid SPA
10 anni fa abbiamo realizzato un camion ibrido parallelo su telaio Jac. La motorizzazione iyltaliana non sapeva cosa fare ed allora ci siamo rivolti al TUV. Fatto le pratiche abbiamo ottenuto la targa tedesca provvisoria con la quale abbiamo fatto la conversione con la targa italiana. Oggi il nostro camion da 35 quintali è omologato ibrido sul libretto e possiamo circolare normalmente.
Saluti
C’è la legge che impedisce ad uno stato membro di rifiutare l’immatricolazione ad un’auto immatricolata in altro paese europeo. Quindi tutto sta ad informarsi sulla documentazione da produrre. Così a naso, da ignorante, credo serva una traduzione giurata (che puoi fare anche in Italia), di tutta la documentazione tedesca relativa alla immatricolazione presso il tuv sud. Muti devono stare i burocrati italiani, muti…
“Burocrate”, ecco definito un nuovo grado di infimità.
La registrazione al PRA è tutto che una procedura automatica, preparati a perderci mesi appresso, ed anche una discreta quantità di risorse economiche
Sinceramente chi vende il kit aiuta in queste procedure adesso puoi anche girare con tearga straniera quindi 0 problemi, esiste un registro specifico per questi veicoli con targa estera ma guidati da italiani. Inoltre un giudice pace può sbloccare empasse in casi limite e fare scuola . Immane burocrazia italiana ci dice che se fai retro fit dipende dalle motorizzazioni alcune sono ok altre no.
L’esperienza di Fausto https://www.vaielettrico.it/fausto-ha-vinto-omologata-la-nsu-prinz-con-e-kit-tedesco/