E-dock ovvero la colonnina sull’acqua dove si può ormeggiare la barca. Se su strada c’è il lampione con presa di ricarica, a Venezia _ ma il sistema si può esportare in altri siti _ ha trovato spazio questa palina elettrica che al suo interno contiene la juice box di Enel X.
L’idea e il progetto è stato lanciato da Claudio Iannelli, Matteo Bartoli e Francesco Pannoli, i tre fondatori di e-concept. L’azienda che ha riunito al tavolo della conferenza stampa di presentazione del prodotto/servizio il Comune con l’assessore comunale all’Urbanistica e Ambiente Massimiliano De Martin il provveditore regionale Cinzia Zincone; Vincenzo Marinese, presidente di Confindustria Venezia; Andrea Razzini, direttore di VERITAS (la multiutility del Veneto);Elisa Tosoni, responsabile nord-est di E-mobility Enel X e Marino Masiero di Assonautica Venezia; Claudio Fiorentini di Confindustria. Segno che il progetto ha il sostegno delle istituzioni mentre dal punto di vista economico e-concept ha lanciato la sua prima campagna di equity crowdfunding sulla piattaforma Ecomill.
Si ormeggia e si ricarica
Claudio Iannelli ha sintetizzato E-dock così: “Inserire nel classico palo di ormeggio nautico la tecnologia che permette di attingere energia e ricaricare il natante nel rispetto della tradizione storica e del paesaggio di Venezia“. Sfida non facile in una città ricca di “Grande Bellezza”, ma pure di vincoli. Sul fronte ecologico si è dunque puntato sulla plastica riciclata e riciclabile. La presa è tipo 2, modo 3 per allinearsi allo standard di ricarica internazionale. Costerà 5 mila euro più i costi di installazione, variabili a seconda del sito.
La tecnologia è quella della juice box di Enel X : da 3,2 a 22 kW
Per quanto riguarda la tecnologia, nella palina è inserita la juice box di Enel X. E sono previste tre potenze di erogazione di 3,2 e 7,4 più quella da 22 kW per permettere una maggiore velocità di ricarica. E’ previsto anche uno sviluppo della ricerca e dello sviluppo di una stazione di ricarica fast utile sia per le barche da lavoro sia per tutte le imbarcazioni impegnate in turni di lavoro ovvero E-dock dovrebbe rispondere alle esigenze del privato cittadino per i suoi spostamenti e di tutto il mondo del lavoro che si basa sulla mobilità su acqua.
La palina E-dock come il lampione urbano con ricarica
Elisa Tosoni, responsabile nord-est E-mobility Enel X, ha sottolineato l’interesse per l’azienda nello sviluppo della mobilità elettrica legata al turismo: “Crediamo nella realizzazione di progetti ecosostenibili con attenzione alla conservazione del patrimonio sia naturale sia artistico. La juice box ha una struttura più compatta e la possiamo trovare anche nei lampioni urbani, disponibile con diverse potenze“. Un passo verso la nautica elettrica: “Già una realtà in molti paesi del Nord Europa”.
E-dock alimenta le barche da lavoro di Veritas
La sperimentazione della stazione di ricarica si baserà sull’accordo con Veritas, la multiutility che alimenterà due sue barche da lavoro. Una con il compattatore (ne abbiamo parlato qui) e una senza che si occupano del recupero e della lavorazione dei rifiuti urbani. Andrea Razzini, direttore di Veritas ha sottolineato la particolarità di Venezia: “Non ci sono barche per il ritiro dei rifiuti e non si trovano sul mercato in versione elettrica”. Venezia se le deve “inventare”, ma il vincolo può essere una risorsa per sviluppare competenze uniche.
Assonautica: “Servono incentivi per la conversione elettrica”
Bene le colonnine, ma servono le barche elettriche in acqua. Marino Masiero di Assonautica Venezia su questo tema ha sottolineato la necessità di incentivi, sono stati approvati di recente ma valgono quanto quelli per acquistare i monopattini (leggi qui), necessari: “I privati devono essere incentivati per cambiare motore oppure barca. Oggi ci sono evoluzioni interessanti sulle batterie ma serve un sistema che permetta di accedere ai prodotti sia di piccolo cabotaggio commerciale che di diporto“. In conferenza stampa è arrivato anche l’endorsement di Claudio Fiorentini per Confindustria, del provveditore regionale Cinzia Zincone e dell’assessore comunale Massimiliano De Martin che ha sottolineato la necessità di: “Lasciare i combustibili fossili. Siamo 4 anni che cerchiamo di sensibilizzare i governi per rottamare i mezzi nautici a Venezia“.
Ma attenzione al dominio dell’ibrido
Bene il sistema di E-concept per i piccoli diportisti, per le imbarcazioni turistiche e si spera da lavoro. Ma al tavolo non c’era l’azienda del trasporto locale e troppo spesso si sente parlare di ibrido che spesso non ha bisogno di alimentazione elettrica visto che si usano i generatori con combustibili fossili quindi inquinanti. Un scelta che non aiuta ad abbattere del 40% le emissioni entro il 2030 per poi arrivare alla neutralità nel 2050. Attenzione al greenwashing soprattutto in un contesto europeo dove sono presenti non sono piccole imbarcazioni da diporto full electric ma veri e propri traghetti che trasportano centinaia di passeggeri.
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Purtroppo in italia anche 100% elettrico deriva da comvustibili e lungo le linee perdiamo il 30%. L’unica risorsa valida sarebbe il fotovoltaico o altro rinnovabile sul posto. Per quanto riguarda i 5000euro a palina dubito che il privato se lo possa pernettere (meglio andare a remi è più salutare).
😉
Caro Claudio il 50% degli operatori che gestiscono le stazioni di ricarica usa energia prodotta con rinnovabili, ci pensano anche a Venezia. Le stazioni di ricarica possono essere gestite da fornitori di energia e ci sono centinaia di operatori professionali che spendono migliaia e migliaia di euro in carburante che avvelena i veneziani. Insomma si può fare.
bello, utile, efficace. Meno bello, meno utile e molto meno efficace è tutto il circo che ci sta attorno. In italia facciamo le pose delle prime pietre, la presentazione della prima colonnina..del primo tutto e dell’inizio di tutto..con il presidente di questo, l’A.D. di quell’altro, il sottosegretario, l’esponente…tizio e caio..poi dopo 10 anni resta UNA palina di ricarica…e magari non funzionante. Odio visceralmente queste cose. Fate il festone quando ne avete installate 200 !
Il suo commento ci può stare a sfogliare il libro delle tante incompiute e delle cattedrali nel deserto innalzate nella storia italiana. In questo caso però servono investitori di supporto per il progetto. Una conferenza stampa con un protagonista industriale delle mobilità elettrica e in particolare con il soprintendente che approva il progetto, chiaro che non si potrà installare e per fortuna una colonnina in piazza San Marco, può dare sicurezza ai potenziali investitori.