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E-bike, vendite in crescita ma strade a singhiozzo

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ciclabile

E-bike: vendite in crescita da cinque anni. Dalle e-mtb alle bici da strada non si ferma la voglia di due ruote. Mancano però le infrastrutture adatte, tra esempi virtuosi e disinteresse. Solita Italia a due velocità

Le vendite di e-bike sono in continua crescita. Gli ultimi due  anni sono stati contrassegnati da una curva in salita costante. In attesa dei dati ufficiali sull’intero 2021 previsti in primavera, il primo semestre aveva portato 157.000 nuove bici elettriche in Italia. Nel 2020 i pezzi venduti erano stati 280.000, quando appena cinque anni prima si viaggiava a quota 50.000.

E-bike, vendite in crescita secondo Subito

Stavolta a certificare il nuovo trend è Subito.it che registra una crescita a doppia cifra anche rispetto a un anno straordinario come il 2020: 60 milioni di visite nella categoria Biciclette nel 2021, con un +10% rispetto all’anno precedente.

Complice probabilmente anche la scarsa disponibilità del nuovo, anche i dati di vendita sono impressionanti: su Subito nel 2021 è stata venduta 1 bicicletta ogni 2 minuti, per un totale che sfiora i 250.000 pezzi. La crescita riguarda anche le e-bike che sono cresciute di quasi il 15%.

Numeri che fanno contenti tutti i rivenditori. Da quelli al dettaglio alla grande distribuzione.  Il 2020 ha confermato il negozio specializzato come punto di riferimento per i consumatori sul territorio: Confindustria ANCM stima infatti che più del 70% dei 2 miliardi di euro di fatturato generato dell’intera rete di vendita durante l’anno sia venuto proprio dalle realtà commerciali più di prossimità. Ma anche Decathlon ha più volte ricordato come le vendite di e-bike  siano una voce fondamentale nel suo bilancio.

tutti pazzi per le e-mtb

E-bike vendite in crescita: i modelli

In testa alla classifica dei modelli preferiti si confermano le e-mtb che si trovano al settimo posto generale delle due ruote  a pedali. Le mountan bike sono  le preferite anche in versione muscolare. Ciò che emerge dalla classifica delle ricerche su Subito.it è soprattutto l’interesse degli italiani per biciclette dedicate a utilizzi molto specializzati e sportivi.

bike sharing
sharing in crisi

Ma per sfruttare al meglio le nuove due ruote, servono infrastrutture adatte. Secondo un focus di recente pubblicazione l’interesse da parte dei comuni italiani va a singhiozzo. Sale la disponibilità media di piste ciclabili in città (+ 65,5 km soltanto a Milano), cala il ricorso degli italiani al bike-sharing (-47% rispetto al 2019). A causa del lockdown e in parte della concorrenza dei nuovi servizi di monopattino in sharing. È quanto sostiene il sesto rapporto dell’Osservatorio Focus2R, la ricerca promossa da ANCMA con Legambiente, elaborato dalla società di consulenza Ambiente Italia.

Italia a due velocità anche in e-bike

Da sei anni l’indagine, che parte con un questionario inviato assieme a quello di Ecosistema Urbano di Legambiente, rende quindi disponibile un significativo bacino di informazioni su piste ciclabili, sharing mobility, parcheggi dedicati e tanti altri aspetti legati alla mobilità su due ruote. Malgrado sia ancora profondo il divario tra Nord e Sud nelle misure messe in campo, l’ultima rilevazione conferma una positiva e graduale ascesa dell’attenzione alla mobilità su due ruote nell’agenda politica delle città italiane. 

Oltre 200 km ciclabili nuovi in un anno

In Italia 31 Comuni, anche per sopperire ai problemi di circolazione legati al Covid, hanno realizzato complessivamente 224,5 km di nuove piste ciclabili. La maggior parte delle amministrazioni locali intervistate ha introdotto più di 2 km di piste ciclabili, mentre 7 più di 10 km. La disponibilità media di piste ciclabili, ciclopedonali e zone con moderazione di velocità a 20 e 30 km/h sale anche nel 2020 e raggiunge 9,5 metri equivalenti (+25% rispetto al 2015, primo anno di rilevazione del Focus2R). Cresce anche il numero di Comuni in cui è consentito il trasporto di biciclette sui mezzi pubblici (52%), in lieve aumento rispetto al 2019 e in netta crescita rispetto al 31% del 2015.

ciclabili e punti carica devono ancora crescere

Stabile invece il dato delle amministrazioni che hanno allestito postazioni di interscambio bici in tutte o almeno una stazione ferroviaria (74%), oppure presso scuole e università (80%). Cala però la percentuale delle città dove sono disponibili punti di ricarica elettrici delle biciclette a pedalata assistita, che passa dal 38% del 2015 al 33% del 2020 (era il 35% nel 2019). Come nel 2019, la maggior parte dei punti di ricarica si concentra in poche città, in particolare Trento e Padova che, insieme, contano quasi l’80% del totale, rispettivamente 320 e 312. In ogni caso, 13 comuni su 23 non superano i 5 punti di ricarica e soltanto 6 comuni ne hanno più di 10.

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