Motorini spodestati dal successo delle e-bike rischiano l’estinzione. Per questo motivo si moltiplicano le aziende che si riciclano nella pedalata assistita
Benedetto sia il carbonio. Sono sempre di più le e-bike che vengono costruite con questo materiale leggero e resistente. Parliamo di due ruote che sembrano moto con i pedali, ma che grazie al propulsore elettrico possono evitare l’obbligo di targa, assicurazione e patentino.
Prima arriva Parilla
I primi a muoversi in questo senso sono stati gli emiliani di Moto Parilla, che da un paio di anni ha iniziato a sviluppare modelli di e-bike originali e piuttosto audaci. L’azienda ha una storia alle spalle di motori a due e quattro ruote, soprattutto da competizione, lunga settanta anni. Il primo prototipo della Parilla Carbon risale al 2016 e fu un buon successo su Kickstarter. Certo di bici aveva solo il fatto di rientrare nella categoria fat, perché all’occhio la somiglianza con una moto era grande.

In realtà possiamo parlare di una somiglianza che resta tutt’ora. Infatti Parilla ha sviluppato il concept della Carbon declinandolo in quattro varianti. Ma rimanendo sempre fedele al design iniziale. Siamo sempre in equilibrio sull’ibrido tra e-bike e motocicletta. Addirittura i modelli 1000 e Ultra sono fatti esclusivamente per il mercato americano perché montano motori che arrivano fino agli 80 km/h di velocità. Soglia impensabile nel nostro Continente.
Ultimo nato è Parillino
L’ultimissimo modello della ditta reggiana è invece nato da pochi giorni e aspetta investimenti su Kickstarter. Si tratta di Parillino: una e-folding bike con ruote piccole e fat. Come da tradizione della casa. Ad oggi ha raccolto circa 20 mila dollari, ma ne mancano altrettanti per raggiungere la soglia necessaria alla messa in produzione.
Di Parillino a dire il vero è possibile acquistare anche una versione priva di motore. Le altre due varianti sono con propulsore da 250 W e 500 W, sempre per avere un occhio di riguardo agli Usa.
Da Reggio Emilia si punta molto su Parillino e la sua scocca in acciaio da 15 kg di peso. Monta freni a disco da 140 mm sia davanti che dietro sulle sue ruote da 16 pollici. Sette marce del cambio Shimano e una batteria 10.5 Ah. L’autonomia dichiarata è di circa 50 km con assistenza fino ai 25 km/h come da regole.
Moto Morini segue la via
Quello di Parilla non è un caso isolato di tentativo di riciclarsi nel mercato elettrico. Moto Morini, casa bolognese storica, ha da tempo virato sul settore delle e-bike. Quattro modelli per tutte le necessità, con allestimenti e altezze differenti. Inoltre anche una Limited edition con ruote fat, che è l’ultimissima novità della casa. Motore e applicazioni sono uguali ai modelli precedenti, cambia la scocca lucida e appunto le gomme molto grosse.
La versione Gravel, quella con manubrio da bici da corsa per intenderci. Il telaio è fatto a mano e integra il sistema Frame Block di Milano bike che consente di legare la bici rendendo più difficile il furto. Il kit elettrico è lo Zehus Bike+ con motore e batterie nel mozzo posteriore e sistema di frenata rigenerativa. Uguale per tutta la gamma. Sistema che consente di arrivare ad una autonomia di 100 km senza ricarica.
Completamente diversa è la versione City, ma sempre molto elegante nello stile di Moto Morini. La City ha cerchi da 28” e allestimento cittadino con luci, parafanghi, portapacchi e borse in pelle realizzate appositamente per il modello. Con le varianti Sport e Urban diminuisce il diametro delle ruote e la bici diventa ancora più compatta e con assetto da moto. Pur restando lontani dai livelli di Parilla.
C’è anche chi non ce l’ha fatta
Italjet fa due ruote dal 1959 e ha deciso di raccontare “una nuova vita” producendo da qualche anno solo e-bike. Il successo in Italia è anche discreto, mentre lo sbarco in America non ha avuto fortuna. Finora. Infatti il tentativo di lanciare il modello Motoleggera su Kickstarter non è andato bene. A fermare gli investitori potrebbe essere stato il costo troppo alto. Per portarsi a casa una Motoleggera bisognava versare come minimo 2.590 euro.

Sul piano puramente tecnico Motoleggera ha un motore che varia da 500 a 1.500 W a seconda della configurazione, con velocità massima tra 40 e 60 km/h. La batteria da 1.4 Wh può garantire fino a 70 km di autonomia in base alla velocità. Non sappiamo al momento se Italjet prevede di rendere comunque disponibile il modello direttamente sul suo sito.
I dati vendita dicono di provarci
Puntare sulle e-bike piuttosto che sui vecchi e inquinanti cinquantini non è solo una presa di coscienza da parte dei costruttori. Ma un vero e proprio affare per la mole di vendita possibile di un mercato in continua crescita. Gli ultimi dati diffusi da Confindustria Ancma (Associazione nazionale ciclo motociclo accessori) consegnano una radiografia nitida del settore delle bici a pedalata assistita. Nel 2017 sono state vendute 148.000 e-bike (+ 19% sul 2016) con produzione in Italia pari a 35.000 unità (+ 48%), import a + 21% (132.000), export a + 137% pari a 19.000 bici assistite.
Basta aguzzare la vista per scoprire intorno a noi bici con motore elettrico in ogni parte del Paese. Dalla montagna alla città, dalle bici di proprietà fino ai vari bike sharing che si moltiplicano dei grandi e medi centri urabani. Il fenomeno esiste e possiamo stare certi che aumenterà nei prossimi anni. Quindi c’è spazio anche per chi deciderà di reinventarsi.