Ducati e Lamborghini sacrificate da Volkswagen sull’altare dell’elettrico? Una decisione è attesa entro novembre, in una riunione dei vertici del Gruppo.
Ducati e Lamborghini marginalizzati nella nuova era
L’indiscrezione circola da tempo sui media tedeschi. Ora viene rilanciata dalla Reuters citando “fonti aziendali di alto rango“. Il presidente Herbert Diess vuole sottoporre al board “una lista di cose da fare” per trovare le risorse da investire sull’elettrico. E dimostrare al mondo che può essere ancora più redditizio delle auto tradizionali.
In un primo tempo si era pensato a una drastica ristrutturazione per tagliare i costi. Ipotesi scartata per la fiera opposizione del potente sindacato interno, ben rappresentato anche nel Consiglio di Sorveglianza. E così si sta ragionando di mettere sul mercato le attività i marchi che meno si integrano nelle sinergie del resto del gruppo. In primis le due aziende emiliane, che sono sempre state considerate un po’ un capriccio del vecchio presidente, Ferdinand Piech. In uscita anche Bugatti, per la quale sembra essere stata individuata la strada della cessione a Rimac. In cambio però di un aumento della quota detenuta da Porsche nel costruttore croato.
In Lamborghini il presidente Domenicali già in uscita
Interpellato dalla Reuters, Diess non ha voluto commentare le voci su un imminente addio ai due marchi bolognese. Limitandosi a dire che il Gruppo Volkswagen deve reinventarsi per la nuova era dell’automobile elettrica e a guida autonoma. Ha però aggiunto parole piuttosto significative: “Monitoriamo costantemente il nostro portafoglio di marchi. E questo è particolarmente vero in una fase di cambiamento epocale per la nostra industria. In vista di una ‘market disruption’, dobbiamo concentrarci e chiederci che cosa significa questa trasformazione per le singole parti del gruppo”. Una frase decisamente rivelatrice. Diess è talmente convinto delle prospettive che l’elettrico offre da scommettere in un raddoppio del valore di Borsa della Volkswagen a 200 miliardi di euro. Ducati e Lamborghini (quest’ultima con il presidente Stefano Domenicali in uscita) non fanno più parte del progetto?
Ducati è vittima di KTM.
Gli austriaci guidati da Stefan Pierer hanno pareggiato i conti in MotoGP con un progetto che non rinuncia ai principi tecnici ed alla filosofica del brand: il telaio tubolare in traliccio di acciaio. Dimostrando ai benpensanti di poter vincere impiegando una tecnologia telaistica ritenuta anacronistica.
Gli austriaci dispongono di una gamma fuoristradistica e di una capacitò tecnica affinata negli anni che nessun brand può vantare.
Progettano e realizzano motociclette uniche nel loro genere ed anche motoleggere che si sono affermate in un mercato esclusivo e competente.
Producono anche motociclette elettriche da usare nel silenzio della natura e progettano prototipi di scooter e quadricicli elettrici innovativi e di riferimento nei prossimi anni.
Oltre a Ducati, stanno sovrastando i cugini bavaresi di BMW Motorrad.
Lamborghini grazie a Filippo Perini ed alle trasfusioni economiche e produttive di Volkswagen ha raggiunto in questi anni l’epilogo della sua fama. Una fama sportiva ottenuta senza aver mai corso in Formula 1.
Vetture voluminose e pesanti costruite attorno ad un monumentale urlante dodici cilindri, ridotto di due con la trazione integrale.
Proprio il dieci del toro scatenanto, se non fosse per il segno di Perini, sarebbe nulla di più di un’Audi R8
Il cliente tipo?
“Se vuoi essere qualcuno compra una Ferrari, se sei già qualcuno compra una Lamborghini”.
Così diceva Frank. Troppo tempo fa…
con buona pace della Motor Valley emiliana che sarà svenduta a qualcuno senza le capacità finanziarie di gestirla e finirà per essere in seguito riassorbita in enormi conglomerati stranieri che la fagociteranno fino a diluirla nel nulla.. è già successo.
MG e Lotus per fare 2 esempi.
Ora si capisce perchè VW ha chiamato FAW in Italia, prevedo furto di marchio, tecnologie e fabbriche cacciavite nella motorvalley emiliana, purtroppo.
VW fa sul serio. Dopo l’errore imperdonabile del Diesel Gate, prende due piccioni con una fava: l’elettrico farà dimenticare il peccato, rilanciando il marchio verso il futuro-presente. Disruption è la parola magica. Tristezza per i marchi nostrani, che resteranno nicchie di mercato: non falliranno, sia ben inteso. Piccole perle che daranno lavoro a quattro gatti. C’è poi FCA-Peugeot con la sua bella Fiat 500 a 40mila Euro, leggermente in ritardo su tutto. Solo VW, che non amo particolarmente, ha osato l’evidenza: il primo (non-cinese) che offre una fascia B-C elettrica ad un prezzo umano sarà asso pigliatutto. Così è la ID.3 base (30kE – 10kE bonus = 20 kE). Tesla vorrebbe, ma finché non produce in Europa, sarà supertassato (la Model 3 in USA cosa 10kE in meno).
Così è la ID.3 base (30kE – 10kE bonus = 20 kE). ????? mi sa che non sei aggiornato!!!
https://www.volkswagen.it/it/modelli-e-configuratore/id3.html#MOFA
Di base fa 38.9010€ !!!!!!
Bugatti a Rimac, Ducati a Energica, Lamborghini a Tazzari (che fa già componenti per auto sportive premium). Che bello sarebbe. 3 marchi portati nel futuro !