Mario Draghi prende le distanze dal governo Meloni che chiede di frenare sulla transizione verde e sull’auto elettrica. “La decarbonizzazione è fonte di crescita e non un ostacolo“. In pratica, un invito ad andare avanti e a non rinviare gli obiettivi fissati per il 2035 come chiede la lobby dei fossili
Ineffabile Mario Draghi: con poche battute ha dimostrato quanto sia arretrata la posizione del governo di destra sulla transizione energetica. Davanti all’assemblea di Confindustria, due giorni fa, la premier Giorgia Meloni, con il ministro alla Imprese Adolfo Urso, aveva chiesto alla Ue di rivedere gli obiettivi contro le emissioni inquinanti al 2035.
Per Draghi la transizione “è una fonte di crescita e non un ostacolo come si sente dire”
L’ex presidente della Bce, invece, senza polemizzare diversamente ha fatto capire che la direzione da prendere è esattamente all’opposto: “La decarbonizzazione è fonte di crescita e non un ostacolo, come si sente dire. Noi come Europa nel campo della decarbonizzazione siamo all’avanguardia”.
Un messaggio al governo Meloni, ma allo stesso tempo un messaggio alla lobby dei fossili. Nonché un invito rivolto alle imprese perché non commettano l’errore di non credere (e investire) nella transizione green.
Del resto, Mario Draghi ha parlato al Kilometro rosso, il centro di ricerca Brembo creato dall’imprenditore Alberto Bombassei, a lungo vicepresidente di Confindustria: stessa platea, ma con una visione diametralmente diversa a Meloni.
Accelerare la diffusione delle auto elettriche agendo sui fornitori di energia
Nel suo intervento, Draghi non ha nascosto gli aspetti critici della transizione. Ma per renderla più funzionale e per accelerarne il processo. Per esempio, ricordando dove bisognerebbe intervenire con urgenza per favorire la diffusione di auto elettriche.
E’ stato chiesto all’industria dell’auto di “rispettare alcuni obiettivi, ma non è stato chiesto lo stesso ai fornitori di energia che avrebbero dovuto realizzare le reti. E così ci ritroveremo con le auto elettriche ma senza una rete per la loro ricarica“, ha spiegato Draghi.
“Senza investimenti sufficienti sulla rete perderemo 40 volte l’energia che produciamo”
Indicando anche la soluzione: serve un “piano europeo delle reti perché se questo non avverrà perderemo circa 40 volte l’energia che produciamo“. Così come servirebbe abbassare il prezzo dell’energia, altro tema caro a Draghi che più volte ha chiesto di separare il prezzo del gas da quello dell’elettricità per imprese e famiglie
Altro tema affrontato da Draghi che ha a che fare con la transizione: la competizione con Cina e Usa e il tema dei dazi. L’Europa sul fronte dell’interscambio commerciale – ha detto l’ex presidente del Consiglio – è l’area più “aperta rispetto agli altri. Quando gli altri non rispettano le regole quelli più esposti siamo noi“.
“Non possiamo erigere muri tariffari”
Per questo – ha concluso – non “possiamo erigere dei muri tariffari come fanno gli Stati Uniti. E questo perché noi siamo più esposti agli interscambi commerciali“.
Solo due giorni prima, Meloni aveva detto che “non possiamo regalare il settore auto alla Cina“, chiedendo di rinviare spostare la data per la fine delle immatricolazioni dei motori a combustione, ora previsto al 2035. Con eleganza, Draghi ha preso nettamente le distanze.
Due idee ,forse anche confuse, in fila ..
sarebbe un paradosso che la Cina dovesse dare lezioni di libero mercato all’occidente
d’altra parte sappiamo che l’economia cinese è finanziata massicciamente dal pubblico , quindi è concorrenza sleale
concorrenza che però resta e resterà sempre sul prodotto ..
ricordo gli italiani che comprarono le prime Golf di “importazione parallela” per i dazi elevati che c’erano
l’Italia fu invasa comunque da golf , perché in quel momento non c’erano prodotti italiani cono lo stesso rapporto prezzo qualità ,
sembra passato un secolo
io penso che come dice velatamente Draghi , anche l’Europa DEVE finanziare l’auto elettrica , ma non con gli incentivi ..
con gigafactory ,raffinerie di litio e centri di ricerca sulle batterie comuni ,
sarebbe bello definire uno standard per i pacchi batterie
per semplificare il futuro riciclo , anche questo finanziato pubblicamente
e creare una catena di valore Europeo
ritorno dell’elettronica , a parte STmicro , l’Europa ha perso produzione nei settori dei semiconduttori ,
pur restando leader nella fisica dei materiali ma anche nell’ingegneria digitale
vedi ARM , la cpu più diffusa al mondo è una multinazionale occidentale nata in UK
anche se la produzione fisica dei suoi chip praticamente sono prodotti su licenza solo da aziende cinesi
La “nuova” filosofia degli economisti per combattere la “stagnazione globale”
che cominciava affliggere stati uniti e Europa è/era di dividere l’economia Globale
che ha funzionato fino ai primi anni duemila
in economie di area o continentali
questo implica il ritorno delle produzioni manifatturiere , trasformatesi nel frattempo in largamente robotizzate , nelle aree da dove erano partite ..
in USA questo ritorno è cominciato più di un lustro fà
chissà se sta funzionando o se funzionerà
per alcuni economisti di livello come il nostro Fabio Sdogati pensano che la formula per il riequilibrio della finanza globale è ancora da trovare , speriamo in qualche giovane genio al più presto , magari Europeo
scusate
per il mio solito pistolotto divagante in materie di cui intuisco solo qualche briciola
Secondo me sarà ancora peggio, perché se l’assicurazione è obbligatoria ma i premi diventano altissimi(*), molti che non potranno permettersela saranno cornuti e mazziati.
(*) Perché se è obbligatoria le assicurazioni non possono rifiutarsi di offrire le polizze, ma conti alla mano chiederanno premi alti per coprire i sempre più frequenti e costosi risarcimenti. Senza considerare che la questione dell’obbligatorietà potrebbe anche ritorcersi contro a l’ha introdotta come “soluzione”.
Quanto detto da Draghi in questo contesto è giusto e sacrosanto.
Nondimeno, bisogna riconoscere che il suo rapporto (per quanto giusto e sacrosanto a sua volta), è stato strumentalizzato (e sarà sempre più strumentalizzato) a sfavore del Green Deal.
– Governo Meloni e Confindustria si sono aggrappati al passaggio in cui Draghi enuncia che la decarbonizzazione porta il rischio di danneggiare la competitività e la crescita (poco importa che lui intendesse “se viene portata avanti nel modo sbagliato”: viene strumentalizzato, svuotato dal contesto dell’intero ragionamento);
– Governo tedesco immediatamente dichiaratosi fortemente contro il suggerimento di Draghi per tornare a competere con USA e RPC: investire 800 miliardi all’anno, da “trovare” grazie a investimenti privati e debito comune.
Il problema è che gli Stati europei, alcuni discorsi, proprio non vogliono sentirli: se continuano in questo modo, a nascondere la testa sotto la sabbia, qui non solo salta il Green Deal, ma tutta la UE.
Mi sa che diventeremo veramente terzo mondo.
scherzano col fuoco… tanto abbiamo parecchio gas per saltare in aria….
A me Draghi non è per niente simpatico ma, quando forse per sbaglio, dice qualcosa di sacrosanto non vedo perchè non glielo dovrei riconoscere.
Io non ci vedo la contrapposizione, se c’è è ben celata. Dire che serve potenziare l’infrastruttura di ricarica è l’ovvio, su come farlo però non ho sentito ancora mezza idea valida perché poi i politici quando hanno un problema l’unica cosa che sanno fare è prendere i soldi dal nostro portafogli e girarlo a pioggia alle industrie, non c’è mezzo piano.
Cosa vorrei sentir dire all’Europa?
– uptime obbligatorio del 99.5%, altrimenti multe supersalate, e SLA anche per il supporto clienti (che deve essere H24 ovviamente)
– price cap sui prezzi praticati
– cartelli chiari su prezzo al kWh, uguale per tutti gli utenti e comunque si paghi
– politiche per evitare le code, quindi prezzo al kWh + prezzo al minuto
– pagamento tramite plug&pay + interoperabilità/roaming OBBLIGATORIO
– potenze di ricariche massime, accessibilità, open data
– monitoraggio occupazione e code e immediata attivazione di nuovi punti di ricarica se si notano congestioni in determinate aree
etc. etc.
Anche una candidata a Miss Italia sa che il problema principale è la fame nel mondo, poi però deve dire come intende risolverlo.
La cosa che mette più amarezza è che l’elenco dei requisiti richiesti sono… Standard. È così in millemila servizi commerciali… Qua sembra fantascienza.
“– politiche per evitare le code, quindi prezzo al kWh + prezzo al minuto”
Concordo se per “prezzo al minuto” intendi l’occupazione dopo i 60 minuti concessi dal Codice della Strada dal termine della ricarica.
Se invece intendi una tariffa mista kWh + tempo (come Nextcharge, per intenderci), devo dissentire, perché discrimina gli utenti in base alla potenza del caricatore DC dell’auto.
Intendo esattamente quello, come NextCharge perché è mio auspicio che vi sia discriminazione in base alla potenza del caricatore DC dell’auto. Se io azienda faccio una colonnina da 500 kW e mi viene la Spring che ha la ricarica DC a 30 e dietro si fa la fila di auto elettriche che ricaricano a 6C non mi sta bene, abbiamo sbagliato tutto, da un punto di vista ingegneristico e logistico la cosa non funziona. Magari si può applicare solo alle colonnine nelle ore/giorni di punta. E anche i costruttori è bene che si diano una sveglia e inizino a usare gli 800 volt, la nuova BYD Seal è già passata completamente agli 800 Volt, gli altri che aspettano? Gli stessi utenti programmeranno soste più frequenti ma più brevi per sfruttare al massimo la parte migliore della curva di ricarica.
Ah, quindi chi non potrà permettersi un macchinone con ricarica a 6C ma solo una utilitaria tipo Dacia Spring (quindi potenzialmente una grande fetta di italiani) deve essere cornuto e mazziato??? Della serie “che schifo questi poveri!”,eh?
Questo ragionamento mi ricorda un amico di gioventù di famiglia ricca che, lui che a 20 anni poteva guidare auto sportive (mentre io guidavo la mia coetanea Austin A40 ereditata da mio nonno), sosteneva che avrebbe dovuto pagare di meno l’autostrada perché lui, andando più forte, la usava per meno tempo di quelli più lenti (come me)! 🤦🏻♂️
Ricordo che questo governo a fine anno farà scadere la possibilità di effettuare lo scambio sul posto a tutti i possessori di impianto fotovoltaico.
Ci sarà il ritiro dedicato, che però sarà economicamente molto meno favorevole.
Della serie: TANTO PER DISINCENTIVARE LE RINNOVABILI E LA TRANSIZIONE VERSO DI ESSE.
p.s.: non inserisco aggettivi qualificativi in merito al governo al fine di non incorrere in problemi.
Draghi ha tracciato la via d’uscita dal “cul de sax” in cui si è cacciata l’ Europa..e l’ Italia…senza fare sconti a nessuno.
Anche il ministro Giorgetti ha esterbatola necessità esistenziale di fare un importante cambio di rotta:
https://www.ansa.it/sito/notizie/economia/2024/09/20/giorgetti-dal-clima-rischi-per-la-stabilita-economica_1b67b017-107f-4848-9a07-707902aa83cc.html
Per chi ha avuto la fortuna di scampare ai sempre più frequenti effetti dei cambiamenti climatici.. spero basti lo stillicidio quotidiano dei disastri che vengono documentati ogni giorno in televisione o sui notiziari in internet.
Per sempre più ampie zone d’Italia oramai la siccità prolungata e poi le.devastanti alluvioni stanno diventando un appuntamento ricorrente…con rischi crescenti di morti, feriti e danni gravissimi.
Per quelli che insisto nel negare l’ evidente urgenza di abbandonare idrocarburi …beh…siete irrecuperabili.
Il governo pensa di introdurre l’assicurazione obbligatoria delle abitazioni contro le catastrofi naturali https://www.agi.it/economia/news/2024-09-20/rischi-clima-governo-obbligo-polizze-case-27925551/. Geniale. Boicotta le misure di mitigazione della crisi climatica perchè costa troppo e brucia posti di lavoro, poi scarica sui cittadini i costi per ripararne i danni. Qualcuno fra i suoi elettori se ne accorgerà?
Questo governo mi farebbe ridere, se non stesse costruendo un contesto tragico: sta ritirando tutti gli investimenti e i programmi di spesa pubblica, non vuole più sganciare un centesimo, tutto a scapito dei servizi ai cittadini, che sono tra i massimi doveri di uno Stato.
Un po’ come quelle mamme del dopoguerra, che facevano uscire i loro bambini a giocare in piazza, in pieno inverno, solo con le mutande e un cencio sulle spalle: “così ti fortifichi!”.
E poi andavano a recuperare il cadavere del figlio, morto per ipotermia.
E le assicurazioni si precipeteranno alla mangiatoia fintanto che il rischio sarà statisticamente basso (o quasi irrilevante), poi negli anni con il peggiorare della situazione climatica rifiuteranno di rinnovare i contratti e scapperanno.
Esattamente quello che sta succedendo alla clausola anti-grandine nelle polizze RCauto.
Non serve che peggiorino le condizioni, appena sarà obbligatoria partirà l’aumento.
Oltre alla fine dello scambio sul posto, si parlava anche di una riduzione della detrazione dell’impianto fotovoltaico dal 50% al 30%; pian piano stanno rendendo l’installazione degli impianti fotovoltaici residenziali sempre meno vantaggiosa per le persone, d’altronde in questo campo hanno molta esperienza basta vedere come hanno disincentivato sia le ricariche alle colonnine che gli incentivi stile click-day..
forse è quasi meglio , con 2000 euro metti una batteria stazionaria e fai autonsumo dell’energia che ti pagavano poco o niente
Mi piace, la lobby dei fossili
Ah, piazzisti di trilobiti e coproliti!
Sostengono i fossili, e sono fossili.
Ma, il professor Draghi glielo ha detto in faccia alla presidente del consiglio visto che l’aveva appena incontrata? O è uno di quelli che non ha il coraggio di dirti in faccia quello che pensa veramente…
Penso che se Draghi e la Meloni si incontrano faccia a faccia, entrambi non fanno altro che ribadire le proprie posizioni.
Il punto è che se il nostro capo del Governo non appoggia la politica il Green Deal, anzi ne richiede la revoca, allora mi sembra normale che l’ex capo del Governo Draghi, dopo essergli stato commissionato dalla UE un rapporto ed essendosi espresso a favore per il Grean Deal allora non possa far altro che ribadire alla stessa platea di pubblico la sua posizione favorevole al Green Deal. Se non lo facesse avvallerebbe la posizione della Meloni e questo non credo sia la sua intenzione. Si chiama politica, non è difficile capirlo. Più o meno è quando succede tra noi mortali che dopo un faccia a faccia con uno dei nostri rivali, costui parla male di noi a degli amici (senza la nostra presenza), noi si risponde allo stesso modo ad esempio in un incontro al bar buttando la un’infomrazione a sfavore del nostro rivale ad alta voce e lui è seduto ad un tavolino del bar a qualche metro.
quello è un problema loro..di rapporti personali…
L’ importante è cosa ha pubblicamente comunicato…..in particolare in sede europea…
A buon intenditor poche parole…
Finalmente, quando diremo che le FER sono l’unica speranza dell’EU di restare competitiva coi costi energetici nessuno potrà tirare fuori il solito, inflazionato torrone del green.
Se posso aggiungere, potevano metterlo prima in campo chiaro e tondo ok il green ma noi (UE) puntiamo.dulle FER perchè costa molto meno dell’energia fossile.
Perchè non è stato detto prima? Perché non si è martellato dicendo la VERITÀ ossia o FER o morte industriale perchè pagare 2/3 volte il prezzo energetico dei competitor asiatici/USA avrebbe dei dustrializzato il continente.
Era facile ed avrebbe avuto più presa che tutta la storia della CO2. Perché a qualcuno può pure sembrare ecoterorrismo il cambiamento climatico, ma a casa disoccupati ci vogliono restare in pochi.
Giusto! meglio occupati ma con la casa allagata e le strade impraticabili.
Quanto all’occupazione/disoccupazione è sempre una questione legata al massimo profitto a cui quasi ogni imprenditore mira.
Altrimenti nulla vieta di mantenere l’attuale oppure incrementarla (posto che siamo addirittura in calo come popolazione).
Nulla vieta anche di aggiornare dopo 30 anni gli stipendi, cosa che porterebbe anche ad un aumento dei consumi interni… invece i soldi li facciamo con le esportazioni. Soldi che poi “sputt.aniamo” portandoci dentro il gas, il petrolio e tante altre cose di cui si potrebbe fare a meno.
se restiamo legati al gas ancora a lungo (basta un decennio) saremo completamente fuori mercato con qualsiasi produzione nazionale… e l’export ce lo saremo definitivamente giocato… come il turismo…
Stessa cosa vale per il petrolio, ma in molte teste dure è un concetto che fatica ad entrare.