Il bilancio di Mario Draghi è impietoso: a un anno dal suo Rapporto sulla competitività europea e in «un mondo che è cambiato» tutti i problemi si sono aggravati e gli obiettivi sull’auto a zero emissioni «rischiano di rivelarsi irrealizzabili». Qui il testo integrale del suo intervento
«Il nostro modello di crescita sta svanendo» ha detto nella conferenza convocata dalla presidente Ursula von der Leyen, ma poco o nulla dei suoi suggerimenti si è tradotto in pratica. E ora l’inazione dell’Europa «minaccia non solo la nostra competitività, ma la nostra stessa sovranità». Questo vale per tutte le sfide globali in atto, dall’IA alla difesa, dallo spazio all’energia. A maggior ragione per la decarbonizzazione dei trasporti, in vista della scadenza 2035.
Auto, la scadenza 2035 non ha innescato il circolo virtuoso

«La scadenza del 2035 per le emissioni zero allo scarico era pensata per innescare un circolo virtuoso» di investimenti in innovazione tecnologica e sviluppo della rete di ricarica. «Ma ciò non è avvenuto» dice Draghi. Il mercato dei veicoli elettrici è cresciuto «più lentamente del previsto». L’innovazione europea «è rimasta indietro». I modelli «restano costosi» e la catena di fornitura «è frammentata». Perciò «attenersi rigidamente all’obiettivo del 2035 potrebbe rivelarsi irrealizzabile—e rischia di consegnare quote di mercato ad altri, soprattutto alla Cina».
Cosa suggerisce quindi l’ex numero uno della BCE ed ex Primo ministro italiano? La prossima revisione del regolamento sulle emissioni di CO₂ «dovrebbe seguire un approccio tecnologicamente neutrale» e integrato «che copra le catene di fornitura, le esigenze infrastrutturali e le potenzialità dei carburanti a zero emissioni di carbonio».
E ora? “Difendersi e resistere”
Draghi, in sostanza, sposa la linea dei principali car maker riprendendone il mantra. Perchè, dice, «l’ultimo anno ha mostrato chiaramente che operiamo in un mondo diverso. La linea di confine tra economia e sicurezza è sempre più sfumata. Gli Stati utilizzano ogni strumento a loro disposizione per promuovere i propri interessi».
In questo scenario, con i concorrenti che «distorcono i mercati e inclinano il campo di gioco» è illusorio riporre una cieca fiducia nelle forze di mercato per costruire nuovi settori. All’automotive europeo, come agli altri comparti industriali sotto pressione, non resta che sviluppare la capacità di «difendersi e resistere».
Decarbonizzazione, tre idee per accelerare il passo
Nonostante la frenata sui più ambiziosi obiettivi ambientali dell’Unione europea, Draghi conferma la direzione di marcia e suggerisce gli strumenti per accelerare il passo. Tre in particolare: coordinare e concentrare su pochi obiettivi strategici gli aiuti di Stato per costruire industrie competitive a livello globale; utilizzare la forza d’urto degli appalti pubblici per sostenere la domanda europea nelle tecnologie critiche; allentare le regole antitrust per incoraggiare fusioni e aggregazioni fra imprese evitando di avere «più campioni nazionali e basi industriali sovrapposte».

Un capitolo del suo discorso riguarda il costo dell’energia elettrica, un fardello per la mobilità elettrica ma anche per settori emergenti come i datacenter e le industrie energivore. «La decarbonizzazione è il percorso migliore a lungo termine per l’Europa per raggiungere l’indipendenza energetica». Tuttavia richiede «investimenti molto più rapidi per far funzionare un sistema basato sulle rinnovabili». Investimenti che si potrebbero finanziare con «debito comune per progetti comuni ,o a livello Ue o tra coalizioni di Stati volenterosi, attraverso meccanismi come la cooperazione rafforzata». Ha riproposto infine il suo progetto per «disaccoppiare la remunerazione delle rinnovabili e del nucleare dalla generazione fossile, ampliando i contratti a lungo termine» e introducendo «acquisti collettivi di gas».
- LEGGI anche “I rinvii di Bruxelles/ 800-900 mila auto elettriche in meno nel 2030” e guarda il VIDEO


@Lorenzo Baldi
“…qualsiasi scienziato onesto te lo può confermare: “costi troppo alti, transizione economicamente insostenibile”…”
gli scienziati si occupano di scienza.
gli scienziati del clima si occupano del clima.
dei costi e dell’economia si occupa la politica, gli amministratori, gli economisti.
se gli uni e gli altri riesco a parlarsi è meglio,
si evita di salvare l’economia….senza aver più una popolazione,
come l’andazzo climatico attuale comporta con alto grado di determinismo.
Va ricordato doverosamente che, per quanto autorevole, la figura di Mario Draghi ricopre attualmente una posizione
di consulenza e non ha alcun potere esecutivo a Bruxelles, ha emesso un suo parete in definitiva. Singolare da parte sua l’avventurarsi in argomenti a lui
sconosciuti come il richiamare una paventata neutralità tecnologica, neutralità che di fatto già esiste insitamente nel BAN 2035
poiché il vincolo è sul limite di emissioni e non sulla tecnologia utilizzata. Non è scritto su nessun documento e ripeto su nessun documento “dal 2035
obbligo di acquisto della sola auto elettrica” ma semplicemente ques’ultima è la migliore tecnologia disponibile e matura per poter rispettare tali limiti.
Quindi su questo argomento il Mario nazionale ha preso un bel granchio. Inoltre si trattengano dall’esultare i detrattori delle BEV, che leggo ancora numerosi
nei commenti, non verrà spostata o eliminata alcuna data
(quello si che sarebbe veramente la rovina per l’industria UE), con tutta probabilità verrano comprese haimé le ibride (vediamo se solo le plug-in) oltre ai famigerati bio carburanti
(che di bio hanno poco). Ricordo ancora che le ibride sono semplicemente delle auto a benzina ottimizzate, incapaci di utilizzare energia rinnovabile e la cui misera
elettricità prodotta viene al 100% dal petrolio. Sono infatti obbligate a continuare a rifornirsi al distributore altrimenti non funzionano.
A questo punto, tra 10 anni le BEV si saranno talmente evolute come tempi di ricarica ed autonomia che qualunque cittadino che sappia far di conto
con la semplice aritmetica capirà che la scelta di una ibrida sarà allora una scelta semplicemente sbagliata.
E se… la partita la giocasse il popolo?
Perchè l’obiettivo è irrealizzabile non per colpa delle aziende. Ma per colpa del popolo. Le aziende devono fatturare. Quindi offriranno quello che vorrà il popolo.
Ed è il popolo ad essere cos’ cerebroleso da coninuare a volere la morte.
Ma il problema sono i migranti…. non l’elefante nella stanza.
Il costo dell’energia è alla base di tutto. Questo il governo sembra non averlo ancora capito. Se facciamo 100 il costo industriale di un prodotto, a spanne il 50% è energia. Con l’automazione spinta saliremo anche a oltre il 90%. Stiamo competendo nel mondo con le mani legate dietro al schiena.
Gentile Luigi, dipende da settore a settore. Il 50% è un massimo. Il motivo è noto: dipendiamo eccessivamente sia come combustibile sia come mix sia come regole per la formazione del prezzo dalle centrali a gas. Al governo lo sanno benissimo…
Chiacchiere. L’auto elettrica è instoppabile. L’Europa deve solo decidere se farne parte o perdere l’industria automobilistica.
io sarei curioso mi piacerebbe andare a casa del buon Mario vedere come è alimentata quanto inquina quanto costa vedere le sue bollette vedere come ricarica la macchina quando la alterna con quella di sua moglie in base al sole o al contratto che ha come usa la piastra ad induzione e come scalda l acqua se ha collegato la lavatrice a doppia alimentazione (che non si trovano più) e poi che mi dica che carburanti non inquinanti usa perchè a parole su un palco sono capaci tutti poi occorre macinare chilometri inquinando il meno possibile
un anno o due fa diceva che l’Italia doveva fare quello che hanno fatto nella penisola Iberica
con le rinnovabili ai costi di allora (che sono continuati a scendere ) per abbassare i costi dell’energia elettrica che alla base di qualsiasi economia ..
ora dice che bisogna essere neutrali
neutrale significa ,.secondo me, NON FARE NULLA
stare alla finestra a vederre che mondo cambia
bisogna dirgli che il mondo è già cambiato
la penisola Iberica , ha costi dell’Energia elettrica , nettamente più bassi dei nostri già OGGI, attirando investimenti anche industriali ..
un po di BESS e un ammodernamento delle loro reti elettriche la loro rivoluzione energetica sarà completa
e in italia ci resterà la pizza, il mandolino e le mutande di pizzo
oltre che la miseria che è già palpabile da qualche decennio
Spagna con le rinnovabili punta a 100% rinnovabili e sta pensando sempre più in grande anche con l’indotto industriale, che ben gli porti; il Miteco, il loro ministero ambiente e energia, ha appena stimato di dover ampliare la capacità della loro rete elettrica di +27 GW potenza, prevedendo da loro già al 2030 questi nuovi consumi elettrificati:
– 13 GW aggiuntivi dedicati a impianti di idrolisi (fa impressione perché già al 2030)
– 9 GW elettrificazione e crescita industrie (idem come sopra)
– 5,5 GW data-center, elettrificazione navale, elettrificazione ferrovie
https://www-pv–magazine-es.translate.goog/wp-content/uploads/sites/11/2025/09/Captura-de-pantalla-2025-09-12-a-las-14.29.12-1536×801.png?_x_tr_sl=auto&_x_tr_tl=it&_x_tr_hl=it
non stanno correndo, stanno proprio facendo i salti tripli; stanno anche installando decine di GW-h di accumuli idroelettrici e di batterie; noi intanto abbiamo eletto ministri che discutono di come vietare le rinnovabili su più tipologie possibili di aree e sparlano di improponibile e fuori mercato fanta-nuculare, mi sembra una ricetta per continuare a rimanere indietro con stipendi e debito statale, e vabbè si vede che ci piace soffrire
Il sistema paese Italia, se guardasse a dove era la Spagna alla fine degli anni 70, farebbe un bel bagno di umilta’.
Quello che dice Draghi adesso ( con colpevole ritardo) lo sento dire in tutti i Bar/negozi/aziende da 5 anni a questa parte,a parte dei talebani nessuno e contro l’elettrico, sono tutti contro le imposizioni , la strategia giusta e nessuno ban ma nel contempo investire in ricerca per migliorare e rendere fruibile per tutti l’elettrico, e quando sarà matura e conveniente saranno le persone a “bannare” il termico per scelta non per imposizione.
No, non funziona così. Non avete bene chiaro come è andata la storia. Pensate davvero che le decisioni vengano prese dal consumatore? tutto è iniziato con il dieselgate (a dire il vero molti anni prima si è capito che l’inquinamento del petrolio era insostenibile). L’imposizione della UE è alle case produttrici perché continuano a produrre mezzi inquinanti e perché hanno falsificato i dati sul reale inquinamento , nulla è imposto al cittadino europeo. Hai scritto bene il leit-motiv che circola nei bar e dai barbieri ed è purtroppo una narrazione manipolata ad arte perche il consumatore è facilmente manipolabile. Colpa del legislatore non aver informato a sufficienza il consumatore riguardo a ciò che sta avvenendo con la transizione, che è necessaria e sacrosanta se non lo aveste ancora capito.
A differenza di un paio di commenti che ho letto, ed indipendentemente dal fatto che quello che dice piaccia o meno, io credo proprio che Draghi non sia una persona che parla “a braccio”.
E’ una persona che è abituata ad essere molto preparata prima di fare esternalizzazioni.
Per fare un esempio nell’ultima rapporto del 2024, oltre alla sua squadra (già di spessore) ha coinvolto economisti, professori universitari, think tank, oltre 30 associazioni e più di 80 aziende. È stato ascoltato anche il BEUC, che comprende 44 associazioni europee dei consumatori di 31 Paesi, Italia inclusa.
In definitiva, io non trascurerei di valutare quello che consiglia.
Poi non tutto quello che dice può piacere a tutti…
@MT64, visto che i figli di Draghi sicuramente non hanno di che preoccuparsi per il futuro e capisco che quello che dico potrebbe non piacere a tutti, ma chiedo possiamo fare fare una vita schifosa prima ai tuoi figli che ai miei?
Perché, in sintesi estrema, quello che ha detto Draghi è:
– Accidenti, mi sono accorto che non possiamo salvare tutti!
– OK, chi salviamo per primo?
– Gli altri? No problem! Best effort!
Premesso che non condivido quanto dici, e non mi permetto di mettere in bocca a Draghi cose che (dalla lettura) non ha detto, se le sorti del pianeta sono destinate ad andare come nelle peggiori previsioni, non credo che ci sia chi si può salvare, a meno che qualcuno non riesca a scappare su Marte, come stanno provando in effetti a fare…
E sempre che non capiti qualcosa di peggio molto prima, visto l’innalzamento della tensione geopolitica in tutto il mondo.
E, se ho capito bene la tua posizione, sono d’accordo con te su una sola cosa, se c’è una possibilità bisogna provarci.
Malio Dlaghi dovlebbe viaggiale di più e vedele il mondo!
-Il 2035 dell’auto si basa su presupposti non più validi-
Purtroppo i presupposti validi non lo sono mai stati, e lo vado ripetendo da anni forte anche di quello che è la mia esperienza lavorativa.
Adesso lo dice anche Draghi. Alla buon’ora.
Un altro che ne capisce più di tutti. Ti inviterei, caro Alessandro, a riflettere su quello che scrivi sul sito che ritiene siano irrinunciabili gli obiettivi climatici 2035 e 2050.
@Massimo, penso che ormai sia chiaro ai più che una soluzione per salvare tutti non ci sia, se mai c’è stata.
Quindi, chi comanda preferisce salvare (soltanto) chi sta già sulla barca, garantendo bilanci “grossi e grassi” ancora per un po’, purché sostenga il rafforzamento della barca stessa. Si annuncia infatti mare grosso.
Non vedo più piani per pensare a chi sta ammollo e alla mercè delle onde, come noi. Anzi, se gridiamo “Aiuto! Aiuto!” siamo ormai etichettati come terroristi. Come diceva Johnson all’inizio dell’epidemia COVID-19 in Gran Bretagna, “Chi deve morire, muoia e non disturbi!”
-Un altro che ne capisce più di tutti.-
Io mi limito a parlare di automobili.
Se ti riferisci a quello, potresti anche non avere tutti i torti, sai?. 😛
-Ti inviterei-
Ma tu puoi invitarmi anche a pranzo, cosa che peraltro mi farebbe assai piacere.
Rimane che per quanto siano sacrosanti e irrinunciabili, gli obiettivi che citi rimarranno irraggiungibili se si pretende di farlo in un modo che non è materialmente percorribile nei tempi che ci si è dati.
Come ripeto da anni, non contesto il cosa bensì il come.
Adesso lo dice tale e quale anche lo zio Mario, che non penso possa essere accusato di essere “no watt”.
Non basta capirne di automobili, caro Alessandro. Qui si parla di politica industriali, finanza, geopolitica, fisica dell’atmosfera. E soprattutto di strategia mediatiche. Studia, studia e studia; poi ti inviterò a pranzo per parlarne
Il titolo di questo articolo è
Draghi sull’auto: “Obiettivi europei non più realizzabili”
Mi attenevo all’argomento senza allargare a finanza, geopolitica e fisica dell’atmosfera.
Di cui so ben poco, ammetto.
Limitatamente all’argomento, confermo quanto sempre sostenuto e che alla prova dei fatti si sta rivelando vero.
Quanto alle strategie mediatiche, di forse cui ne so pur qualcosina senza per questo esserne maestro, in tempi non sospetti ho spiegato nel dettaglio il mio punto di vista proprio sulle vostre pagine (grato dello spazio avuto) e rimango di quella opinione: la strategia mediatica utilizzata fin qui per parlare di questi argomenti è semplicemente pessima e tale si è rivelata alla prova dei fatti.
Al limite dell’auto-sabotaggio.
Il sabotaggio c’è, ma non è “auto”: segui i soldi e scoprirai chi lo fa (se permetti, ne so qualcosa più di te).
Un altro che tira fuori la neutralità tecnologica. Continuare a dividere le risorse su troppi cavalli ci lascerà con un somaro. La neutralità tecnologica è una favola, le batterie hanno già vinto, fatevene una ragione.
e non solo su ruote, mi sembra che le batterie hanno già tracciato la strada anche per i futuri mix di generazione energia elettrica
E i razzi di Musk? Perché non farli andare a batterie? Invece emettono tonnellate di Co2 e danneggiano lo strato di ozono. Musk è come certi preti…predica bene ma razzola (è proprio il caso di dirlo) moooolto male e crede di lavarsi la coscienza vendendo auto elettriche.
Con un razzo al giorno il Muskione toglie l’ozono di torno.
cos’è che hanno vinto le batterie? Mi pare che la non raggiungibilità degli obiettivi europei sulle auto elettriche sia un dato di fatto. Gli unici che continuano a negare, l’evidenza da veri negazionisti, sono i fan dell’elettrico.
Dove sarebbe il “dato di fatto”? L’unico incontestabile è sul termometro: 1,5 gradi di aumento della temperatura media mondiale già acquisito
E pensa che con le auto elettriche in Europa la cosa cambi quando tutto il resto del mondo continua ad andare a petrolio e soprattutto Aerei e Navi non le puoi fare a pile?
Si documenti: in Cina le auto alla spina sono il 50% del mercato. E il mercato auto cinese vale come tutti quelli europei messi insieme. Questo le dice qualcosa?
“cos’è che hanno vinto le batterie? ” quindi quale sarebbe la sua proposta/alternativa?
Nei tuoi sogni forse
Draghi è un pasticcione , un oratore che ogni tanto fa sparate dal pulpito senza aver vero potere esecutivo, come lo è il prevosto che indica la via da seguire ai propri fedeli, che poi usciti continuano a peccare. Chi invece DEVE decarbonizzare e migliorare il nostro benessere è Zitto e fa pasticcere tra interessi e ponti e guerre carbonizzatrici
La saggezza e il common sense stanno tornando . Forse c’è ancora speranza per l’Europa.
La cosiddetta “Europa” non esiste se non diventa veramente una nazione federale e in fretta.
Se resta né carne né pesce, come è oggi, i 27 nani sono destinati inevitabilmente al declino e alla guerra intestina e di conquista: vedi gli idoli di Matteo Diesel, quello con la vodka che già preme ai confini polacchi e rumeni con i droni e quello con le ragazzine che compera la Gran Bretagna.
..sottointeso:
«disaccoppiare la remunerazione delle rinnovabili e del nucleare SOLO LE CENTRALI VECCHIE GIA’ COSTRUITE, dalla generazione fossile, ampliando i contratti a lungo termine»
perchè se fai un contratto CDF (contratto di aquisto energia a prezzo fisso del MW-h per 20 o 30 anni) a una centrale nuculare vecchia, già costruita, quando costavano molto meno, e anche già stata ampiamente sovvenzionata da altre tassazioni e fondi statali, allora ottieni tariffe al MW-h abbordabili;
in Francia sugli impianti più datati e già ampiamente sovvenzionati, pare riescono a non andare in perdita aggiungendo le entrate per vendita energia a circa 70-75 euro al MW-h, la nuova tariffa minima richiesta di recente da EDF per i loro CDF
mentre un ipotetico CDF ad una centrale di nuova costruzione iniziata oggi,
avrebbe una tariffa al MW-h in europa tra 180 e 230 euri al MW-h
molto più caro del prezzo medio già caro delle centrali a metano,
cifre citate nel calcolo del 2025 della Corte dei Conti Francese,
oltre che nelle stime del progetto inglese di Sizewell C
questo se la tariffa del MW-h dovesse coprire in modo trasparente anche le spese della centrale normalmente dirottate fuori bolletta e sovvenzionate dallo Stato, cioè la partecipazione e/o prestito finanziario per la costruzione a condizioni agevolate su 30 o piu anni, in pratica un finanziamento a perdere, poi la gestione delle scorie, e probabilmente anche lo smantellamento futuro
@R.S.
Innanzitutto grazie per le analisi puntuali.
Una domanda: detto che siamo ancora lontani, si potrebbe stimare un range di costo dell’energia prodotto da una futura centrale nucleare a fusione?
Grazie.
per me è un altro vicolo cieco che distoglie dalle soluzioni già esistenti, la fusione viene finanziata in parte anche per migliorare le moderne bombe a fusione tattiche; tra i fisici c’è il dubbio se reattori a fusione per generare energia civile siano tecnicamente realizzabili; se lo saranno, si pensa non prima di 50 anni; e nel caso, potrebbero anche non essere economicamente competitivi
come alternative più fattibili, tra 30 anni (ma ancora troppo tardi per il fine di ridurre le emissioni in tempo, e di nuovo non si sa se a costi interessanti) potrebbero esserci reattori commerciali a fissione al torio, forse gli unici con scorie non millenarie, abbastanza meno sporchi di quelli all’uranio
e c’è poi l’alternativa ancora più semplice davanti agli occhi: considera che il Sole è un reattore a fusione e ci basta ottimizzare i sistemi di raccolta da luce, vento, acqua, biomasse, di briciole di questa enorme l’energia che ci manda
le alternative rinnovabili essendo semplici e realmente modulari, scendono di costo anno su anno; già da circa il 2019-2024 sono ormai imprendibili come competitività e scenderanno ancora di costo:
– pannelli fotovoltaici da laboratorio (tecnologia tandem a doppio strato) già ora raggiungono efficenze del 35%, cioè una altissima densità di potenza nominale per m2 di 350 watt, e/o sono in arrivo pannelli a film sottile dal costo di produzione ancora più limato; man mano che migliorano anche i pannelli commerciali (al momento i migliori hanno efficenza 26%, 260 watt al m2, comunque già notevole), porteranno il costo del fotovoltaico utility vicino ai 2 cents al KWh e quello domestico a 5 cents
– eolico su terra e off-shore anche è previsto scendere ancora di costo
– geotermia anche sta vivendo un momento di aggiornamento tecnologico che ne taglia i costi di investimento iniziali dagli attuali 10000 euri a KW potenza nominale installata, a circa 5000 euro al KWh, cioè a meno di 1/3 del nuculare
– energia maremotrice non è ancora matura ma sta scendendo di costi, da 500 a 300 euri al MW-h di energia producibile, se ragioniamo a 20 anni da ora potrebbe dievntare competitiva
– sistemi di accumulo a batteria BESS, oggi facilitano fare i mix rinnovabili; BESS completi e installati, in Cina alle aste pubbliche sono scesi nel 2025 a prezzi stracciati di 55 euro al KWh, di cui circa 35 euro al kWh è il costo delle sole celle LPF
significa che in Europa, parametrati ai nostri stipendi e costi, potranno scendere già a breve a 110 euro al KWh; oggi in europa un grande BESS installato costa circa 230 euro al KWh, già abbastanza appetibile da scatenare una corsa alle installazioni di rete; solo due anni fa erano a circa 400 euro al MWh, e pochi anni prima 800 euro
un ulteriore calo di prezzo sugli accumuli, e un miglioramento dell’impatto e della scalabilità a grandi numeri della filiera, si avrà con la diffusione delle celle con chimica al sodio, che non contengono litio ne rame, fanno risparmiare altri 15-20 euro al Kwh sulle materie prime delle celle rispetto alle già economiche LFP: le celle al sodio sono già state affinate, commercialmente ancora non sono scese di prezzo sotto a LFP perché devono ancora scalare in grande le quantità, in Cina stanno costruendo le Giga-linee produttive in questo momento
questo per dire come sia in atto una rivoluzione così rapida che molti politici e noi stessi facciamo fatica a cogliere, abbiamo in testa ancora idee e prezzi di qualche anno fa
– scommetterei anche su tecnologie per idrolisi (produzione di idrogeno verde, ammoniaca, metano verde, sfruttando i picchi di produzione di FTV ed eolico) a costi sempre più bassi, ci sono studi e brevetti di nuove membrane e tecnolgie di idrolisi quasi ogni settimana
in Germania la prevedono competitiva nel 2040-2045, mentre in Spagna scommettono su tempi incredibilmente brevi, prevedono 13 GW di loro potenza elettrica aggiuntiva da rinnovabili impegnata già nel 2030 in impianti di idrolisi
https://www-pv–magazine-es.translate.goog/2025/09/12/el-gobierno-anuncia-un-plan-de-13-590-millones-hasta-2030-para-desatascar-la-red/?_x_tr_sl=auto&_x_tr_tl=it&_x_tr_hl=it
mentre noi impiegheremo questi anni ancora in dibattiti mediatici di retroguardia, pompati da una campagna pubblicitaria ingannevole massiccia su tanti canali yuotube e dalle dichiarazioni furbette del governo attuale
mentre se guardiamo ai dati, per decarboniazzare l’economia mondiale in dicaimo 20 anni, dobbiamo arrivare a installare +1300 GW aggiuntivi ogni anno, e solo le rinnovabili hanno questo tipo di scalabilità, velocità, e opportunità di costo, cioè di risparmiare invece che essere un aggravio di spesa, le altre tecnologie sono già marginali in questa corsa alla decarbonizzazione:
https://www.pv-magazine.com/wp-content/uploads/2025/01/thumbnail_Picture1-1536×1139.png
la fissione all’uranio è roba da anni ’80, sporca e oggi anche obsoleta e costosa; mentre la fissione è una fascinazione un po’ da film di fantascienza; fai caso che ENI, fossili, ama molto mettere il nuculare, a fusione o altro, nei dibattici mediatici e politici.. come distrazione per i non esperti del tema dalla questione rinnovabili
Grazie, punto colto.
Sempre interessante; provo a leggere i punti indirizzati dai vari link.
Unico aspetto che non mi quadra, con riferimento ai pannelli fotovoltaici, e che confrontando il preventivo di 5 anni fa ed uno di oggi, i prezzi sono quasi raddoppiati.
E per il momento non sembrano scendere.
Certi settori politico-economico-finanziari sono contrari all’agenda Draghi.
Diciamo che da quando ha iniziato a dire che servono investimenti sulle rinnovabili (che a cascata ricadono anche sulle EV) e che è necessario aumentare gli stipendi per rilanciare in generale il mercato interno, da troppi anni depresso perchè si puntava sopratutto sull’export, il grande appeal di Draghi ha subito un bel ridimensionamento.
IL che dice spiega molte cose e nessuna positiva.
Sono semplicemente basito. Mario Draghi che parla della filastrocca ridicola della neutralità tecnologica. Così davvero ci auto distruggiamo. Serve una linea comune. Troppo destabilizzante. Devono lasciare parlare gli scienziati. Stanno combinando un casino.
Direi che stiamo virando dall'”Agenda Draghi” verso l'”Agenda Trump” ex “Agenda Johnson/Farage/LePen”: chi è ricco è ricco, gli altri si arrangino e non vengano a bussare qui e al diavolo gli scienziati.
Io lo so che dal ragionamento che farò seguire verrò tacciato come eretico, ma, visto che non sarà per questo che perderò il sonno, lo esporrò ugualmente.
La scienza per definizione e in sintesi la raccolta dei dati disponibili per un dato argomento la sua elaborazione e dal connubio di queste cose il tentativo di previsione sul futuro, badate la previsione non la certezza del futuro , questo vale per le cure umane , per il clima e per altre innumerevoli argomenti.
Gli scienziati si possono giustamente permettere di sperimentare e di provare e riprovare soluzioni o comprensione di problemi che trovano a volte risposte e soluzioni positive ma altre volte sonore sconfitte o soluzioni positive che arrivano solo dopo molti fallimenti.
Nella maggior parte dei casi poi le risposte scientifiche esulano da altre problematiche che queste soluzioni possono creare per il semplice motivo , che sempre correttamente , il focus è sul singolo problema è non sul microcosmo a essa collegato.
La politica , che a differenza della scienza deve essere eletta, deve invece tenere conto dell’intero microcosmo ( che poi ci siano politici più o meno capaci di farlo è altro paio di maniche)e per certi versi non si può nemmeno permettere di provare e riprovare come invece è giusto concedere agli scienziati.
Quello che Draghi intende e semplicemente di adattare i tempi e le modalità per fare in modo che ” l’intera classe di studenti” arriviballa maturità dal momento che sevil maestro cura solo i 3 gegni e gli altri 27 li perde per strada non aiuta una crescita globale e rischia anche l’economia dell’istituto scolastico , poiché visti i metodi di quella scuola i genitori non gli iscrivono più i ragazzi
Spero che la parte sulla scuola sia interpretato come un’eufemismo
Ragionamento giusto La scienza e la ragione non governano i popoli è la politica che li guida. Piaccia o non piaccia. Ci hanno provato con l’illuminismo, con la rivoluzione francese il positivismo ecc. Esperimenti falliti. E la politica vede e va dove noi non vediamo e dove non penseremmo di andare.
..e la prossima a saltare sarà la direttiva sule case green, sempre per via dei costi esagerati. qualsiasi scienziato onesto te lo può confermare: “costi troppo alti, transizione economicamente insostenibile” come per adesso con le auto elettriche – la soluzione al momento può essere solo quella di realizzare auto elettriche meno costose, per quanto possibile, almeno evitando stupidità come cerchi da 20, internet e AI in auto e cose simili …e viaggiare in treno anzichè in aereo, perchè la c02 dipende dal tuto stile di vita nella sua totalità, non dai 300cv della tua auto, anche se è elettrica