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Dove ci condurrà la “Via Elettrica”?

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Il Parlamento europeo ha dichiarato di voler fermare la vendita di auto a combustibili fossili (benzina, diesel e gpl) dal 2035. Dunque, tra poco meno di tredici anni, potrebbero essere venduti in Europa soltanto veicoli “a zero emissioni”.

Questa scelta ha subito scatenato forti reazioni tra sostenitori e oppositori, ma non si tratta di una sorpresa. Osservando il panorama della comunicazione, specialmente da parte delle case automobilistiche, le macchine elettriche e ibride stanno assumendo un ruolo sempre più rilevante nella narrazione dei marchi.

La TV “parla” elettrico

Secondo uno studio riportato su Bloomberg, la quantità di spazi pubblicitari dedicati ai mezzi elettrici sulle TV statunitensi è passata da 8000 spot nel 2019 a 33000 spot nel 2021. Nello stesso periodo di tempo, il budget destinato a queste campagne è salito da 83 a 248 milioni di dollari, con un incremento di circa il 200%. In particolare, Audi ha compiuto una trasformazione radicale nelle proprie politiche commerciali. Nel 2019 ha investito 22 milioni di dollari per la réclame delle autovetture elettriche e 56 milioni di dollari per quelle tradizionali. Il 2021 ha visto invece 54 milioni di dollari per le EV e 13 milioni di dollari per le altre macchine. Una cosa inaspettata? Non proprio, dato che il marchio di Ingolstadt ha deciso di dismettere la produzione di nuove automobili con motore a scoppio a partire dal 2026.

E non è il solo: Jaguar, attraverso la strategia elettrificata “Reimagine” (leggi qui), dal 2025 intende proporre sul mercato soltanto auto a batteria, mentre Volvo entro il 2030.  La stessa data è stata scelta da brand generalisti come Ford e Renault (almeno in Europa), oltre a Fiat (con Lancia che venderà solo auto elettrificate dal 2026). Questa rivoluzione è confermata dagli spot trasmessi in occasione del SuperBowl 2022, tra gli eventi sportivi più seguiti al mondo, in cui 30 secondi di visibilità hanno un costo di circa 6,5 milioni di dollari (fonte NBC). La maggior parte degli spot automobilistici hanno riguardato mezzi elettrici di vari costruttori, tra cui Nissan, General Motors, BMW e Kia. Da ciò si comprende quale sia la direzione intrapresa per il futuro da alcuni dei più importanti costruttori automotive e che il Parlamento Europeo sembra aver validato.

L’elettrificazione è un’opportunità, non un dogma

L’elettrificazione dei mezzi di trasporto riflette un cambiamento più ampio che sta interessando il mondo energetico. Infatti, programmi come il PNIEC e il più recente REPowerEU, in cui è stato definito un target per installare 600 GW di nuova capacità fotovoltaica entro il 2030, dimostrano che anche i governi europei si stanno impegnando per ridurre progressivamente l’utilizzo delle fonti fossili a favore delle rinnovabili. Un proposito condiviso dalle grandi società energetiche, come Enel, ERG, ENI (mediante il marchio Plenitude), Axpo e Edison, soltanto per citarne alcune.

Vale la pena di ricordare che il mix energetico dell’UE, nel 2020, risulta composto per oltre il 70% da combustibili fossili. Ciò, naturalmente, non rende le fonti rinnovabili prive di criticità, così come i veicoli elettrici, dalla fase di approvvigionamento delle materie prime alla dismissione. Tuttavia, rappresentano un’opportunità nuova, che potrebbe portare ad una vera evoluzione se si è capaci di non replicare gli errori commessi nel passato con il petrolio e le altre fonti fossili.

Il Made in Italy può dire la propria

elettrificazione
Attività di R&D nei laboratori GES.

Potrebbe essere necessario modificare profondamente le nostre abitudini, e quindi i modelli di produzione e di consumo. Come in ogni fase di cambiamento tecnologico si perderanno posti di lavoro nei settori tradizionali, ma se ne creeranno di nuovi. Per il nostro Paese è essenziale non restare indietro ma sfruttare le competenze e la capacità di innovazione, valorizzandole per creare dei nuovi campioni nazionali, per esempio nel settore delle batterie. Sono numerose le realtà d’eccellenza pronte ad assumere un ruolo primario nell’industria nazionale di cui abbiamo parlato su Vaielettrico e di cui continueremo a parlare. Come eDriveLAB, lo spin-off dell’Università di Parma che sta ridisegnando il comparto nautico o Green Energy Storage (GES), impresa trentina che scommette su una batteria a idrogeno per applicazioni stazionarie. Saremo sempre al fianco di chi ha nuove idee. Per quelle vecchie non c’è bisogno di noi.

Guardiamo al futuro con fiducia

impronta ecologica

Durante gli scorsi giorni (dal 10 al 12 giugno) le rinnovabili hanno coperto più del 58% del fabbisogno di domanda elettrica in Italia (dati Terna). Le iniziative di energy crowdfunding, tra cui Ener2Crowd, vedono crescere progressivamente il numero di investitori che desiderano supportare progetti di sostenibilità ambientale. Inoltre, un’indagine condotta da Autoscout24 e Quintegia registra l’intenzione di acquisto di un’auto elettrica tra i più giovani (Gen Z) pari a due terzi del campione analizzato, il 73% nel caso di un’ibrida plug-in. Da queste informazioni si può intuire che stiamo vivendo un periodo di grandi mutazioni. E il cambiamento si guida o si subisce. Non si possono continuare a fare macchine da scrivere quando gli altri fanno computer.

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68 COMMENTI

  1. Io credo che non esista una unica soluzione per tutti i problemi ma un insieme di azioni che possano migliorare la società e renderla più sostenibile.
    1- auto di proprietà o a noleggio: alla fine cosa cambia? Sempre di 1 veicolo a persona parliamo. Moltissimi pensionati potrebbero benissimo accontentarsi di condividere con altri una vettura a giorni alterni con altri pensionati coinquilini. Oggi continuo a vedere coppie di pensionati con ancora un’auto a testa parcheggiata per il 95% del tempo.
    2- elettrificazione totale: può diventarlo per molti sicuramente, ma certe categorie non potranno mai essere elettrificate e mi riferisco ai mezzi pesanti. Piuttosto che sostituire Tir a gasolio con Tir a batteria o idrogeno (Dio ci salvi in caso di incidenti) preferisco immaginare meno trasporto di merce su gomma e più su rotaia e soprattutto un ritorno al consumo prima di tutto di prodotti locali che non devono percorrere migliaia di km per arrivare a casa nostra.
    3- Costo dei veicoli elettrici: propongo un iva agevolata e prezzi esposti iva esclusa. Così la smettono di inghiottirsi gli incentivi le case produttrici o i concessionari.
    4- Sarebbe l’ora di smetterla di farsi ancora 1000km in macchina per andare in vacanza solo perché bisogna portarsi dietro l’inutile. Noi da parecchio ormai andiamo in Frecciarossa o in aereo poi si noleggia solo se necessario e posso assicurare che il costo è minore o al massimo uguale senza però i rischi che un viaggio lungo in auto comporta (incidenti, code, stress, colpo di sonno etc…)
    5- Nessuno ha la ricetta perfetta, io per primo

    • Caro Daniele punto
      1 è d’obbligo per chi non vive in grosse città e/o lavora nel suo interno dove i mezzi pubblici non fanno servizio o servizio a metà.
      Per i pensionati la vedo ancora più difficile perché l’uscita di casa è la scusa per socializzare, e oltretutto cosa incidono i loro spostamenti ?
      Buttano il mezzo perché non utilizzato anche no visto che è già stato prodotto e bollo e assicurazione non gravano a nessuno tranne loro.

      2 i mezzi pesanti ci sono già vedasi Volvo, Mercedes , con batteria allo stato solido, e non mi ricordo le altre marche.
      Le celle ad idrogeno sono controproducenti visto che la loro resa è di un terzo, e per produrre un kg di idrogeno verde servono tra 65/70kwh e 4000litri d’acqua per produrre un kg di idrogeno, un kg di idrogeno ha poco più di 54kwh di energia, quindi già da qui la strada non è al momento percorribile.
      Quella del consumo di prodotti possibilmente locali son già da anni.

      3 purtroppo non è solo delle auto elettriche ma di tutte, e da un ventennio che ci sono incentivi per le auto e sempre finiti nelle casse dei produttori, e li danno a loro, perché se fossero per noi dovrebbero tenere conto di tutti i cittadini patentati, invece tetto del incentivo.

      4 concorso in parte perché, perché dipende cosa intendi come vacanza , se parto da casa e arrivo a destinazione si concordo, ma se la vacanza parte da quando esco da casa e nei 1000km ho 4/7 tappe per visitare luoghi in questo caso l’auto serve.

      5 neanche io, ma puntare sul elettrico 100% e rinnovabili, in modo da non dipendere più dal estero.

      • Io avevo capito che i blackout localizzati come quelli indicati sono dovuti alle reti di distribuzione locale, quelle che trasformano la media tensione in bassa tensione e la distribuiscono ai punti di consumo finale. Queste reti in molte città sono obsolete o comunque non al passo con la crescita dei consumi domestici.

        • Che fa un po’ il paio con quello che vi tracconto sempre io in tema di “elettrificazione” dei condomini, e cioè che quando chiedi all’ENEL un singolo punto da più di 50 kw rischi di sentirti dire che devi installare anche la cabina di media tensione in barba ai “regolamenti” vigenti che tale obbligo se non ricordo male lo mettono al di sopra dei 100 kw (sempre per singolo punto).
          Nel senso che l’adeguamento della rete (diciamo così…) cercano di metterlo un po’ in groppa ai privati

  2. Premesse: 1)ho una Twingo elettrica, con circa 30kkm in un anno, di cui sono molto soddisfatto. 2) ritengo che la mobilità elettrica possa dare un buon contributo a ridurre l’inquinamento. Detto ciò credo, anzi spero, che la data del 2035 sia solo una mossa politica per indirizzare gli investimenti. Altrimenti sarà un suicidio sociale. Vi spiego il mio punto di vista, sperando che possiate fornirmi ragioni contrarie. Come già enunciato più volte, al momento la mobilità elettrica è esclusiva di chi ha certe combinazioni tra abitudini di spostamento, possibilità economiche e abitative. La maggior parte delle nuove immatricolazioni sono auto di segmento A o B con prezzi inferiori ai 20k euro. Buona parte delle case passerà all’elettrico (specie con le categorie sopra citate) ben prima del 2035 per evitare l’euro 7: i costi dell’ammortamento si potranno sostenere solo su vetture di lusso o sportive. Morale della favola: la maggior parte della popolazione dovrà spendere molto di più per mantenere lo status raggiunto, ammesso che possa.
    Ponendo invece che nei prossimi anni i prezzi diminuiscano in modo tale da consentire da avere vetture elettriche alla portata di tutti : e le infrastrutture? Nelle grandi città, dove adesso si fa già fatica a trovare parcheggio, come si farà a ricaricare? Sia che si facciano tante colonnine a bassa tensione o poche ad altissima, bisogna comunque aumentare la portata della rete elettrica; considerando i tempi biblici italiani per le opere pubbliche siamo già in ritardo. La carenza genererà rincari e si torna al punto di cui sopra.
    Piccola provocazione: lo sapete qual’ è stata la città italiana più inquinata nel 2021? Milano? Roma? No! Alessandria, in Piemonte, per via della sua vicinanza a certe fabbriche più che per il traffico… Siete sicuri che il punto su cui concentrarci siano le auto?

    • Alessandria è quella con il più alto livello di PM10 (Milano è seconda). sulle polveri sottili PM10 incidono anche camini e riscaldamenti a pellets e perfino le sabbie sahariane. Più significative per il traffico e ancora più pericolose per la salute sono PM2,5 e biossidi di azoto. Per le PM2,5 in testa c’è Cremona seguita da Venezia. Per i biossidi di azoto prima Milano, seconda Torino, terza Palermo.

      • Ma il PM, indica il diametro delle particelle e non la provenienza. Avrei Arpa da anni ormai ne studiano la provenienza. Che è la più disparatia non proviene solo dalla combustione dei motori tanto è vero che nel periodo di lockdown a fronte di una innegabile riduzione del traffico e perfino dell’ industria, i livelli di inquinamento e di PM nelle città del bacino padano non sono calate come ci si aspettava.

  3. Nella società dei consumi NON possedere un auto e un paradosso in termini….
    Allo stato attuale queste ottime auto con pessimi serbatoi sono una regressione rispetto al passato.
    Forse razionale,economica e ambientale ma pur sempre una regressione rispetto alla modalità d’uso precedente .
    Nella speranza dell’avvento della società dei servizi al posto di quella dei consumi c’è ne dobbiamo fare 7na ragione….

  4. Dove ci condurrà la via elettrica?

    Da una colonnina all’altra, almeno finchè non si diffonde seriamente la ricarica wireless in movimento. 🙂

    Ecco, l’ho detto. 😀

    • Vabbè, finchè si scherza . A patto di avere un garage (e metà degli italiani ce l’hanno), le colonnine si usano una volta al mese o meno.

      • La parte importante della frase non era “colonnina” ma “ricarica wireless in movimento”. 😉

        • la parte importante sarebbe “costi delle infrastrutture permettendo ..”
          ma nel tuo post non c’è

          intanto nel mondo reale ,
          si testano connettori e colonnine da 3 MEGAWATT
          pronte per i camion

          • Non mi sembra che la ricarica wireless l’abbiano testata nel bischetto della mia fantasia. 😂

            Nè che la ricarica a 3 mv che ho visto pure io, escluda la ricarica wireless (e viceversa).

          • io sono un tecnico ,faccio reti lan in rame e fibra
            a occchio un circuito di prova , non si nega a nessuno
            altra completamente diversa storia è interrare migliaia di km , non di fibra ma di rame per fare la stessa cosa

            i teni maglev ,che si basano sullo stesso principio, è mezzo secolo che li studiano
            mi sembra che ne hanno fatto pure aualche tratta in giappone di qualche decina di km ;
            ma si sono fermati li

            credo più allo studio Mercedes che ha mappatole soste di 300,000 camion in tutta europa , per vedere dove mettere le colonnine per i camion , probabilmente quelle di cui sopra
            molto più a buon mercato di superconduttori coperti da asfalto

            e si sa , nella realtà
            vince il maggior rapporto efficacia costo

        • Nello
          Però il costo del camion con 800 kWh o più di batteria diventa proibitivo…
          Le bobine sono in alluminio, comunque, non rame

          • imho
            la movimentazione pesante elettrica avrà il suo fulcro nella logistica
            posso immaginare , mezzi in ricarica durante lo scarico/carico nei magazzini ..
            Un recente studio ACEA sulle soste di 300.000 camion in tutta Europa,
            è stato fondamentale per stabilire DOVE sostano i camion ..
            i camion elettrici in vendita oggi e a breve ,sono da 40T (senza rimorchio)
            hanno batterie intorno a 400 kWh, per 400 Km di autonomia
            Volvo,Scania, Mercedes e presto anche Iveco (Nikola)
            400 km , con la nornativa delle soste obbligatorie per il riposo dei conducenti

            i camion di 40T, con una buona logistica non ne avrebbero bisogno
            il loro limiti di velocità sono tra 80 e 90 kmh anche in autostrada
            In Italia vige il Regolamento (CE) n. 561/2006
            di cui l punto più importante è :
            Fare una pausa di almeno 45 minuti (divisibile in 15 minuti seguiti da 30 minuti) dopo non più di 4 ore e mezza di guida consecutive.

            4,5 ore di guida con una velocità max di 100 kmh ,80 kmh se si superano le 12T di peso in autostrada

            giusti giusti per andare in ricarica durante la sosta di riposo obbligatorio

            in alternativa a un “tradizionale” sistema di ricarica a colonnina vedo solo l’elettrificazione aerea ;
            in Germania hanno fatto delle tratte autostradali sperimentali usando linee aeree tipo quelle dei filobus / treni
            raggiungibili con un pantografo da parte dei camion e pullman
            imho , questa soluzione è mooolto più economica e fattibile
            rispetto a interrare migliaia di km di metallo
            che in Italia si tradurrà si lavori in corso che faranno impallidire il tempo che è stato necessario per fare la famigerata “salerno-reggio calabria” con annessi disservizi spaventosi per l’utenza

            my due cent di computo metriico spicciolo

          • -in alternativa a un “tradizionale” sistema di ricarica a colonnina vedo solo l’elettrificazione aerea-

            Anche a me sembra una cosa intelligentissima, Ma tipo che sarebbe da fare già da domani mattina. Però ho letto che tra i requisiti di sistema che hanno portato a scegliere il sistema di ricarica wireless sperimentato sulla brebemi, c’era anche la richiesta esplicita di qualcosa che non impedisse o quantomeno potesse dare fastidio a un elicottero di soccorso che deve atterrare sull’autostrada per fare il suo mestiere in caso di incidente.
            Temo che per quanto possa essere cara e di non semplice attuazione, quantomeno in ambito autostradale la ricarica wireless, così come viene prospettata e sicuramente migliorata rispetto a quello che si è visto fino adesso, finirà con l’essere ” un male necessario” se veramente vogliamo gestire senza troppi litigi gli enormi volumi di veicoli che si verrebbero a creare con un elettrificazione di massa. Poi è ovvio che questo non va a cozzare con idee tipo le colonnine a 3 mW, con la necessità di installare comunque un grosso numero di colonnine di varia potenza e perché no anche con la possibilità di attrezzare sia dei tratti stradali sia delle zone di ricarica con sistemi di carica aerea di tipo ferroviario. Pensiamo ad esempio a certe piazzole degli autogrill: all’atto pratico cosa può essere meglio? Mettere due o tre colonnine super potenti per gestire le necessità di 30 o 40 camion di almeno 10 nazionalità diverse (sai che litigi… 😂) oppure prevedere delle situazioni tipo una zona di ricarica con sopra dei fili “modello autoscontro” dove il camionista arriva, si ferma tutto sommato dove si ferma, alza il pantografo a camion fermo e morta lì? Insomma, il bello è anche che è ancora un po’ tutto da inventare. Anzi, secondo me più strade ci si lascia aperte più il problema può essere affrontato in maniera flessibile. Il bello dell’ elettricità in fondo è proprio quello, cioè che si può trasmettere con una molteplicità di soluzioni che di fatto non cozzano tra di loro.

          • @Alessandro D.

            io dico solo questo , una ricarica wireles ha perdite non trascurabili di energia
            lo vediamo con le ricariche degli smartphone
            si può perdere fino al 48% di energia caricando wireless
            contro qualche punto percentuale di un cavo o di una colonnina
            riguardo agli elicotteri di soccorso , non lo sapevo
            imho ,
            i margini delle autostrade DOVRANNO essere usate ANCHE per l’installazioni delle rinnovabili fotovoltaiche e eoliche
            le colonnine di ricarica per le auto ,OGGI,sono programmate per essere collocate ogni 50 km di autostrada si spera con servizi igenici e ristoro,
            più che sufficenti per avere anche un Eliporto integrato integrate da delle piazzole di luga sosta intermedie adatte per l’atterraggio di un elicotteo o di un drone porta passeggeri
            anche perché sugli appennini non è che si possa fare diversamente

            Se poi vogliamo fare una pista di kart elettrici sulla BreBeMi ; l’autostada più costosa e meno usata della storia italiana ..
            possiamo pure farlo , tanto la usano pochi spendaccioni

            so cinico e pure satirico
            😀

  5. Non finirò mai di ribadiirlo: non è solo una questione ambientale. E’ un fatto che le BEV sono MIGLIORI delle termiche, in tutto: tecnologia. efficienza, prestazioni, economicità. E’ vero, sono ancora più costose, ma non bisogna per forza comprarle, si possono usare. Poi ci saranno sempre gli amanti delle auto storiche, ma il mercato premierà l’elettrico, non ho dubbi.

  6. Chiaro che i 2 terzi vorrebbero una elettrica e scommetto che il 100% vorrebbe una Lamborghini. Peccato che i dati di vendita dicano ben altro. Finché le elettriche non saranno a portata di tasca per gli italiani, rimarrà un sogno nel cassetto e vai di Fiat Panda …

    • Quando gli entrerà nella testa agli Italiani che esiste anche il noleggio? E che se fai i conti, fra ammortamento, consumi e costi di manutenzione ecc. l’acquisto di una termica costa di più del noleggio di una BEV?

      • A leggere i dati invalsi degli ultimi anni, mi verrebbe da dire che non lo capirà mai, e continuerà a farsi fregare da chi è più furbo.
        Lo vediamo anche qui nei commenti a ogni articolo: unità di misura confuse una con l’altra, calcoli sbagliati, incapacità di distinguere tra TCA e TCO, di valutare le percentuali e paragonare frazioni a denominatori diversi, e via dicendo.
        E chi è furbo, nell’ignoranza altrui ci sguazza.

      • Io ho cercato di fare i miei conti. Forse sono fortunato perchè, ormai in pensione, ho necessità modeste di mobilità individuale (però in Italia i pensionati sono molti). Ford Fiesta 1,0 benzina acquistata nel 2016 con 10.000 euro + usato del valore residuo riconosciuto di 1.800 Euro. Ad oggi ho fatto un tagliando ogni due anni, presso una rete non ufficiale ma riconosciuta agli effetti della garanzia ed ogni tagliando mi è costato 200 Euro. Assicurazione rc auto(compagnia on line, ho una buona classe di rischio ed abito in una provincia relativamente favorita sotto questo aspetto) 180 Euro/anno. Se ad oggi avessi noleggiato un BEV, in 6 anni avrei certo speso molto di più, senza avere nulla in mano: oggi se vendessi la mia Fiesta (che peraltro conto di tenere per molti anni ancora, visto appunto le mie modeste esigenze di mobilità: quindi l’ammortamento sarà spalmato su un lungo periodo) ne ricaverei qualche migliaio di Euro. Conclusioni: il noleggio, anche di un BEV, è economicamente parlando il più delle volte un pessimo affare, basta guardare il taeg applicato, sempre scritto in caratteri microscopici

      • se un qualunque oggetto non puoi permetterti di comprarlo, allora prendilo a prestito oppure fai debiti: proprio un bel modo di ragionare.

      • Ah beh… geniale… il noleggio posso permettermelo… che costa almeno due volte la proprietà però non ci penso e son felice…

  7. L’ elettrico sta già portando l’auto da bene di massa a oggetto per pochi. Dovremo entrare nell’ottica che possedere un veicolo di proprietà non sarà piu’ per tutti.

    Come diceva Henry Ford “C’è vero progresso solo quando i vantaggi di una nuova tecnologia diventano per tutti.”, in questo caso quindi si parla di regressione.

    L’auto elettrica contribuirà alla regressione umana.

      • Mettila come vuoi, la mobilità personale è stato un progresso, la sua perdita sarà una regressione, questo mi sembra chiaro.

      • …o la terza via. Città che finalmente le città diventano a misura d’uomo e funzionali anche per chi non ha un proprio mezzo (questa non succederà mai, però sarebbe una bella alternativa)

        • Ve lo dice uno che fino ad ora ha fatto in media 50k km all’anno. Non è più sostenibile. La popolazione crescerà ancora e il modo di muoversi, di mangiare, di riscaldarsi, di vivere deve cambiare necessariamente. Non necessariamente il progresso e la qualità di vita sono espressi dai kilometri percorsi e dalla proprietà di un veicolo. Faccio fatica anche io a farmene una ragione, ma non ci sono alternative.

        • Paolo ma nulla è pratico come un’auto. Se devi andare da un professionista, dal parrucchiere, dal dentista, a fare shopping, a fare la spesa, a trovare amici, a fare una pizza fuori, a lavoro l’auto ti serve eccome perché nel minor tempo possibile e senza attese ti porta comodamente, col clima e la tua musica preferita, esattamente dove vuoi (a meno che non vivi in una metropoli priva di parcheggi e tappezzata di Ztl). Fare a meno dell’auto è come fare a meno della lavatrice per avere un bucato a mano “a misura d’uomo”.

          • D’accordo che l’auto è pratica, e per alcuni (molti? non saprei onestamente) diventa imprescindibile al di la del tipo di lavoro (penso a chi vive nei paesini di montagna o posti simili), ma in città dovrebbero non servire proprio le auto. Potrei capire (e capisco) nel caso della spesa che avere capacità di carico serve assolutamente, ma tutto il resto dovrebbe essere fattibile a portata di mezzo. Ripeto: è un’utopia far funzionare, in italia, le città sulla base dei soli mezzi pubblici, ma la strada quella dovrebbe essere.

          • E’ pratico USARE un’auto, ma non vuol dire che bisogna possederla per usarla. Lo so che per chi (tra cui mi metto anche io sia chiaro) è nato con l’idea di “comprarsi” l’auto questa cosa risulta difficilissima da capire, ma le nuove generazioni sono perfettamente a loro agio con forme di consumo differenti dal possesso esclusivo. Pensiamo ai monopattini elettrici ad esempio.

    • Non comprendo come il progresso sia legato al possedere una cosa e non alla libertà di fare una cosa. Credo che ci sia più progresso nel poter viaggiare in treno a 350km/h o più e mentre viaggio posso continuare a lavorare ( o leggere un libro) piuttosto che nel possedere un auto e dover guidare. Quello che diceva Hanry Ford deve essere letto bel contesto in cui viveva Henry Ford ( di sicuro non nel 2022).

      • Una chiave di lettura potrebbe essere che il possesso di una cosa ti garantisce la libertà di fare ciò che si può o si vuole fare con la data cosa.
        Cosa che (perdoni il pasticcio) di fatto non si può verificare in caso di situazioni come lo sharing o (spingendosi oltre) una sorta di “comunismo” ove la fruizione sulla carta è garantita a tutti a prescindere dal possesso.
        Quindi credo che l’unica via sia quella di cercare di garantire a tutti il possesso “sostenibile”. Senza per questo arrivare all’estremo opposto tipo 4 vetture ogni abitante (esagero).
        Perchè l’Unione Sovietica, come s’è visto, alla fine è letteralmente fallita.
        Poi chiaro che detta così, in due righe… si fa presto. 😉

  8. Un mondo migliore, senza le guerra per approvvigionamenti illegali di petrolio. Il costo di una vettura nei 100 mila km e’ inferiore per l’elettrico, e’ finita la conversione.

  9. Secondo la mia personale opinione, la via elettrica ci condurrà ad una mobilità privata che verrrà resa inaccessibile ad ampie fasce della popolazione, almeno di quella italiana. L’auto privata tornerà ad essere un lusso riservato a pochi, sia per prezzi di acquisto che per la gestione del mezzo. D’altronde non ne è stato fatto mistero nemmeno in questo sito visto che ho letto commenti in cui ci si auspicava che le auto dovessero rimanere “costosette” perchè non ci possiamo più permettere un parco auto di 37 milioni. Sarebbe aispicabile che per onestà intellettuale venisse divulgata in modo chiaro invece di parlare sibillinamente di car sharing e mobilità condivisa.

    • anche fosse (e non credo sarà) è davvero un male assoluto ? Guardiamoci attorno e rendiamoci conto di cosa significa avere 37 milioni di vetture su 300.000 kmq: consumo di suolo per creare parcheggi, intasamenti da traffico con perdite di tempo assurde, inquinamento acustico costante.
      E senza chiamare in causa costi, inquinamento ecc..

      • Non è un male assoluto, ma la reazione a questo processo (se mal pilotato) potrebbe esserlo eccome. La decrescita non è mai felice. Però chiaro che di base la questione non è sbagliata.

      • quoto
        intere generazioni sono cresciute senza troppi problemi
        con una 500
        una 2cv
        una alfasud
        una 126
        una 600

        il problema possesso dell’auto oggi è un altro

        buciare 1 litro di benzina per fare 20 km , nella migliore delle ipotesi
        con quello che costa la benzina è una follia

        ricaricare gratis , o con pochi eur, un’auto sotto una tettoia fotovoltaica ..
        mette tutto sotto un’altra prospettiva , anche il maggior costo iniziale dell’auto

        i prezzi stanno scendendo , lentamente ma scendono ..
        anche non adottando un ami , che per gli standard attuali equivale a quelle di cui sopra
        prive delle comodità di questo secolo
        molte ev che costavano almeno 50000 euro fino a 3 anni fa
        oggi sono in vendita a 25000 35000 eur con molti meno incentivi

        my 2 cent da risparmiatore

      • Prezzo versione base 7200. Poi è comodissima per andare a lavoro o in vacanza. Non mi sembra che il divieto di commercializzazione valga solo per le grandi città nè si può dire che queste tipologie di auto abbiano un senso al di fuori del contesto urbano

        • Per le vacanze no, a meno che non le faccia in citta’! 😀

          Ma per il lavoro, per le commissioni… perche’ no? Se uno abita nella citta’ dove lavora, basta che sia entro i 30km da casa… Cos’e’ che non va, e’ troppo spartana? Di che cosa abbiamo bisogno per viaggiare confortevolmente? Alla fine questa e’ solo una delle prime ad essere commercializzate, se questo tipo di veicoli prendono piede, ce ne saranno per tutti i gusti.

          Con quello che risparmi sull’acquisto, ci paghi i trasporti per le vacanze per un po’ di anni.
          E se fosse una seconda auto, invece che di quella principale, non si pone nemmeno il problema.

        • Che poi Sant’Iddio… Spesso manco sanno “usare” le leggi come si deve.
          Vendono sti trespoli limitati a 45 km/h, equivalenti ai ciclomotori, così sperano non senza motivo di venderli anche ai quattordicenni.
          E va bene, ci sta.
          Ma sti cosi farli ANCHE omologati come quadriciclo pesante no eh? si guidano dai 16 anni, almeno fanno gli 80 orari e hanno 15 kw.
          Questi si che sarebbero mezzi in grado di sostituire veramente per almeno il 75% una seconda auto.

          Si, lo so che esistono e che li fanno. Ma finchè qualche azienda “vera” e non di “artigianato spinto” non si metterà a farli, costeranno sempre e comunque più di una Twingo.
          Del resto se la AMI costa 7500 euro e dispari, è proprio perchè è un progetto “industrializzato” da un gruppo come Stellantis.

      • Se vabé se paragoniamo la Ami ad un’auto vera stiamo facendo disinformazione dai. E non sto dicendo che in contesti urbani, dove vuoi spostarti di “poco” con un mezzo tuo non vada bene. Ma non è un auto; non ha nulla di nessun tipo di automobile mai esistito

    • In Italia abbiamo 86 auto ogni 100 abitanti. Negli Usa sono 84, in tutti gli altri Paesi europei, tranne il Lussemburgo, molte di meno. Non trova che sia un’anomalia da sanare? Vaielettrico ha sempre sostenuto semplicemente questo. Anche perchè siampo un Paese con altissima densità di abitanti e centri urbani con la viabilità perennemente intasata. Nessuno vuole limitare la mobilità, ma è necessario ripensarne le modalità.

      • -Non trove che sia un’animalia da sanare? –

        Certi errori di battitura generano dei lapsus dal gusto veramente surreale. Non per nulla sei un fan di Bunuel. (e io ho studiato lettere, per me certe cose sono favolose, magari per te no, lo so)

          • Vedi che avevo ragione? tu pensi che ti abbia criticato, io invece trovo che le crasi involontarie (perchè tu lo sai cos’è una crasi immagino…) a volte creino delle parole che rasentano il sublime.
            Animalia… Anomalia “da animali”… geniale.
            Poi dipende se “surreale” per te ha un significato positivo o negativo. Da ammiratore dichiarato di Bunuel pensavo la prima…

    • È esattamente ciò che vogliono imporre,tagliare fuori dalla mobilità autonoma ,la parte di popolazione più povera e favorire sempre di più le fasce più abbienti.

  10. Io lavoro per un impresa nel settore automotive che ha deciso di non convertirsi ma di traserirsi fuori dalla UE entro la fine del corrente anno.

    • Tutti devono difendere il lavoro e la propria impresa. In qualche caso purtroppo la via di uscita è andare dove il cambiamento è più lento, ma il nostro Paese deve stare sulla frontiera e chi può deve provare a dare il proprio contributo. Guardi anche il mestiere di giornalista come era inteso una volta è superato e infatti tutti noi, anche Vaielettrico, che pur è nativo digitale, stiamo ragionando su nuovi modelli di business.

  11. Non esisteranno mai solo elettriche.
    Scordatevelo.

    Ci saranno anche inutili auto elettriche ambite dagli amanti degli incentivi a carico della comunita….

    • Si ricordi che in questo momento ogni SETTIMANA gli incentivi al carburante (riduzione accise) sono largamente superiori sgli incentrato ANNUALI alle elettriche. Per mantenerlo fino a Dicembre serviranno 5 miliardi, miei e suoi.

      Continui a leggere Vaielettrico, con la speranza che la sua idea cambi.

      Spiace per la sua ditta: purtroppo sono decenni che per un motivo o l’altro si delocalizza, questo non è certo colpa dell’elettrico ma di tutto quello che NON è stato fatto per le aziende.

      • Riduzione accise ( Tasse) che comunque quale sia l’alimentazione dovranno comunque entrare nelle casse statali , e comunque per la cronaca oggi a Torino e saltata la corrente diverse volte , a detta del servizio clienti del gestore per sovraccarico da climatizzatori , pensate se fossimo tutti con auto elettriche al momento attuale dove basta un po’ di caldo per mandare in crisi il sistema di distribuzione elettrico.

      • La via elettrica, come la chiamate voi, impedira’ la mobilità individuale di moltissimi che non potranno più permettersi un’auto.
        Ma forse è proprio questo, ciò che si vuole.

        • Manca il soggetto: chi lo vuole? Parla come se ci fosse una volontà precisa con un piano predeterminato: da parte di chi? Se non contestualizza un po’, si cade nel complottismo stile NWO.

          A parte che è abbastanza evidente che se abbiamo 37 o 39 milioni di veicoli in un paese in cui ci sono meno di 50 milioni in grado di utilizzarli, c’è qualcosa che non va: ogni autoveicolo giace mediamente inutilizzato per il 97% del tempo, ambientalmente parlando è un abominio. Immaginiamo una fabbrica con gli impianti sempre fermi, accesi 1 giorno ogni 3 mesi: fallirebbe.

          Da qui a vedere “un piano” orchestrato a tavolino con quella motivazione come principale, mi perdoni, ma fa un po’ sorridere. Che sia una conseguenza, è possibile, non certo la causa.

    • Se sei preoccupato perchè rischi di doverti trasferire o peggio perdere il lavoro, ti capisco e hai la mia totale solidarietà. Però la colpa non è delle nuove tecnologie ma di chi non si adegua. Un’impresa che fugge da un mercato perchè non sa stare al passo non ha mentalità imprenditoriale, sembra più roba da Europa dell’est anni 80.
      Mi dispiace molto che i tuoi datori di lavoro mettano a rischio i vostri posti di lavoro. Probabilmente possono già chiudere senza intaccare il loro conto in banca

  12. La premessa al mio commento è che colgo spunto da ciò che ho letto nel suo articolo per esprimere un pensiero che mi frulla in mente da qualche tempo.
    Mi ha fatto molto piacere leggere dell’indagine condotta da Autoscout24 e Quintegia e del pensiero della mia generazione. Troppo spesso veniamo minimizzati perchè carenti di esperienza o ritenuti ingenui, sognatori, poco realisti perchè proviamo a trattare temi che la generazione precedente reputa superflui. Uno di questi temi era l’ecologia, ora è un problema molto reale che, purtroppo, non ha una soluzione ma solo palliativi applicabili che, si spera, rallenteranno un processo che si è innescato perchè per troppo tempo è stato ignorato. L’auto elettrica non salverà il mondo, lo so molto bene ma penso che combinata al cambio di abitudini e di stile di vita che silenziosamente apporta nei suoi acquirenti, possa essere un passo verso la giusta direzione. Leggere che i miei coetanei (e tante persone in generale di cui ho letto proprio su questo sito) condividano il mio piano di azione, mi rincuora.
    Alla fine, che ne dica la generazione precedente, proveremo a rallentare gli esisti di una guerra di cui altri sono stati i responsabili e di cui non sapremo mai l’esito. Chiamateci inesperti, ingenui, sognatori, noi tenteremo comunque.

  13. Leggo con molto piacere il suo editoriale e il fatto che lei sia intervenuto personalmente lo voglio interpretare come un invito a smettere di fare polemica sterile, prendere atto che il cambiamento, piaccia o meno, è iniziato, e che anzichè osteggiarlo, la voce di “noi” consumatori dovrebbe concentrarsi per chiedere di risolvere i problemi e mitigare i disagi, anzichè sprecare energie per cercare di fermare una marea che crescerà indipendentemente dalla volontà dei singoli.

    Gli italiani sono bravi a fare tante cose, purtroppo una di queste è lamentarsi della cosa sbagliata.

    Le BEV costano ancora troppo e i modelli di segmento A e B si contano nelle dita della mano di un falegname, invece ci lamentiamo che non hanno autonomia e non si possono fare 1000 km al giorno e le batterie si esauriscono dopo 4 anni e stiamo arricchendo la Cina.

    Spero che, anche grazie a voi di Vaielettrico, un sempre numero maggiore di normali utenti prenda la necessaria consapevolezza che non è più una scelta libera, il cambiamento climatico incombe, il benaltrismo ci sta facendo affondare nella palude del rimandismo.

    La consapevolezza della moltitudine serve ad assorbire quella parte di dissenso (fisiologica) che continuerà ad opporsi per puri motivi ideologici e quella parte che rimanderà nel tempo il passaggio il più possibile per una molto più concreta e comprensibile questione economica.

    Chi può oggi passare all’elettrico (perchè ha il garage, ha la disponibilità economica, non fa millemila chilometri al giorno) lo faccia SUBITO: permetterà a chi non può farlo ora di affrontarlo il più tardi possibile, a costi più contenuti e infrastruttura diffusa.

    Grazie Andrea.

    • Applauso.

      Trovo surreali gran parte dei timori di “fine del mondo” nel 2035.
      Il 2035 non è dietro l’angolo, nessuno sta obbligando nessun altro a passare all’elettrico né oggi né domani mattina.
      L’obiettivo è politico, e (ovviamente) serve a indirizzare investimenti, scelte industriali e politiche energetiche.
      Troppo ambizioso? Come dice Guido Baccarini (e molti altri), non c’è molto tempo. Mi sembra logico porre obiettivi ambiziosi per forzare il passo.
      In ogni caso l’elettrico ha fatto grandissimi passi in pochi anni (ben meno di quelli che ci separano dal 2035), e deve ancora beneficiare delle economie di scala della produzione di massa.

      Complotto!!1! Con il mix energetico attuale l’elettrico inquina come il termico! anche fosse vero (e non lo è) non capisco come non si pensi a un concetto banalissimo. Se consumo gasolio, costringo un’intera filiera a portarmi gasolio; nessuna politica energetica di alto livello può cambiare di una virgola l’inquinamento che produco. Se consumo elettricità metto i miei consumi a disposizione della politica energetica del paese e permetto di regolare quanto inquino con scelte di alto livello. Mi sembra una differenza fondamentale nella lotta al cambiamento climatico. Basta questo? No. Ma non è un buon motivo per stare fermi aspettando una miracolosa tecnologia aliena. Elettrico e rinnovabili. Rinnovabili e elettrico. Questo tecnologicamente abbiamo oggi. Nel 2025 si scoprirà la tecnologia per produrre in modo efficiente idrogeno dalle ascelle? Bene, meglio. Ma oggi quella tecnologia non c’è. Il riscaldamento globale sì.

      Ricomplotto!!1! Le auto elettriche costano troppo, vogliono lasciarci tutti a piedi! Le auto costano troppo oggi, nel 2022. Ci sono tanti inefficienti, grossi e costosi SUV, che fanno concorrenza a inefficienti, grossi e costosi SUV termici. Mancano auto medio-piccole (o perlomeno la scelta è limitata e costringe a compromessi che impediscono di usare una piccola elettrica come tuttofare al pari di una piccola termica, per le molte persone che non possono permettersi di più). Al 2035 mancano comunque 13 anni. Quanto costavano le elettriche più abbordabili non dico 13, ma anche solo 6 anni fa, e com’erano rispetto a quelle di oggi?

      In questi 13 anni nessuno è obbligato a comprare un’auto elettrica.
      Al netto della situazione contingente (di certo il rialzo di prezzi attuale non aiuta) sottoscrivo comunque pienamente quello che ha detto Guido Baccarini in chiusura del suo commento. Chi può, lo faccia anche per consentire a chi non può ora di godere in futuro di un mercato e di un’infrastruttura di ricarica più maturi, meno inquinanti e alla portata di tutte le tasche e di tutte le esigenze.

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