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Lucio ha scelto il suo motore elettrico

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Lucio Bellomo ha scelto. Volendo fare il giro d’Italia in barca a vela, si era rivolto a Vaielettrico.it, con un appello pubblico, per scegliere un motore elettrico da acquistare. Il velista ora ha preso la sua decisione: scopriamola insieme.

Anche l’ingresso nei porti a emissioni zero

“Oltre la navigazione a vela, quando necessario, per esempio all’interno dei porti, utilizzerò il motore elettrico. Mi potete dare un consiglio?”. Da questa domanda durante l’intervista  con Lucio Bellomo, protagonista  del progetto di Giro d’Italia in barca a vela toccando 33 piccole isole, è nata l’idea di chiedere il supporto di altri velisti, ma pure diportisti e motoristi, con conoscenze pratiche  e di navigazione con motore elettrico. Detto fatto nel web e su  Facebook si è sviluppata una discussione, non semplice perchè la cultura elettrica è tutta da coltivare in Italia.

Il velista in navigazioneMa i consigli sono comunque arrivati. Come quello di Luigi Nani , che avevamo intervistato nei mesi scorsi: “Per il motore, visto il tipo di imbarcazione puoi optare per un fuoribordo, dovendo fare tappe tra le isole, e usandolo solo per manovre, non vedo grossi problemi, eventualmente valuta dei pannelli di ricarica flessibili. Ma un 2 kW penso sia sufficiente”. Poi Mathias, un’altra conoscenza di Vai Elettrico:  “Il motore elettrico per le barche a vela oggi è tecnologia standard. L’autonomia è garantita dalla ricarica che si effettua con l’elica adatta utilizzando il motore stesso come dinamo. Ichnusa viaggia elettrico dal 2010, operando come charter nautico, pur senza idrogenerazione”. 

Una foto del cantiere

Dopo i consigli la scelta

Lucio deve partire presto, ad aprile, e ha fatto la sua scelta che ci spiega in questo testo: “Ho finito per scegliere il motore della Minn Kota Riptide Transom da 55 lbs di spinta statica. Ho scartato i motori con batteria integrata perché è molto complicato utilizzare la batteria stessa per alimentare i servizi dell’imbarcazione. A mio parere, infatti, questi motori sono perfetti per tender o piccole imbarcazioni senza servizi aggiuntivi, il che non è il mio caso.

la barca
Il disegno della barca

I motori della Torqeedo fanno eccezione perché prevedono un’uscita USB ed un’entrata per un pannello solare. L’uscita USB (5 V), che con un convertitore DC-DC potrebbe, volendo, anche diventare da 12 V, è comoda per pochi semplici servizi con mare calmo, mentre per un’imbarcazione con servizi standard (VHF, luci) e per delle navigazioni più impegnative andrebbe previsto un sistema stagno con un buco nello scafo che renderebbe il tutto poco pulito. Inoltre, per quanto le batterie integrate siano in generale performanti (leggere, tempi di carica veloci), non sono sostituibili in caso di rottura: ci si rende dipendenti dal modello del costruttore del motore”.

Motore senza batteria

I motori senza batteria invece sono decisamente più universali. Nel mio caso, dovendo prevedere un piccolo impianto elettrico per alimentare radio VHF fissa, luci di via, piccolo pilota automatico e device USB, ho preferito questi motori al fine di utilizzare una stessa batteria per motore e servizi. Sottolineo che per quanto insolito sia associare motore e servizi nelle barche di crociera, che in generale montano motori diesel, il fatto che nel mio caso il motore sia elettrico lo rende perfettamente compatibile con i servizi giustificando perfettamente questa strategia.

Il motore scelto

“La Minn Kota”, prosegue Lucio,  “raccomanda di scegliere una spinta statica seguendo la regola: almeno 2 lbs per ogni 100 lbs (circa 50 kg) di peso dell’imbarcazione. Nel mio caso, contando 600 kg di peso, un motore da 24 lbs sarebbe già sufficiente. Ma per manovrare con vento e mare formato è opportuno, credo, maggiorare abbondantemente questo numero.
Il voltaggio dei motori è un altro parametro fondamentale. Si trovano motori a 12 V fino a 60/65 lbs. Oltre, si passa a 24 V e oltre, perché altrimenti, suppongo, l’amperaggio salirebbe troppo per raggiungere una data di potenza (potenza = tensione x corrente). Mi sono dunque accontentato del modello da 55 lbs invece di quello superiore da 80 lbs per mantenere un’istallazione semplice da 12 V. Per la mia barca e per il mio viaggio, infatti, ho deciso di prediligere la semplicità, che spesso implica robustezza di fronte ad eventuali malfunzionamenti.

Perché Minn Kota, infine? Mi sembra una marca seria, americana, che realizza motori realmente marinizzati e relativamente robusti a costi moderati. Il modello da 55 lbs, sul sito della Minn Kota stessa, costa circa 400 $ escluse eventuali spese di spedizione. Per l’Italia, gli importatori chiedono intorno ai 700/800 €.”

Buon vento, Lucio!

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