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Venezia, dopo l’acqua alta ripartire dalla navigazione elettrica

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acqua alta

Dopo il picco dell’acqua alta  abbiamo fatto un lungo giro a Venezia. Immagini che riportano a quel lontano 1966, uno scenario di distruzione. Ma i veneziani hanno risposto assicurando tutti i servizi ai turisti e rimboccandosi le maniche. Anche questa volta è caduta una pioggia di promesse. Speriamo che arrivino le risorse ma che vengano spese anche per una nautica più sostenibile e rispettosa dell’ambiente.

acqua alta venezia
Una barca affondata dopo la piena di acqua alta

Nel nostro giro in barca abbiamo visto vaporetti sommersi, abbiamo visto barche distrutte e pontili travolti dalla forza dell’acqua. E i veneziani a lavorare. Ma pure a fare la conta dei danni, si parla di centinaia di milioni di euro, e chiedere un aiuto per salvare la città.

Una corsa contro il tempo

C’è da cambiare passo

Lo sappiamo da tempo, secondo le simulazioni dei climatologi, che tra pochi decenni Venezia rischia di finire tutta sott’acqua. Il tempo è quasi scaduto per intervenire, oltre alle risorse finanziarie serve una conversione del modello attuale.

L’acqua alta fa danni per centinaia di milioni 

i danni dell'acqua
Una delle barche colpite dalla forza dell’acqua

Il sindaco Luigi Brugnaro ha parlato di centinaia di milioni di danni, il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte è volato in città, il ministro dell’Ambiente Sergio Costa ha chiesto “un’azione politica forte contro i cambiamenti climatici”. Lungo la nostra navigazione da una finestra di una casa abbiamo visto lo striscione “basta con lo smog”. Sul tema abbiamo scritto decine di articoli, l’ultimo il giorno prima dell’acqua alta (link), e dato voce ai cittadini preoccupati per la qualità della loro vita. Ma ora serve un progetto serio sulla sostenibilità ambientale.

Una parte dei fondi per convertirsi all’elettrico

case danneggiate
Case dopo la bufera

Gli operatori ci dicono che non riescono a reggere i costi di una trasformazione elettrica delle loro imbarcazioni ovvero finanziare il retrofit del motore. Ma questa ennesima tragedia ambientale – anche molte opere d’arte sono state danneggiate – può essere l’occasione per scrivere un piano di conversione sostenibile del traffico.

Si promettono già centinaia di milioni. Se ne dedichi una parte per elettrificare la flotta cittadina. Un’opportunità unica per ripulire i polmoni dei cittadini, mitigare il fenomeno del moto ondoso creato dalle barche che danneggia il patrimonio storico e creare un laboratorio mondiale per la navigazione ecologica.

Una ricostruzione elettrica

Venezia

Nei giorni scorsi un’iniziativa di Venice Calls in città si sono sentite queste parole che riteniamo utile riportare: “Non si può gestire un ambiente senza conoscerlo. È ancora possibile restaurare l’equilibrio lagunare, a patto di passare da una gestione aggressiva ad una che assecondi i dinamismi naturali propri della Laguna stessa”. Insomma navigazione slow ed attenta al rispetto dell’ambiente. Ma oltre le lodevoli parole serve passare all’azione. La “ricostruzione” sia più sostenibile ed elettrica.

LEGGI ANCHE: Petizione per Venezia pulita: flotta elettrica al 2028

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1 COMMENTO

  1. Negli scafi con la trasmissione in asse elica, è perfino banale, con i nostri kit, trasformare questi scafi in ibridi o in full elettrici.
    Giovanni Parise

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