Gas, domanda mai così bassa dal 2001: l’Europa abbandona i fossili?

gas russo

La domanda di gas nei primi cinque mercati Europei è la più bassa mai registrata dal 2001, se si prendono in esame il secondo e il terzo trimestre del 2024. Merito delle rinnovabili che tolgono sempre più spazio ai combustibili fossili per la produzione di elettricità.

Anche i più agguerriti sostenitori dei combustibili fossili dovranno arrendersi all’evidenza. Le rinnovabili stanno conquistando sempre più quote di mercato per la produzione di elettricità.

La crescita delle rinnovabili è la ragione principale per il calo della domanda di gas in questa prima parte del 2024: gli analisti di S&P Global Commodity Insights prevedono un calo del 25% della produzione di energia elettrica nelle centrali a gas nel terzo trimestre per i cinque maggiori mercati, dopo un calo del 31% del trimestre precedente.

Germania in controtendenza: nuove centrali a gas per sostituire quelle a carbone

Si tratta del livello più basso mai registrato dal 2001. Tra gli altri motivi del calo della domanda, la crescita della produzione di nucleare nelle centrali francesi che hanno visto salire la loro quota di esportazione nel resto della Ue. Unica eccezione la Germania, dove sono entrati in funzione nuovi impianti a gas, progettati per sostituire il carbone.

Nel 2024 chiuderanno in Germania 10 gigawatt di capacità nelle centrali a carbone e ne entreranno in servizio quasi 2 dalle centrali a gas. La produzione di elettricità dalle centrali a gas salirà così del 26% nel terzo trimestre rispetto a un anno fa.

In Italia la domanda di gas è scesa del 25% nel secondo trimestre e calerà del 16% nel terzo

In chiaroscuro la situazione in Italia. La domanda di gas per la produzione di energia elettrica è scesa del 25% nel secondo trimestre e del 16% nel terzo trimestre. Ma con 10,2 GW è pur sempre il più grande mercato europeo per la produzione di energia elettrica dal gas.

C’è da chiedersi se siamo di fronte all’inizio della fine dei fossili per la produzione di elettricità? Secondo i più scettici, il dato del 2024 è dovuto alla produzione idro sopra le medie. Ma dai prossimi trimestri potrebbe arrivare la conferma, soprattutto se non si fermerà la crescita delle rinnovabili.

Visualizza commenti (17)
  1. RINNOVABILI BENE IN INVERNO
    produzione da rinnovabili è leggermente più alta in inverno

    2024 Europa ( 51,6% rinnovabili)
    1° trimestre > 363 TeraWattOra rinnovabili
    2° trimestre > 342 TeraWattOra rinnovabili

    2024 Spagna ( 66% rinnovabili)
    1° trim > 38 TWh rinnovabili
    2° trim > 38 TWh rinnovabili

    2024 Germania ( 62% rinnovabili)
    1° trim > 71 TWh rinnovabili
    2° trim > 68 TWh rinnovabili

    percentuali calcolate sui consumi (selezionare produzione + import/export):
    https://energy-charts.info/charts/energy_pie/chart.htm?l=it&c=ALL&interval=quarter&quarter=2

    === Italia
    un poco sbilanciati verso l’estate, ma si correggerà con i primi parchi eolici off-shore

    2024 Italia ( 41% rinnovabili)
    1° trim > 23 TWh rinnovabili
    2° trim > 29 TWh rinnovabili

  2. Le rinnovabili da FV e eolico non sono programmabili purtroppo. Il calo produttivo dei FV si farà sentire da ottobre fino almeno a marzo. E cosa si userà per produrre l’energia elettrica indispensabile durante questo periodo ?

      1. Luca Dell'Oca

        Ed esistono gli accumuli, che i pappagalli che ripetono le stesse trite frasi come Franco fan finta di dimenticare.
        Certo, non smetteremo di usare il gas ne oggi ne fra qualche anno, ma la crescita è costante nonostante chi rema contro.

        1. esatto. un esempio di accumulo “utility scale” sono i megapack di tesla. recentemente il prezzo per un “pacco batteria” da 3.9 mwh è sceso fino a 1.000.000 di dollari circa. se volessimo sostituire il gas in italia oggi ci costerebbe circa 5-10 miliardi di euro , circa l’1% del pil. dovremmo starlo gia facendo.

  3. Roberto Pallaoro

    I famigerati FMR sono ancora in fase sperimentale e non pare che ci sia la rincorsa dell’industria per produrne in serie.
    Abbiamo invece un bacino energivoro da sistemare che abbatterebbe sensibilmente i consumi.
    Ho fatto dei conti tempo fa quando ebbi a disposizione la superficie degli appartamenti che ebbero efficientato l’involucro e calcolando l’abbattimento di solo due classi, tenendomi nei margini più prudenti, ne è uscito un numero che moltiplicato per 2.1, ovvero il fattore che ho trovato in merito alla produzione di energia necessaria per riscaldare gli edifici, dava numeri incredibili. Torno a ripetere per l’ennesima volta e non qui, come mai non ci siano degli studi, almeno fino alla fine di giugno, che dica quanto risparmieremo nei prossimi anni attraverso l’efficientamento degli edifici? Non capisco il motivo, ci sono degli studi economici che dichiaravano che la spesa del superbonus sarebbe rientrata in 20 anni, ma nessuno studio almeno a mia conoscenza e vorrei essere smentito, che dichiari l’efficientamento raggiunto in questi ultimi tre anni. I dati ci sono e per me rimane un enorme punto interrogativo.
    Si fa tanto parlare di centrali di ogni tipo, ma se si continuasse anche ad efficientare se il costo/kWh fosse inferiore alla realizzazione dei famigerati FMR perchè non intraprendere una scelta sovranista che restituirebbe anche confort?
    Nell’articolo non si parla di produzione di enegia elettrica ma di riduzione di domanda di gas a cui ha contribuito senz’altro un inverno molto mite, ma quanto ha contribuito l’efficientamento degli edifici?

    1. Daniele Sacilotto

      Ottima osservazione. Nel mio caso specifico i lavori di efficientamento energetico mi hanno permesso di dimezzare il consumo di gas. Non è una stima, è esattamente quello che ho verificato tra i 2 anni precedenti i lavori e i 2 successivi. Dai 1200mc di gas medi del 2019 e 1150 del 2020 ai 630 e 575 del 2022 e 2023. Ho fatto però un salto di 3 classi energetiche. Nello specifico: cappotto da 12cm, isolamento interno del tetto da 20cm, serramenti nuovi triplo vetro, fotovoltaico con batterie e wallbox

    2. penso c’è da ragionare su costi e su rientro investimento

      == isolare edifici
      buon guadagno ma rientro investimento a 25-30 anni,
      necessita di incentivo statale ristrutturazione al 50%,
      quello che ora verrà ridotto

      == installare rinnovabili utility (grandi installazioni)
      forte guadagno e rientro investimenti a breve 5-10 anni,
      anzi Win-Win perché gli investimenti li fanno aziende private

      == non fare niente
      il metano costa anno per anno

      == dare soldi ai rettori
      costa più del metano e persino più delle ristrutturazioni edifici, inoltre svuoti le casse pubbliche, così l’incentivo per le ristrutturazioni te lo sogni

      però piace ad alcuni governi, destra di tipo non liberale, che cerca di fare grandi spese opache e mantenere l’energia centralizzata, mania di lucro e potere;
      governo attuale, e ci provo anche Berlusconi nel 2011, stroncato dal referendun e dal crollo dei nostri bilanci statali per la sua finanza creativa, rischiammo il default

    1. infatti, a guardare, le centrali francesi sono tornate al loro livello normale di produzione, anzi in lenta decrescita:

      >> 2015, primo semestre: 210 Gwh
      >> 2021, primo semestre: 180 TWh
      >> 2024, primo semestre: 177 TWh

      nel 2024 sembra che la produzione sia “aumentata” perchè nel 2023 avevano avuto scascichi delle riparzioni iniziate nel 2002, con crollo della produzione

      guardando il dato su 12 mesi:
      >> 2015 — 415 TWh
      >> 2021 — 360 TWh –> riduzione per Covid
      >> 2022 — 278 TWh –> crollo produzione
      >> 2023 — 320 TWh –> parziale ripresa
      >> 2024 — 350 TWh ( stima proiezione )

  4. L’idroelettrico è fantastico … ma richiederà enormi investimenti per stabilizzarlo nel tempo, visti gli andamenti climatici … alternanza tra lunghi periodi siccitosi e periodici fenomeni alluvionali non aiutano la costante e regolare distribuzione delle acque; in caso di prolungati periodi secchi i bacini vicini alle città o campi coltivati potrebbero essere “chiamati” a compensarne la “sete”, riducendo il potenziale produttivo.

    Le F.E.R. sono da incentivare tutte e contemporaneamente: un po’ per la natura stessa di avere andamenti non preventivabili, un po’ perché la ridondanza mette al riparo da situazioni di crescente domanda (meno costa l’energia, più ne verrà consumata…) e poi si potrà distribuirne la generazione sul territorio (italiano, europeo, o da import – nord Africa ?).

    Il ns governo sta facendo accordi con EDF per fornire elettricità da nucleare (francese… in questo caso va bene … perché Renault in FreeToX no ??) ai gruppi industriali ad elevato consumo, come le acciaierie… ed in futuro arrivare a costruire pure i famigerati S.M.R. … se riescono a “convincere” gli italiani .. ed a trovare i depositi delle scorie, of course ! )… In ottica di breve periodo, stabilizzare la domanda “atomica” dei francesi e il prezzo ai ns produttori ci può anche stare… Basta però non continuare sulla linea degli idrocarburi ad oltranza e puntare ai reattori come punto di arrivo.

    1. Luca Dell'Oca

      Ipotesi complottista: compriamo energia da nucleare francese per poi poter dire “ecco vedete è meglio se ci costruiamo le nostre centrali invece di dipendere da quelle straniere”.
      Siamo solo capaci di cambiare i fornitori, mai i prodotti che ci procacciamo. Con l’invasione in Ucraina potevamo approfittarne per staccarci dal gas, ma il massimo che siamo stati in grado di fare è stato comprarlo altrove.

      1. per me non sei complottista,
        ripensavo agli spunti già saltati fuori nelle discussioni sui governi non di destra liberale, ma diciamo di “destra sociale” o genericamente populisti statalisti, che dietro alla fuffa ideologica sono degli arraffoni

        hanno l’ossessione di bloccare il capitalismo/liberismo/aumento di produttività, su cui volenti o nolenti si regge l’occidente, per avere loro il potere accentrato su tutto, cosi possono gestire e distribuire le risorse per mantenere potere; non gli importa se questo rende più povero o indebitato lo Stato e sbilancia le tasse e i redditi in base all’essere o meno tra i loro amici

        ogni settore economico invece di avere competizione e trasparenza sulle regole e sui prezzi, viene frenato e distorto con statalismo, e pure del tipo peggiore non inclusivo, ma familistico

        il settore energetico non fa eccezione, proteggono fossili e tentano di fare un altro giro di commesse di nucl anche se ormai sarebbe tardi, nel merito:

        – hanno bloccato per decreto le rinnovabili agrivoltaiche più economiche e rapidamente impattanti per qunatità e bassi prezzi e che non necessitando di tariffe statali o incentivi sfuggivano al controllo

        – hanno sopvraprezzato le tariffe ad altre rinnovabili, distorcendo il mercato e creando una percezione falsata nell’opinione pubblica; stesso gioco che con le ricariche e gli incentivi delle auto elettriche

        – mantengono una situazione di caro energia e import, su cui si lucra bene, e che fa sembrare solo un po’ meno assurde lo loro altre costose proposte

        ==== gemellaggio Italia Svezia

        ci ho pensato dopo aver letto per caso della situazione in Svezia, energeticamente hanno vecchi reattori ancora in funzione + una quota di 75% di rinnovabili; sono da tempo contrari a nuove centrali

        nel 2022, per il clima di pura da pandemia e crisi guerra russa, hanno avuto elezioni populiste alla Trump/Salvino, è salita al governo una coalizione di minoranza con la destra estrema, i Cristiano Democratici, praticamente dei “nazisti dell’illinois” per dirla come i blues broders

        ora fanno le stesse uscite dei nostri ministri da operetta,
        hanno cancellato i programmi di decarbonizzazione (e altri per l’assistenza sociale, concentrandosi sulla caccia all’immigrato come sfogo per le tensioniche sull’alta disguaglianza nei redditi e criminalità nelle strade)

        e annullato i lavori di collegamento con elettrodotto alla Germania, precedentemente auspicati e programmati dalla società elettrica svedese, facendo una stamba dischiarazione sul sistema tedesco con le rinnovabili “inefficente e a cui non vogliono collegarsi perchè gli farebbe alzare i prezzi”

        allo stesso tempo sostengono che al loro sud hanno carenza di energia e come soluzione propongono una ripresa di investimenti in centrali nucl.

        idem la Le Pen, come ideologia vagheggiava di ridurre le connessioni con gli altri stati e (in un clima di mancata competizione sui prezzi e sovvenzionando a debito pubblico) rilanciare le centrali

  5. Sarà un processo lungo. Quest’anno pesa in positivo l’idroelettrico grazie alle risorse idriche della pazza primavera sulle alpi.

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