Display pazzerello in una Volkswagen ID.3

Display pazzerello in una Volkswagen ID.3: Lorenzo si vede segnalare percentuali di ricarica spiazzanti nella sua auto. Vaielettrico risponde. Per scriverci: info@vaielettrico.it 

Display pazzerello: sono normali queste discrepanze?

display pazzerello

“Sono da circa un mesetto un felice possessore di una Volkswagen ID.3 Pro con batteria da 58kWh. Per il momento sono soddisfatto dall’acquisto. L’unica cosa che non riesco a comprendere è come mai spesso avvengano delle discrepanze con la percentuale della batteria. Esempio:

  • Se arrivo a destinazione con il 34% di carica, mi è capitato che dopo un paio di giorni di inutilizzo della macchina, al momento di riprenderla il display segnava 37-38%
  • Se arrivo alla colonnina con un 17% e metto in carica, la ricarica parte segnando 12-13%
  • Caricato durante la notte la macchina con la wallbox casalinga, impostando il limite all’80%: ho ritrovato la macchina con l’86% di ricarica

Ora vi chiedo: sono ‘normali’ queste discrepanze? Dovrei passare dal concessionario per chiedere spiegazioni?Sinceramente sono un po’ perplesso che ripetutamente ci possano essere queste variazioni anche piuttosto evidenti di percentuale. Grazie in anticipo“. Lorenzo Lupelli

C’è chi lo chiama indovinometro, ma così è un po’ troppo

display pazzerello

Risposta. Di solito riceviamo segnalazioni di tenore opposto. Ovvero di persone che lasciano l’auto ferma per qualche giorno e, al momento di riprenderla, trovano la batteria con qualche piccola percentuale di carica in meno. Sul mal di software della Volkswagen ID.3 si sono scritti fiumi d’inchiostro e anche noi a suo tempo abbiamo pubblicato parecchia rimostranze. Ora sembrava che la situazione si fosse normalizzata, ma davanti a scarti così sconcertanti forse un controllo in concessionaria sarebbe il caso di farlo. È vero che c’è chi ha definito indovinometro il display con la percentuale di carica e i km residui, proprio per i margini di errore. Ma a tutto c’è un limite…

Visualizza commenti (7)
  1. Ivano Skoda Octavia Combi iV Plug-in Hybrid

    Non so se per le BEV di VAG sia diverso rispetto alle PHEV del gruppo, ma io, per la mia Skoda Octavia Combi iV, ho chiesto lo scorso anno all’officina della Concessionaria di riferimento una verifica dello stato della batteria perché, per un certo periodo, ha iniziato a perdere percentuale di carica in modo anomalo, cosa che poi si è sistemata da sola.
    Dopo varie discussioni, hanno effettuato un controllo (definito Batterie Healt Quicktest) che, nel documento firmato e rilasciato dalla concessionaria, afferma:
    “La quantità di energia residua calcolata viene determinata durante il funzionamento del veicolo ed è influenzata dalle condizioni di esercizio. Il risultato delle misurazioni può discostarsi al massimo di un più 10% o di un meno 10%”.
    Capite bene che il risultato che mi hanno fornito (89%) con un +/- 10%, ha un’oscillazione di residuo che va dall’80% al 98%. Un po’ aleatorio come dato. Dai miei calcoli sui risultati di autonomia persa/consumo dovrei essere sul 96% residuo.
    Purtroppo, neanche una parola sul perché, in quei giorni, la batteria perdesse un 10% ogni 2 o 3 Km percorsi, mai capitato prima. Come detto, fortunatamente, la cosa si è risolta da sola.
    Con le BEV (e le PHEV) dovrebbe diventare obbligatorio fornire questi dati ad ogni “tagliando” o “controllo”. Troppo importante sapere lo stato della batteria, anche per vendita o acquisto di un usato. Invece, siamo sempre in un ambito simil-omertoso. Almeno, questo è ciò che sembra. Nel Veneto si dice “paga e tasi” (paga e stai zitto).

    1. Ivano Skoda Octavia Combi iV Plug-in Hybrid

      Pardon!
      Il 96% indicato non è il residuo di batteria, sono i kWh residui con una virgola saltata: 9,6 kWh rimasti su 10,4 da nuova, dopo poco meno di 5 anni (a dicembre). Ho perso quindi circa il 7/8% di batteria dai miei calcoli basati sull’autonomia effettiva che ora posso fare in base ai consumi.

  2. Alessandro D.

    Comunicato Stampa

    Volkswagen ID.3: il display che parla italiano (anzi, P.S.M.)

    Wolfsburg, 27 agosto 2025 –

    Volkswagen comunica che il veicolo in oggetto fa parte della variante ID.3 “P.S.M.” — acronimo di “Pizza, Spaghetti und Mandolino” — una versione pensata e calibrata appositamente per il mercato italiano. Non solo nel design, nella guida e nella sostenibilità, ma anche — e soprattutto — nel suo spirito.
    Abbiamo infatti scoperto che il cliente italiano, da sempre amante dell’imprevisto e poco incline alle rigidità teutoniche, non apprezza troppo la precisione millimetrica.

    Un display che dice sempre la verità? Troppo noioso. Un’autonomia che non lascia spazio all’interpretazione? Un po’ asfissiante.
    Ecco perché il software della ID.3 P.S.M. è stato personalizzato con un pizzico di imprevedibilità.

    La percentuale di batteria? Un’indicazione, non una sentenza.
    Il livello di carica? Un suggerimento, non un dogma.
    L’autonomia? Un invito all’avventura.

    Abbiamo chiamato questo approccio “Indovinometro Integrato™”: un sistema che rende ogni viaggio un piccolo quiz, ogni ricarica una sorpresa, ogni display un compagno di viaggio con personalità. Un vero crossover tra assistenza alla guida e infotainment, dove l’informazione non è solo utile, ma anche emotivamente coinvolgente — e vagamente enigmatica.
    In fondo, chi non ha mai detto “boh, secondo me ce la facciamo” prima di partire?

    La ID.3 P.S.M. non è solo un’auto elettrica. È un omaggio al nostro modo di vivere: flessibile, creativo, e sempre pronto a improvvisare.

    Volkswagen. Das Auto, ma con un po’ di “mah”.

    “Abbiamo voluto dare al display un’anima mediterranea. Non è impreciso, è solo più umano.”
    — Ing. Ernesto Sghembo, Responsabile Ufficio Display Ribelli, Volkswagen Italia

  3. Massimo Ceraolo

    Da esperto di veicoli elettrici posso fornire un commento più tecnico.

    Per la stima del SOC i costruttori si basano su due elementi:; l’integrale nel tempo della corrente e la misura della tensione ai morrsetti.
    L’integrale nel tempo una specie di somma-prodotto: se erogo una corrente di 2A per 1 ora e 3 A per altre due, l’integrale diviene 2×1+3×2=8 Ah.
    Bilanciare i due (integrale della corrente e tensione) è molto complicato: i primi articoli scientifici su questo tema sono dell’ secolo scorso e anche io ne ho fatto alcuni. Alcuni costruttori ci riescono meglio, altri peggio, e comunque ci sono situazioni in cui nessuno stimatore funziona proprio come ci si aspetterebbe.
    Dò unna possibile spiegazione al primo dei punti sollevati dal lettore.
    Dopo che si è arrivati a destinazione la tensione di batteria è tipicamente più bassa di quella con batteria a riposo, per via della corrente erogata durante il viaggio che ha generato fenomeni di accumulo di ioni all’interno della soluzione elettrolitica che creano quella che noi tecnici chiamiamo “caduta di tensione”. Quando la batteria resta ferma a riposo, però, le cariche interne si riequilibrano, la caduta di tensione scompare, e la tensione che si misura diviene più alta.
    Pertanto, se la sua auto si basa molto sulla misura della tensione capita proprio questo: essa misura una tensione che sale (per via dei fenomeni che ho appena illustrato) e interpreta, erroneamente, questa elevazione come un aumento di SOC.
    Nel suo caso si tratta di una differenza del 3-4%, ma in auto con batterie al piombo che ho provato verso la fine del secolo scorso, l’errore poteva superare il 70%. Ma questa è un’altra storia, che potrei raccontare in dettaglio (so come funzionava il SW di quell’auto ), ma questo commento è già troppo lungo.

    Per approfondimenti non posso non ricordare il mio libro “Capire i veicoli elettrici” su Amazon.

    Un’ultima cosa: odio la parola “indovinometro”: sia perché è profondamente sgrammaticato (come se misurasse gli indovinelli) sia perché è offensivo verso tutti quelli che lavorano su questi temi.

    1. Edwin Abbott

      Concordo con il disprezzo per il termine “indovinometro”.

      Fa parte di quella (lunga) lista di termini coniati, spesso da giornalisti, senza capire appieno di cosa si parla, oppure per pressioni dall’alto per attenuare la realtà che il termine corretto farebbe intuire (es. i “furbetti del cartellino”, che sono semplicemente dei truffatori).

  4. Enrico Ambrosini

    Buongiorno, ho un problema analogo con una Renault Zoe 50 e dopo un mese in officina e con l’intervento di Renault France non è stato risolto. Pazienza…

  5. Stessa identica cosa che succede a me sul mio Explorer RWD con pacco batterie da 77kWh (tanto l’elettronica è quella VW). Da quando l’ho ritirato, quasi un anno fa, si comporta sempre allo stesso modo. In carica sottrae un piccola percentuale per poi riapplicarla dopo un paio di ore che la carica è terminata. All’atto pratico, ho sempre avuto più percentuale di quella indicata. Comunque non mi ha mai neanche lontanamente creato problemi. Ci ho ho girato mezza Europa e si è sempre comportato così.
    In officina cadono dalle nuvole, non ne hanno idea.
    È come se il software, in fase di ricarica, indicasse solo il netto della batteria utilizzabile mentre a ricarica terminata (dopo un paio di ore) mostrasse anche il “lordo” disponibile.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

 

Articolo Precedente

Centro Sud a corto di ricariche? No, solo in Salento...

Articolo Successivo

Model 3 LR 2019

Iscriviti alla nostra Newsletter

Abbonati alla nostra newsletter e resta aggiornato.
Seleziona i tuoi interessi:
No spam e zero emissioni garantiti!

Iscriviti alla nostra Newsletter

Abbonati alla nostra newsletter e resta aggiornato.
Seleziona i tuoi interessi:
No spam e zero emissioni garantiti!