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Diritto a inquinare: Stellantis, Toyota e Ford non vogliono il crollo di Tesla

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Stellantis, Toyota, Ford sono sempre più preoccupate per il crollo delle vendite di Tesla: comprano una parte dei permessi per inquinare della società di Elon Musk per evitare le multe della Commissione Ue

Era un paradosso già prima. Gruppi di primo piano che acquistano i permessi per emettere CO2 dal primo produttore al mondo di auto elettriche. In pratica, dall’imprenditore che sta costringendo tutto il settore a investire nella transizione verso l’auto elettrica. In pratica, finanziandone un ulteriore crescita dove già domina le quote di mercato.

Ma i conti potrebbero presto non tornare. E non soltanto per Tesla. L’adesione al progetto Maga (Make America Great Again) di Donald Trump, non ha di certo favorito l’immagine nel mondo di Musk. E di conseguenza ha danneggiato il marchio automotive. Per non parlare degli interventi a gamba tesa dell’imprenditore sudafricano nella politica dei Paesi europei. Come gli endorsement a favore dei partiti di estrema destra, dalla Germania alla Francia.

Stellantis e le altre case automobilistiche comprano da Elon Musk i crediti in eccesso per inquinare ed evitare le multe Ue

La sua discesa in politica è coincisa con l’inizio del crollo delle vendite di Tesla, in Europa in particolare. Più contenuto il calo in Cina, ma sufficiente per garantire alla rivale Byd di effettuare il sorpasso negli acquisti sul mercato interno. In Europa, le vendite sono scese in media del 40% nei primi mesi dell’anno rispetto allo steso periodo del 2024.

Peccato che grandi gruppi a partita da Stellantis, Ford e Toyota contano molto su Tesla per i diritti a inquinare. Ed evitare le multe salate per chi non riuscirà a diminuire del 15% le emissioni.  E’ vero che la Commissione Ue ha garantito che rinvierà i controlli sulle emissioni di CO2 delle auto: non saranno più annuali, bensì ogni tre anni. Di fatto, anche le eventuali multe scatteranno l’anno prossimo. Dando più tempo alle case automobilistiche per adeguarsi. Ma una Tesla che continua a perdere quote di mercato significa che non potrà più vendere i crediti ad inquinare alle altre case automobilistiche.

Un bel problema, visto che con quei crediti Stellantis&Co speravano di compensare il fatto di non raggiungere in tempo il calo del 15% di emissioni. Non dovrebbe essere un problema per il mercato Usa, visto che il presidente Donald Trump vuole cancellare tutta la politica a protezione dell’ambiente degli ultimi anni. Ma rimane un problema in Europa, dove la Commissione ha appena confermato le suo politiche in favore della auto a emissioni zero.

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14 COMMENTI

  1. Diapiace molto leggere questo articolo populista su questa testata. I crediti CO2 sono un ottimo siatema per influenzare il mercato senza sussidiare i produttori (quelli europei li abbiamo sussidiati enormemente per 30 anni ed ecco come ci troviamo…) . Chi vende crediti poi vende il suo prodotto ad un prezzo minore di quello di chi li compra. Questa e’ una chiara manovra intesa ad influenzare POSITIVAMENTE il mercato perche’ aumenta i costi di produzione dei mezzi ICE e diminuisce quelli dei BEV. Quindi anticipa i tempi della transizione all’elettrico.

  2. Il fatto che stellantis, Ford (toyota molto meno) ed altri non vogliano che succeda qyancosa che il nercato attualmente sta decretando (fillimento certo no ma riduzione di vendite si) credo che sia totalmente jninfluente, se ne faranno una ragione e, o ridurranno gli utili, o alzeranno j prezzi, in entrambi i casi …. buona fortuna 🙂

  3. Poter acquistare i crediti compensativi aveva senso all’ inizio della transizione ora dovrebbe essere abrogata questa possibilità.
    Il ricavato delle multe applicate per inadempienze ai costruttori dovrebbero essere resi disponibili come contributo alle aziende che si impegnano a investire per raggiungere gli obbiettivi di decarbonizzazione produttiva .
    Forse questo sarebbe un buon incentivo ad investire seriamente nella transizione.

    • Guardi che i pool servono proprio a questo: chi è in difetto sui target paga profumatamente la compensazione a chi è in vantaggio.

      • Si ma questa per noi cittadini è un giro di soldi senza guadagno, proprio perché tra privati. Permettiamo ad aziende inquinanti di continuare ad esserlo semplicemente pagando. Concordo che sarebbe ora di smetterla coi crediti, piuttosto versino i soldi corrispondenti alla UE, una sorta di crediti virtuali che però verrebbero incrementati di prezzo anno dopo anno e magari disponibili sono in quantità limitata, oltre il quale scatta la multa ( che praticamente sarebbe lo stesso credito ma venduto a un costo unitario maggiore)

  4. Pensare di poter continuare per anni a produrre veicoli troppo inquinanti compensando con acquisto di crediti da Tesla è solo uno dei tanti gravi errori fatti dalle case occidentali.
    Toyota ha comunque in arrivo modelli BEV + l’ormai famosa piattaforma full hybrid che in taluni casi arriva a valori per incentivi fascia 0-20% quindi è in grado di sopravvivere.
    Ford ha in rampa di lancio la Puma e la Capri BEV (oltre alla già nota Mustang) e comincia a consegnare le prime Explorer , oltre a disporre degli E-Transit tra i veicoli commerciali… ma non ha prodotti mainstream sufficienti a mantener basse le sanzioni.
    Stellantis dovrebbe puntar tutto sulle nuove “piccole”: Nuova Panda hybrid & BEV, vendere in gran quantità la “rinata 500E” (declassata a mildhybrid, un motore che è il vero, grande errore… far le “nozze coi fichi secchi” solo per aver un WLTP basso sulla carta); dovrà anche esser convincente con i nuovi modelli a Melfi (Compass BEV e MildHybrid) e Cassino (le nuove piattaforme 800V ??) per Pomigliano sarà dura per la Tonale…. Per fortuna hanno “azzeccato” la carta Leapmotor che tardivamente farà arrivare delle soluzioni a prezzi abbordabili (in attesa della “GigaPanda” a far da contraltare alla Dacia) .. basta che riescano a farla diventare conosciuta e popolare (non solo a colpi di simpatici spot pubblicitari ).

  5. Mi sembra che tutti i protagonisti politici e industriali se la siano “cotta e mangiata”. Se questa tecnologia fosse stata introdotta come superamento e miglioramento di quella che, nella loro immaginazione, avrebbe sostituito, invece di creare tutta una serie di regolamentazioni fatte ad hoc per imporla, oggi questa camminerebbe sulle sue gambe senza risentire delle vicissitudini politiche del momento. Un bel pasticcio. Poi, se la Tesla sta perdendo posizioni ma non vi è una contrazione delle vendite dell’elettrico, ovvio chiedersi chi ne sta traendo vantaggio. E la risposta penso che sia una soltanto, i Cinesi. E su questi ultimi stiamo mettendo dazi, gli stessi per i quali ci lamentiamo di Trump. Un vero guazzabuglio, un cane che si morde la coda. Mai così pochi politici hanno fatto tanti guai in così breve tempo. Complimenti.

  6. Scusa? avete scritto “l’imprenditore che sta costringendo tutto il settore a investire nella transizione verso l’auto elettrica.” Secondo voi, è Musk che STA COSTRINGENDO il settore a investire nell’auto elettrica? siete seri o è il primo di aprile?

  7. Compreranno crediti da BYD o da qualcun’altro o finalmente si decideranno a puntare sull’elettrico in modo più convinto, poi anche se fallissero …

  8. Proponessero loro un prodotto valido invece di veicoli limitati.
    Possibile che dopo dieci anni non siano in grado di scopiazzare la tecnologia Tesla?

    • Non vogliono.
      Scopiazzare Tesla significa rivoluzionare il modo di progettare, costruire e vendere automobili, e loro – così felici nella loro comfort zone di utili in crescita nonostante il calo del venduto (veda per esempio come la pensa il buon De Meo, CEO Renault: https://www.quattroruote.it/news/industria-finanza/2023/09/04/luca_de_meo_intervista_monaco_.html) – semplicemente non vogliono distrarre nemmeno un centesimo dagli utili per cambiare il loro modo di operare.
      Arrivando addirittura, come giustamente sottolinea la redazione, a tifare per il loro principale incubo pur di poter continuare tutto come prima all’ombra delle sue quote di emissioni. Se non è strategia suicida questa…

      • Sono esattamente della tua idea. Stellantis & Co non vogliono l’auto elettrica, potrebbero tranquillamente fare un’auto simil Tesla o “peggio” creare loro un Model 2 ma poi chi comprerebbe le altre auto? Una volta capito che potenzialmente ha migliori prestazioni, costa meno mantenerla (meno perdite di tempo), silenziosa, ecologica , tecnologicamente avanzata… E poi tutta la filiera del petrolio? Tutta la filiera dei ricambi? Tutta la filiera dei “liquidi” (olio motore ect..) Continueranno fino alla morte così, tanto chi i soldi doveva farli li farà per gli altri chi se ne frega…

        • Visto le problematiche ai sistemi AdBlue prima e le cinghie a bagno d’olio poi, produrre una elettrica di qualità sarebbe un salto di qualità capace di migliorare l’immagine.

          Invece anche le prime elettriche prodotte danno segni di problematiche importanti, con difetti al sistema OBC che impedisce la ricarica ac e per i quali non offrono garanzie certe ed i pezzi non sono disponibili. Almeno stando a quando dichiarato in una trasmissione olandese tipo mi manda Lubrano.

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