L’auto solare Sion in crisi? In acqua Magonis naviga con il sole

Nautica elettrica

Se su strada l’auto elettrica stenta come dimostra il difficile caso della Sion (leggi qui), in acqua si riesce a navigare (non sempre in totale autonomia) con il sole. Diversi i casi: dai catamarani Silent-Yachts al Magonis Wave e-550 che sarà presentata al Boot Dusseldorf.

Pannelli a far da tetto e non solo

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Il Magonis Wave e-550 realizzato con i pannelli

Il catamarano Sunreef100Eco installa a bordo ben 242 metri quadri di fotovoltaico  grazie alla vela e gli armatori parlano di una estesa autonomia (leggi qui). Anche la barca a vela Maserati del navigatore Giovanni Soldini è fasciata con il fotovoltaico. Con la vela viene facile ma ci sono sempre più barche a motore che investono sull’alimentazione con i pannelli. Questa l’evoluzione, per esempio, della spagnola Magonis Wave e-550 che abbiamo provato a Venezia (leggi qui).

Magonis ha sviluppato un tendalino solare pieghevole e flessibile per Wave e-550 e secondo le specifiche fornite dal cantiere “pcaricare fino a 1kWh oltre a fornire ombra. Quando la barca naviga a una velocità di 4 nodi richiede 1kWh e può davvero essere autonoma grazie al sole“.

Si tratta di una navigazione lenta; a Venezia però siamo intorno ai limiti di velocità. Inoltre per numerosi usi turistici dove la contemplazione del paesaggio naturale, anche artistico lungo i fiumi delle città d’arte, è più importante della velocità la barca elettrica può essere solare.

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Il Magonis a una velocità di 4 nodi può essere alimentato dal tetto solare

Le barche da diporto poi non si usano tutti i giorni e quando sono ormeggiate possono ricaricare la batteria e garantire la riserva di energia pulita. Stesso discorso quando sono ancorate in mare. Insomma la strada solare, seppur complessa, si può percorrere. E anche quando non assicura un’autonomia completa può diventare uno strumento che garantisce una forte integrazione energetica.

Dalla colonnina alla boa che ricarica

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Magbuoy la boa per ricaricare in mare

Oltre alle innovazioni sul sistema di propulsione, la mobilità elettrica permette lo sviluppo dei sistemi di ricarica e di trasformazione dell’energia. Magonis, per esempio, oltre il tendalino solare presenta la boa di ricarica: il MAGBooy. Questa  “rende la ricarica accessibile per le barche ovunque, avvicinando le infrastrutture nautiche. La batteria riceve energia da un cavo subacqueo che collega la boa alla rete elettrica cittadina“.

Il video della Magonis

Come funziona? “Per caricare si avvicina la barca alla boa, si  prende il cavo di ricarica della boa e si collega alla barca. Il MAGBooy apre nuove opportunità soprattutto nelle aree che non hanno stazioni di ricarica“. Soluzioni per produrre energia pulita e per facilitare la ricarica nei siti non ancora pronti.

Visualizza commenti (3)
  1. L’elettrico è un’ottima idea per la navigazione di linea o a noleggio in tutte le aree protette dove spesso si usa l’idrogetto. Penso, ad esempio, ai giri turistici nell’oasi di Trezzo d’Adda (idrogetto) ma anche al tour dei bacini di Mantova (barche anche ad elica). Le barche elettriche, ovviamente senza fotovoltaico, sarebbero poi una manna per tutti i laghetti sotterranei naturali con relative oasi protette, anche per motivi ecologici. Avrebbero molto senso anche in luoghi come la Seegrotte in Austria che è un ex cava di gesso con un grande lago sotterraneo (pertanto non un’oasi naturale) in cui, l’ultima volta che ci sono stato una dozzina d’anni fa, si navigava a motore termico con inevitabili emissioni poco piacevoli.

    Vedo bene anche i brevi giretti vicino a riva: calette in Sardegna, giro dell’isola Comacina da Tremezzo: spesso si usano barche a remi e piccoli gommoni che potrebbero essere facilmente rimpiazzati. Anche la navigazione fluviale turistica di linea, penso ai battelli di Parigi e Vienna, potrebbe avere un futuro elettrico a breve: vanno già piano, fanno tante soste programmate che consentirebbero ricariche al volo e, nei mesi estivi, l’esposizione solare è buona anche in Austria. Anche un bel giro “elettrico” dei navigli di Milano o del Canale del Brenta sino alla Malcontenta ed oltre sarebbe l’ideale e spero che presto possa essere così.

    Fatico di più, da diportista “minimo” del lago di Como, a vedere un immediato futuro per le barche a basso-medio costo in acque libere, sia per la bassa velocità, che per lo scarso spunto in condizioni di acque mosse e vento (almeno nelle configurazioni sinora proposte) tale da renderle complesse già per gite di qualche decina di chilometri. Peggio ancora in mare.

    In generale, visti i prezzi per barchette che raggiungono a malapena i 40 km/h, perché di quello parliamo, e che sono studiate per dislocare ad un quarto di quella velocità, credo che, per ora, la soluzione elettrica (solare o meno) abbia senso per chi gestisce un servizio di linea o di noleggio al diportista-turista. Avrebbe molto meno senso per chi ha una barchettina da poche migliaia di Euro in cantiere per una decina di uscite l’anno (mio caso) o per tutti i gommonisti che fanno la fila per l’alaggio con bestioni da 250 cavalli e più (e sono una marea) che volano a 40 nodi ed oltre. Difficilmente accetterebbero soluzioni non plananti a 4 nodi come velocità di crociera ecosostenibile. Anche perché il diportista della domenica vuole fare il giro del lago, magari cercare una spiaggia, attraccare al molo del ristorante… Insomma, deve spostarsi almeno a 30-40 km/h di velocità di crociera e non di punta e questo è ampiamente possibile già con un motoscafino planante da 4 soldi ed un 4t da 20 cv che può viaggiare comodamente per 4 o 5 ore con un serbatoio da 15 litri.

    Nel cantiere dove lascio il motoscafino a Vercurago (Lc) diverse persone arrivano in Tesla, ma poi viaggiano su barche termiche. Il gestore del cantiere mi conferma di non avere in ricovero neppure un’imbarcazione elettrica e, salvo errori, in tutta l’estate non ne ho incrociata alcuna spingendomi fino a Colico o Tremezzo. In quest’ambito la rivoluzione elettrica è ancora ai primi passettini.

    Non mi lancio sulle imbarcazioni di lusso da qualche milione perché, laddove non ci sono limiti di budget, le considerazioni sono diverse e già esistono soluzioni elettriche performanti.

    A proposito, i suoi articoli sono sempre interessanti e li leggo con piacere.

  2. Idea stravagante…anche diportisti della domenica sanno bene ke 4 nodi sn adatti solo per corsi d’acqua chiusi e cn stringenti limiti di velocità 😴⛓️ no mare ma neppure laghi o bacini di medio.grrandi dimensioni 🤷

    1. In base a cosa dice queste cose? In Italia è pieno di basi che noleggiano barche che navigano in media a 4 nodi e non solo nelle acqua interne ma pure in mare. Il motore poi in questo caso è da 30 kW semmai serva. Inoltre nella gran parte della Laguna di Venezia questi sono i limiti di velocità che bisogna rispettare senza se e senza ma. I diportisti della domenica come li chiama lei sono milioni di persone, solo a Venezia 30, che visitano e possono visitare le nostre bellezze a queste velocità – non partecipano mica a una gara – e senza avvelenare l’aria. Insomma c’è tutta una filiera economica far crescere e non c’è nessun limite rispetto all’uso. Se vuole approfondire ecco alcuni esempi di progetti imprenditoriali a pochi nodi di velocità https://www.vaielettrico.it/cervia-turismo-emozionale-e-itinerari-sensitivi-con-la-e-barca/ e qui https://www.vaielettrico.it/barche-elettriche-anche-al-mare-parte-il-noleggio-a-cagliari/ e guardi i numeri qui https://www.vaielettrico.it/trasportare-1-milione-e-mezzo-di-turisti-in-elettrico-si-puo-con-gli-italo-croati-di-tema/

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