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Dietro le quinte del caro tariffe: perchè cambiano e cosa ci aspetta

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Dopo la rimodulazione delle tariffe di Enel X Way ci si chiede cosa faranno i concorrenti. Abbiamo provato ad interpellare i maggiori, ma nessuno è stato disposto a sbilanciarsi. Sembra improbabile che a breve possa esserci l’atteso taglio alle tariffe, ma non è detto che i tutti seguano l’esempio dell’azienda  leader  ritoccandole al rialzo. Nessuno ha deciso, insomma, ma tutti stanno valutando le varie opzioni. E queste che seguono sono le variabili in ballo.

Cambiano le auto, crescono le percorrenzeEnel x way tariffe

Lo scenario di base, ci dicono, è radicalmente cambiato negli ultimi due-tre anni. La percorrenza media dei veicoli elettrici è cresciuta in parallelo con l’aumento della capacità media delle batterie, e quindi dell’autonomia. Secondo gli operatori di mercato questo richiede abbonamenti mensili più capienti. Come è appunto il nuovo Travel Plus di Enel X Way che ha più che raddoppiato i kWh disonibili (da 145 a 320, con percorrenze che passano da circa 750-800 km a 1.600-1.900) mantenendo inalterato il prezzo a kWh (0,31 euro) che è anche il più conveniente sul mercato.

E in rete aumentano le costosissime colonnine HPC

Le tariffe flat in abbonamento, del resto, sono diventate la soluzione preferita da chi ricarica prevalentemente dalla rete pubblica. Una rete profondamente mutata con la diffusione delle ricariche fast e ultrafast, i cui costi di installazione sono almeno 10 volte superiori rispetto a quelli delle colonnine quick in corrente alternata. Si va infatti dai 3-5 mila euro per queste ultime fino a oltre 50 mila per una HPC in corrente continua fino a 300 kW. Ma le tariffe flat in abbonamento, a differenza di quelle pay per use, non cambiano in base a  tipologie di ricarica ben diverse, come diverso è il livello di servizio per l’utente.

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La Ford Kuga è una delle ibride plug-in più vendute in Europa. Ricarica alla potenza massima di 3,7 kW, con una batteria da 14,4 kWh.

Effetto plug-in sulle tariffe di ricarica in AC

Sul ritocco delle tariffe per le ricariche in AC, ci fanno notare, sta influendo pesantemente la diffusione dei veicoli ibridi plug-in. Sono frequentatori sempre più assidui delle colonnine Quick, dove ricaricano a basse potenze (in genere fra 3 e 4  kW). Le loro soste si protraggono per molte ore, riducendo la disponibilità per le full electric che ne sfrutterebbero a pieno la potenza, accettando da 7 a 22 kW.

Tornando agli abbonamenti, molti gestori, a partire da Enel X Way, hanno mantenuto inalterati i prezzi, o li hanno solo parzialmente ritoccati, durante l’ondata di rincari dell’energia della seconda metà del 2022 – inizio 2023. Questo ha consentito ai cilenti elettrici di mitigare l’effetto del caro energia, conservando un vantaggio rispetto ai  veicoli a benzina o gasolio.

Il PUN incide, ma c’è anche dell’altro

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Le nuove tariffe flat per gli abbonamenti di Enel X Way. E’ un’offerta promozionale valida fino al primo agosto 2023

Ma come si formano i prezzi, abbiamo chiesto? Quelli dei piani tariffari non sono collegati direttamente al prezzo dell’energia PUN (Prezzo Unico Nazionale, il prezzo di riferimento all’ingrosso dell’energia elettrica che viene acquistato sul mercato della Borsa Elettrica Italiana) ci spiegano. Devono tener conto della sostenibilità nel medio periodo del business, incluse tutte le componenti della catena del valore, dei fornitori e tra questi degli operatori (CPO) che praticano prezzi “alla colonnina” a loro volta in funzione della sostenibilità del loro business. Questo spiegherebbe perchè le variazioni del PUN non si riflettono necessariamente e integralmente sui prezzi finali.

Si fa presto a dire tariffe, ma è un puzzle complesso

I piani tariffari devono poi tener conto dei diversi prezzi praticati dai CPO/operatori (fino a 50 per le reti più diffuse) che hanno, tra le proprie voci di costo, anche quella relativa al prezzo dell’energia. Prezzi “alla colonnina” che possono essere molto diversi fra di loro e che possono o meno seguire l’andamento del PUN secondo le strategie di ciascun operatore (Charging Point Operator). E i piani tariffari devono trovare una sintesi fra tutti.

Saltate anche le agevolazioni sugli oneri di sistema

Aggiornamento – Un grande operatore della ricarica ci ha segnalato che Arera, rinnovando dal primo gennaio le agevolazioni sugli oneri di sistema per famiglie e partite IVA, ha escluso dall’agevolazione la ricarica pubblica per auto elettriche, inclusa invece nel primo provvedimento adottato dal Governo Draghi. L’incidenza sul costo della materia prima energia è di circa 80 euro per Megawattora. Sommando questo onere aggiuntivo al costo all’ingrosso dell’energia siamo attrono a tre volte il costo di fine 2021.

Ogni aumento, piccolo o grande che sia, allarma il consumatore. Ma capirne le motivazioni è il primo passo per valutarlo correttamente.

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59 COMMENTI

  1. Riprendo in parte idee da commenti già scritti.
    1. È vero che le tariffe finora erano molto basse (30 cts./kWh in Svizzera te lo sogni). D’altra parte era una buona alternativa per chi non può ricaricare a casa. Allora perché non offrire un pacchetto “medio” per solo ricarica in AC? O pacchetto con Max. 10-20% in DC, il resto solo in AC?
    2. Se davvero il problema solo le PHEV, perché non offrire tariffe a consumo combinate energia+tempo? In Svizzera ad esempio lo fa Migrol. Mentre per i pacchetti, magari già il fatto di aver aumentato la taglia del pacchetto piccolo può aiutare Enel a incassare di più (magari non tutti terminano il pacchetto entro 30 giorni).
    3. Come scritto in 1. Le tariffe erano molto convenienti ma chiaramente un aumento non è mai piacevole. Per chi usa tanto l’auto però cambia poco, la tariffa unitaria del pacchetto grande resta uguale. Per chi consuma poco alla fine il costo in più è di 10-15€ al mese… alla peggio può rivolgersi alla concorrenza.

  2. #ha stato le plug-in

    le società:
    “purtroppo, causa le contingenti avverse condizioni del pun di cui il gas potrebbe ma non è detto si evince dalla prosopopea che la costrizione cui siamo stati chiamati a dovrebbe permetterci in futuro di venir meno agli extraprofitti su cui gravano le installazioni.. pertanto se non ci fossero le ibride i prezzi calerebbero”

  3. Bell’articolo, con il pregio di tentare di chiarire che il mondo non è Paperopoli.
    Quando il prezzo dell’energia è esploso molti lettori vantavano di ricaricare in Fast pagando meno che a casa, come alcuni fanno notare oggi il prezzo sta calando dai picchi ma non è tornato (e non si pensa tornerà piú) ai costi del periodo covid.
    Poi si torna ad un punto che molti vogliono ignorare: le aziende non pagano solo l’energia. Gli investimenti in infrastutture vanno recuperati, ed il mantenimento delle stesse ha un costo. Credere che i player che piú hanno e stanno investendo nelle infrastrutture non abbiano di meglio da fare che farle fallire non è complottismo, ma scarso acume.
    Paradossale poi imputare ai possessori di ibride (ed elettriche ‘povere’) il fatto di ricaricare lentamente: meglio se andassero a benzina?
    Chi infine paragona il costo della corrente a quello del carburante, piú che scandalizzarsi per la sospensione di agevolazioni deve temere il calo delle entrate da accise: se al costo dell’energia si sommassero gli equivalenti del carico fiscale sui carburanti saremmo fritti – e prima o poi lo stato vorrà o dovrà recuperare quelle entrate che caleranno in parallelo al calo delle ICE.

    • Visto che lei è sensibile, giustamente, ai problemi di bilancio delle aziende, le propongo un calcolo facile facile: ibrida plug in, ricarica a 3,7 kw per 4 ore uguale 13,6 kW. Elettrica, ricarica a 7,4 kW per 4 ore uguale 29,6 kWh. In soldini, i ricavi sono 9,38 euro per la plug-in e 20,4 per la elettrica pura. Stessa colonnina, stesso investimento, stessi costi fissi e ricavi più che dimezzati. Aggiungo che molte elettriche ricaricano in AC a 11 kW, Renault e Dacia addirittura a 22 kW.

      • Sì Massimo, ma diciamoci la verità: ad oggi la maggior parte delle colonnine stanno vuote per la maggior parte del tempo. Il ragionamento “funzionerebbe” se avessimo tutte le colonnine piene, occupate da plugin in carica lenta…

        E comunque facendo questi ragionamenti ci diamo la classica zappa sui piedi. Facciamo prezzi onesti e vedrai che più gente si prende una pura elettrica e meno se la prende plugin. Così facendo invece si incentiva ancora di più a prendere le ibride (soprattutto se le full termiche non si trovano più), perché prenderle 100% elettriche (all’apparenza) non conveiene, e poi il disagio, e la batteria, e l’autonomia, ecc. ecc. È un cane che si morde la coda.

        • Anch’io ho scritto che la scelta è discutibile e che se le colonnine restano vuote, puoi alzare le tariffe quanto vuoi ma incasserai sempre zero. Però è vero che per un gestore le plug-in sono una zavorra. Ti posso dire che proprio questa mattina le tre colonnine in Ac attorno a casa mia erano tutte occupare da plug-in

          • Io credo che in tempi di magra invece loro preferiscono avere anche le plugin. Comunque pagano qualcosa. Dopotutto nessuno impedisce agli operatori di impostare una potenza minima di ricarica, sotto la quale staccano l’erogazione, dandone giusta e corretta informazione all’utente (ricordiamoci che allontanarsi durante la ricarica non è un diritto dell’utente, è un rischio che decide di assumersi: se quando torna la ricarica si è interrotta perché la potenza era scesa sotto una certa soglia, problema suo). Oppure potrebbero applicare una tariffa misto kwh + tempo. Se gli operatori non lo fanno è per pura scelta commerciale, quando vogliono far salire i prezzi sanno come fare …

            P.s.: occhio che la nuova GLC Coupé plugin, quella presentata 2 giorni fa e che sarà in commercio da novembre, ricarica a 11 in AC e a 60 in DC, solo per dire che non tutte le plugin sono lentissime a ricaricare

        • Probabilmente la soluzione più adatta, sarebbe proprio avere una “linea diretta” in tempo reale con le singole colonnine, in modo da prenotare ed avere la certezza matematica di trovarla libera al tuo arrivo…
          Ah già… Tesla ci ha già pensato.. Ma tutti gli altri han fatto i lavori da subito “al minimo indispensabile” e ora si trovano a 90, ma tanto ci son gli incentivi per installare le colonnine senza praticamente nessuna richiesta minima di servizi o margine di upgrade sulle stesse (per evitare sostituzioni massive di colonnine nuove quando si affermeranno gli standard)

          • Tutte le colonnine dei principali circuiti nazionali sono interoperabili e connessese. Dalla App si verifica se sono attive e se sono libere si possono anche prenotare. Il navigatore di Google ti ci porta davanti.

  4. Quindi.. se ho capito bene…. le colonnine si usano più di prima e quindi a maggiore domanda… aumentiamo il costo.
    Uhm… ok.

    In fondo possono fare quel che vogliono. Rete loro, regole loro. Bella l’idea di un roaming straniero però… 😀

  5. Mo sfugge un dettaglio.

    Dati alla mano in Italia 5.6 MILIONI di persone sono in povertà. E altri 9.4 MILIONI di abitanti fanno fatica ad arrivare a fine mese e devono stare attenti a colorare al supermercato i cibi giusti per riaixore a mangiare tutto il mese.
    Di quei 15 milioni moltissimo hanno un’auto che permette loto di andare a lavorare. A fatica. Moltissimo di quelli sono persone che sino a 4/6 anni fa se la passavano un pelino meglio ma che grazie a covid e minkiate varie oggi sono sul lastrico.

    A loro cosa diciamo? Ragazzi comprstevi una elettrica perché altrimenti il mondo si scalda? E con quali soldi? Quelli si porteranno la loro giardinetta sino alla morte.

    È poi, vi hanno fatto il lavaggio del cervello con euro 1, euro 2, euro 3, euro 4, euro 5, euro 6. Cioè in teoria ad euro 6 dovevano uscire le farfalline 🦋 dallo scarico. Invece vi stanno dicendo che le euro 6 distruggono il mondo! E voi credete a tutto.

    Prima vi hanno fatto credere che on il Covid sareste morti tutti, poi vi dicono fate una dose e sarete santi! Ah no due per essere santi! No 3! No 4! No 5!! No “x” (cambia x con numero infinito).
    Non le vedete le analogie eh? 😀

    Io onestamente non rinuncerò mai alla mia GT-R R35 super elaborata e con scarico senza catalizzatore ovviamente. Il rombo si sente già da oltre 8km da casa mia (provato). Fa paura. Mai baratterò un simile rombo per un auto a pile!
    Ah, ovviamente non sono neppure vaccinato. Chiamatemi GOMBLODDISTA ma io vivo da dio!

    • Che vita triste che fai….

      Ma voglio darti retta. Facciamo una prova. Io mi chiudo 1 ora in garage con la mia auto a pile.
      Tu con il tuo bolide senza catalizzatore.

      Dopo 1h mi racconterai com’è andata. Ci stai?
      Tanto se sono tutte cazzate non hai nulla da pedere.

      Ti aspetto, super macho alfa!

    • -in Italia 5.6 MILIONI di persone sono in povertà. E altri 9.4 MILIONI di abitanti fanno fatica ad arrivare a fine mese (…) Io onestamente non rinuncerò mai alla mia GT-R R35 super elaborata-

      Posto che Godzilla occupa ed anzi deve occupare un posto speciale nel cuore di ogni appassionato che si rispetti, fatico ad unire “logicamente” le due frasi nel suo intervento. 😉

      • Appunto, Godzilla è un’auto strepitosa, discendente di una stirpe ricca storia di raffinata meccanica giapponese, associata ad un personaggio del genere è come rovinare una poesia. O per come canta (a me dà ancora i brividi), una melodia.

        Però Fabbbio i tempi cambiano e noi dovremmo farlo con loro

        • No giammai, io ho tutta l’intenzione di rimanere sempre lo stesso c06l¥0ne. 😂

          Magari cambio solo la forma: scossa a palate e finchè non tiri fuori il rotore dallo statore vuol dire che non stavi andando abbastanza forte. ☝️😇

          • “scossa a palate e finchè non tiri fuori il rotore dallo statore vuol dire che non stavi andando abbastanza forte. ”

            Questa mi ha fatto morire! TOP! 😀

          • 😂😂😂 Non ci avevo pensato…
            Quindi il maschio alfa del futuro è tale solo se possiede un’auto che brucia in continuazione i cavi di potenza 🤣

          • -Questa mi ha fatto morire! TOP!-

            Allora, tutto nasce da quello che sostiene il mio carissimo amico meccanico, (concessionario ufficiale Moto Guzzi/Aprilia/piaggio etc, tecnico motorista di ottimo livello, in grado comunque di operare su qualsiasi marca, per niente digiuno di elettronica e altrettanto per niente contrario alle moto elettriche.)

            La frase originale è: “finchè non tiri fuori una biella dal carter, vuol dire che non ci stavi dando abbastanza gas.”

            Il suo “credo” è: “non conosci il limite di un’elaborazione finchè non spacchi il motore. va messo nel conto.”

            “Cresciuto” a questa scuola, nella contingenza della transizione il resto vien da se.

            -Quindi il maschio alfa del futuro è tale solo se possiede un’auto che brucia in continuazione i cavi di potenza 🤣-

            Corretto, ma noi siamo “vecchi”. Analogici. Meccanici. Per noi il cavo bruciato non ha grande significato. robetta. quisquilie.
            La vera rottura è il cuscinetto sgabbiato fragorosamente per eccesso di giri, o appunto il rotore che parte come un proiettile chissà come mai o si mette all’improvviso di traverso. Anche se sappiamo che non può succedere, ma è bello pensarlo per l’effetto scenico. Un cavo bruciato in fondo è poca roba. La rottura, se deve essere, per essere “medaglia al valore” deve essere devastante. 😀

    • Macchè gombloddista! tu sei solo uno fra i pochi furbi al mondo, fra l’altro molto interessato che anche i poveri abbiano il riscaldamento gratis… contribuisci volentieri.
      Un animo buono e gentile il tuo.
      Complimenti vivissimi.

    • Fabio
      Mo ti sfugge un dettaglio.
      L’Euro ha ridotto le emissioni di altre schifezze, ma non può ridurre l’emissione di CO2 ed è quello che sta distruggendo il mondo (le schifezze Euro-x invece fanno solo 65.000 morti all’anno in Italia).
      Non la chiamo GOMBLODDISTA, la chiamo solo ignorante (vedasi significato 1a della Treccani, non altri), molto più semplice. E certo che vive da dio, nella sua beata ignoranza nulla la tocca.

    • Maddai… Perdiamo tempo a rispondere a costui? Oops. L’ho fatto anche io. Ma una, poi basta. Giuringiurello.
      Probabilmente da no vax, no quest, no quell, no tut, il signore, quando la Pfizer inventò il Viagra, (da fulgido esempio di come la natura a volte possa essere matrigna e non madre’) decise di essere anche no ca@@. Così gli restò solo il brum brum…. 🤣😂🤣

    • Leggendo le vostre risposte a Fabio ho capito che ho mal interpretato il suo commento. Io pensavo che Fabio fosse sarcastico e stesse facendo la parodia del petrolhead duro e puro, invece dalle vostre risposte mi viene il dubbio che Fabio sia veramente così.

      Fabio ma almeno non ci mettere la parte dei vaccini! Già noi petrolhead amanti delle auto rumorose siamo considerati dei reietti, poi se ci metti anche la retorica no-vax ci mandi al rogo tutti …

      • Le due anime possono anche convivere.
        Ovvio che serve una certa disponibilità economica ma chi possiede una Nissan GT-R o è abituato a bruciare benzina come se non ci fosse un domani, penso che qualche possibilità ce l’abbia.
        Poi volere è potere, con la vera passione e il tempo che serve per raggiungere i propri obiettivi.
        Anch’io amo i motori ice in modo viscerale, da sempre. Ma li accendo nei giorni di festa e uso quotidianamente una piccola bev

    • Fabio l’avrei invitata volentieri in corsia a vedere gli effetti del COVID sugli anziani e anche su alcune mie colleghe prima delle vacinazioni….ha mai visto qualcuno a cui manca l’aria?…ma evidentemente lei su internet ha già acquisito un bagaglio culturale notevole👏👏👏👏👏

  6. Quello che mi fa ridere di tutta questa storia è che l’idrogeno al distributore continua a costare 12-15 €/Kg. E con 1 Kg si percorrono mediamente 90-100 km.

    Quando si fanno certi ragionamenti sull’efficienza dell’auto elettrica, “dobbiamo passare all’auto elettrica perché non spreca energia”, divento sdentato. Perché chiaramente va preso l’intero processo di produzione che deve prevedere l’aggiornamento della rete, l’installazione delle colonnine, il problema del tasso di utilizzo, la loro manodopera, etc. etc. etc. e ad oggi non c’è certezza sui costi. Quello che sta succedendo in Italia non è dissimile da ciò che è successo negli USA mesi fa dove emerse che mediamente lì i costi di ricarica di un’auto elettrica avevano superato i costi di rifornimento di un’auto a benzina. Quindi non siamo solo noi.

    L’auto elettrica ha un’efficienza del 90%, il motore diesel del 30% eppure viaggiare in diesel costa uguale nonostante il diesel paghi le accise e l’auto elettrica no.

    L’efficienza, l’efficienza, bisogna guardare l’efficienza … sì, come no …

      • Non sanno più cosa scrivere, addirittura la fisica vogliono sconfessare piuttosto di ammettere che il 60% di ogni litro di benzina vada in calore e non sposti di un cm l’endotermica, si aggrappano anche al battito delle ali delle farfalle…indecenti proprio

    • Aspetto che mi dimostri che costa uguale, poi ne riparliamo. Senza fare conti alla mano, in un mese ho speso 60 euro di ricariche, con il diesel in un mese ne spendevo piu’ di 200 (diesel a 16-17 km/l, non un 5000 di cilindrata…). Ma quando la smetterete di scrivere minkiate?

  7. Cara redazione di Vaielettrico,
    per la prima volta non sono perfettamente del vostro parere. Capisco le ragioni che riportate e, le condivido… ma la politica di prezzo dovrebbe essere diversa: sarebbe interessante poter comprare pacchetti di kWh… ma sulla base della tipologia di colonnine che si utilizzera! Anche solo un distinguo AC e DC, a mio avviso farebbe la differenza!
    Mi spiego meglio: ho sempre trovato molto conveniente il costo in DC a 35 o 31 €/cent di EnelX… forse anche troppo conveniente, bisogna raccontarsi la verità… la tariffa era oggettivamente bassa, forse anche troppo, considerando tutti i costi e le giustificazioni riportate da voi, ma forse la soluzione potrebbe essere quella di integrare anche un costo sul tempo di occupazione!
    Ricordo un viaggio in cui mi sono appoggiato ad una colonnina da 75 kWh in DC… che mi ha erogatro solo la potenza di 50, perchè dall’altro capo, in AC, c’era una Jeep plug-in che, a memoria, caricava a 3,xx … Il tizio, probabilmente aveva anche impostato la riduzione della potenza di ricarica in AC.
    Il gioco del prezzo, dovrebbe tenere presente sia il tempo di collegamento, che gli effettivi kw erogati, forse in DC non è necessario (almeno fino a che la potenza accettabile dall’auto è sopra un certo livello … non saprei, 30kWh..), ma lo è senza dubbio in AC. La maggior parte delle auto elettriche accetta almeno 7,4 kWh… ma chi ha caricatori di bordo di questo calibro, probabilmente non carica “mai” fuori casa… Ecco: io aggiungerei un delta costo per chi carica in AC sotto quella soglia! e lo farei pagare non poco, diciamo quello che occorre a pareggiare i costi che spiegate nell’articolo.
    Così, secondo me, i pacchetti potrebbero essere configurati, oltre che sul quantitativo di kWh/mese, anche sull’effettiva capacità del veicolo di sfruttare le potenze di ricarica disponibili!
    Il distributore di energia guadagna sia in funzione dell’occupazione della colonnia… che del suo pieno sfruttamento! Una colonnina in grado di erogare 22kWh , utilizzata a 3-4-5, è oggettivamente uno spreco! Qui a MI, dove vivo, ma anche a VA, città dei miei genitori, trovo spesso auto plug-in collegate. Non punto il dito contro di loro, hanno i miei stessi diritti, ci mancherebbe, ma “mal-impiegano” un servizio… e l’inefficienza dovrebbero pagarla.
    Faccio un esempio stupido… ma per capirci: ipotiziamo che la tariffa base sia di 0,6 € kWh. Se mi collego io e carico, in media 10 kW, in 1 ora di occupazione, avrò un costo di 6€ e quello sarà il lordo che incassa l’Enel X di turno. Se arriva uno a caricare a metà della potenza, occupado la colonnina per la stessa ora, avrà un consto di 3€, generando una “potenziale perdita per inefficienza” all’Enel x di turno. Bè, i 3€ di perdita… glieli addebiterei ugualmente, di fatto raddoppiando il costo al kWh.
    Probabilmente, la mia proposta è impopolare… ma credo che oggi la risorsa scarsa da far pagare sia il tempo, non il kW…..
    P.S. sorri per la lungaggine… ho scrittop un po’ di getto

    • Non so valutare se sia una soluzione giusta o sbagliata, ma posso aggiungere che è già presente su alcuni circuiti: Nextcharge ad esempio sulle Ionity fa pagare sia tot cts al kwh, sia tot cts al minuto. Quindi, a parità di kwh caricati, chi carica più velocemente paga meno.

      Provato in prima persona in Francia un anno fa, la mia piccola id.3 non riusciva ad andare a più di 50-60 kw e il costo finale fu non proprio economico. Non so quindi quanto una cosa simile potrebbe venir accettata di buon grado, perchè è un penalizzare chi non ha potuto permettersi un’auto con ricarica migliore.

      Confermo invece che con la BEV alle AC non ci si collega quasi mai, a meno che in zona non ci sia nient’altro e sia abbia tempo. Esempi classici, la gita fuori porta dove si va a visitare la città, o quando si è in vacanza e si può lasciare l’auto anche una mattina a caricare mentre si è in spiaggia. Già la sosta al supermercato ha poco senso per me, l’ho provata un paio di volte, ma in 40 minuti di spesa ho caricato si e no 5 kwh, oltre allo sbattito di collegare i cavi (e torniamo all’altro problema, le AC con “bring your own cable”, odiosissime).

      Per la mobilità lavorativa servono le DC, non le AC. A meno di non avere le AC sul parcheggio dove si va a lavorare.

      • Sì, molto chiaro il tuo esempio in Francia in DC, qualcosa di simile è capitato anche a me… dove alle FreeToX sono arrivato con la batteria… a 4 gradi… ed ovviamente caricava lentissimo!
        La soluzione, ovviamente tutt’altro che piacevole, era stata di caricare quello che serviva per arrivare alla successiva FreeToX… con batteria più calda…

    • Le sue considerazioni sono interessanti, la soluzione forse un po’ macchinosa da applicare. Il nostro articolo, comunque, voleva solo spiegare cosa ci sia alla base delle scelte tariffarie. Questo non vuol dire condividere il risultato. Continuiamo a pensare che le modalità e la tempistica dei ritocchi alla tariffe non diano un gran contributo alla transizione, anzi la possano frenare, in un momento delicato come questo, con una crescente pressione per prolungare l’agonia dei motori e benzina.

      • Eh.. sì, me ne rendo conto che sia macchinoso e complicato… anche da raccontare al cliente finale… ma non mi vengono in mente idee migliori.

  8. Tirando le fila di questo articolo, mi viene da dire che siamo già arrivati al momento in cui si rende necessaria anche una “supervisione politica” del prezzo del “kw di autotrazione”.
    Nel senso che si “lascia fare al mercato” ma lo si tiene d’occhio finchè non diventa necessario intervenire.
    Che poi è quello che si fa da sempre con i carburanti.

    Il primo passo, secondo me, sarebbe quello di calcolare un’equivalenza anche solo “seriamente indicativa” fra kw e litri di benzina.
    Bene o male, raccontandocela fra di noi, sappiamo che a “parità di vettura” con 3 kw si fa quello che si fa con un litro di benzina.

    Di conseguenza nel momento che un kw costa poco meno di un terzo del prezzo della benzina vuol dire che siamo circa alla parità.

    Cosa che conferma la frase dell’amico Pietro “Viaggiare a 0,50€/KWh significa viaggiare allo stesso prezzo di un’auto diesel” (https://www.vaielettrico.it/tariffe-della-ricarica-ma-non-dovevano-scendere/), idea che tutto sommato condivido.

    Altre idee?

      • Però è discrimnatorio, chi può caricare più alla svelta paga di meno.
        Si può anche stare a discutere sul fatto che per esempio le plugin eccetera eccetera.
        Ma se sono regolarmente in vendita, piaccia o no, diventa una dscriminiazione anche quella. Di fatto “impugnabile” con serie possibilità di successo di fronte a qualsiasi tribunale. Sad but true.

    • Il problema è il costo d’acquisto iniziale. Se l’auto elettrica costa il 30% in più e nell’utilizzo questo gap non si recupera, beh è difficile giustificare la transizione. Resterà la buona azione di chi ha a cuore l’ambiente (e i soldi per potersela permettere).

      • -Il problema è il costo d’acquisto iniziale.-

        Massimo, quello che dici è il mio ritornello preferito. Da sempre. 🙂

        Nondimeno rlancio l’idea di dover trovare qualcuno che un’occhietto “politico” ce lo metta sul costo dell’energia alla colonnina.
        Avrai capito perfettamente che io non sono uno di indole “socialista”, ma al mercato “buono che si autoregola” ci credo fino ad un certo punto.
        Il “mercato” se vuole sa essere anche un mostro rapace. Specie in paesi come il nostro, dove il “rischio cartello” è sempre dietro l’angolo.

        • L’occhietto politico ce lo mettono, ma per svantaggiare l’elettrico. Proprio adesso ho scoperto che l’Arera ha escluso le reti della ricarica dall’agevolazione sugli oneri di sistema. Incredibile!!

          • -L’occhietto politico ce lo mettono, ma per svantaggiare l’elettrico. –

            E allora vaffanculo. 🙁

            Si può dire “e allora”?

  9. Con rispetto parlando, sicuramente mi sbaglio, Massimo dicci la verità: prima di scrivere questo articolo ti sei rivisto la trilogia di “Amici miei” con qualche rewind ripetuto sulle scene interpretate dal grande Ugo Tognazzi.

      • Io il tuo articolo l’ho capito e mi è sembrato anche abbastanza chiaro, ma bisogna dire onestamente che la signora Greta e il signor Ernesto hanno esposto esattamente la medesima chiave di lettura. Ma proprio la stessa identica (tarapia tapioca come fosse antani la supercazzola), e dubito che si siano messi d’accordo… 🙂

        Consolati: quando succedeva a me (perchè è successo anche a me) me la addolcivano dicendo che avevo scritto qualcosa di livello “troppo superiore” rispetto alle necessità del lettore medio 😉

      • Massimo uffa l’ho detto in tono scherzoso, so che sei innocente, la supercazzola ce l’hanno fatta quelli di Enel X.

        Alessandro so di essere un lettore medio, anzi sotto la media, ma ho scritto la prima impressione che ho avuto….(con rispetto per Massimo ovviamente)….

        ….e ce l’ho ancora.
        Cosa vi posso dire perdonate la mia poca intelligenza e la mia scarsa acutezza.

        • -Alessandro so di essere un lettore medio-

          Caro Ernesto, la frase che a volte mi è stata detta

          “hai scritto qualcosa di livello “troppo superiore” rispetto alle necessità del lettore medio”

          in realtà è da leggersi

          “pirla di un Alessandro, ma cosa cavolo hai scritto, ste robe le capisci solo tu che conosci anche le virgole della questione, se il lettore non capisce l’articolo la colpa non è sua, ma tua che non ti sei fatto capire” 😉

  10. Praticamente come se fosse antani di pun con tapioca di Cop per la spidiguda ibrida di cui kilowattata😂😂

  11. Quindi premiamo chi consuma di più.

    Non ha senso. Ovvero posso anche capire i maggiori costi per l’installazione di colonnine fast, che tuttavia non dovrebbero essere la norma. La maggior parte dovrebbero rimanere rapid.

    A me non è mai capitato per ora di aspettare per caricare il fast. Erano solo mla distribuite durante i viaggi lunghi.

    Stanno facendo un errore.

  12. Soltanto adesso si accorgono che le ibride plugin sono una zavorra per la rete pubblica? Io l’avevo capito da un bel po’di tempo: colonnine da 22 kW che caricano per ore a 3 kW? Che enorme spreco di risorse!

  13. Posso dire? Puttanate. Non dico quello che dice vaielettrico, mai le giustificazioni che vi hanno dato. La batterie sono cresciute nel giro degli ultimi mesi? E anche se fosse? Si paga a kWh, mica a tempo: batteria più grossa carico di più quindi pago di più. Aumentano le HPC?. Anche questo, è una novità degli ultimi mesi?
    Prezzo non necessariamente legato al PUN? Peccato che se sale il PUN magicamente i prezzi salgono.
    Quella poi che il prezzo delle AC sale perché ci sono tante plugin è veramente il top dell’idiozia: primo perché se crescono i clienti dovrebbe essere un fatto positivo non negativo. Secondo perché non mi sembra proprio che siamo in una situazione in cui non si riescono a trovare colonnine libere perché affollate da auto plugin in carica lenta…
    Sono veramente allibito… Habbo anche una bella faccia tosta se vogliono provare a giustificare gli aumenti di adesso con queste giustificazioni…

    • Concordo pienamente, tutte scuse inventate male.
      Quello che é assurdo , ma forse una motivazione la ha….perché alzare prezzi e frenare il mercato quando sono appena stati fatti grossi investimenti, dagli stessi operatori, per ampliare la rete di ricarica?
      Penso di iniziare a lavorare per farmi una mega batteria da portare in auto , la carichi a casa con il fotovoltaico e quando sei in giro ci puoi caricare la macchina.

    • “Non ti ho tradito, dico sulserio. Ero rimasto senza benzina, avevo una gomma a terra, non avevo i soldi per prendere il taxi, la tintoria non mi aveva portato il tait, c’era il funerale di mia madre, era crollata la casa, c’è stato un terremoto, una tremenda inondazione, le cavalette, non è stata colpa mia, lo giuro su Dio!”

    • Intanto in una situazione di variabilità energetica come questa, prodursela l’energia assume almeno TRE perché è NON uno cone die anni fa quando il gas girava fra i 20 ed i 30€/megawattora.
      Oggi, leggendo in giro pare che lo regalino e se non erro gira sui 40€ a megawattora.

      Detto ciò sarebbe ora di regolamentare un po il settore auto con la “spina” minimo 11 KWAC. La corrente alternata é diffusissima e trovare una trifase non é.cwrto un’impresa per cui enorme riaprono di i frastruttura.

      Con 22 KW AC fai il pieno in 3h a qualunque auto i 2h ne hai per andare in giro tranquillo e in 3/4 d’ora al supermercato fai un rabbocco da 100Km.

      Non ditemi che fate la spesa oltre 50 Km da casa.

    • Concordo, sinceramente in tutte le colonnine che ho frequentato finora, non ho mai visto plug in collegate, e sono anche in città…

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