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Gas nell’Adriatico? Per Descalzi (Eni) arriverà prima il ritorno del nucleare

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Secondo l’ad di Eni Claudio Descalzi, “arriveremo prima al ritorno del nucleare che a sviluppare nuovo gas in Adriatico”. Lo ha detto partecipando all’Omc Med Energy, evento organizzato a Ravenna dagli operatori del settore oil&gas. Mettendo di fatto, la parola fine al ritorno del gas made in Italy

E’ raro che un manager di primo piano si esprima in modo così diretto. Ma Claudio Descalzi, una vita all’Eni dove è entrato nel 1981 come ingegnere di giacimento, non è nuovo a interventi che escono dagli schemi abbottonati dell’economia. Così, di fronte all’ennesima domanda sulle possibilità di sfruttare i giacimenti di gas nel settore nord del mar Adriatico, ha fatto intendere – con una battuta – che ci si può mettere una pietra sopra.

L’ad di Eni chiude la porta a nuove trivelle in mare: “Spero che si possa fare, però dubito che abbia dei tempi rapidi”

Una pietra tombale, con tanto di epitaffio. Il manager di Eni più chiaro non poteva essere. “Arriva prima il nucleare“. Il che la dice lunga su quanto Descalzi ritiene sia possibile trivellare al largo delle coste della foce del Po, non molto distante da Venezia. “È un discorso molto italiano – ha spiegato – molto politico: sono anni e anni che si sta discutendo. Onestamente io spero che si possa fare, però dubito che abbia dei tempi rapidi”.

La precisazione che suona come un de profundis a quella parte del decreto Energia del governo Meloni che ha sbloccato i giacimenti profondi di metano in mare. Consentendo la trivellazione nel mare al largo della bocca del Po di Venezia, alla distanza di almeno 9 miglia nautiche dalla costa (16,6 chilometri). Ma a più di un anno di distanza dall’approvazione del decreto, nessuno si è fatto avanti. Tanto meno Eni.

I colossi si sono divisi: Enel punta agli Small modular reactor (fissione), mentre Eni punta “all’energia delle stelle” (fusione nucleare) con una start up del Mit

Si sono ripresentate, invece, le proteste di chi teme l’effetto subsidenza, l’abbassamento della costa a fronte di un attività di estrazione. Fenomeno che divide gli esperti, ma non i comitati sul delta del Po.

E in ogni caso, il sogno del ritorno alla produzione “autarchica di gas naturale” al momento rimane tale. All’inizio degli anni Duemila, il gas di “produzione nazionale” arrivava a coprire il 20% fabbisogno, ora siamo a meno del 3%. Anni di gas russo a buon mercato hanno di fatto azzerato la produzione.

Ma non è tutto. “Arriva prima il nucleare” è una risposta che ne contiene molte altre. Una critica, nemmeno troppo velata, sui tempi lunghi della messa a terra delle decisioni politiche. Ma anche al fatto che Descalzi non creda molto alla possibilità di vedere in tempi rapidi nemmeno la riapertura di una nuova stagione del nucleare in Italia.

Non con la tecnologia che intende il governo, che ha messo in campo le controllate Enel, Ansaldo Energia ed Enea per la realizzazione di mini reattori destinati a supportare i grandi energivori industriali. Si tratta della tecnologia degli Small nuclear reactor, impianti di dimensioni inferiori alle centrai esistenti che si possono realizzare con “moduli” che vengono assemblati direttamente dove occorre. Ma stiamo sempre parlando di “fissione” nucleare, come tutte le centrali esistenti al mondo.

Ma Eni non è della partita: ha preferito investire sulla “fusione” nucleare. Ovvero, la possibilità di ricreare la luce delle stelle per produrre energia senza rilasciare scorie radioattive. E lo ha fatto all’estero, acquisendo il 19% di una start up attiva presso il Mit di Boston. Nel caso di successo delle sperimentazioni in corso, potrebbe cambiare il panorama energetico mondiale, visto la quantità di energia che si potrebbe ricavare.

Ma in ogni caso stiamo parlando di tecnologie ancora lontane dalla loro applicazione industriale. Il primo prototipo operativo di small modular reactor non dovrebbe arrivare – a detta degli stessi operatori – prima del 2030-32. Per la fusione, fino a un paio di anni fa, si parlava di un prototipo non prima del 2050. Ma gli investimenti stanno aumentando con progressione geometrica. E vari centri di ricerca del mondo sono in concorrenza tra loro.. In ogni caso bisognerà aspettare ancora.

Ecco perché dicendo che si fa prima con il nucleare, Descalzi ha reso bene l’idea di cosa (non) ci si possa aspettare dal gas nell’Adriatico.

  • LEGGI anche: “Favole metropolitane del mese/ ll fact checking di Nicola Armaroli” e guarda il VIDEO qui sotto

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7 COMMENTI

  1. nel 2024 in Italia abbiamo importato circa 61 milioni di m3 di gas, anni fa erano molti di piu’, la tendenza anno su anno e’ a scendere

    sia per maggiore efficenza di utilizzo e piu’isolamento termico della abitazioni, sia perche’ le rinnovabili avanzano e in prospettiva anche i riscaldamenti a pompa di calore

    rinnovabili da noi rallentate dai recenti decreti governativi, avanzano a un ritmo 3 volte piu’ lento del possibile, ma avanzano

    per questo non solo le trivellazioni in adriatico avrebbero un dubbio bilancio, ma anche leggo essere investimenti sbagliati invece in questo caso senza dubbi i progetti di ampiamento dei metanodotti e dei rigassificatori

    in Italia abbiamo rigassificatori che nel 2024 hanno gestito circa 15 milioni di m3 di GNL, un quarto del consumo di gas del 2024, e i progetti assurdi e costosi prevedono di triplicare questa capacita’dei rigassificatori, con la quasi certezza che non verranno usati

    ——–
    MIX 100% RINNOVABILI ITALIA

    spiegazione semplice
    https://www.pv-magazine.it/2025/02/17/ricercatori-della-sapienza-costo-dellelettricita-a-52-e-mw-con-solo-rinnovabili-al-2050/

    studio completo, con bella discussione sulla componente di bionenegia nel mix italiano
    https://www.sciencedirect.com/science/article/pii/S0360544225003913

  2. La Cina sta continuando nelle trivellazioni e ha scoperto un giacimento di petrolio da 100 milioni di tonnellate, chissà che uso ne farà o se le terrà come ricordo dei tempi passati.

  3. Personalmente penso che Descalzi abbia detto una sacrosanta verità: riprendere trivellazioni in Adriatico sarebbe inutile, costoso e pure controproducente: alte le spese per riaprire i giacimenti da trivellare in sicurezza, coincidenza di un fenomeno “vecchio” (la subsidenza della zona costiera) in contemporanea al “nuovo” innalzamento dei livelli marini che sta avvenendo in tutto il pianeta causa surriscaldamento (si libereranno prima zone “polari” molto, molto più ricche da sfruttare… e di qui la corsa dei vari stati militari Russia, Cina, USA ).
    Il fatto poi che ENI investa direttamente in progetti di Fusione è comunque un bene, perché se poi arrivano a progettare e mettere in funzione un prototipo… meglio esserci pure noi tra i possibili “beneficiari” delle soluzioni tecnologiche sviluppate.
    E comunque ricordiamoci che in questo momento la politica USA spinge per farci comprare più idrocarburi americani per ribilanciare il disavanzo commerciale a favore dell’Europa (a parte i conteggi strampalati fatti da Trump, che non conteggiano tutti i servizi tecnologici americani che usiamo: A.I., Motori ricerca, Cloud, carte di credito) e che “pare” potrebbero essere inseriti a breve nella trattativa per ridurre/eliminare i dazi a ns sfavore (facendo tra l’altro acquisti “congiunti” per tutta la zona euro)…

  4. Tra amici si spartisce la torta in comune ci si intende bene anche a scapito di altre persone che girano attorno. Molto amici si sa chi sono ->Meloni & copany. Ieri sera al tg5 parlavano di come abbassare la bolletta e per la prima volta han detto che SERVONO le rinnovabili ! Ero incredulo che proprio al tg5 venisse detto ciò. Non inerente ma coerente alla linea del governo > https://www.msn.com/it-it/money/storie-principali/multa-da-26-miliardi-per-l-italia-l-ue-furibonda-per-le-emissioni/ar-AA1Cv5v4?ocid=msedgdhp&pc=U531&cvid=1d4e665472484749f7f7c5581f5b8b2a&ei=19

    • Fiorella Mannoia docet ! :

      “… Come si cambia per non morire, come si cambia… come si cambia per ricominciare…”

      prima o poi partirà il nuovo balletto dei politicanti che ci ricorderanno che “loro lo avevano sempre sostenuto”…

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