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DeepSpeed: il motore jet senza elica che rivoluzionerà la nautica

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Il motore propulsore

Un luminare, 2 docenti universitari, 2 ricercatori, 11 ingegneri, 4 designer ed 1 pilota F1 H2O.  Hanno vinto tre bandi europei. Un “bottino” da 1,2 milioni di euro per costruire DeepSpeed: un jet propulsore che vuole fare concorrenza al motore elettrico con l’elica. 

DeepSpeed è  il nome del motore della  startup milanese (stanno studiando il nome) formata da professionisti con ricco curriculum che al progetto di motore hydro-jet fuoribordo elettrico ci lavorano da oltre 10 anni. “Tesla ancora non c’era nel 2007 quando siamo partiti con la prima idea. Un’intuizione – sottolinea William Gobbo, fondatore della startupper ottenere un sistema di propulsione più efficiente ed efficace. In altri termini ridurre i consumi e gli sprechi per aumentare autonomia e velocità”.

DeepSpeed ha vinto tre bandi europei

A sx DeepSpeed William Gobbo e a dx Ernesto Benini
A sinistra il fondatore William Gobbo e a destra il docente Ernesto Benini

Il percorso di ricerca è stato lungo, ma nel team sono sicuri di essere vicini alla meta: «Ci hanno dato fiducia i tre bandi vinti per 1,2 milioni. Siamo partiti dalle verifiche scientifiche, gli studi di fattibilità e di sostenibilità finanziaria. Anno dopo anno sono stati testati diversi prototipi. L’anno scorso abbiamo iniziato i test in vasca prova – ci racconta William -. Ora stiamo mettendo in acqua una barca muletto che funziona da laboratorio”.  Siamo insomma oltre la fase di prototipazione, si può parlare di fase ingegnerizzazione.  La  commercializzazione? “Il nostro piano di sviluppo prevede ancora dai 12 ai 24 mesi”.

Dall’elica al jet DeepSpeed

Il team della startup milanese
Il team della DeepSpeed

Una svolta fondamentale nel progetto arriva con il professor Ernesto Benini  esperto nel campo della fluidodinamica dell’Università di Padova; sono coinvolte anche il Politecnico di Milano e l’Università di Modena e Reggio Emilia. Un contributo importante  che ha permesso di ottimizzare l’efficienza del jet. I ricercatori di DeepSpeed puntano al superamento del sistema ad elica: “Secondo le simulazioni e le prove i nostri jet – motore e propulsore insieme – sono più efficienti già a basse velocità. Lo scarto poi cresce perché le eliche riducono le loro prestazioni all’aumentare della velocità. Sopra i 30-35 nodi,l’efficienza rispetto ai sistemi ad elica diventa «imbarazzante»”. Questa la spiegazione del manager che fa una comparazione: “Il nostro è un propulsore a reazione, funziona secondo lo stesso principio dei motori degli aerei dove le eliche si sono abbandonate da tempo ”.

Un piano di sviluppo da 4,5 milioni di euro

Al lavoro sul motore

Per far decollare il progetto servono risorse, il piano di sviluppo prevede investimenti per oltre 4.5 milioni per ottimizzare il prodotto. “C’è il sostegno di imprenditori che credono in questa impresa, ma stiamo valutando tutte le strategie necessarie a rafforzare il piano finanziario”. In altri termini si è alla ricerca di fondi per accelerare la fase di ingegnerizzazione.

Un motore per una barca dai 12 ai 24 metri

Possono contare su un “Certificato di Eccellenza” rilasciato dal  programma di finanziamento europeo “Horizon 2020”. Una sorta di biglietto da visita per gli investitori. Va bene il motore, ma le batterie e la barca? “Stiamo sviluppando degli accordi con alcuni partner  e puntiamo anche sull’auto produzione a bordo. Per il prodotto finito pensiamo ad una barca dai 12 ai 24 metri per la nautica da diporto”. Ma se tutto va bene si vuole arrivare anche alla grande nautica: unità da 24 a 50 metri ed oltre. Buon vento.

LEGGI ANCHE: A Venezia gran successo per il fuoribordo di Mitek

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15 COMMENTI

    • Buongiorno Paolo,
      premettendo che tutti i sistemi propulsivi hanno problemi con i materiali in sospensione e neanche noi ne siamo completamente immuni, diciamo che noi rispetto ad esempio ai sistemi ad elica abbiamo il vantaggio di non avere un mozzo attorno al quale tali materiali possono “far presa” e arrotolarsi.
      Esistono vari filmati sul web dove fanno proprio vedere il vantaggio dei sistemi senza mozzo proprio in rapporto ad eventuali corpi estranei.
      Cordialmente
      William

  1. Buongiorno, vi faccio i miei più sinceri complimenti. Si vede ancora una volta che in Italia nascono dei geni. Si può partecipare in futuro ad un test? Grazie molte.

  2. UOU!! Sono curioso! Sistema a induzione non credo proprio, visto che nonostante sia silenzioso, non è veloce, turbina nemmeno, se non usa eliche… ?? Promette bene!! In bocca al lupo!!

    • Gentile Ducaconte, al momento il nome è riservato per motivi legati a delle sponsorizzazioni. Lo comunicheranno prossimamente.

  3. Ciao william mi piacerebbe capire un po’ di più su come avviene la spinta . Magari ci si vede giù .

    • Bongiorno Bruno,
      ti faccio assistere ai test, così vedi dal vero di che si parla.
      È emozionante ed entusismante anche per i ‘non tecnici’.
      Un abbraccio

  4. Gentile Stefano, grazie dei complimenti.

    Progettare un motore a reazione non è facile e richiede un know-how ultra specialistico. Può quindi capitare di partire sottovalutando il problema, e quindi non approdare da nessuna parte.

    A costo di sembrarle presuntuosi, posso solo dirle che… noi sappiamo esattamente cosa stiamo facendo 🙂

    Cordialmente
    William

  5. Bravissimi… io mi ricordo che a Venezia negli anni 60 c’era Prototipi di motori fuoribordo con sistema a idrogetto… mi sono sempre domandato come mai il progetto non si sia mai realizzato… speriamo sia la volta buona!!

  6. Sarei curioso di vedere un disegno schematico anche se so che sarà impossibile visto che è ancora in fase di progettazione .
    Grazie

    • Buongiorno,
      sono William Gobbo ed ho il privilegio di partecipare a questo progetto.
      Grazie dell’interesse, mio piacere risponderle.

      Il nostro propulsore è in fase di “water test” come descritto nell’articolo e non le nascondo che assistere ai test è emozionante.

      La progettazione è stata una sfida ingegneristica veramente ardua ed i problemi da risolvere sembravano non finire mai, ma alla fine ha vinto la perseveranza del team che ci ha lavorato sopra per tanto tempo e con tanta passione. Probabilmente la passione ha contato tanto quanto il know-how nel non “mollare mai”.

      Ciò nonostante, come può immaginare, custodiamo gelosamente il frutto dei nostri sforzi quindi difficilmente riusciremo a soddisfare la sua curiosità, almeno nel breve.

      Può comunque trovare qualche info in più sul nostro sito (www.deepspeed.it) e magari provare ad intuire la tecnologia di base.

      Cordialmente
      William

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