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Decreto Rinnovabili: il governo limita le aree per nuove installazioni

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fotovoltaico
Impianto fotovoltaico

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Via libera al Decreto Rinnovabili per le “aree idonee”: stabilisce dove e come sarà possibile realizzare gli impianti. Le aree saranno individuate entro 180 giorni dalle Regioni. Sul piede di guerra gli operatori di eolico e solare: “Sarà il caos”.

Gli operatori lo aspettavano invano da anni. Alla fine, quando finalmente è arrivato, sono i più delusi: “Aumenterà la confusione, i progetti subiranno ancora più ritardi, rischiamo l’indipendenza energetica dell’Italia“. Giudizi durissimi da parte delle associazioni che raccolgono la filiera del fotovoltaico e dell’eolico. Ma è proprio così?

Partivamo dalla notizia. Con il via libera da parte della Conferenza Stato-Regioni, è stato approvato il decreto “Aree idonee”: in pratica, stabilisce i criteri per la realizzazione di impianti rinnovabili, con quali limiti e soprattutto dove non sarà possibile costruirli.

Nelle intenzioni del ministro dell’Ambiente Gilberto Pichetto, il decreto dovrebbe portare chiarezza al settore e velocizzare le opere. Il decreto Rinnovabili verrà ora pubblicato e dopo saranno le Regioni, a cui viene assegnato il compito, a individuare le aree idonee entro 180 giorni.

Dove si possono costruire gli impianti eolici e fotovoltaici e dove è vietato

Ma quali sono i “paletti” che hanno portato alla rivolta degli operatori? Secondo il decreto, sono considerate non idonee “le superfici e le aree nel perimetro dei beni sottoposti a tutela“. Con quali criteri escluderle? Per “esigenze di tutela del patrimonio culturale e del paesaggio, delle aree agricole e forestali, della qualità dell’aria e dei corpi idrici“.

E allora dovrà sarà possibile trovare spazio per nuovi impianti secondo il Decreto Rinnovabili? Là dove si potrà privilegiare “l’utilizzo di superfici di strutture edificate, quali capannoni industriali e parcheggi, nonché aree a destinazione industriale, artigianale, per servizi e logistica, e verificando l’idoneità di aree non utilizzabili per altri scopi, ivi incluse le superfici agricole non utilizzabili“.

Il decreto consente alle Regioni di stabilire un fascia di rispetto intorno ai beni tutelati, dove non si possano installare impianti, fino a un massimo di 7 chilometri di ampiezza. Sono esclusi da tutti i nuovi vincoli le rinnovabili già esistenti e i loro rifacimenti.

decreto rinnovabili
Il ministro delle imprese Urso (a destra) con il collega dell’Ambiente Pichetto.

Due vincitori nel Decreto Rinnovabili:  agricoltori e Regioni

Di fatto, il decreto così come è stato presentato dal ministro Pichetto, recepisce in toto i divieti che sono stati inseriti nel Decreto Agricoltura approvato due settimane fa dal Consiglio dei ministri, con il quale si impedisce di installare impianti rinnovabili su terreni agricolii, anche quando non sono coltivati da tempo.

Le associazioni degli agricoltori, a partire da Coldiretti, sono tra i vincitori di questa partita. Hanno chiesto (e ottenuto) precisi vincoli per impedire che nella categoria ci sia chi vede più vantaggioso affittare i propri terreni per l’installazione di pannelli, piuttosto che svolgere attività agricole.

Ne sono uscite alla grande anche le Regioni. Avevano chiesto di avere l’ultima parola. L’avranno: saranno loro a individuare le aree. Lo ha spiegato molto bene Alessandra Todde, neo-governatrice della Sardegna che ha guidato la delegazione delle Regioni: “Non ci saranno più autorizzazioni che passeranno sopra la nostra testa“.

Alessandra Todde

Ne sono uscite alla grande anche le Regioni. Avevano chiesto di avere l’ultima parola. L’avranno: saranno loro a individuare le aree. Lo ha spiegato molto bene Alessandra Todde, neo-governatrice della Sardegna che ha guidato la delegazione delle Regioni: “Non ci saranno più autorizzazioni che passeranno sopra la nostra testa“.

La rivolta degli operatori: “Si perdono investimenti e posti di lavoro”

Giudizi negativi da parte delle associazioni delle rinnovabili. Per Anev, che raccoglie una parte della filiera dell’eolico il provvedimento “è largamente inadeguato a raggiungere gli obiettivi degli 80 gigawatt” e “risulta essere un ostacolo” per “definire canali preferenziali e spediti per i processi autorizzativi richiesti dall’Europa“.

Bocciatura anche dall’Alleanza per il Fotovoltaico: “Si configura un regime di limitazioni e confusioni generalizzate, causando nell’immediato perdita di investimenti e posti lavoro.
A medio – lungo termine l’Italia verrà meno agli obiettivi Pniec, mettendo a grave rischio la sicurezza energetica del Paese“.

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11 COMMENTI

  1. Vogliono tenere i campi non coltivati da tempo liberi per i biocombustibili.

    Come sempre il mondo al contrario.

    E gli italiani non approfondiscono e non ragionano.

  2. Sta gente ha digerito la qualunque, discariche, fabbriche tipo ilva, gasdotti, oleodotti, pozzi di estrazione, centrali termoelettriche e qualunque altra cosa vi viene in mente di impattante. Della laguna veneta nessuna notizia? i pescatori sono contenti di avere l’estrazione del gas che la sta uccidendo?
    Avere energia a basso costo sembra non interessare a nessuno.
    A sto punto, obbligherei le regioni a destinare un area per la costruzione di una centrale nucleare. Una per regione e tutti contenti…

    • peccato che le centrali hanno un costo fuori mercato, il costo energia lo farebbero impennare, ed è la truffa che questo governicchio vorrebbero tentare, per prendere mazzette

      sono cosi care che per ripagarle dovremmo raddoppiare per decenni il costo energia PUN attuale, che è già molto alto

      oppure se i costi fissi non li metti in bolletta, ma se li accolla lo Stato (cioè sempre noi tramite altre tasse), manderebbe in default il debito pubblico, perchè una per regione servirebbero circa 800 miliardi

      ======
      per chi non li ha già visti, studiarsi questi grafici con i costi energia veri LCOE, cioè calcolati tutto compreso, cioè (bollette + eventuali sussidi statali):

      GRAFICO COSTI ENERGIE dal 2009 al 2019 – LAZARD (banca di investimenti)
      https://singularityhub.com/wp-content/uploads/2020/12/our-world-in-data-price-solar-electricity-10-years.png

      GRAFICO COSTI ENERGIE dal 2009 al 2022 – BLOOMBERG-NEF
      https://www.vaielettrico.it/wp-content/uploads/2023/07/LCOEfig1-768×520-1.png.webp

      • buongiorno R.S, sono d’accordo con te sul nucleare. La mia era solo una provocazione.
        Lo dovrebbe capire anche un bambino che il nucleare è privo di logica per i rischi, per l’impatto ambientale, per i costi assurdi.
        Basti pensare al solo fine vita di un impianto eolico/fotovoltaico vs nucleare. Smantellare i primi è molto più semplice, con l’ambiente circostante praticamente immutato.

        • Non solo … Si realizzano subito…(tempi autorizzazione e allaccio permettendo)…in qualunque zona sono presenti superfici idonee (tetto capannoni in aree industriali, parcheggi pubblici e supermercati) ed a fine vita non solo costa poco smaltirli..ma addirittura sono Matera prima “seconda” con cui farne di nuovi o altri prodotti…e soprattutto…sulle medesime strutture di supporto si possono mettere quelli nuovi molto più potenti!
          (io sto valutando un refitting dell’ impianto a casa genitori…oltre a valutare se posso aumentare anche il mio . molto più recente)

          • -scusate!- ovviamente “materia”…
            PS saluti ai simpatici ed accoglienti cittadini di Matera 😁👋👋

  3. 7 km di distanza da ogni punto di interesse suona malissimo, si andrebbe a vietare quasi tutto il territorio; penso sia riferito all’eolico.. aspetto di leggere meglio..
    all’estero mi pare per l’eolico usano una distanza minima tra 800m e 2 km, poi aumentabile a discrezione se ci sono centri abitati (per il suono delle pale)

    per il fotovoltaico, sono state vietate ai pannelli fotovoltaici bassi (agrivoltaico tipo2):

    – il grosso delle aree agricole, compresi i 2 milioni di ettari a pascolo e prati perenni
    – il grosso delle aree di confine di 500 metri intorno alle aree industriali (con un cavillo su come misurare i 500 metri, facendoli partire dagli impianti industriali e non dal confine delle loro aree)
    – le pertinenze sui 300 metri a lato delle autostrade (sono spesso terreni agricoli)

    – rimangono aree inutilizzate, cave o aree iinquinate, e ex aree ferrioviarie, non è molto
    – superfici più costose da affittare (aree industriali e aree urbane) e/o da installare (sui tetti).. e i parcheggi

    sembra effettivamente una mazzata al settore e a noi stessi, perché:

    > le regioni potrebbereo essere lente a definire i dettagli delle loro aree idonee
    > in generale con le installazioni sui tetti o su aree più costose le quantità installabili ogni anno sono limitate, soggette a iter più ostici e lunghi, e forniscono energia a un prezzo solo leggermente inferiore al PUN attuale, non avremo un calo rapido del costo energia come sta succedendo in altri Stati

    finora li sopportavo, mi dicevo “se davvero piacciono a chi li ha votati”.. ma il conto dei danni economici e normativi cresce, spero che il governo cada perchè c’è da revisionare questi provvedimenti al prima possibile

    e anche il decreto FER2 per i primi 3,8 GW di eolico floating mi sembra mandato in vacca, gira un bozza in cui come tariffa lo sovrapagano, forse perché alle prime queste prime aste saranno progetti di proprietà ENI, ma l’effetto sarà negativo sull’opinione pubblica, mi sembra simile alla faccenda incentivi auto

    sarebbe importante che almeno i decreti successivi li facesse qualcuno che è pro-rinnovabili e serio, non chi mira a tenere i prezzi alti per tenere competitive le energie non rinnovabili

  4. Da oggi si vota… in alcune “fortunate” regioni e comuni si può far sentire la propria “voce” …

    Poi non vi lamentate se altri decidono al posto vostro…

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