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Un decreto per elettrificare Vespa e moto? Via a petizione on-line

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I firmatari della petizione

Un decreto economico, veloce, semplice che faccia andare in elettrico la Vespa e tutte le vecchie due ruote termiche. Lo chiedono con una petizione on line Alex e Leonardo di Motoveloci, i progettisti del retrokit per il vespino.

C’è tanta attenzione  tra i motociclisti per la trasformazione delle moto termiche. Lo conferma l’ampio successo degli articoli che abbiamo dedicato al fenomeno. Un altro dato arriva dai giovani imprenditori di Motoveloci: hanno ricevuto centinaia di richieste per il loro Retrokit (guarda). Infine ci sono artigiani che hanno convertito in elettrico sia la Vespa, ma anche moto enduro degli anni ’90 (guarda). Si può omologare come esemplare unico ma i tempi sono troppo lunghi ed i costi esagerati: fino a 10 mila euro.

Un decreto retrofit per le due ruote

Il vespino che monta il retokit per la Vespa di Motoveloci di Rimini

Abbiamo un decreto retrofit, approvato nel 2015, ma è fondamentalmente costruito e destinato alle quattro ruote, meno i quadricicli leggeri. Serve, quindi, una nuova norma come chiedono i tecnici ed imprenditori di Rimini che vogliono far decollare la loro impresa, creare un mercato di kit retrofit  ed eliminare le emissioni.

Il testo della petizione 

Con questa petizione chiediamo una normativa che dia la possibilità a chiunque di poter convertire in elettrico e omologare la vecchia “vespetta” o scooter con un kit di facile installazione.  Dando così la possibilità di circolare in maniera ecologica e sostenibile per l’ ambiente”.

Già da anni si parla di inquinamento atmosferico derivato dai gas di scarico dei mezzi che circolano nei nostri centri urbani. Per molti di questi vige il divieto di circolazione e quindi l’impossibilità di utilizzarli, dando l’ obbligo di acquistare un nuovo mezzo che rispetta le sempre più stringenti normative anti inquinamento.

Il retrofit dell’artigiano Max Ratano anche lui chiede un decreto per le due ruote

Il decreto Retrofit del 2015 risolve parzialmente il problema, dando la possibilità di convertire in elettrico la propria auto, lasciando però fuori i motoveicoli e quadricicli leggeri!

Petizione indirizzata al ministro dell’ambiente e dei trasporti

Questo il titolo della petizione: “Convertire il vecchio ciclomotore in elettrico darà nuova vita a mezzi non utilizzabili“. Se volete circolare, soprattutto nei centri storici (guarda), bisogna convertire  Vespa o motociclo.  Il testo è indirizzato al ministro dell’Ambiente Sergio Costa e al ministro dei Trasporti Paola De Micheli. Se volete firmare, in poche ore hanno raggiunto 150 adesioni,  qui il link.

LEGGI ANCHE:  Il padre del “Decreto retrofit”: ecco a chi conviene e a chi no

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6 COMMENTI

  1. Continuo a non capire l’elettrificazione. A livello locale ok. A livello mondiale, ambientalmente parlando, cosa cambia? La corrente elettrica viene prodotta da centrali a carbone e derivati del petrolio. Solo in minima parte da rinnovabili. Quindi di cosa stiamo parlando?
    Poi certo, nei centri urbani l’aria è più respirabile ma quanta CO2 è stata prodotta altrove per darci la corrente?

    • Grazie Paolo per l’intervento,
      non è banale liberare le città dalle emissioni nocive, dal veleno. In tutto il mondo cresce esponenzialmente l’urbanizzazione con megalopoli da 20 30 milioni di abitanti. In Cina ci sono tante città da 10 milioni di abitanti. Anche nella nostra Italia demograficamente in recessione, ogni anno si supera il record negativo di natalità, assistiamo, nonostante la crisi del mattone e delle costruzioni, ad una crescita di Milano e secondo alcuni demografi alcuni paesi lombardi si stanno spopolando a favore del capoluogo regionale. Anche negli Appennini assistiamo a questo fenomeno. Insomma la gran parte delle persone abita nelle città, se si liberano dal veleno si salvano decine di migliaia di persone. A livello globale crescono le rinnovabili e con le auto/moto/scooter/bici/barche elettriche l’energia si può produrre anche in casa o direttamente sul mezzo. Sui veicoli a “petrolio” no.

    • “Quindi di cosa stiamo parlando?”

      Corso rapido e gratuito 1 2 3

      C’è una sola energia.

      L’energia in natura è presente in varie “forme”, analogamente alle forme, o “stati”, per capirsi, dell’H2O che è presente come vapore, acqua liquida e ghiaccio.

      Se l’energia fosse l’acqua e noi volessimo berla, quale forma ci sarebbe più “comoda”? Certo, uno può bere il vapore, ma prima deve condensarlo (spendendo energia e tempo). Oppure può bere il ghiaccio, ma prima deve fonderlo (spendendo energia e tempo).

      L’energia e il tempo spesi per la trasformazione da una forma all’altra è quello che ci fa preferire, se andiamo al bar, di chiedere un bicchiere d’acqua (liquida), piuttosto che una (tanica) di vapore, o una (ciotola di cubetti) di ghiaccio.

      L’energia e il tempo spesi sono la misura dell’efficienza del processo di procurarsi l’acqua. Se scelgo di chiedere un bicchiere di acqua liquida, la trasformazione è il passaggio del liquido dalla bottiglia al bichiere effettuato dalla barista.

      Tornando all’energia, un secolo abbondante dopo la scoperta di Einstein (1905), siamo capaci di “trasformare” il vapore in acqua, voglio dire, i fotoni in elettroni in modo rapido, semplice ed economico: basta mettere una cella fotovoltaica al sole e i fotoni che ci cadono addosso tutto il giorno “diventano elettroni”, che possiamo usare a nostro piacimento per “trasformarli”, a loro volta, in altre forme di energia (calore, movimento etc.).

      Ora già il fatto che i fotoni ci cadano addosso gratis 24h/24, meglio della manna, dovrebbe fare sospettare o almeno subodorare che quella strada potrebbe essere più conveniente che fare una prospezione geologica, una trivellazione, scavare e armare un pozzo, estrarre il greggio, trasportarlo con una petroliera sugli oceani o gli oleodotti, raffinarlo, trasportarlo alla pompa e poi metterlo nel serbatoio della mia Vespa.

      Voglio dire, uno compera la verdura e la frutta a km-zero per saltare il passaggio della grande distribuzione e non vede che ottenere l’energia saltando 44 passaggi gli conviene? De gustibus.

      Mettiamo però che la convenienza e i diversi effetti collaterali non siano comunque così evidenti.

      Consideriamo l”ultima trasformazione, quella dalla forma di energia che l’individuo sceglie fino all’effetto finale che gli sta a cuore: muovere la vespa, l’automobile, un macchinario, scaldare la minestra e la camera dei bimbi, illuminare qualcosa.

      Be’ questa ultima trasformazione è ancora più critica e vitale (letteralmente), perché egoisticamente è quella che avviene più vicina a noi. Ora, usare un elettrone ha pochi e limitati effetti collaterali (LED, motori elettrici, resistenze elettriche etc.). Certo uno può prendere la scossa. Bruciare qualcosa (benzina, gasolio, metano, legno…) ha invece lo spiacevole effetto collaterale di spedire (in anticipo) circa 130 persone al giorno al Creatore (fonte EEA 2018 statistiche Italia), oltre a togliere stelle accanto al nome del pianeta Terra sulla Guida per autostoppisti galattici.

      Quindi se uno è avanti con gli anni e non lo fa per salvare il pianeta che sarà di Greta e dei suoi nipoti, se non lo fa per salvare sé, la sua famiglia e i suoi vicini, dovrebbe almeno farlo per non pagare 100 quell’energia che gli cade addosso e gli costa 1.

      P.S: Oggi siamo il 14 settembre 2019, giorno 257 dell’anno. Quindi stasera tristemente conteremo 33410 persone (130*257) che se ne saranno andate prematuramente e non potranno rispondere alla sua pur legittima domanda.

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