Decreto Ambiente: il governo “dimentica” l’eolico off shore e favorisce il gas

Il decreto Ambiente, appena presentato dalla premier Giorgia Meloni e dal ministro Gilberto Pichetto, non prevede eolico off shore e fotovoltaico galleggiante nella lista delle tecnologie che avranno una corsia preferenziale nelle Valutazioni di impatto ambientale.  Ma consente la ricerca ed estrazione di gas più vicino alla costa.

Dopo il decreto Aree idonee, il decreto Agricoltura e il Testo unico delle rinnovabili un altro provvedimento del governo è al centro delle polemiche degli operatori e i sostenitori della transizione ecologica ed energetica. Stiamo parlando del decreto Ambiente, appena approvato dal governo e ora al vaglio del Parlamento.

Partiamo dall’inizio: il Consiglio dei ministri ha dato via libera al decreto che – tra l’altro – prevede «disposizioni urgenti per la tutela ambientale, la razionalizzazione dei procedimenti di valutazione e autorizzazione ambientale». Al suo interno, novità per le rinnovabili, in particolare l’eolico off shore e i fossili, in particolare per il gas.

Il futuro di eolico off shore e gas naturale

Grandi obiettivi, per un provvedimento particolarmente atteso. Ma con un risultato che è stato giudicato dagli addetti ai lavori “deludente” e al di sotto del minimo sindacale. Come riportato dal sito Greenreport.it “di tutta la narrazione restano soltanto i titoli e una serie di frasi ripetute senza che siano realmente introdotte misure capaci di segnare una vera svolta.

Nel dettaglio, ad avere deluso sono i passaggi che riguardano la Via (valutazione di impatto ambientale). Di fronte al numero elevato di richieste il decreto interviene per  attribuire “una corsia veloce a progetti di interesse strategico nazionale, privilegiando l’affidabilità, la sostenibilità tecnico-economica” nonché “la valorizzazione dell’esistente“.

Il governo sostiene il gas ma non l’eolico off shore che potrebbe soddisfare il 17% del fabbisogno elettrico nazionale

Non solo, il decreto Ambiente indica espressamente i progetti strategici cui dare priorità: fotovoltaici on-shore e agrivoltaici on-shore di potenza nominale pari almeno a 50 MW e i progetti di eolico on-shore di potenza nominale pari almeno a 70 MW . In pratica, sono esclusi fotovoltaico e, soprattutto, eolico galleggiante.

L’utilizzo degli impianti al largo delle coste, potrebbe risolvere in buona parte l’uso del territorio, problema sollevato da Soprintendenze e Regioni. Ma il governo, evidentemente non ritiene prioritaria questa tecnologia, mentre nell‘Europa del Nord si stanno moltiplicando le aste per nuova capacità di eolico off shore.

Niente eolico off shore, ma le trivelle del gas  potranno avvicinarsi a 9 miglia dalle coste

Mentre frena sull’eolico, con lo stesso decreto, il Governo ha introdotto una novità importante per i combustibili fossili: ha ridotto da 12 a 9 miglia il limite per consentire l’attività di nuovi giacimenti di gas naturale, anche di fronte alle coste dove si trovano aree naturale protette. Sempre con l’idea di favorire la produzione nazionale.

Il presidente dell’Associazione delle energie rinnovabili off-shore (Aero), Fulvio Mamone Capria ha già attaccato il governo: “Questa lacuna normativa non soltanto rischia di compromettere il ruolo che il nostro settore può rappresentare per il Paese, ma soprattutto di rallentare la nascita di quella grande industria e filiera nazionale legata allo sviluppo di decine di progetti di rinnovabili dal mare».

Le omissioni in linea con la politica del governo che ha deciso di frenare la corsa delle rinnovabili – o comunque di non crederci molto – per allungare la posizione strategica del gas naturale. Una scelta a cui sono molto interessate società a controllo pubblico che vanno da Eni a Snam a Italgas (e nel silenzio di Enel).

Non a caso, l’ex monopolista elettrico guida una fronda che potrebbe costare la poltrona al presidente di Elettricità Futura, Agostino Re Rebaudengo: secondo i grandi gruppi del settore elettrico (oltre a Enel anche Edison e le utility a controllo pubblico Iren ed A2a) avrebbe preso posizioni molto critiche contro il Governo, senza consultare gli associati.

Visualizza commenti (5)
  1. Luca Dell'Oca

    “di tutta la narrazione restano soltanto i titoli e una serie di frasi ripetute senza che siano realmente introdotte misure capaci di segnare una vera svolta“.

    Potevamo aspettarci qualcosa di diverso da un governo di incapaci e pilotati dalle società di idrocarburi?

  2. Comunque le pale eoliche sono brutte da vedere dalla spiaggia, invece una bella piattaforma per idrocarburi… da proprio quel senso di futuro.

  3. Nonostante quello che ha scritto perfino il prof Draghi, mica un ambientalista militante, niente manco così passa il messaggio che le FER sono più economiche degli idrocarburi.

    A da passà a nuttata.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

 

Articolo Precedente

Renault pensa in piccolo (elettrico, finalmente)

Articolo Successivo

Un limoneto sotto l'agrivoltaico e si mitiga la siccità

Iscriviti alla nostra Newsletter

Abbonati alla nostra newsletter e resta aggiornato.
Seleziona i tuoi interessi:
No spam e zero emissioni garantiti!

Iscriviti alla nostra Newsletter

Abbonati alla nostra newsletter e resta aggiornato.
Seleziona i tuoi interessi:
No spam e zero emissioni garantiti!