Nel decreto Ambiente c’è un comma che potrebbe portare “al blocco di tutti i nuovi progetti per le energie rinnovabili”. L’allarme è stato lanciato da Anev, una delle principali associazioni che raccoglie gli operatori del settore eolico.
In gergo, è quello che si definisce una “pillola avvelenata”. Un passaggio all’interno di un decreto legge che a prima vista potrebbe sembrare quasi ovvio, ma che in realtà nasconde una insidia pericolosissima. Perché avrebbe come conseguenza il blocco totale di quasi tutti i progetti per l’installazione di impianti eolici o fotovoltaici. E di conseguenza renderebbe “vano ogni sforzo per raggiungere gli obiettivi che lo stesso Governo Italiano ha assunto in sede comunitaria” .
Lo denuncia Anev, Associazione nazionale energia dal vento. Ma di cosa si tratta? In base al nuovo decreto Ambiente – già ampiamente criticato – chi presenta domanda per nuovi progetti dovrà “allegare all’istanza di Via (quindi nella fase iniziale della procedura autorizzativa), evidenza della disponibilità dei terreni“. In pratica, dovrà presentare un atto di proprietà o di affitto dei terreni.
Per Anev “anticipare tale disponibilità a questa fase è un controsenso“, perché durante la procedura di Valutazione di Impatto Ambientale non siamo ancora al progetto definitivo. Non è raro, infatti, che vengano richiesti “spostamenti delle turbine eoliche e dei cavidotti sulla base delle specifiche richieste dei soggetti preposti a ridurre gli impatti degli impianti“.
Le norme del decreto Ambiente porterebbero a un aumento dei costi che si ribalterebbe sui prezzi finali dell’elettricità
Risultato? Il blocco più che probabile di tutti i nuovi progetti. Perché un imprenditore dovrebbe impegnarsi ad acquisire la titolarità di terreno che alla fine della pratica “Via” potrebbero non essere più necessari ai fini del progetto?
Spiegano gli esperti di Anev: “Tale previsione metterebbe gli imprenditori nella situazione di dover acquisire i terreni prima di iniziare il procedimento, con aumento dei costi una prima volta, poi di doverli riacquisire dopo l’individuazione definitiva delle posizioni con un ulteriore enorme esborso“.
Ma non è tutto. Gli operatori, di fronte all’aumento dei costi, sarebbero costretti a cambiare i parametri economici del progetto. Con due alternative possibili: aumentare a loro volta il costo dell’energia prodotto oppure abbandonare i progetti. Mettendo in forse gli obiettivi di decarbonizzazione a cui l’Italia deve rispondere di fronte alla Ue.
Errore di informazione, non credo proprio che chi produce energia elettrica possa anche deciderne il costo. Il mercato è regolato da una specie di asta
Buongiorno, per come la ho capita io:
chi ha un impianto di rinnovabili utility può scegliere se vendere energia nel mercato delle periodiche aste pubbliche, oppure direttamente sul mercato ad esempio ad industrie tramite contratti PPA
=== ASTE PUBBLICHE
in italia le aste pubbliche (sono aste al ribasso sulla tariffa del kwh, cioè la fornitura viene asseganata ai fornitori che scendono più di prezzo) chiudono i contratti ventennali per fornitura da eolico e solare a circa 7,5 centesimi per kwh
l’asta inizia ai valori di riferimento indicati nel decreto FER X, ovvero 8,5 cents per il solare e 8 cents per l’eolico, e poi si scende sino al valore di assegnazione, più basso; questo per gli impianti grandi utility; mentre impianti piccoli sotto una certa taglia, più per autoproduzione aziendale, ricevono direttamente la tariffa di riferimento, senza fare l’asta al ribasso
7,5 cents al kwh è già meno caro del metano, però come accennava Elettricità Futura, se le pratiche autorizzative e la normativa fossero più rapide e meno punitive e incerte, i costi e i rischi sostenuti dagli investitori sarebbero più bassi, e i prezzi finali alle aste competitive scenderebbero almeno di -30%
come riferimento, in Spagna le aste di eolico e solare chiudono a prezzi tra 2 e 4,5 cents a kwh
=== PPA
in italia i contratti PPA (se ricordo?) sono tra 6 e 7 cents a kwh, comunque la media europea dei PPA è più bassa, a circa 5 centesimi a kwh, il motivo è lo stesso di cui sopra
=== QUANTITA’
non solo le difficoltà alzano artificialmente i prezzi delle rinnovabili in Italia, ma ne limitano molto anche il quantitivo; il risultato è che quando nella Borsa Energia le varie forniture di energia vendono miscelate (rinnovabili + metano), il prezzo orario del PUN in Italia è ancora maggiormente determinato dal prezzo del metano (in maniera più che lineare, per il meccanismo di contrattazione della Borsa Energia del prezzo marginale)
ora le rinnovabili in Italia sono 44% dei consumi (i cosnumi includono anech una quota di enertgia importata) e circa 50% della produzione nazionale; quando le rinnovabili arriveranno anche già a circa 60% (non con questo governo, che fa di tutto per restare ancora tanti anni a metano e petrolio, o proporre per il lontano futuro altre fregature ancora più costose come il nuculare), avverrà che il prezzo Pun risentirà molto più del prezzo delle rinnovabili che del metano, e pagheremo meno l’elettricità
In effetti nel medioevo il Signore di turno si prendeva i terreni altrui calpestando ogni regola . Oggi rimpiangendo Attila si sta spingendo con successo, nella stessa direzione…Ma vuoi mettere una bella torre eolica sopra quelle 4 pietre antiche dei nuraghi, obsolete basiliche, monumenti etruscoromani, paesaggi idenitari, coste, crinali,boschi oppure sostituire le miserabili coltivazioni di grano con il nero lucido e redditizio silicio?
Kendick (.. Jack, Musetta, Fe, Alfio, etc, etc) stai giusto un pochino lavorando di fantasia..
Mi sembra che sia una paura infondata questa deli Anev. Possono tranquillamente fare un compromesso di vendita per quei terreni oggetto di intervento prima di presentare un progetto.D’altronde non mi sembra corretto che prima presentano il progetto sul mio terreno poi se non trovano l’accordo economico lo espropriano
I privati non possono espropriare un bel niente. E anche lo Stato può farlo solo a precise condizioni. Basta fandonie per favore.
Magari fosse vero che si bloccasse sto scempio devastatorio …e fanno pure i vittimisti perche’ non possono depredare tutto come fece Attila, loro mentore
Gli ho scritto,ovviamente
forse ti sei confuso, hai risposto come “Stefania” ma hai già ricambiato firma?
https://gruppodinterventogiuridicoweb.com/2024/10/03/no-alla-speculazione-energetica/
Un po’ di vergogna non guasterebbe per chi sta massacrando quel che resta dell’Italia piu’ bella, la superstite agricoltura, i campi, i pascoli, i boschi, i crinali appenninici, la biodiversita’, i servizi ecosistemici del suolo, l’avifauna, le coste, il paesaggio identitario, i beni culturali, la bellezza, il turismo lento e sostenibile, il freno allo spopolamento, il silenzio notturno.
Una tragedia ambientale, forse definitivamente mortale per il Paese, con la risibile scusa della riduzione della CO2 climalterante, quando anche tappezzando tutte le residue pianure fertili di lugubri paramenti funebri fotovoltaici si passerebbe dallo 0.9% forse allo 0.8% di percentuale italiana a un fenomeno che tutti sanno essere causato da Usa, Cina e BRICS
E poi i TETTI e i migliaia di ha di superfici gia’ consumate BASTEREBBERO per qualsiasi obiettivo di rinnovabili future, ce lo ricorda ISPRA , ente scientifico terzo fra i piu’ seri d’Italia…ma non c’e’ peggior sordo….”
“risibile scusa della riduzione della CO2 climalterante”
Lei che scrive in italiano corrente, quindi è istruito, invece, che scusa ha?
L’iter normalmente previsto dal MASE (Ministero Ambiente e Sicurezza Energetica), prevede che la disponibilità o meglio titolarità dell’area, sia dimostata molto semplicemente anche solo con un “preliminare” tra le due parti (Cons. Stato, Sez IV, 14 gennaio 2016, n. 84 a conferma istanza dal TAR Puglia, sede di Lecce, 19 marzo 2015, n. 943). In pratica con una cifra poco più che simbolica e un atto fatto dal notaio, si può ottemperare a questo requisito che, peraltro, è già previsto in tutte le procedure autorizzative fatte fin’ora sulle rinnovabili (eolico, fotovoltaico, accumuli, ecc. ecc): sinceramente non ho capito qual’è la novità….
credo che la novità sia che prima era chiaro che sipoteva fare come hao descritto, mentre ora c’è una frase ambigua e interpretabile, e visto i tempi che corrono potrebbe essere un problema
Scusate quindi voi vorreste eseguire una VIA su un terreno altrui? E se l’ esito è positivo e “altrui” non ve lo cede cosa succede?????
se il terreno non è disponibile, li non si realizza una installazione
immagino che prima di spendere i soldi e tempo nelle pratiche, il realizzatore verifica l’interessamento dei proprietari dei terreni (e magari fa un accordo scritto di prelazione futura, molto meno oneroso dall’aquisto o dell’affitto immediati)
la formula del decreto “evidenza della disponibilità dei terreni” è volutamente vaga, non specifica in che modo, e se “presente” o “futura” ( l’iter delle pratiche può durare anche 4 anni), apre a dubbi e contenziosi capziosi, a meno che appunto di non essere costretti a comprare-affittare in anticipo i terreni per non rischiare cavillamenti:
es pratica respinta al Mase, magari dopo 2 anni di attesa in media prima che la aprano per iniziare a leggerla; oppure ricorsi capziosi di enti contrari
costringerebbe (di nuovo) a perdere 3 anni di tempo in ricorsi ai tribunali sui vari casi concreti per formare una giurisprudenza (un insieme di sentenze di trbunale coerenti e ripetibili) che arrivi a creare una “prassi” che colmi l’ambiguità della legge scritta male, integrandola
è un classico.. si fa quando non è possibile ostacolare ancora più apertamente
ad es negli altri decreti recenti non hanno definito bene di proposito quali erano le pratiche già avanzate che non sarebbero state modificate dai decreti in modo retroattivo, così da bloccare anche loro; non potevano bloccarle esplicitamente perchè incostituzionale; invece usando l’ambiguità costringeranno ad attese di chiarimenti e ad aprire contenziosi in tribunale.. spreco di soldi e tempo..
avvocati e azionisti ENI ringraziano questa malafede, mentre il debito pubblico, il prezzo energia, e il resto delle società invece vengono affossati
Ho quasi 60anni e devo dire che è il peggior governo che abbia mai visto.
Dalla gioventù cucurbitacea (servizio di fan page) allo sciacallo delle disgrazie (bus di mestre) passando per una miriade di provvedimenti subdoli atti a salvare i fossili ed il suo indotto ed a limitare la libertà di stampa (quest’anno nella classifica abbiamo perso altre 5 posizioni).
Italiani popolo di ________________ (a vostro piacimento).
Come volevasi dimostrare. A palazzo Chigi i peggior reazionari all’altezza di quel che fú a suo tempo il medioevo.