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De Meo o Giorgetti: uno dei due è fuori strada

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Luca de Meo con il prototipo della R5 elettrica, in arrivo tra due anni.
Training Academy Varta

De Meo o Giorgetti, il n.1 della Renault o il ministro dello Sviluppo Economico. Uno è per l’elettrico, l’altro lo vede come il Cavallo di Troia della Cina.

de meo o Giorgetti
Qui De Meo è con la nuova Megan E-Tech, elettrica, appena lanciata.

De Meo o Giorgetti: così la vede il capo della Renault

Luca De Meo è uno che di auto ne mastica un po’. È l’uomo che ha lanciato la nuova 500, è stato a capo del marketing Audi e, in tempi più recenti ha gestito il rilancio della Seat. A lui il governo di Parigi ha affidato la rinascita della Renault. In un’intervista al Corriere ha ribadito che la Francia vede l’elettrico come una grande opportunità: “Abbiamo competenze in materia storiche, che costituiscono un grande vantaggio. E un polo dedicato al processo di elettrificazione, quasi un sistema che si sviluppa in tre siti francesi (Douai, Mauberge e Ruitz). Sono previste due fabbriche riservate alle batterie e abbiamo accordi con Valeo per costruire uno dei migliori motori elettrici. Per arrivare nel 2030 a vendere in Europa le vetture del marchio Renault solo 100% elettriche, salendo di posizionamento e di valore”. E ancora: “Sicuramente la localizzazione di un’auto elettrica in un determinato paese porta vantaggio a tutta la filiera. È una grande opportunità che genera valore aggiunto“.

de meo o giorgetti
Il ministro dello Sviluppo economico, Giancarlo Giorgetti.

De Meo o Giorgetti: così la vede il ministro

Di tutt’altro avviso il ministro, che continua ad agitare il bau bau della Cina. Ecco le parole pronunciate al Sole 24 ore: “Supportare solo l’elettrico significa fare un favore solo a produttori stranieri... Io ho la sensibilità di chi produce in Italia e non in Asia. Penso che non dobbiamo fermarci all’elettrico anche per favorire l’acquisto di vetture più economiche a favore di classi meno abbienti. Dobbiamo discuterne anche con il ministero della Transizione ecologica. Ma la nostra proposta di incentivi arriva fino a 135 grammi di Co2 per km perché abbiamo la responsabilità di incentivare anche una quota di produzione nazionale. Dobbiamo dare risposte alla sfida che è colma di rischi della transizione dell’auto. Da un lato le evoluzioni tecnologiche. Dall’altro le decisioni che abbiamo in qualche modo deciso di condividere a livello europeo, ci pongono di fronte a una riconversione che deve essere gestita sotto il profilo sociale. Tenendo conto che tutta la nuova frontiera dell’elettrico implica un minore impiego di manodopera“.

de meo o giorgetti
La Renault farà in Francia le batterie per le sue auto elettriche

E così la vediamo noi…

Il ministro si rifiuta di prendere atto di quel che sta succedendo nel mondo dell’auto e non è un caso se gli investimenti nell’elettrico se ne vanno altrove. In Francia sono già programmata tre grandi fabbriche di batterie (due Renault e una Stellantis), in Italia siamo a una (Termoli). Anche nell’indotto non c’è gara: mille nuove iniziative in Francia, pochissime in Italia. Altro che Cina: De Meo ha un piano condiviso con il governo, Renaulation, che prevede di fare quasi tutto in Francia. Ma del resto la situazione in Europa è questa: tanti governi (Spagna in testa) a caccia di nuovi investimenti nell’elettrico. Il nostro, invece, continua a storcere il naso e a insinuare che sotto sotto ci sia la Cina. Risultato: ovunque almeno una parte dei posti di lavoro che andranno in fumo nella produzione di auto termiche verrà recuperato nell’elettrico. In Italia no: si farà finta di nulla, anche a costo di foraggiare produzioni decotte. Poi si sa come andrà a finire: i soldi finiranno, le fabbriche chiuderanno e un nuovo governo darà tutta la colpa a quello precedente.

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82 COMMENTI

  1. Daniele CL ” Per l’acciaio non siamo schiavi dei cinesi?” Ovviamente no, dal momento che abbiamo tecnologia, capacità produttiva e materie prime, cioè tutto quel che serve. Se compriamo dalla cina è solo per una questione economica, diversamente dalle batterie. Però capisco che certe analisi siano troppo impegnative per taluni, non ce l’ho con te.

    • Scherzi vero? https://it.wikipedia.org/wiki/Minerali_ferrosi come estrazione
      Abbiamo l’ILVA in Italia, come esempio di acciaieria.
      Per le batterie siamo messi uguali, abbiamo tecnologia, capacità produttive (se vogliamo, uguale all’acciaio e all’alluminio e al ferro) e avremmo anche un po’ di materie prime, ma tanto le cambieranno con l’evoluzione delle batterie.
      Per i motori saremmo già al top.

  2. Inutile protezionismo di una tecnologia oramai superata. Invece che fare ostruzionismo bisognerebbe innovare e convertire.

  3. Una domanda su tutte:
    ma se le persone fanno la coda per la Model 3 e le Giulia vengono messe in vendita con sconti e km0, serie 3 e classe C si vendono poco poco.. la colpa di chi è?

    Sara ben della politica e degli imprenditori .. oppure qualche malato di mente ha il coraggio che è di Elon Musk!?!?!?

    E qui nella repubblica delle banane si ha il coraggio di voler perseverare nell’errore al fine di raggiungere scopi che non hanno nulla a che fare con il bene dell’italia, del pianeta e degli italiani.

  4. Scusate ma non riesco molto a capire tutta questa discussione: in Italia abbiamo ancora una industria automobilistica? La risposta è purtroppo NO! Abbiamo delle unità produttive e qualche unità progettativa. Le prime sono solo siti produttivi di produttori esteri le altre sono abbastanza ininfluenti da un punto di vista globale.
    Qualche furbacchione, ma in fondo non ha fatto altro che i suoi legittimi interessi, si è venduto tutto e non ha più alcun potere decisionale nell’ambito delle nuove proprietà. Quindi calmi tutti e zitti a guardare cosa succederà senza poter fare nulla. Se altri decideranno che tutto sarà elettrico, dovremo sperare che chi ci governerà provveda almeno a produrre elettricità in maniera pulita. Ormai possiamo avere dei desideri o delle preferenze ma potere decisionale certamente no.

  5. Aggiorno i dati. Siccome si parla di futura e preoccupante dipendenza dalla Cina per quanto riguarda i materiali delle auto elettriche (soprattutto batterie) dalle fonti:
    https://it.ripleybelieves.com/top-10-steel-producing-countries-in-world-1612
    e
    https://www.metallirari.com/paesi-produttori-alluminio-10-leader-mondiali/
    anno 2015, il 59,6% dell’acciaio proveniva dalla Cina (803,8 milioni di tonnellate su 1348,7 totali)
    anno 2020, il 69,68% dell’alluminio proveniva dalla Cina (37 milioni di tonnellate su 53,1 totali)
    Adesso cosa siamo????

  6. Ragazzi buongiorno potrei sapere cosa ozzac c’entrano i vaccini su questi argomenti?
    Ognuno di noi ha le proprie convinzioni, legittime tutte per carità ma se il 90% dei cittadini è vaccinato ci sarà un motivo,
    Astenersi polemicosi e perditempo please.
    Detto questo tento un’analisi e cioè:
    Il mondo è diviso in tre grandi aree di influenza e cioè
    Stati Uniti d America con supremazia tecnologica e militare.
    Russia con riserve di combustibili fossili ed acqua dolce praticamente illimitate.
    Cina con popolazione e riserve minerarie illimitate.
    Poi ci sarebbe l’Europa se fosse federata come gli stati uniti,con il suo buon numero di abitanti,la sua forza economica e i suoi brand…
    Putroppo adesso l’Europa con le sue diversità di vedute dei singoli parters potrà fare solo il fornitore della real casa.
    Putroppo cosi è e cosi sarà.
    I tre paesi sopra citati sono impegnati in una contesa tra di loro a tutto campo che lascerà sul campo solo morti e feriti ( metaforicamente parlando).
    Il nostro paese potrà a mio avviso ritagliarsi una ottima posizione raccogliendo i resti di questo e di quello a patto e condizione di avere un governo, e quindi una politica, svelto e con le idee chiare cosa che adesso non è, impegnati come sono a farsi i dispetti in una perenne campagna elettorale.
    Il governo delle larghe intese attualmente questo è,
    Attenzione non un governo di unità nazionale che è decisamente altra cosa.
    A mio avviso il popolo dovrebbe chiedere a gran voce una riforma elettorale decente,seria e coerente, draghi dovrebbe candidarsi da INDIPENDENTE, essere eletto con un plebiscito e formare un governo del tutto tecnico,o con pochi politici dalla schiena dritta che non rispondano ai capi bastone,mentre il parlamento dovrebbe votare coeso,previa ampia discussione, i provvedimenti via via varati dal nuovo governo riformando lo stato dalle fondamenta.
    Qualcuno dirà ” si e poi ti svegli tutto sudato “….
    D’accordo ma allora?
    Sognare proporre e sperare non costa nulla almeno potremo dire ho tentato di fare la mia parte.
    Leggendo i commenti si potrebbero fare mille polemiche dico solo questo:
    Siamo alla vigilia della quarta rivoluzione industriale,
    Improrogabile per le note ragioni ecologiche legate ai cambiamenti climatici, altrimenti la pagheremo carissima.
    Orbene quando ci fu la meccanizzazione delle fabbriche con una macchina che faceva prima a meglio il lavoro di 100 operai milioni di lavoratori persero il proprio posto dall’oggi al domani non ricordo di suicidi di massa o rivolte in mezzo alle strade o rovesci di governi semplicemente perché chi deve andare in pensione ci va gli altri cambiano mestiere, tanti mestieri muoiono tanti ne nascono.
    Il petrolio ormai appartiene al passato,piano piano la ricerca sostituirà questo prodotto con altri sostenibili e producibili all’infinito, idem per i componenti delle batterie,vedasi gomme speciali litio estratto dall’acqua di mare e grafite irraggiata.
    Al consumatore finale, che è il dio supremo, interessa acquistare un prodotto il più possibile valido al miglior prezzo possibile, che venga da Marte da Venere o dalla Cina non importa.

  7. Scusate ma io che lavoro per una azienda che produce componenti per trasmissione per auto veicoli una volta che ci saranno solo auto elettriche chi mi assumerà ?

    • beh, per esempio potresti cominciare FIN DA ORA
      a guardarti in giro, ad aggiornare le tue conoscenze e competenze, a frequentare corsi adatti al tuo profilo che, presumo, essere un profilo legato alla metalmeccanica.
      se è così, e quand’anche avessi 50 anni, cioè pochi per aspettare la pensione e molti rispetto all’ultimo giorno di scuola dell’obbligo,
      mi pare che tu abbia tempo a sufficienza per rivedere e aggiornare la tua formazione.
      è impossibile? direi di no
      sei spacciato?, direi proprio di no, è il settore metalmeccanico, quello esisterà per decenni, esiste dai tempi delle prime forgiature di armi e utensili
      è scomodo? certamente, ma dopo vent’anni che sentiamo parlare di fine del posto fisso direi che non ci si possa nemme o stupire

      oppure

      oppure puoi fare il piagnone all’italiana che scenderà in piazza tra qualche tempo a pretendere diritti che non esistono

      • Ah si? Un semplice riduttore ed un differenziale sono ben poca cosa rispetto ad un cambio, magari a doppia frizione e peggio ancora con convertitore di coppia.

          • SI sta parlando di occupazione. Non faccia il gioco delle tre carte come suo solito.

          • @L’Astuto: a dire il vero si parlava di componentistica e io sarei stato interessato a sapere quali componenti produceva la ditta di Roberto Munari. Nel tuo commento L’Astuto 21 Febbraio 2022 at 20:36 non mi sembrava ci fosse il concetto di “occupazione”.
            Per l’occupazione non ci dobbiamo preoccupare delle elettriche ma delle nuove termiche. Con l’EURO7 sarà difficile raggiungere gli obiettivi senza l’IBRIDO e noi italiano non abbiamo la tecnologia dell’ibrido, tutti i lavoratori che lavorano su componenti di termiche tradizionali si dovranno preoccupare, indipendentemente dalle BEV.
            Propongo di tornare ad arare con i buoi così avremo bisogno di più manodopera.

    • Se non sei uno scansafatiche seduto, avrai mille opportunità. L’essenziale è che ci sia una economia forte ed in crescita, che logicamente necessita di operatori più che meno qualificati.

    • Scusami ma io ho cominciato a lavorare nel 2008 nel campo della trazione elettrica ferroviaria. Vedevo Tesla motors che investiva in ricerca in America e che in seguito iniziava a vendere auto elettriche con successo! Da noi invece c’era Marchionne che diceva che le auto secondo lui sarebbero state sempre e solo termiche come per volere divino. Mi dispiace per chi rischia di perdere il lavoro oggi ma non interessa a nessuno invece di tutti i talenti che hanno visto frustrate le loro aspettative di lavoro e di carriera in un paese in cui il loro talento viene visto come una minaccia anzichè come una risorsa?

      • Infatti stx dovrebbe essere la sigla di una azienda del ramo che si occupa di progettazioni ferroviarie….
        Ti porti il lavoro a casa eh….
        Oppure sei il proprietario
        Mister stx in persona

  8. il problema è che GiorgENI e CingolENI non vedono o cercano di non vedere come va il mercato dell’auto nel mondo ed in Europa.
    Se lo guardassero capirebbero che le EV sono inarrestabili come lo sono stati gli smartphone.

    Ma gli interessi di ENI dettano le agende politiche e indirizzano gli incentivi per slavare i premi dei manager nell’immediato. Magari fra 5 anni sono tutti in pensione, cosa gliene frega dei futuri posti di lavoro?

    • ma questi cambiamenti sono decisi – purtroppo – a Bruxelles. E se hanno fatto le porcherie fatte coi vaccini…..stiamo freschi.

        • ah no? io invece penso che decide Bruxelles spinto ovviamente da chi ha interessi economici nel “verde” non certo l’Eni come qualcuno sostiene. Nell’esempio vaccini che ho fatto prima, ha fatto tutto Bruxelles ma facendo gli interessi delle case farmaceutiche. Con contratti no resi pubblici, chissá perché.

          • eh no…non faccio affermazioni gratuite, mi informo da vari canali, anche stranieri, non mi fermo alla prima campana come molti fanno. Ora, vaccini a parte, io ho parlato di componenti per le batterie quali litio, coltan ecc ecc e non di microchip. Di microchip ho parlato solo portando come esempio il fatto che abbiamo fatto fare tutto agli altri ed ora siamo nei guai. Ora stanziano 50 mld ( vedremo come e quando)…dico ora? non é un po’ tardi. Ovvio che la colpa é di tutti. Ma meglio tardi che mai. Aggiungo che ora, stiamo facendo la stessa cosa per i compinenti delle batterie…..Poi ognuno la pensi come vuole.

          • E’ fuori tema, comunque…anch’io ho fatto il vaccino controvoglia ma siamo noi italiani che ci martelliamo da soli, l’europa non centra. Se volessimo abolire mascherine e greenpass (subito!) chi ce lo impedirebbe a parte la solita orda di ipocondriaci italiani?

      • Lei fa affermazioni gratuite. Quali sarebbero, di grazia, le porcherie sui vaccini? E quanto ai chip, la informp che Bruxelles ha appena approvato uno stanziamento da 50 miliardi di euro per sviluppare un’industria europea di microchip. Colmando una lacuna che non dipende dall’Europa, ma dalla miopia degli imprenditori e dei singoli stati europei, a partire dal nostro.

  9. Almeno per i prossimi trent’anni la chiave dello sviluppo nel settore delle energie rinnovabili sarà la ricerca nel campo degli accumulatori. L’attuale situazione vede la Cina favorita solo perchè, al momento, si utilizzano materie prime per le batterie che la Cina possiede in misura maggiore rispetto agli altri competitor. Ma le novità nel settore degli accumulatori sono già dietro l’angolo e altre seguiranno. Le materie prime per le batterie che usiamo già comunemente non saranno ancora le stesse in futuro. Intanto, l’Europa deve finanziare la ricerca, sia in campo tecnologico, che in quello minerario; in quest’ultimo settore si può anche agire innovando dal punto di vista della sostenibilità. Ci sono enormi possibilità per ridurre la dipendenza dalle importazioni di tecnologie dalla Cina, ma vanno fatte apposite politiche. Soprattutto, l’attendismo alla Giorgetti e Cingolani non stanno facendo il bene del paese. Infatti, meglio di noi stanno facendo altri paesi europei, quasi sempre i soliti. Intanto, l’Italia ha un’enorme risorsa che ci avvantaggerebbe su tanti altri competitor; il sole abbondante per gran parte dell’anno.

  10. Al di là delle convinzioni e dei gusti personali, il problema è che molti non capiscono che l’auto elettrica se non è oggi è domani. Giorgetti e chi per/con lui evidentemente non fanno eccezione. Nel senso: facciamo finta che il gasolio e la benzina emettano vapori balsamici. Però c’è un problema: il petrolio è un bene “finito”. cioè non è infinito. Vogliamo basarci a tempo indeterminato su un prodotto che sappiamo già che prima o poi avrà un termine? Non è più furbo iniziare a pensare ad un’alternativa quando ancora abbiamo ampie scorte e non quando stiamo raschiando il fundo dei pozzi?? Inoltre bruciarlo può essere anche estremamente divertente (se uno è appassionato di motori), ma di base è un metodo abbastanza sciocco di consumarlo tutto. Tantopiù che serve per fare una tale quantità di cose utilissime (industria chimica con tutti i suoi infiniti anessi e connessi) e spesso indispensabili. Ergo bruciarlo tutto è da “sciocchini” , tenersene in tasca il più possibile è da prudenti.
    Il XXI secolo si spera che sarà ricordato come quello in cui l’umanità ha lavorato alacremente per cambiare il suo paradigma energetico spingendo il più possibile sulle fonti rinnovabili e (a mio fallace parere) tenendosi in tasca con un minimo di onestà intellettuale una “riserva” magari “non auspicabile” (nucleare, un po’ di gas) ma in grado di accompagnarci con certezza verso la tanto sperata fusione nucleare. Che, vista da qui e con tanto anticipo, dovrebbe risolvere una volta per tutte i nostri problemi.
    In tutto ciò, mi pare assurdo il non capire che è necessario “spsostare” prima possibile sull’elettrico una fetta sensibile della movimentazione. Se proprio non vogliamo dire “tutta”. Ci sono spazi enormi per farlo fin da subito senza rompere le scatole a nessuno; proprio oggi ero dietro ad un autobus che sbuffava come una ciminiera… Sicuramente non è una follia elettrificare la logistica di mezzi che percorrono sempre e solo quelle strade e fanno diverse fermate oltre a lunghe soste in deposito. Vedasi Cagliari su questo stesso sito. E poi mille altre cose già dette e ridette.

    Insomma, certe battaglie di retroguardia non le capisco, tanto quanto fatico ad accettare come realistici gli entusiasmi “totalizzanti” (per quanto ammirevoli) di chi al contrario, parlando di elettrico, vorrebbe “tutto e subito”.
    Il problema è che le battaglie di retroguardia molto spesso fanno danni, i “voli pindarici”del tutto e subito (mi prendo una licenza poetica) spesso poi devonono venire un minimo a patti con la realtà. Ma di base, quasi sempre, non fanno male a nessuno se partono dal presupposto di migliorare l’esistente.

    Quindi Giorgetti, svegliati! ahahah!

    • Alessandro d buonasera putroppo per quanto riguarda lil nucleare di quarta generazione possiamo mangiare tranquilli noi ed i nostri figli. prima di vedere un reattore che ronfa tranquillo nel suo piombo liquido ci vorrà almeno tutto questo secolo poi verso il 2120 inizieranno a discutere di nuovo di costi di smarrimento e siti di deposito delle scorie altamente radioattive che ne seguiranno.
      Nel frattempo hai voglia di sciogliere ghiaccio e di arrostire dal caldo.
      Il tutto ammesso si realizzi.
      Adesso siamo al abbiamo acceso ina una capocchia di fiammifero con una lente da ingrandimento.
      Ripeto magnamo tranquilli non è per noi

      • Ma intanto la Francia ha un piano che prevede la costruzioni di t
        13 centrali entro il 2060. Non è un errore mio di stampa il 2060: è programmazione!!!!!!

  11. Hanno in parte ragione entrambi. Oppure torto. Senza dubbio 10 anni fa andava costruito attorno alle rinnovabili il sistema auto del futuro. Oggi però senza dubbio bisogna pure stare attenti a chi geopoliticamente è prevalentemente nei chip e nelle batterie per non trovarci di fronte a futuri monopoli.

  12. Si comincia a parlare ora di cose di cui avremmo dovuto parlare 10 anni fa, con Marchionne per intenderci, e non se ne parla neanche in modo corretto.
    Anziché concentrarci sul costruire un’industria attorno all’opportunità storica delle rinnovabili e dell’auto elettrica si sentono discorsi fuorvianti sponsorizzati da interessi di parte.
    L’Italia ha sempre avuto un ruolo di eccellenza a livello internazionale nell’automotive. Qualcuno vuole per favore rendersi conto che stiamo rinunciando a questo per paura di pestare i piedi agli interessi dei petrolieri?

  13. Italvolt, la gigafabbrica di batterie che doveva essere costruita a Scarmagno, nei pressi di Ivrea (TO), com’è messa? Si muove qualcosa?

  14. Ho come la sensazione che i nostri politici stiano insabbiando (prassi che a loro viene veramente bene).
    Il problema dell’energia inquinante ce lo portiamo da sempre ma a quanto pare non interessa a nessuno che decine di migliaia di persone muoiano per inquinamento solo in italia. Per il nucleare c’e’ la famosa frase “le scorie dove le mettiamo?” E le scorie della combustione? beh quelle ce le respiriamo e ci dicono che sono pure cancerogene, ma chi se ne frega.
    Poi c’e’ una potenza di circa 60GW che deve essere erogata per ricaricare un parco auto (a 2KW per auto in casa la notte) totalmente elettrico. Quindi centrali ma non solo, anche linee elettriche.
    In pratica si sta dicendo di fare una nuova “italia elettrica” sopra quella esistente.
    E tutto questo i nostri politici non sono assolutamente in grado di capirlo, o peggio lo capiscono ma non sanno come risolverlo.

  15. L’Italia non è un paese che guarda più il là del quotidiano, così i politici poichè espressione del popolo, e smpre italiani sono. Lo si vede in ogni situazione del quotidiano. Quando sarà crisi si aprirà un tavolo (piace aprire tavoli) per affrontare la crisi di questa o quella ditta e finchè la va la va.
    Adesso arriveranno un fiume di soldi (vedi PNRR) che sembra piovano da Marte ma li pagheranno i nostri figli ovviamente, è partita la corsa per sperperarli nelle maniere più assurde (vedi milioni di euto ai vari paesini ormai semi abbandonati che sembra vincano la lotteria di capodanno per accaparrarsi denaro per valorizzare il nulla). Un politica seria dovrebbe indirizzare le spese in qualcosa che serva per il futuro e il futuro si gioca sull’indipendenza energetica, rinnovabili a tappeto e via di modo che tra qualche anno non avremo più la paranoia del costro dell’energia e la dipendenza da altri. Quando vedo dei tetti senza pannelli penso alla miopia del proprietario che se solo 15 anni fa avesse messo i suoi tre Kw di pannelli adesso oltre ad averli ripagati alla grande si farebbe un baffo dell’aumento del costo dell’energia per i prossimi 20 e più anni.

  16. Per una volta non vedo complotti ma solo che Giorgetti non ci capisce niente e probabilmente pensa che è abbastanza vecchio da potersene fregare di tutto.
    Il che ci porterà a sbattere, reiteratamente.

  17. Siamo nelle mani di una classe “dirigente” penosa. Ignoranti, incapaci, inconsapevoli. Ovunque ti giri, sei perso. Mi sbagliero’, ma l’unica possibilità per il Paese è quella di delegare all’estero tutte le funzioni decisionali pubbliche. Altro che nazionalismo! Dobbiamo diventare provincia di una federazione europea, liberi da questa marmaglia che infetta ogni cosa che tocca e lo fa senza assumersi alcuna responsabilità. Non rispondo di nulla: il barbetta varesino e la mala gestione della sanità lombarda (eccellenza inesistente, “provare per credere, parola di Guido Angeli” mi verrebbe da dire per i lettori piu’ attempati). E questo Giorgetti con le sue PALLE sull’inutilità dei medici di base. Gente senza vergogna. E noi dobbiamo far dipendere le scelte per una rivoluzione green a “questa roba qua”, per usare una nota espressione di quel ‘signore’?

  18. Secondo me De Meo è un grande. Lo dicono i suoi risultati. Solo mi scoccia sta storia di posizionare il marchio verso auto più costose…….” e tu mandaci i danari, perché senza danari come si faaaaaa”. (Cit).

      • De Meo è uno che fa i propri interessi e quelli della sua azienda, l’altro invece fa gli interessi propri e della sua fazione con l’ispirazione da parte del vile affarista.

        • Giorgetti invece cerca di non metterci in mano cinesi ( dove finirá anche Di Meo)…inutile nascondere questo fatto. Capisco la fede nel verde ma sta diventando una religione.

          • E secondo te la soluzione per non metterci in mano ai cinesi è non fare niente? I cinesi hanno 100 fabbriche, noi possiamo costruirne al massimo 10. La soluzione secondo te è non costruire neanche quelle 10 sperando che la storia si fermi?

          • @stx: no…ed é proprio questo che voglio dire. Prima di buttarsi a capofitto nell’auto alla spina per tutti pretendendo che entro pochi anni anni si possa fare a meno degli idrocarburi fossili.Quindi si cerchi di fare qualcosa in merito anziché bla bla bla sulla transizione ecologica con sole e vento e far finta che il problema materie prime in mano cinesi sia una cosetta da poco. Inutile fare fabbriche se poi mi mancano, appunto, le materie prime. Come ho detto, dalla crisi dei microchip non abbiamo imparato nulla. A livello europeo. Questo discorso vale per come le cose sono messe oggi, del domani…..vedremo.

          • Come dire io mi terrò sempre il telefono Nokia perché è meglio. Perché quando cade si rompe il pavimento invece lo Smartphone ha il display fragile.

          • Se il mondo va in una direzione (che io ritengo corretta, ma io non sono nessuno), se il pianeta terra ha dei seri problemi grazie alle combustioni (poi posso anche aggiungere malattie e morte)..
            ..un politico italiano dovrebbe cercare in tutti i modi di aiutare la propria industria a tenere il passo con il resto del mondo (e magari diventare eccellenza in qualche funzione).

            l’arroccarsi sul passato è la peggior cosa che si possa fare, poi se lo si fa non dicendo tutta la verità come sta facendo Giorgetti la cosa fa anche arrabbiare.
            Prima poi il futuro arriverà ma noi saremo troppo indietro, ed i disoccupati sarebbero molti di più in quanto non avremo i benefici dei posti di lavoro creati dal nuovo che avanza.

            Lui e quell’inqualificabile del suo capo stanno mettendo in pratica il teatrino al quale da anni assisto: qui abbiamo un raffineria fortemente inquinante e quando la gente si arrabbia pretendendo la sua chiusura oppure l’installazione di sistemi che riportino impatto ambientale ad un livello basso, i politici locali tirano in ballo i posti di lavoro.
            Ma è solo una grassa bugia in quanto a loro interessano le royalties e le regalie.

            Nel mio paese ci sono state aziende che hanno chiuso o si sono ridimensionate facendo un numero di disoccupati ben superiore a quello che farebbe la raffineria, ma nessun politico disse nulla e nessuno si stracciò le vesti, tutto andò avanti nell’indifferenza.

          • @caprone: non é questione di arroccarsi sul passato é questione di guardare al futuro basandosi su fatti concreti e non sulle ideologie. Tutti vorremmo un mondo pulito con energia proveniente dallo stellone sopra di noi, ma ci vuole tempo, decenni non anni.

          • Non lo decide l’italia, e neppure l’europa, le rivoluzioni le decidono le persone.

            Una parte delle persone ormai non intende neppure più considerare l’auto a gasolio o a benzina, tira avanti con la vecchia finché non trova l’elettrica che gli va a genio (me compreso).

            Su 3 vicini che ho io: ad uno arriva a maggio la model 3 (e tira un calcio nel culo alla fumosa, puzzolente ed inquinante mini countrman a gasolio), il secondo attende l’installazione di fv e colonnina con il 110%, il terzo è in pensione ha una kia rio di 8-9 anni e sta aspettando che esca l’elettrica che dice lui………..ma di portarsi a casa ancora un altro termico non ne parla.

            Se Musk stravende la Model 3 un motivo ci sarà?

            Se l’italia vuole arroccarsi sul passato (siamo già dietro Portogallo e Romania) lo faccia pure, vedremo arrivare le bisarche di termici usati scartati dai paesi più lungimiranti….ma prima o poi o come usate o come nuove le elettriche arriveranno.

            Certo possono bloccare come stanno facendo l’installazione delle colonnine, facciano pure, già i turisti stranieri provenienti dei paesi seri si lamentano.

            L’unica cosa che possono fare è metterle fuori legge.

  19. Secondo me, da un punto di vista prettamente economico, ha ragione Giorgetti. Avete pubblicato su questo stesso sito la lista dei produttori di batterie più grossi al mondo:
    CATL
    LG
    PANASONIC
    Assieme fanno una quota di mercato pari al 60% mondiale. Con tutta la buonissima volontà che gli europei possono voler mettere nella produzione di batterie non riusciranno mai a raggiungere una tale portata. Lo stesso discorso è stato fatto per il petrolio anni fa, sebbene l’Europa ne produca non è mai a stare al passo con il medio oriente e la Russia e neppure con l’america.
    Le batterie sono il fulcro dell’auto elettrica, è impensabile avere un vantaggio competitivo si questo fronte, la materia prima e la mano d’opera in Europa costano e costeranno sempre più che nei paesi asiatici. Sul fronte della tecnologia siamo indietro sia rispetto all’America che alla Cina, ma la Cina riesce a proporre prodotti altrettanto validi degli americani ma a prezzi più bassi. La cavalcata di Huwaei è stata stroncata da Trump perché in pochissimi anni è stata in grado di partire da zero e, con l’appoggio del partito comunista, diventare la prima venditrice AL MONDO, di smartphone. Giorgetti ha perfettamente ragione, la Cina invaderà l’Europa con le auto elettriche perché sono in grado già oggi di farle ad un prezzo minore (anche e sopratutto grazie alla produzione a basso costo delle batterie) e con un software migliore.
    Certo, non è che bisogna stare fermi al palo, bisogna innovare perché sarà essenziale per la sopravvivenza delle Marche Europee, ma mantenere le stesse quote di mercato con le auto elettriche sarà semplicemente impossibile. Come affrontare il problema? Concentrandosi laddove la marca “Europa” ha ancora un peso: segmento di lusso e premium e spostandosi sul mercato americano dove non c’è il problema della concorrenza cinese e si può giocare ad armi pari con i concorrenti americani almeno sul fronte del prezzo.
    Le citycar elettriche sono e saranno una rarità delle Marche Europee, se e quando arriveranno i cinesi a prezzi minori e contenuti migliori quel segmento verrà mangiato in un solo boccone.
    Giorgetti ha ragione, ma bisogna comunque continuare ad innovare, de Meo però è scollegato dalla realtà, dice quel che dice perché nessun sano di mente al suo posto direbbe la verità andando contro a chi ti finanzia.

    • Si fa un gran parlare della Cina, dimenticando che il primo produttore al mondo di auto elettriche si chiama Tesla, con un valore di Borsa che balla attorno ai 900 miliardi di dollari, grazie a un successo planetario che affonda anche in Cina le sue radici. Purtroppo per noi, la storia si ripete: il brevetto del common Rail era nato in Fiat, ma fu svenduto alla Bosch per un piatto di lenticchie perché a Torino si puntava sul metano, non sul gasolio. Eravamo gli unici a farlo, prigionieri della nostra storica vocazione all’autarchia. Si è visto com’è andata a finire: il made in Germany ha moltiplicato N volte il valore di suoi marchi, mentre la Fiat si è via rimpicciolito, salvandosi solo per il super-affare fatto da Marchionne rilevando Jeep-Chrysler a zero dollari. Adesso di nuovo: il mondo va sull’elettrico, ma noi storciamo il naso. Non penso affatto che Giorgetti sia in malafede o al servizio di questa o quella lobby, ma che non abbia gli strumenti giusti per leggere quel che sta succedendo, questo sì, lo penso.

      • Gentile Direttore, non mi sento di sparare a palle incrociate su Giorgetti perchè questi si trova a dover cercare di salvare il salvabile dell’industria italiana dell’auto, distrutta a partire dagli anni ’90 del XX secolo da politiche aziendali (e sindacali) dissennate. Purtroppo oggi siamo un PICCOLO PORDUTTORE DI AUTO, anche rispetto a tanti paesi europei (non parlo della spagna, ma, semplicemente di Polonia, Repubblica Ceca, Slovacchia, etc) e non è facile risalire la china. Per gli incentivi resto contrario perchè favoriscono i produttori stranieri (la 500e monta batterie Samsung, che sono il “cuore” come valore dei BEV e non si può fare il paragone con altri componenti che l’Italia esporta: ha mai visto una BMW o una Mercedes con u n motore fatto in Italia): ogni euro dovrebbe essere destinato a ricreare una industria italiana dell’auto competitiva, ma questo richiede una politica industriale che richiede decisori preparati. Qualcosa in altri campi ha fatto Calenda, ora aspetto mi sembra il caso (elezioni permettendo) di dare un po’ di tempo a Giorgetti: consideri che su quella poltrono pochi anni fa c’era Di Maio…..

      • Tutto vero, ma io non riesco avedere l’utilità di virare sul tutto elettrico. Soprattutto non la vedo con questa urgenza. Il motore a combustione interna ha fatto passi da gigante e probabilmente ne ha ancora da fare. Io temo che da parte dei governanti ci sia molto da fare e che invece ci sia una corsa a costringere terzi ad ottenere certi obiettivi di efficienza che loro stessi non vogliono perseguire. Ammodernamento della circolazione con sottopassaggi anziché incroci. Garage sotterranei o in elevazione per togliere le vetture ferme sulle strade. Efficienza dei servizi pubblici urbani ed extraurbani. Per tutto ciò gli automobilisti hanno pagato e pagano fior di miliardi in tasse sugli acquisti di auto e carburanti. Cerchiamo di guardare ad un futuro equo dove i privati rinuncino a qualcosa ma doveanche le autorità si rimbocchino le mani e facciano il loro dovere. Altrimenti dobbiamo spazzare via tutta questa classe politica che dal dopo guerra sta consumando le migliori risorse. Carlo Cavicchi, hai egregiamente diretto Quattroruote, fra le altre: e proprio Quattroruote nei primi anni della sua vita chiamò gli automobilisti a fare scioperi dei rifornimenti.
        Da allora sono passati ben più di 60 anni ma il problema del traffico è stato affrontato sempre in stato di emergenza e mai con una visione di servizio all’utenza. ed ovviamente non parlo solo di Italia.

        • Caro Luca, anzitutto è un grande piacere ritrovarti. Per chi non lo conoscesse, Apollony Ghetti ha diretto a lungo la comunicazione di Opel e di altri marchi dell’automotive. Vengo al punto: da parte nostra non c’è nessuna urgenza né pressione di passare con urgenza al tutto elettrico. Stiamo raccontando un mondo nuovo con la curiosità di giornalisti che cercano di esplorare quel che ci succede intorno, senza che si chieda (come purtroppo si fa in Italia) di schierarsi di qui o di là. Una cosa però voglio dirla: il motore a combustione interna avrà anche passi da gigante ancora da fare, ma sono convinto che i propulsori elettrici ne hanno molti ma molti di più. Non lo diciamo noi, lo dicono grandi Case come Volkswagen e Mercedes, che stanno investendo un pacco di soldi sulle batterie di nuova generazione e su tanto altro. Vediamo e raccontiamo. Tra l’altro, e chiudo, chi ci segue sa che noi diamo ampio spazio ai tanti problemi che le auto elettriche tuttora presentano. Non siamo un organo di partito, raccontiamo mettendoci passione, ma non nascondiamo nulla.

          • Caro Mauro, grazie per le tue gentili parole: anche io partecipo volentieri a questo dibattito senza certezze e soprattutto pieno di variabili anche politiche come stiamo vedendo proprio in questi giorni. Personalmente penso che per lo “stazionario” si debba e si possa fare un grande sforzo per andare avanti con l’elettrico od anche il dimenticato geotermico. Per il movimento diffuso come quello dell’auto ancora penso che ancora per anni dovremo guardare ai carburanti od all’idrogeno (cultura GM).
            Scusami Mauro per aver commesso un grandioso lapsus “dandoti” del comunque carissimo amico Carlo Cavicchi.

    • SE ABBIAMO UN ASINO CHE TIRA IL CARRETTO PUÒ ANDARE BENE MA L’ASINO NON PUÒ TIRARE UN BILICO.
      Resto basito dall’ignoranza abnorme che caratterizza le sortite di un ministro e di un capo partito.
      Che fossero conservatori accaniti già si sapeva ma che fossero ignoranti beh, lo stanno dimostrando a tutti in questi giorni.
      Giustificarsi di in questo modo davanti agli elettori è come ammettere la propria incapacità, il proprio limite.
      Chiudere le porte a un’opportunità enorme è precludere ad un popolo di progredire.
      Abbiamo nelle fila di un governo chi si oppone alla Ford al momento della nascita del motore a scoppio, abbiamo nelle prime file del governo chi non sa dare una soluzione se non quella di stare fermo come un pollo davanti alla volpe.
      Incapaci di aprire dieci fabbriche di batterie, incapaci di attrarre investimenti perché strozzati dalle loro stesse norme tanto da non poter assicurare alle aziende (che vanno altrove) l’accoglienza di chi vuole crescere in modo sano tecnologicamente e socialmente.
      Mai mi sarei sognato di sentir dire deformità di questo calibro.
      Abbiamo forse sentito baggianate di questa portata rispetto al petrolio?
      Abbiamo mai sentito dire che Philips Morris è il nemico?
      Ma poi, due bravi ragazzi come Giorgetto e il maestro dei rosari si sono mai chiesti cosa sono Coca Cola, Mac Donald o altri nomi?
      Dove pensano che siano fatti i loro calzini?
      Dove credono che siano costruiti i loro smartphone?
      Quello che più mi demoralizza è che un leader sa creare un’immagine del futuro che vuole per la sua gente mentre qui abbiamo persone che NON NE SONO CAPACI.
      Non sono in grado di applicare delle regole e non vedono oltre la propria campagna elettorale.
      Ma come possiamo noi metterci alla loro altezza?
      Vogliono incentivi per tutti, non guardano alla provenienza dell’energia consumata, non guardano l’ise, basta conservare il proprio elettorato, quello che compra l’auto a benzina o Diesel e che crede che il giradischi sia nonostante tutto il miglior strumento oggi.
      Parliamo di chi è disperatamente e quasi irrecuperabilmente uno che “meglio gli anni novanta “.
      Allora teniamoceli ragazzi…. Però… guardate che con questa gente non si va lontano perché come fanno con il cambiamento climatico così fanno anche con la giustizia e con il fisco. Così fanno per il sociale e le riforme strutturali.
      Aspettiamoci che litighino con m5s pur di vendere le panda e le lancia o le alfa perché secondo loro sono queste le auto da incentivare.
      Ooooo … quasi mi dimenticavo… non ho mai sentito Salvini lamentarsi perché Facebook è praticamente un monopolio di social network e nemmeno Twitter o Instagram.
      È curioso come usino la manipolazione mentale in modo così poco attendibile e soprattutto amatoriale.
      Ti raccontano che stiamo consegnando un intero continente alla Cina ma poi strisciano come delle gattine in calore davanti a Putin o Trump.
      L’unico che si salva è Draghi che… corbezzoli…. deve sedersi a tavola con questa gente.
      Ma chi lo ha costretto a subire una condanna del genere. Ve lo immaginate mentre cerca di sedare le risse in CDM con Giogetto che minaccia di andarsene se non gli danno il gettone anche al diselone e alla panda?
      Vabbè dai … facciamo finta che non esistano le auto cinesi e speriamo che non si possano ordinare su AliExpress fra un anno o due.
      Speriamo che Amazon non si metta in testa di vendere libri perché altrimenti le case italiane rischiano di morire.
      Eppure è così già da un pezzo e la domanda che ci dobbiamo porre è:
      ABBIAMO OGGI UNA CLASSE POLITICA LUNGIMIRANTE CHE SAPPIA ANTICIPARE E SVILUPPARE UN BUSINESS NAZIONALE OPPURE dobbiamo accontentarci di ragazzini che sanno al massimo mettersi una felpa colorata e alzare i toni solo sui disperati sul gommone?

    • Dei tre brand citati, solo CATL è cinese. LG è coreana e Panasonic è giapponese. Giusto per mettere i puntini sulle “i”.

      • Lo so, infatti ho scritto che costeranno sempre di più “che nei paesi asiatici”, ma per mettere le Umlaut, la CATL da sola produce il 32%, ovvero 10% in più della LG, che è seconda in graduatoria, il discorso quindi rimane il medesimo.
        Per il direttore…
        Tesla sarà pur sempre la maggior produttrice di auto elettriche, ma anche lei dovrà confrontarsi molto più con l’avanzata cinese che da quella europea. Non dimentichiamoci che la Cina per la Tesla gioca in ruolo centrale, quindi dovrà anche preoccuparsi di non perdere quote di mercato direttamente in Cina, oltre agli altri paesi in cui vende. Se ci si vorrà giocare qualcosa, allora bisognerà farlo veramente sul segmento premium, è quindi meglio che si diano una mossa i costruttori europei almeno ad avvicinarsi a Tesla, perché le operazioni nostalgia stile Renault 5 a 30’000€ non avranno nessun successo se i cinesi arriveranno a prezzi più vantaggiosi con prodotti migliori.

        • Nel 2015 la Cina produceva il 60% dell’acciaio mondiale e nessuno diceva che bisognava preoccuparsi di essere schiavi dei cinesi. Ho letto su Tik Tok che un’auto (anche termica) ha molte parti in acciaio…sarà vero?

  20. evidentemente la crisi dei microchip non ci ha insegnato molto, infatti abbiamo lasciato fare soprattutto ai tawanesi, nonché ai giapponesi ed americani e ne paghiamo le conseguenze. Con le auto elettriche ci mettiamo in mano cinesi visto che le materie prime sono per il 70/80% provenienti dalla Cina. Hai voglia costruire gigafactory se poi non abbiamo i componenti per produrre le batterie. Il tempo dirá chi avrá avuto ragione.

  21. Stellantis fa la fabbrica qui perché la Fiat era italiana. Ne fa un’altra in Francia perché la PSA era francese. La Renault è francese: che senso ha per loro costruire fabbriche in Italia?

    Poi ricordiamoci che in Francia, grazie al nucleare, i prezzi dell’energia sono rimasti invariati, noi abbiamo prezzi non garantiti che si sono impennati. Volkswagen voleva “scappare” dalla Germania, c’ha pensato la sindacalista tedesca a metterlo a posto.

    È anche vero che finché le fabbriche di batterie non saranno pronte i soldi finiscono a CATL, Panasonic, LG perché le batterie costano e le fabbricano sono loro.

    Da qui lungi da me risparmiare critiche a Giorgetti …

    • Già giorgetti….quello che diceva che i medici di base non servono!!! Politici senza idee e lungimiranza…vivono solo sulle voglie degli industriali nostrani

    • Benedetta ignoranza Enzo.
      In Francia l’energia non costa poco grazie al nucleare ( che di notte continua a produrre grazie alla poca e modesta modulabilitá e svende agli altri paesi, Italia compresa), ma perché è di proprietà all’85% dello stato.
      Che per scongiurare nuovi rialzi e non beccarsi multe per aiuti di stato, ha appena fatto un aumento azionario del 25%.
      Così facendo, lo stato francese butta soldi nelle casse di EDF in maniera “limpida”.
      Mentre all’estero spremono i loro clienti. Come? Sai che Edison è di proprietà di EDF?
      Ah, benedetta ignoranza Enzo, informati meglio la prossima volta.

      • aggiungiamo pure che edf non naviga in buone acque , diciamo che potrebbe somigliare al pozzo di san patrizio che è stato Alitalia per noi. Comunque avevo gia fatto notare a Enzo come funzionano (o disfunzionano) le cose in Francia per quanto riguarda bollette basse, nucleare, edf …

        • Con la differenza che Alitalia era un vuoto a perdere, mentre EDF … boh, vediamo. Cito da https://www.borsaitaliana.it/borsa/notizie/teleborsa/finanza/edf-supera-target-2021-aumento-capitale-per-far-fronte-a-misure-governative-41_2022-02-18_TLB.html?lang=it

          Électricité de France (EDF), la maggiore azienda produttrice e distributrice di energia in Francia, ha registrato vendite per 84,5 miliardi di euro nel 2021, in crescita del 21,6% rispetto al 2020. L’EBITDA si è assestato a 18 miliardi di euro (+11,3%), l’utile netto di pertinenza del gruppo è stato di 5,1 miliardi di euro, il rapporto debito netto/EBITDA è stato di 2.4x e il dividendo per azione di 0,58 euro. La società ha spiegato la crescita dell’EBITDA con un aumento della produzione nucleare in Francia, l’andamento positivo della sua attività di trading, miglioramenti in Italia e nelle attività regolamentate in Francia.

          “Nel 2021, EDF ha raggiunto i suoi obiettivi commerciali, operativi e finanziari – ha commentato il CEO Jean-Bernard Lévy – L’EBITDA è cresciuto in modo significativo e ha raggiunto il livello più alto dal 2015”. “Le difficoltà incontrate all’inizio del 2022 hanno portato EDF ad attuare un piano d’azione volto a proseguire questa strategia a sostegno della transizione energetica e degli obiettivi industriali e climatici della Francia per gli orizzonti 2030 e 2050”, ha aggiunto

          Uguale ad Alitalia. Uguale uguale uguale, proprio stessa cosa.

      • Ah Antonio, caro Antonio, come bendarsi gli occhi pur di attaccare il nucleare. Lo stato francese quanto ha “buttato” in EDF per impedire gli aumenti? I primi 2.1 miliardi che fanno parte di un pacchetto di 2.5 miliardi. E In Italia a quanto ammonta l’aiuto di stato? 4,8 miliardi di euro di cui 1,8 sugli oneri di sistema per le famiglie, circa 400 milioni di interventi sull’Iva e 2,6-2,7 di intervento sul bonus sociale, col risultato che gli effetti non si sentono affatto. E questo è chiaro: mentre i prezzi del nucleare sono fissi, i nostri si sono impennati perché dipendiamo fortemente dal metano. Dopotutto basta vedere i risultati: gli aumenti di EnelX e Duferco parlano da soli, in Francia tali aumenti non ci sono. Edison è di EDF? Embè? Edison in questo momento sul proprio sito web ha Edison Web Luce con un costo di 0,18 €/kWh in monoraria. Quindi? Quanto paghi col “mercato tutelato”?

    • Articolo ineccepibile.

      La realtà davanti agli occhi di tutti è che nuovamente si pensa non al futuro prossimo, e neanche a domani, ma ad oggi pomeriggio per quanto riguarda le fabbriche.

      Incentivare auto che tra 10 anni saranno escluse dai centri storici ad esempio, e solo perché all’industria italiana ha fatto comodo non investire per niente negli ultimi 10 anni sul progresso tecnologico. Se l’elettrico puro per tutti è il futuro a medio termine, l’ibrido vero è il presente e basterebbe la volontà di non considerare ibride quelle prese in giro di mild Hybrid per costringere i produttori a cambiare strategia.

      Nel settore del riscaldamento sta succedendo la stessa cosa, le pompe di calore potrebbero essere usate nel 100% dei nuovi edifici e nelle ristrutturazioni, ma si incentivano ancora le caldaie a gas perché vengono prodotte soprattutto in Italia.

      Ricordiamoci che l’energia elettrica puoi produrtela parlmente da solo a casa, il gas lo comprerai sempre e comunque da qualcuno…

  22. una domanda però mi sorge spontanea
    rispetto alle idee di Giorgetti, che non condivido peraltro:
    quis olet?
    perché Giorgetti dice quel che dice?
    è veramente convinto di quel che dice
    è mal consigliato
    o cerca di accondiscendere determinati settori industriali? e in tal caso….quali?

    perché faccio veramente veramente fatica a pensare che abbia ragione, guardando le cose da un punto di vista tecnico e ingegneristico, e allora riesco solo a pensare a una mossa populista alla italica maniera piagnona
    ma è solo la mia idea, e per come vedo Giorgetti nemmeno son troppo convinto. oppure mi son fatto un’idea completamente sbagliata del personaggio.

    veramente: domande non retoriche
    leggo volentieri le risposte e le idee dei lettori

    • Secondo me Giorgetti crede veramente a quello che dice, il Governo non e mai stato molto amante delle auto elettriche, vedi anche le varie dichiarazioni di Cingolani, poi se a questo si aggiungono persone come Tavares che sostengono certe cose, poi ce anche una certa dose di Populismo, in molti odiano le auto elettriche e non vorrebbero averci niente a ce fare. Molti non si rendono conto di quello che sta succedendo, pensano che alla fine sarà un flop e tutto si sgonfierà.

    • Credo che Giorgetti sia solo la copia un poco più presentabile di Salvini.
      Ciò detto l’elettrico in Italia è in ritardo per vari motivi non tutti dovuti alle incompetenze politiche. Vogliamo parlare di Marchionne che non era un appassionato di elettriche? Oppure Benetton che non ha sviluppato né pannelli solari nelle aree di competenza delle autostrade né agevolato l’installazione di colonnine di ricarica?
      Come suol dirsi, il pesce puzza sempre dalla testa…

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