Dazi Ue, ecco perché non fermeranno l’invasione delle auto cinesi

mg4 autostrada

Come mai le aziende di auto cinesi hanno “festeggiato” in Borsa l’estensione dei dazi da parte della Ue? Perché in realtà vengono penalizzate relativamente, molto meno di quanto hanno fatto gli Stati Uniti

Dopo aver visto la reazione degli investitori, gli esperti hanno pochi dubbi: non saranno i dazi annunciati dall’Unione europea che danneggeranno le importazioni della auto cinesi. Lo si è capito da come si sono mossi i mercati.

All’indomani dell’annuncio da parte della Commissione di tariffe a tre livelli (17,4% per Byd, 20% per Geely fino al 38,1% per Saic), a seconda del grado di collaborazione dell’indagine per aiuti di Stato condotta da Bruxelles, i titoli delle case automobilistiche di Pechino invece di scendere sono schizzati verso l’alto.

Byd è stata la migliore con il 5,82%, Geely dell’1,69%, Li Auto dell’1,99%, Leapmotor del 2,66%. Negativi solo Xpeng (-1,53%) e Saic (-1,55%).

Al contrario, i titoli europei, soprattutto dei gruppi che producono o hanno una rete di vendita in Cina (da Volvo a Porsche, da Volkswagen a Renault) hanno accumulato perdite tra il 2 e il 6%. Gli investitori pensano che i dazi Ue non danneggeranno le vendite di auto cinesi

La BYD Ocean-M

Gli investitori pensano che i dazi Ue non danneggeranno le vendite di auto cinesi

Per quale motivo? Secondo gli analisti è molto chiaro: la mossa Ue è stata «modesta rispetto alle tariffe del 100% sull’import di e-car cinesi negli Stati Uniti, quadruplicate dal 25% di maggio», si legge nel report di Morningstar. Per gli analisti di Citi le tariffe aggiuntive dell’Ue non sono sufficienti per mettere in crisi il settore.

In sostanza, il vantaggio competitivo delle auto cinesi rimane tale da consentire prezzi ancora vantaggiosi rispetto ai pari modelli europei. Alle case cinesi conviene guadagnare meno ma continuare nella politica di penetrazione sul mercato dell’Unione europea, avviata con decisione verso la transizione elettrica.

Inoltre, al presidente Xi non conviene scatenare una nuova guerra commerciale contro l’Occidente. Uno scontro che anche Bruxelles ha fatto capire di voler evitare. E come? Perché contemporaneamente all’annuncio dei dazi, la Commissione ha inviato un messaggio a Pechino per discutere di come evitare che diventino i dazi diventino “effettivi”.

Prima che divengano operativi si dovrà attendere il mese di novembre. C’è tutto il tempo per trovare un accordo nel quale, per esempio, Pechino si impegni a porre fine alle sue politiche di dumping commerciale.

In un momento in cui il commercio mondiale è rallentato da due guerre e con il governo di Pechino è alle prese con una crisi immobiliare che ha bisogno ancora di tempo per essere riassorbita, non c’è bisogno di amplificare ulteriormente lo scontro economico con l’Occidente.

Wang Chuan-Fu, l’uomo che ha inventato BYD

Le aziende di Pechino possono aggirare i dazi costruendo fabbriche nei Paesi Ue

 

Ma i cinesi hanno anche altre strade per aggirare i dazi. Le tariffe aggiuntive si applicano alle auto di importazione, non a quelle che vengono prodotte in Europa. Non per nulla aumentano le aziende cinesi stanno cercando alleanze con partner europei (è il caso di Stellantis con Leapmotor) o pensano di aprire stabilimenti nei Paesi della Ue.

Ed è questo il motivo per cui i produttori europei hanno criticato la decisione di Bruxelles. A partire dall’Acea, l’associazione europea dei costruttori. Sulla stessa linea Carlos Tavares, ceo di Stellantis che all’Investor Day di Detroit ha detto che “non vogliamo stare sulla difensiva, dobbiamo andare all’attacco e cavalcare l’onda dell’offensiva cinese“.

Cosa vuole dire il manager portoghese con queste parole? La spiegazione si può trovare in alcuni report in cui si sottolinea come le case cinesi potrebbero decidere di aggredire prima del tempo i mercati delle economie emergenti. Soprattutto dove hanno già avviato rapporti commerciali in concorrenza con l’Occidente

Il risultato, come ha scritto in un lungo reportage il Financial Times, “porterà al dominio cinese nei più importanti mercati emergenti del mondo, tra cui il Sud-est asiatico, l’America Latina e il Medio Oriente, e nelle restanti economie occidentali che sono meno protezionistiche di Stati Uniti ed Europa“.

Visualizza commenti (53)
  1. Ma perché voi giornalisti scrivete “tariffe” anziché “dazi doganali”. E nn capisco neppure perché nei giornali anglofoni si parli di tariff e nn di duties

  2. ‘trovo inqualificabile (ancorché legittimo) il discorso dei 56mld a Musk.’
    ——-

    e perché Mario Milanesio ?

    Musk ogni anno ha avuto obiettivi ritenuti unanimemente impossibili come requisito per il suo obolo, li ha sempre raggiunti, la sua retribuzione base come si sa è zero, non è una retribuzione base diffusa tra coloro che ricoprono ruoli come il suo

    sarebbe bello in ogni azienda esistente che ogni amministratore venissi trattato allo stesso modo, se sei capace e arricchisci me proprietario io ti arricchisco, se sei incapace vai alla caritas

    tolto il ‘capitale sabotatore’ si è visto che tutti i peones tesla sono entusiasti di avere una guida così, se lei peones tesla avesse condiviso il ‘capitale sabotatore’ questo si sarebbe stato incomprensibile

    1. mario milanesio

      premesso che comprendo la logica che sta dietro a un importo del genere,
      la soddisfazione degli investitori in questo caso
      che riconduce alle più basilari leggi del capitalismo e del mercato libero,
      ti pongo questa domanda:
      un a cosa del genere fa il bene di Musk il quale hanreso contenti gli investitori
      ma…e tutti gli altri?
      certo, né Musk né gli investitori sono benefattori, non è il loro ruolo.
      però una scelta del genere nel medio termine distrugge il mercato stesso, distrugge tutto l’ambiente (in senso ampio: ecologia, società, risorse) in cui opera.

      te la metto così:
      c’è una torta da 3kg con 30 fette, ogni fetta è pari a 1hg;
      gli investitori sono contenti, sono entrati in possesso di 10 fette, ne danno 10 a Musk,
      tutti gli altri (operai, operatori, ecc ecc) prendono le restanti 10 fette.
      poi l’anno successivo gli investitori sono entrati in possesso di altre 2 fette (gli operai han fatto mutui su mutui), sono contenti, danno a Musk altre 2 fette togliendole da risorse interne (meno R&D, se sono italiani 🙂 ), quindi anche Musk arriva a 12 fette,
      ne restano 6 che vanno suddivise tra tutti gli altri.

      Musk non mangerà mai 10 fette né tanto meno 12. gli altri faranno la fame.
      come finisce?
      con una rivolta, prima o poi finisce con un collasso del sistema, gli esempi storici si sprecano, dalla Rivoluzione Francese a quella russa al collasso del comunismo alla Crisi dei Mutui Su prime, e via dicendo.
      il mercato si autoregola, trovando nuovi equilibri, ma sulla pelle di tanti “altri”.
      cose viste e lette tante volte.

      ora però siamo a una cifra di 56 miliardi: 3 volte una manovra finanziaria italiana, che è paese del G7. non più i 200 mln di Ronaldo, no, qui parliamo di importi 250 superiori.

      quanto può durare? sicuri che ci piaccia la conseguenza diretta di uno squilibrio simile? non basta il ricordo della Crisi dei Mutui, che è robetta peraltro al confronto?
      a me non piace per nulla:
      non voglio mangiare per 56 mld né 12 fette, non ho abbastanza pancia e abbastanza vita per godere di questi spropositi,
      ma ho abbastanza intelligenza per capire che quelle cifre causeranno sofferenza a tanti “altri”.

      sofferenza gratuita, a me non viene nulla da possedere 12 fette o 56 mld, non li posso godere, non ho abbastanza pancia e vita:
      sofferenza gratuita,
      ecco perché inqualificabile e anzi anche immorale.

      come vedi non sono contro il mercato libero, riconosco che funziona meglio di altri sistemi, ma dopo 250 anni da Adam Smith forse possiamo cominciare a pensare al passo successivo.

      1. Mario, sono sorpreso, ti credevo più vicino alla comprensione di Musk ma purtroppo vedo che sei lontano

        dunque

        né Musk né gli investitori sono benefattori, non è il loro ruolo.
        però una scelta del genere nel medio termine distrugge il mercato stesso, distrugge tutto l’ambiente (in senso ampio: ecologia, società, risorse) in cui opera.

        Musk è un benefattore RICONOSCIUTO dell’Umanità, quantomeno da coloro che hanno votato, altrimenti non avrebbe preso il 76% dei voti

        ‘Musk non mangerà mai 10 fette né tanto meno 12. gli altri faranno la fame.’

        veramente Msu mai ha mangiato una sola fetta, tutto quello che ha lo reinveste nelle sue aziende, molti suoi dipendenti che ancora trovi nelle linee produttive delle sue aziende sono in realtà MILIONARI grazie alle stock option incassate ma continuano ad impegnarsi allo spasimo non avendone la benché minima necessità perché anche loro sono in missione

        ‘non voglio mangiare per 56 mld né 12 fette, non ho abbastanza pancia e abbastanza vita per godere di questi spropositi,
        ma ho abbastanza intelligenza per capire che quelle cifre causeranno sofferenza a tanti “altri”.’

        non hai capito purtroppo, LUI quei 56 miliardi non li tocca minimamente per sguazzare lui e famiglia nel lusso più sfrenato, vanno tutti nella sua missione, lui non è bezos con il megayacht Koru da 125 metri che va a Capri con DUE suoi yacht a suo modo di pensare necessari per portare a zonzo il suo unico deretano, lui non è bill gates con la statuona di famiglia o berlusconi col mausoleo nelle loro tenute , lui NON HA UNA TENUTA, NESSUNO prova invidia per i 56 miliardi di Musk perché sanno tutti che saranno tutti fino all’ultimo centesimo utilizzati per il benessere ed il progresso dell’Umanità, tutti invece invidiano CR7 perché sanno che parecchi di quei soldi arricchiranno ulteriormente il suo ridicolissimo garage (comunque fa anche beneficenza)

        lui (a parte il jet che gli serve solo per velocizzare in sicurezza i suoi spostamenti) ha solo azioni , una azione oggi vale 100, domani 300, dopodomani zero, lui ha una ricchezza variabile quotidianamente …. nel suo caso come dice lui stesso le sue azioni varranno forse entro fine di questo decennio 50 volte il loro valore attuale, è senza dubbio una possibilità concreta, basta saperlo oggi e tutti possono arricchirsi, pure tu Mario

        https://twitter.com/farzyness/status/1801401720469123406

        🙂

        certo, le possibilità che le sue azioni faranno 50x sono le stesse che contemporaneamente crepi di conseguenza anche il capitalismo , tutto quello che fa Musk è assolutamente letale per il capitalismo

  3. Cose già viste; il secolo scorso c’era una super tassa sulle auto giapponesi, infatti la prima Nissan che comprai, veniva da uno stabilimento inglese.

    1. Infatti , se aprono fabbriche qui , sicuramente dovranno assumere in loco e altrettanto sicuramente pagheranno tasse e avranno regole ( contratti , rifiuti, pause , ecc ecc) che da loro non esistono
      Da qualunque parte la guardi il dumping sarà un po più complicato

  4. caprone manicheo

    Perché non mettiamo i dazi anche sulle DR del Sig. Di Risio che sono auto cinesi al 100% alle quali in italia vengono aggiunte solo le finiture??? (paraurti dettagli degli interni, forse fanali).

    Forse perché Salvini è andato in visita incensandole e benedicendole.
    Forse perché bruciano la cara benzina.

      1. Giova ricordare che a fine 2023 l’Antitrust ha aperto una istruttoria non ancora conclusa, sull’ipotesi che il concetto di “Made in Italy” usato da DR non sia corretto.

        1. L’antitrust potrà pure certificare ad indagine conclusa che Dr abusa del concetto di Italianità. Di certo fanno dei lavori sui semilavorati, come altre realtà italiane che ne hanno seguito l’esempio o che più semplicemente si fanno arrivare il prodotto finito.
          Ora ammettiamo che i prodotti non siano efficienti come quelli europei, ma sicuramente sono molto meno costosi. Tant’è che sempre più gente si rivolge a questi marchi o direttamente ai loro fornitori cinesi (MG per esempio).
          Per finire non dimentichiamoci che i dazi sono stati decisi solo per le auto elettriche importate dalla Cina e Dr ha attualmente un solo prodotto elettrico, la Dr.01 di cui non ho idea se è soggetto a dazi oppure ne è esente perché il semilavorato è finito in Molise.

  5. antonio gobbo

    Verdi nella commissione europea… e magari qualcuno crede che i partiti del PPE voteranno qualche riforma proposta dagli ambientalisti radicali? Per rischiare di fare poi la fine di Macron e Sholtz… Cerchiamo di essere realisti questo parlamento è orientato a destra e i verdi non sono certo visti di buon occhio.

    1. Antonio da quello che scrivi diciamo che i Verdi non sono visto di buon occhio da te e da chi la pensa come te.
      Io non ho votato i Verdi ma su molte delle idee che portano sul piatto io le trovo giuste come molti che hanno fatto come me.
      Quindi se il maniera democratica le loro idee saranno approvate io non ci trovo nulla di sbagliato.

    2. mario milanesio

      caro Antonio
      cerchiamo di essere realisti, perfetto:
      i Socialisti han posto un veto alla presenza della (estrema) destra nella maggioranza,
      e senza Socialisti non ci sono i numeri per arrivare alla maggioranza.
      e per rinforzare la maggioranza serve una quarta gamba che non abbia veto
      quindi restano i Verdi
      perché oltre ECR ci sono frange più estreme invise agli uni o agli altri.
      altre alchimie ad oggi non esistono.
      quindi il grande sommovimento preconizzato dalle tifoserie governative
      esisteva solo nella curva Sud dei desideri,
      come peraltro in parecchi abbiamo scritto qui a più riprese.

      poi tutto può essere e tutto può accadere,
      ma ad oggi questo è:
      la maggioranza possibile è quella di prima, né più né meno, un po’ più popolare e un po’ meno progressista, ma niente di più.

      quindi?
      quindi il Green Deal resta pari pari a prima, con le tappe di controllo previste.

      1. Forse la cosa che sta sfuggendo a tutti noi è che il gioco non si fa solo sulle maggioranze europee. Possono anche riproporre la stessa maggioranza con la Von der Leyen ma quello che conta sarà l’agenda politica. Non credo che dopo le elezioni EU potranno tornare le stesse identiche proposte. Questo per una semplice ragione. Saranno i governi nazionali a dover dare il via libera definitiva oppure proporre i veti con le varie formule e regolamenti. Con Italia, probabilmente Francia e Scholz che è un morto che cammina aggiungendo il blocco mittleeuropeo , Ungheria e se non ricorda male la Polonia (benchè ha un governo di sx) che non vede di buon occhio il ban, credo che sarà difficile se non impossibile ripetere sic et simpliciter l’agenda green uscente. Vediamo. Come ho sempre detto è la politica che decide e non la scienza (clima o non clima). La politica moderata . Lo stesso PPE è spaccato.

          1. Leonardo (R)

            Non potrei essere più d’accordo. Alla fine la scienza ha individuato già da tempo sia le criticità climatiche che quelle ambientali legate all’utilizzo scriteriato delle fonti fossili e una buona politica non dovrebbe andare contro la scienza, senza dei motivi più che validi e assumendosi le responsabilità di tutte le conseguenze.
            Per questo tutte le politiche antiscientifiche sono destinate a finire sul banco degli imputati presto o tardi e a fallire miseramente.
            Il problema alla fine sarà il computo dei danni che avranno fatto.

          2. Permettimi dr. Massimo ma un po’ è il mio campo e dico – Vero che la politica moderata deve sentire ‘anche ‘ la scienza ma la politica segue il consenso, il consenso è il carburante della democrazia e la democrazia è la cornice entro i quali operano i partiti. Una dei concetti fondamentali è che la democrazia si regge sul ceto medio. Se questo cede, viene meno la gamba principale del sistema. Non è la generazione ‘Erasmus’ o le enclave ZTL che difenderanno la democrazia. Hitler venne eletto con i voti della borghesia non solo con quelli degli operai disoccupati. Quella borghesia è poi divisa tra quella che si può chiamare “ceto medio riflessivo” che guarda (anzi guardava) alle forze progressiste moderate (csx) e quella borghesia (piccola / media) che guarda altrove, o si astiene. Su questo sito ho notato che spesso ci si riferisce a quest’ultima come ignorante e incapace di “votare”, con sommo disprezzo delle regole democratiche. Ebbene questo ceto medio è stato decimato ed impoverito negli ultimi decenni e non si può negare che il green deal colpisce ancora di più le sue tasche, le sue abitudini e la sua stessa vita sociale. Non è che opponendo la scientifica certezza della fine del mondo ad un padre di famiglia che non arriva a fine mese che lo si convincerà a comprare una BEV. Quel padre di famiglia voterà quei partiti che lo difendono. Penserà – ‘se devo scegliere tra morire lentamente adesso o scommettere sulla fine mondo fra 30 anni’, beh scelgo la seconda. Poi vorrei far presente una cosa. Dopo la Meloni, la Le Pen, e il bistrattato (a volte giustamente dico io) Salvini, non c’è il sole del socialismo europeo ma l’AFD tedesca e i ‘veri’ nazisti. Rendetevi conto (e a Bruxelles lo sanno) che il gruppo ECR del parlamento europeo è un argine contro le vere destre estreme. Caduta nell’irrilevanza l’ECR si apre una diga verso l’ignoto. Solo inglobando quelle forze moderate di destra si può sperare in una (si, ammetto, lenta) ma ‘certa’ e pacifica transizione verso un mondo più sostenibile. Riporto nuovamente un articolo (credo di Milano Finanza non certo di ‘Libero’) dove si diceva che il ban ha danneggiato più che favorito le BEV.

          3. Leonardo (R)

            Mmmmmh… non sono uno storico ma mi pare che tutte le volte che la cosiddetta borghesia ha strizzato l’occhio a destra alla fine sia stata quella che se l’è presa sonoramente in quel posto.

          4. Trovo che lei dia per scontate un po’ troppe cose. Per esempio, quando scrive che il Green Deal “colpisce ancora di più le sue tasche, le sue abitudini e la sua stessa vita sociale”, sembra anche lei vittima di un luogo comune. Avendo io qualche competenza in economia potrei dirle che è vero esattamente il contrario. In secondo luogo trovo molto forzato attribuire alle sole politiche ambientali lo spostamento a destra dell’asse politico europeo. Dove mettiamo l’immigrazione, la guerra, l’inflazione, il rallentamento economico, le paure legate alla fine dell’egemonia dell’Occidente?
            Terzo: non sarei troppo sicuro che Meloni e Le Pen siano “l’argine alla destra antidemocratica” e non al contrario la testa di ponte.
            La invito infine a risparmiarsi frasi infelici nei nostri confronti come “sommo disprezzo per le regole democratiche”. Quando tutto il mondo si interroga sul futuro delle democrazie minacciate dall’informazione on line fai da te (pesantemente manipolabile e già manipolata anche grazie all’intelligenza artificiale) ritenere che l’opinione pubblica sia mal informata sui temi ambientali ci pare più che legittimo. Basta vedere con quanta leggerezza ne parla lei.

          5. mario milanesio

            @Franky
            che l’ECR sia l’argine ai nazistellindi AFD è una sua opinione più che legittima
            che non condivido,
            abbiamo opinioni diverse.

            che ECR sia un argine ai disastri climatici incombenti e soprattutto alla catastrofe futura
            beh, questo direi proprio di no:
            un gruppo parlamentare che nega il cambiamento climatico, o che nega i suoi effetti, o che nega la potenzialità di darsi una mossa in fretta
            non è definibile come argine al cambiamento climatico:
            semmai
            sarà un gruppo parlamentare che si prenderà la responsabilità storica delle sue scelte anti-scientifiche.

            e poi: che la democrazia sia basata sul sano consenso delle masse è una questione dibattuta dai tempi di Platone e giunta attraverso i secoli fino a Bannon, che le masse siano influenzabili agevolmente lo sapeva Catilina con panem et circenses, lo sapeva Masaniello, lo sanno perfettamente i think tank di ogni colore politico, e lo sanno benissimo i think tank di Big Oil. da decenni.
            quindi l’equazione consenso=democrazia=scelte giuste per il bene comune
            non sta in piedi:
            penso sia il sistema “meno peggio”
            ma non certo una condizione sufficiente per orientare le scelte di 700 milioni di europei.

            sarebbe come dire che una famiglia funziona se i bambini non frignano, e per non farli frignare gli si compra la qualunque: che molte famiglie funzionino così è un dato di fatto, che sia disfunzionali lo si vede dai risultati.

          6. @Frankly
            però hai mischiato analisi con ideologia, per me fasulla

            ad esempio che le BEV impoveriscano il padre di famiglia e le sua abitudini è un non-senso che viene ripetuto a macchinetta, chi vuole può continuare a prendere il pandino termico o la Polo, o l’auto usata, a seconda dei casi

            i rialzi di costi generalizzati avuti in questi anni, causati dall’inflazione oppure da speculazione, con impoverimento del potere di aquisto dei salari, sono effetto delle varie crisi che abbiamo avuto recentemente (covid, crisi logistica, crisi energetica, guerra russa)

            la transizione energetica in alcuni paesi sta persino abbassando i costi dell’energia e giovando all’economia, questo perchè proprio per non avere costi economici la stiamo effettuando a ritmo più lento del ritmo richiesto per minimizzare i danni ambientali, dando la precedenza invece all’economia (mentre sarebbe un sovracosto se agissimo in tempi più stretti, comprando tecnologia quanso non è ancora scesa di costo)

            per cui non è lei il problema che ha la popolazione in alcuni stati, anche se è uno dei pretesti/nemici simbolici che usano le destre sovraniste ed estreme per fare polarizzazione e demagogia (non le destre liberali, e forse nemmeno le deste moderate, che preferiscono la stabilità in economia, più che il singolo provvedimento fato cosi o cosa)

            per me il “problema” è invece il momento storico, purtroppo va così; dopo le sopra citate crisi, il clima di incertezza e paura ha permesso speculazioni economiche (sempre stato cosi), di avventure politiche, e il fiorire di scontento, raccolto in voto di protesta e purtroppo anche demagogico;

            non aiuta anche il vento di guerra che petrolieri e russia continuano a soffiare in senso figurato anche in europa,
            social media e guerra ibrida compresa (aggressioni a politici, atti vandalici, disinformazione, finanziamento a campagne elettorali, etc)

          7. mario milanesio

            @Franky
            che la piccola e media borghesia sia stata impoverita da decenni
            lo dicono i numeri, quelli dell’ISTAT per dire degli ultimi pubblicati.
            che quella borghesia votasse e voti chi propone un modello economico che fa della ineffabilità del mercato e del capitalismo la guida della propria azione politica
            beh, anche questo è un dato di fatto, basta leggere i programmi elettorali degli ultimi 30 anni, e mica solo in Italia,
            e ultimi in ordine di tempo gli argentini.
            passando da quel che lamentavano i manifestanti al G8 di Genova tanti anni fa, dipinti come sovversivi, per sentirci dire oggi d aquegli stessi giudici le medesime cose: ieri Barisoni a Radio24 disquisiva sulla necessità di politiche non recessive e non rigoriste, la sua stessa testata giornalistica titolava qualche anno fa “Fate presto” indirizzato al neo-premier Monti.

            ora: la piccola borghesia quindi vota a suo vantaggio?
            spesso no, e le ho portato le prove.
            vota legittimamente? certamente.
            si lamenta poi a ragione? proprio no

          8. mario milanesio

            @Franky
            “…Non è che opponendo la scientifica certezza della fine del mondo ad un padre di famiglia che non arriva a fine mese che lo si convincerà a comprare una BEV…”

            guarda, concordo in pieno!
            per cui

            o decidiamo di lasciare tutto così, e chi non arriva a fine mese continua a non arrivare a fine mese,
            e tutti insieme andiamo a ramengo per i disastri climatici

            oppure cambiamo modello,
            e intanto cominciamo a mettere in atto un po’ di sana redistribuzione:
            trovo indecente (ancorché legittimo) che Ronaldo guadagni 200mln l’anno grazie a Big Oil,
            trovo inqualificabile (ancorché legittimo) il discorso dei 56mld a Musk.

            non si tratta di rendere illegittimo tutto ciò, non voglio uno Stato etico,
            si tratta di guardarci in faccia e dirci che adesso anche basta, e agire di conseguenza, quando si vota, quando si guida, quando si mangia, ciascuno per il suo.

          9. Gentile dottore, su questo sito si parla di ambiente e green deal. Non ho parlato appositamente degli altri temi a cui lei ha accennato per restare in tema. Ovviamente essi hanno contribuito ( devo dire in maniera preponderante) rispetto alle politiche ambientali nel spostare il consenso della classe media.
            Sull’economia non mi esprimo e confido nella sua analisi esperta e diciamo più ottimista. Ma mi creda non è quello che percepisce il cittadino.
            Sul ‘sommo disprezzo’ (riferito al sistema di voto una testa un voto e NON alle persone del sito) onestamente mi sarei aspettato che la redazione intervenisse sui continui accenni a cittadini “ignoranti e bifolchi” sparsi nei vari commenti.
            Ma se crede che questa sia il mezzo, la via e il sistema per onorare la sua causa glielo dico in inglese “be my guest”. vedremo alla fine i risultati. E chi scrive non è un negazionsita, nè un sprovveduto ignaro dei problemi ambientali. Le dico, e chiudo, che se vuole raggiungere gli obiettivi previsti la strada passa per il ceto medio moderato (come me).

          10. La redazione non ha mai scritto parole come “ignoranti e bifolchi”. I commentatori-lettori rispondono di quello che scrivono e non li censuriamo fino a quando gli insulti non si rivolgono a una precisa persona. Guardi comunque che gli anti ambientalisti non usano toni più civili. Ha mai sentito la parola Gretini? Io sì, addirittura pronunciata da conduttori di trasmissioni televisive su reti nazionali. C’è un imbarbarimento generale, un negazionismo diffuso che la destra cavalca e incoraggia. Non capisco come il ceto medio moderato possa condividerlo, o quanto meno tollerarlo.

          11. Aggiungo, se non si fosse accorto (che mi sembra sia il caso) che io sono il suo alleato riflessivo non il suo nemico acerrimo.

          12. Comunque, non mi sento meno riflessivo di lei. Semplicemente, so che l’umanità ha meno di cinque anni di tempo per invertire una tendenza che diversamente la porterà alla rovina entro fine secolo. Avrebbe ancora l’opportunità di salvarsi senza rinunciare a nulla del suo benessere, ma ancora si ostina a “dont look up”.

          13. La politica moderata è quella che da retta alla scienza se è solo se in contemporanea non distrugge l’economia e se mantiene coesione sociale e soprattutto il consenso per chi governa
            Molte volte su questo sito si è usata la frase “siamo furbi solo in Italia visto che gli europei fanno altro”
            Riutilizzandola a livello planetario si potrebbe tradurre così.
            “Siamo furbi solo noi europei che il resto del mondo si è guardato bene dal mettere date ?
            Ultima considerazione già detta
            La penetrazione ad oggi sull’intero parco circolante europeo delle bev non arriva al 2 x 100
            Fatevi la domanda e datevi la risposta se può essere credibile quella data agli occhi delle persone normali

          14. Democrazia, diritti civili, 80 anni di convivenza pacifica, libera circolazione di beni e persone, moneta unica, pieno rispetto del protocollo di Kyoto sull’ambiente. Devo continuare? Noi europei non siamo solo il Green Deal, che pure attua un impegno sottoscritto da 197 paesi dell’Onu fin dall’Accordo di Parigi. Siamo la culla della civiltà occidentale. A lei fa schifo?

          15. Leonardo (R)

            Ma cosa c’entra il parco circolante di oggi con la data (tra ben dieci anni) in cui non si dovrebbero più vendere auto che emettono CO2?

          16. Guardi che di culle della civiltà sono lastricati i libri di storia
            2/3di paesi del mondo o ci odiano o ci sopportano malapena a noi occidentali culla di civiltà
            Ci siamo sempre preoccupati dei nostri interessi e non abbiamo guardato molto cosa i nostri interessi hanno causato al resto del mondo
            Mi faccia un favore , prima di parlare di culle di civiltà passi qualche tempo ( anni )nei paesi da ” civilizzare”

        1. mario milanesio

          @Franky
          quindi fammi capire:
          tu ritieni veramente che
          A. il Green Deal sia una mossa ideologica di 400 parlamentari di parti e partiti diversi di nazioni diverse che si sono accordati per correre dietro a baggianate ambientaliste
          B. oltre ai 400 parlamentari si sono accordati anche 27 membri della commissione europea, anche questi di partiti diversi, origini diverse, nazionalità diverse e sensibilità diverse, ma tutti ben inquadrati in un fantomatico piano ideologico green
          C. infine oltre ai 400 e ai 27 ci sono anche i rappresentanti dei governi degli stati membri, ancora di più diversi tra di loro ma militarmente inquadrati in un piano green di distruzione dell’economia europea

          e tutti questi signori e signore di sensibilità, estrazione culturale e politica diversa
          si sono tutti accordati, in momenti e tempi diversi secondo le regole delle istituzioni europee
          per mettere in piedi il Green Deal,
          accettando che sia basato sul nulla scientifico.

          ora, per me puoi credere quel che vuoi,
          ma che al 15 giugno a Monaco le giornaliste abbiano il piumino a Monaco di Baviera (visto poco fa al tg, europei di calcio), che ci siano alluvioni d aun paio di settimane dalla Romania al Belgio, che piova nel nord Italia da Pasqua, che i numeri ESPONENZIALI dei dati climatici siano tanto impressionanti quanto spaventoso
          a me fa pensare
          che il Green Deal sia figlio di visioni politiche di persone serie che ascoltano le diagnosi e non gli umori al bar.

          cosa accadrà lo sa solo il Padreterno,
          ma immaginare che di punto in bianco il Green Deal venga accantonato, con i 3 passaggi istituzionali di cui sopra, costruendo una maggioranza solida che smentisca la maggioranza precedente pur rimanendo la medesima maggioranza

          beh… mi sembra una visione oltremodo provinciale degna dei populismi da bar dello sport e da urlatori delle riunioni di condominio.

          se sarò smentito
          riconoscerò di essere smentito:
          2 anni fa un altro utente prendeva ricariche a 1 euro a kWh, esprimevo grande scetticismo al riguardo, mi sono sbagliato quindi, è accaduto con un anno e mezzo di ritardo….ma solo qui da noi in Italia.
          e l’Italia non è l’Europa, l’Italia ne fa parte e basta.
          e la Brexit ha insegnato come va a finire a buttarsi in avventure nazionalistiche senza cultura né visione storica.

  6. Il contenuto dell’articola dimostra che …. hanno fatto benissimo a mettere dei dazi e semmai dovevano metterli ancora più pesanti …
    “Per gli analisti di Citi le tariffe aggiuntive dell’Ue non sono sufficienti per mettere in crisi il settore.
    In sostanza, il vantaggio competitivo delle auto cinesi rimane tale da consentire prezzi ancora vantaggiosi rispetto ai pari modelli europei”
    Quindi se rimane ancora il gap competitivo ora con i dazi, immaginiamo cosa sarebbe stato senza …
    La cosa provocherà l’invasione di aziende cinesi in europa? Beh, meglio qui che importarle da loro no?
    Non riesco proprio a capire questa generalizzata avversione verso i dazi, nel momento in cui questi sono sacrosanti, ovvero cercano di ridurre una evidente distorsione del mercato (concorrenza sleale), dovuta a condizioni di estremo favore di una parte (dai non è solo vantaggio tecnologico, è che non ci sono sindacati, non ci sono normative ambientali, di sicurezza… etc etc).
    E’ talmente evidente che pur di andare contro i dazi, si sostiene che questi andranno addirittura a peggiorare la situazione, cioè i cinesi ci invaderanno ancor di più. Quindi gli americani e la commissione europea, sono tutti dei pazzi incompetenti?
    Dai io ci son passato nel settore della calzatura, bazzico quel settore. Quindici anni fa c’erano le stesse discussioni che si fanno ora per l’auto, hanno lasciato andare il mercato senza regole, con gli stessi motivi che affermano oggi i “no dazi”. Risultato: oggi il 90% della produzione italiana di calzature è stata annientata, si fa quasi tutto in cina. Perchè dobbiamo ripetere gli stessi errori con gli altri settori?

    1. Ti sei fatto anche un’idea del perchè l’Italiano fa fatica ad acquistare prodotti europei di migliore qualità?

      1. Perchè produrre senza dover rispettare le regole europee su diritti dei lavoratori, salari, impatto sull’ambiente e rispetto della proprietà industriale fa risparmiare un SACCO di soldi, e molti di noi pensano di essere furbi ad approfittarne. Salvo magari scoprire di non avere piu i propri clienti, che sono ‘furbi’ anche loro. La reciprocità, questa sconosciuta..

        1. Guido Baccarini

          Questo ERA sicuramente vero e lo è ancora, ma parzialmente.
          Tesla produce Model Y a Berlino con l’operaio tedesco che da CCNLL tedesco prende 2.400€ e ha la fabbrica continuamente sotto al mirino dei verdi (che in Germania al momento della costruzione erano aguerritissimi) e gli costa come produrre la Model 3 a Shanghai, come ce lo spieghiamo?
          Smettiamo di continuare a raccontarci la favoletta che in Cina sono brutti cattivi e sporchi: non è più completamente vero. Rimane una dittatura, ma non è più vero che inquinano come dei pazzi. Se hanno abbracciato l’elettrico (da ben prima di noi) è perchè i costi sanitari (che sono pagati dallo Stato) erano diventati insostenibili per le malattie respiratorie e oncologiche. E perchè volevano affrancarsi dai combustibili fossili.
          I salari a Shanghai non sono dissimili da quelli Europei. E lo dico con cognizione di causa, nella precedente esperienza lavorativa (terminata 5 anni fa, oggi è ulteriormente migliorato) avevamo una branch proprio lì e gli stipendi erano ESATTAMENTE quelli italiani, compresi gli stipendi di chi lavorava nei negozi come addetti alla vendita e non come impiegati bilingue, dove la cosa avrebbe un senso.
          La Cina ha due facce: quella contadina e quella urbana e industriale. La seconda non ha niente da invidiare (a parte i diritti umani…) all’Europa. La prima è ancora molto arretrata, ma qui si parla della seconda.

          1. paperogiallo

            Scusa Guido, per curiosità, Foxconn a Shenzhen, con le reti anti-suicidi installate, la classifichi “urbana e industriale” o “rurale”? 😉

          2. Guido Baccarini

            Come i laboratori Dior lombardi il mese scorso.
            Foxconn ha avuto il problema dei suicidi nel 2010, 400.000 dipendenti a Shenzhen e 30 operai che hanno tentato o sono riusciti (11 morti).
            Cosa possiamo dire di come stanno oggi? Meglio o peggio dei lavoratori Dior, nella operosissima e industrializzata Lombardia?
            Apple non ha nessuna responsabilità morale in tutto ciò? Quanti americani sarebbero stati disposti a pagare ogni iPhone 50$ in più (su 1000!) per avere un telefono made in USA?
            E invece…

          3. paperogiallo

            Guido, quelli che tu chiami “laboratori Dior in Lombardia” erano “opifici gestiti da cinesi in Lombardia”. Per fare dumping sulla pelle di poveri cristi non serve andare in Cina, basta applicare “regole cinesi” ovunque tu sia. La non banale differenza è che, una volta scoperto, l’opificio cinese in Lombardia viene smantellato (almeno fino alla prossima riapertura); in Cina no.

  7. Da aggiungere che quasi tutti i grossi nomi orientali hanno o stanno allestendo fabbriche in paesi vicini, da cui poter esportare già adesso con condizioni invariate.

    Riflessione a parte: sicuramente hanno investito tanto, con supporto governativo in ricerca, per ottenere un vantaggio competitivo. La domanda è in cosa abbiamo investito noi, in quale ricerca abbiamo messo soldi, quale visione abbiamo del futuro?

    1. paperogiallo

      Beh, abbiamo una lunga storia di multe pagate all’UE per difendere la posizione di rendita del decennio: le quote latte, i tassisti, i balneari … vuoi mettere?! questa è innovazione!

  8. questa in corso è una transizione epocale mai vista prima nella storia, c’è chi ancora ragiona (si fa per dire) medievalmente , nullità assolute che saranno spazzate dalla storia

  9. Leonardo (R)

    Questa volta non posso che essere d’accordo con Tavares, commercialmente parlando giocando sulla difensiva non si vince nessuna partita.
    Peccato che anche lui abbia spesso fatto dichiarazioni da uno che giocava in difesa.

  10. Forza, adesso che ci sono tutti gli elementi (commissione europea confermata con forse l’ingresso dei verdi, Dazi al minimo che probabilmente verranno ridotti, prezzo litio ai minimi, ecc) iniziamo ad abbassare i prezzi di queste benedette auto elettriche.

    1. Il problema che i primi a NON credere alle auto elettriche sono i costruttori europei, soprattutto quelli delle famose “utilitarie”, ciò Stellantis (con i suoi molti marchi di auto “popolari”), Renault (che pure fu un pioniere con la Zoe!) e Volkswagen.
      Basta guardare ai modelli disponibili e ai prezzi comparati agli equivalenti modelli termici per vedere quanto poco interesse essi davvero dimostrano: powertrains obsoleti di 6-7 anni fa che vengono riutilizzati allo sfinimento (Stellantis), auto riproposte praticamente negli anni sempre identiche (a parte qualche ritocco stilistico ogni tanto) senza mai alcuna riduzione di prezzo (al contrario di Tesla), prezzi sempre molto più elevati rispetto agli equivalenti modelli termici nonostante il frequente altissimo tasso di riutilizzo degli stessi componenti, ecc.
      Si tratta proprio di un’incapacità di cogliere i mutamenti del mondo circostante e di adattarvisi. Ed è una regola di natura che chi non è capace di adattarsi è destinato a soccombere. E non sarà un bello spettacolo.

      1. Leonardo (R)

        Non lavoro in ambito automotive ma conosco e frequento molti che ci lavorano. Posso dire che qua in Italia sicuramente il clima è molto tetro. E non è solamente la paura che le cose vadano ancora peggio e si perdano ancora quei pochi posti di lavoro rimasti.
        Il clima secondo me è tetro perché manca una missione e una visione, che sono le due cose che, insieme alla passione, ti fanno superare le difficoltà e fare sempre meglio.
        Ora dico la Cinquecento stava anche facendo numeri discreti, ma è possibile che non ci sia stato quello sforzo per andare a valutare dove sono i costi da abbattere e come fare a farlo?
        Tesla ai suoi tempi l’ha fatto e ha deciso di prodursi i pacchi batterie in casa, mentre in Europa si gioca a nascondino e non si capisce dove si vuole andare a parare.
        Nel frattempo ci si crogiola sulle vendite di termiche e mild hybrid, andando avanti con lo stesso spirito della Cinquecento, ovvero aspettando che le vendite inizino a crollare, quando la concorrenza ricomincerà il suo cammino nell’erosione delle quote delle termiche con le nuove proposte elettriche.

  11. Guido Baccarini

    Non so se sia stato per capacità o semplice scommessa vinta, qualcuno ci ha creduto, altri no, qualcuno perderà tutto, qualcuno solo il primato, sicuramente chi più di tutti ci rimetterà sono gli italiani, insignificante pedina di un gioco più grande di pessimi giocatori che fanno strategia con 2 mosse di profondità.
    La EX30 si prepara ad essere la più venduta in Europa, se riusciranno a reggere i volumi di richiesta, in barba ai dazi.
    Aspettiamo stabilimento Tesla in Indonesia o India o Messico o Turchia, in fondo basta evitare la Cina e dato che l’auto più venduta al mondo del 2023 è stata largamente prodotta in Germania che non è lo stato col costo della vita da economia emergente, significa che si può fare, eccome se si può fare!

    1. paperogiallo

      Ma infatti Guido credo che il discorso dei dazi sia proprio questo, rendere fabbriche come quella belga di Geely lo standard e non l’eccezione che in attimo va fuori mercato. L’ha dimostrato Musk, i margini sono tali che sforbiciare è un attimo, ma se questo vale per produzioni “del primo mondo”, prova un attimo a immaginare quanto possa essere vero per quelle cinesi…

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