La Commissione europea ha confermato i dazi sulle importazioni di auto elettriche cinesi, che arriveranno fino al 37,6%. Ne esce sconfitta la Germania che fino all’ultimo ha tentato di ridurne l’impatto. Durissimo comunicato Volkswagen: “Gli effetti negativi superiori ai possibili benefici.”
Più che Pechino, ne esce sconfitta Berlino. La Commissione europea ha confermato i nuovi dazi sulle importazioni che colpiranno le auto elettriche importate dalla Cina. Allo stesso modo, Bruxelles ha confermato anche le cifre, limate al ribasso di qualche decimale, contro cui il governo tedesco si è opposto fino all’ultimo.
Quanto valgano le nuove aliquote? Variano a seconda del grado di collaborazione che le case automobilistiche cinesi hanno dato alle autorità della Ue. Per fare esempi concreti i modelli di Byd verranno colpiti nella misura del 17.4%; Geely nella misura del 19.9%; Saic nella misura del 37.6%. Si aggiungono ovviamente ai dazi già in vigore, pari al 10%.
Volkswagen: “Gli effetti negativi della decisione sui dazi superano i possibili benefici”
Numeri che non dovrebbero mettere più di tanto in crisi le case asiatiche, come dimostra il fatto che da quando la Ue ha annunciato per la prima volta le nuove misure, a metà giugno, le società quotate in Borsa non ne hanno risentito. Numeri, d’altra parte, che consentono di tenere la porta aperta a nuove trattative. Tenendo conto che i dazi sono in vigore da subito ma ci sono ancora quattro mesi per completare le procedure.
Non ne sono così convinti a Berlino. Il governo teme le possibili ritorsioni di Pechino sulle importazioni di auto europee, considerando che la Germania può vantare i numeri più alti nelle vendite in tutta l’Asia.
Al momento, la Germania non ha preso bene la conferma dei dazi sulle auto elettriche cinesi. La prima risposta arriva direttamente dal numero uno delle case automobilistiche tedesco. Il gruppo Volkswagen, in un comunicato, non le manda a dire: “Gli effetti negativi di questa decisione superano i possibili benefici per l’industria automobilistica europea e in particolare per la Germania“.

La Commissione Ue: “I dazi non sono un obiettivo in sé, sono un mezzo per correggere una situazione ingiusta”
Ma tutto fa pensare che la situazione sia tutt’altro che chiusa. E aperta a ulteriori trattative. Come ha fatto capire il portavoce della Commissione Ue: “I dazi non sono un obiettivo in sé, sono un mezzo per correggere una situazione ingiusta, vogliamo arrivare ad una soluzione: vogliamo il dialogo con le nostre controparti cinesi e questo dialogo sta avendo luogo“.
In sostanza, la Commissione sta usando l’introduzione dei dazi per costringere Pechino a concludere il suo ciclo di aiuti di Stato alle sue case automobilistiche. Secondo Bruxelles questa è la via per invadere i mercati occidentali potendo permettersi prezzi super concorrenziali.
Lo ha detto il portavoce della Commissione Europea a proposito dei dazi provvisori sui veicoli elettrici. “Dalla Cina vengono segnali positivi, abbiamo bisogno di una soluzione che corregga il vantaggio non equo dei produttori cinesi“.
Il fatto che i dazi siano uno strumento per trattare (il mezzo e non il fine) lo conferma anche la prima reazione arrivata da Pechino. La Cina si augura che l’Ue “lavorerà
nella stessa direzione e mostrerà sincerità nel portare avanti la consultazione sull’indagine anti sovvenzioni“.
Nella presa di posizione ufficiale, affidata al portavoce del ministero del Commercio, si sottolinea come “la consultazione dovrebbe basarsi su fatti e regole e dovrebbe portare a una soluzione accettabile per entrambe le parti il prima possibile“.
La conclusione fa capire che il finale della vicenda potrebbe ancora essere aperto: “Finora, la Cina e l’Ue hanno tenuto numerosi cicli di consultazioni a livello tecnico. C’è ancora una finestra di quattro mesi prima che venga presa una decisione definitiva“.
L’annuncio dei nuovi dazi sulle auto elettriche cinesi segna un punto di svolta per il mercato europeo, con impatti che saranno pienamente comprensibili solo a lungo termine. Una decisione che, ovviamente, influenzerà notevolmente sia consumatori che produttori europei.
……
L’auto pubblicità è concessa una volta sola.
Ma dove sono questi prezzi super concorrenziali?
Attualmente in Italia ci sono 4 modelli in croce che costano meno delle controparti europee ma non con tutta questa differenza di prezzo. E se c è differenza di prezzo, c’è anche di qualità.
Voglio vedere chi acquisterebbe una mg4 a 40k in stile id3.
Che poi non credo che la vw (o Germania) sia preoccupata dell’eventuale mancato export in cina, visto che è una quota trascurabile. Il vero problema di vw è che vorrebbe vendere le SUE auto prodotte in Cina in Europa. Saig guardacaso partner vw é quello più colpito..
La preoccupazione di VW non è vendere in Europa le sue auto elettriche fatte in Cina, bensì è più preoccupata che la Cina possa applicare a sua volta ulteriori dazi alle vetture VW (sia BEV ma soprattutto ICE) vendute in Cina.
VW vende in Cina auto prodotte in JV cinesi a maggioranza cinese, il numero di VW esportate dalla Germania verso la Cina è trascurabile.
Bene,bene anzi benissimo !!!
Finalmente l’ Europa ha risolto i suoi problemi !!!
Ci volevano le elezioni europee ed un cambio di guardia per ” segare ” le ali al Dragone !!!
Indecenti e’ il termine piu’ educato che riesco ad esprimere in questo momento.
Per anni si e’ lasciato che si delocalizzasse in maniera selvaggia, con conseguente perdita di posti di lavoro e adesso si corre ai ripari con queste manovre solo all’ apparenza corrette.
Credo che se la Cina volesse farci male economicamente non ci metterebbe nulla a farlo, bisogna sperare che loro siano ” clementi ” con noi europei altrimenti……..
Invece di incentivare il lavoro sull’ elettrico in tutta Europa, abbassando il costo del lavoro ove possibile per essere piu’ concorrenziali, ecco il risultato.
Grande ursula ( scritto in minuscolo apposta ) ed ai suoi commensali.
D’ altronde basta vedere chi e’ il marito per capire quali giochi di potere ci sono dietro questa ” stupenda ” Europa !!
Rimane da capire dove andranno a finire i soldi che il cliente finale paghera’ in piu’ nell’ eventuale acquisto di auto ” daziate “.
P.s. Quanti aiuti di stato hanno ricevuto le case automobilistiche italiane in tutti questi decenni ? Ah no, si chiamano ” ammortizzatori sociali “, come quelli per Mirafiori che partono adesso.
Favoloso. L’unico messaggio che passa veramente è: molto presto sarete obbligati a comprare solo auto elettriche e dovrete pagarle carissime.
La cupio dissolvi della commissione uscente (e per altri versi di coloro che si pongono In opposizione alla stessa) credo che abbia pochissimi pari nella storia politica del mondo intero.
Se non fosse che la cosa in un modo o nell’altro ci tocca tutti quanti, sarebbe da mettersi comodi sul divano coi pop corn per vedere come va a finire
..non è un po’ “biased” considerare “molto presto” 9 anni?
e immaginare i prezzi attuali nel futuro, mentre stanno scendendo, nonostante la mossa dei dazi rallenti un poco la cosa?
A livello di comunicazione e di conseguenza di percezione dell’evento è il messaggio che passa oggi stesso.
Capisco che forse non sia la sua materia, e mi creda davvero lungi da me e fargliene una colpa, ma così è.
a “livello di comunicazione” è efficace darsi ragione da soli?
😉
Guardi quello che sta succedendo intorno proprio in questi giorni, guardi alla media delle risposte di chi in maniera acritica si pone contro alla mobilità elettrica, se poi avrà voglia ripensi a quello che ho sempre detto e magari anche messo nero su bianco con tanto di firma… e a quel punto vedrà che la ragione me la darà lei se è onesto come credo.
a parte le battute 🙂
personalmente mi sembra che tale messaggio sia nelle teste di una parte del pubblico, già “biased” sul tema del ban, e lo “vede” un pò dappertutto, e lo rimarca sperando che venga modificato
in altri del “pubblico” la notizia magari ha altri effetti
>> a me ha fatto pensare:
“quanto costerà MG4 a Settembre? riescono ad assorbire la differenza? o ad accordarsi per ridurre prima i dazi?”
” Hyundai Inster e Skoda B-suv non li possono tassare”
>> ad altri immagino battute liberatorie sulle indecisioni europe attribuendole alla singola persona “Ursula”, perchè va di moda dopo il massiccio investimento in comunicazione fatto in tal senso dai sovranisti
>> qualcuno più benevolo avrà invece pensato che sia stato giusto provare a proteggere l’industria europea
( a prescindere che i dazi siano efficaci in questo, e a prescindere se le industrie automotive se lo meritino, ma il pensiero sarà andato ai lavoratori, anche se potrebbe essere un ragionamento ingannevole)
etc. etc
Bene. Spero che la Cina aumenti i dazi di importazione dall’Europa e aumenti i prezzi dell’esportazione dei beni primari verso di noi.
Avanti così. A poco a poco sarà chiaro che non è mettendo la testa sotto la sabbia (dazi) che si risolvono i problemi.
D AZZI NOSTRI …alla fine li pagheremo tutti…
Sono d’accordo, infatti mi auguro che gli stipendi ed i salari in Europa vengano drasticamente abbassati per mantenere la competitività e che ferie e permessi vengano tagliati. Del 90%.
Mi piacerebbe sapere quanti soldi gli stati europei hanno dato e ancora danno all’industria auto. Che poi se passano questi dazi, i soldi acquisiti a chi vanno, ancora ai nostri fabbricanti di auto? Per ringraziarli per aver dormito sugli allori per dieci anni.
Per una volta sono d’accordo con i costruttori tedeschi.