Via libera ai dazi sulle importazioni di auto dalla Cina. I Paesi membri della Ue non hanno raggiunto la maggioranza qualificata per fermare la decisione presa dalla Commissione Ue. Dieci i Paesi, tra cui Italia e Francia, a votare a favore dei dazi aggiuntivi. Cinque invece i Paesi contrari, guidati dalla Germania. Dodici gli astenuti, tra cui la Spagna.
Sulla carta potrebbe sembrare una spaccatura profonda, la rappresentazione di una Europa profondamente divisa su un tema quanto mai prioritario: il futuro della mobilità verso la transizione elettrica. In definitiva, un’Europa che non ha una linea unitaria sulla sua politica industriale, visto che il settore dell’auto è grande industria per eccellenza.
Tutto ciò è vero ma fino a un certo punto. In realtà, la spaccatura in tre tronconi nella votazione si è verificata durante la riunione del Comitato difesa commerciale della Ue (composto per lo più da funzionari dei singoli governi) e si può anche leggere anche come un esito che va bene a tutti.
Dazi alle auto cinesi: la Germania ha votato contro, Spagna astenuta, Italia e Francia a favore
Tecnicamente si tratta di una “no opinion”: perché non è stata raggiunta né la maggioranza qualificata per bocciare la proposta della Commissione sui dazi ne quella che avrebbe comportato la sua approvazione. Di conseguenza, l’esecutivo Ue può approvare i dazi anti-Cina. Ma soprattutto ha mano libera per iniziare una trattativa con Pechino.
In altre parole, la presidente Ursula von der Leyen si può presentare al governo cinese forte dell’appoggio al provvedimento della Commissione sui dazi sulle importazioni. Si tratta di tariffe aggiuntive che vanno dal 9 al 37% cento, applicate per contrastare le politiche di dumping.
In sostanza, le case automobilistiche cinesi sono state aiutate dal governo con ingenti sussidi che consentono ai vari marchi di offrire un listino prezzi che in qualche caso copre a malapena i costi di industriali e di distribuzione.
La Commissione aprirà un tavolo con Pechino per evitare la guerra commerciale
In questo modo, la Commissione Ue – che annuncerà il via libera formale il prossimo 4 novembre – può presentarsi con la “minaccia” dei dazi regolarmente approvati. E aprire un tavolo per evitare che la guerra commerciale salga di livello.
Anche perché nel frattempo sarà iniziata la discussione sul Piano per la competitività europea appena presentato dall’ex presidente della Bce Mario Draghi. Tra le sue proposte un finanziamento straordinario per la politica industriale della Ue, incentrata sulla transizione energetica e digitale.
Sui dazi la Cina presenterà una denuncia davanti al Wto
Del resto, l’invito al dialogo con Pechino in questo ore è arrivato – in forme diverse – da più parti. Lo ha fatto il governo tedesco, con il ministro delle Finanze tedesco, Christian Lindner: “La Commissione non dovrebbe innescare una guerra commerciale nonostante il voto a favore di possibili dazi punitivi contro la Cina. Abbiamo bisogno di una soluzione negoziata“.
Da parte sua Bruxelles assicura di “continuare a lavorare sodo” con Pechino “per esplorare una soluzione alternativa che dovrebbe essere pienamente compatibile con l’Organizzazione mondiale del commercio, adeguata ad affrontare le sovvenzioni pregiudizievoli accertate dall’indagine della Commissione“.
Salve, la faccenda dei dazi non è semplice, ragionando di pancia potrebbero sembrare anche giusti a prima vista ma ragionandoci bene su trovare una soluzione corretta non è facile.
Secondo me il problema va affrontato più alla radice che non alla fine.
Le case automobilistiche europee non si sono evolute come avrebbero dovuto, dormendo sugli allori del passato ed ora ” piangono ” davanti ai propri governanti i quali, vivendo di consenso elettorale, devono trovare una soluzione velocemente ma senza ” ristrutturare ” come si deve il settore automotive.
I cinesi sono ” scorretti ” commercialmente ? Forse si forse no, ma se si chi ha permesso che lo fossero e soprattutto perché le case europee non producono quasi più auto low cost per la massa ?
Fare la ” guerra commerciale ” alla Cina non conviene all’ Europa soprattutto all’Italia.
Fino a quando ci saranno i ” mega direttori ” dai compensi mega milionari nonostante risultati di vendita e di produzione imbarazzanti non si andrà da nessuna parte.
Comunque, tornando al discorso della Cina, secondo voi è meglio lasciare gli impianti di produzione italiani in questo stato comatoso o che vengano acquisiti dai cinesi ? Perché questo succederà !
L’indotto, la forza lavoro ne gioverebbe ?
Certo che si ma al prezzo di esserci venduti o svenduti nuovamente ma questa volta in casa nostra.
Decenni di storia, sviluppo, blasone ( altri tempi altre storie ) per poi buttare il tutto nel giro di pochi anni.
P.s. Per quanto riguarda l’importazione parallela di vetture all’interno dell’ UE ci sarebbe tanto da dire di quello che è stato fatto irregolarmente circa l’ iva.
Ci sono stati e ci sono persone del settore oneste ma li si che avevano una concorrenza veramente SLEALE da parte di alcuni importatori ” furbetti ” , magari dello stesso paese o città che proponevano auto ad un prezzo molto più basso del dovuto….. altro che cinesi.
Comunque vadano le cose i cinesi vinceranno la guerra. Ammesso e non concesso che restino i dazi, questo porterà solo ad una accelerazione delle delocalizzazioni e i cinesi hanno iniziato a produrre in Vietnam, Tailandia, Brasile, Messico, Ungheria…… Noi piuttosto stiamo attenti alle nostre caciotte che se ci mettono i dazi non vendiamo neanche quelle.
Una prece per il panoramico pecorino sardo ad alta intensità carbonica (che osteggia le rinnovabili e ama gas, petrolio e carbone).
Si salvano soltanto i tomini elettrici e al verde 😜
Scusate eh, ma….solo sulle elettriche?
Mi pareva di avere capito cosi….
Quindi…a che servono, visto che stanno arrivando 1.5 turbo e non, con GPL e non, ibride e non ….tipo Omoda per intenderci….
Per gli italiani, che blocchino le elettriche, fa veramente tutta questa differenza?!?
Per me no.
Buona notizia per chi?
Con materie prime ed energia tornate praticamente ai liv ore COVID e pre guerra (acciaio ai minimi storici) ci trasciniamo un aumento del 25-30% su auto.
La buona notizia è per le case costruttrici che potrà no continuare a fare cartello.
Non certo per gli acquirenti che non compreranno auto e aspettano sino all’ultimo km per cambiarle.
Ricordo quando c’erano i dazi in Europa
Golf di importazione parallella,
in pratica erano auto “usate” già immatricolate
risultato l’Italia fu “invasa” lo stesso dalle Golf
perchè all’epoca era l’auto con maggior rapporto Qualità / Prezzo
finirà così anche per le auto cinesi ..
magari importate “parallelamente” dalla Turchia o ..
l’industria Europea sarà in grado di mettere in piedi una filiera produttiva valida
e offrire prodotti alternativi e di qualità a tutto il mondo ?
visto che Toyota sta fagocitando il mercato italiano (ed Europeo) rimettiamo i dazi alle auto giapponesi…. e restiamo con le autarchiche plug-in e mildhybrid !
Stellantis è tornata al livello produttivo del 1957 in Italia…. ed a guardare l’ultima classifica vendite, le prime son tutte segmenti A/B .. qualche C.. poche D …
Voglio vedere chi ha il coraggio ancora di scrivere che è colpa delle elettriche…cinesi !
Comunque vada sarà un bagno di sangue
la scelta sarà tra chiudere molte fabbriche (quasi tutte) o ..
licenziare in massa per introdurre forte automazione e chiuderne una parte
sempre che riescano a mettere in produzione un prodotto con adeguato rapporto qualità / prezzo
Il guaio è che siamo veramente tutti con troppa capacità produttiva…pure i cinesi sono oltre di 3mln autoveicoli..dato il forte calo consumi interni e con i dazi 100% USA+Canada, i guai europei (compresa la Russia che non può certo sostituirci) ci sono più potenziali automobili che persone…
8 miliardi di persone al lavoro…neppure sotto droghe pesanti riuscirei ad immaginarle….
Tornando seri… ci sono tanti equilibri da ricreare: tra lavoro e stipendi, tra livelli di reddito e tasse, tra scambi commerciali…tra energia producibile e consumi..tra produzioni (necessarie e non) e livelli di emissioni..
E per quello che toyota non si impegna particolarmente sull’elettrico tra 8/10 anno le case europee saranno talmente alla frutta che ne comprerà 2 o 3 e ci lavorerà sopra semplicemente per migliorarle
Sto scherzando , ma magari nemmeno troppo
8 o 10 anni ?
sei ottimista Ivan 😂
La soluzione da lei prospettata è irrealizzabile sotto l’aspetto normativo. Nel caso della Golf, così come per tante altre auto, lo scambio avveniva all’interno delle UE, dove le auto dovevano avere identiche caratteristiche per l’omologazione e l’auto con targa, ad esempio, belga, poteva essere reimmatricolata senza difficoltà in un altro paese europeo. Nel caso di targa turca o di altro paese non UE ciò non accadrebbe
Invece si può fare, lo faccio da anni acquistando auto in USA che non sono in vendita e non sono omologate per l’importo in Europa ; vengono re immatricolate partendo dal principio base dell’equiparazione tra normative DOT, ECE, QT ecc. Il TUV fa le verifiche e ti rilascia il nullaosta e libretto trascritto .
Ne immatricolano una ,pagando dazi e mazi per intero ..
le altre fanno il giro e la reimmatricolazione si fa dicendo che il veicolo è conforme a quello importato regolarmente ..
all’epoca Golf era così , poi mi sembra che introdussero un minimo di km percorsi come “paletto” ma si trattava di qualche migliaio
molto inferiore a 10000 , insomma gli facevano il rodaggio sui rulli
😀
comunque chissenefrega , in italia 3 auto su 4 vendute sono usate
vai a vedere quante migliaia di km hanno le auto usate ?
ci sarà chi scarica il conta km al contrario
le auto a km 0 la passeranno “magicamente” a 5000 km per venderle.
dopo le sigarette , l’auto di contrabbando;
ci sarà da ridere ..
😀 😛