La Ue e la Cina cercano un accordo sulle importazioni delle auto elettriche, superando la questione dazi. “Intensificheremo gli sforzi per una soluzione“. Lo ha fatto sapere il vicepresidente della Commissione Ue, Valdis Dombrovskis, al termine di un incontro definito “costruttivo” a Bruxelles con il ministro del Commercio cinese Wang Wentao
Le proteste delle grandi case automobilistiche e le prese di posizione di Paesi con Spagna e Germania hanno ottenuto un risultato importante. Bruxelles e Pechino, dopo le minacce di imporre dazi reciproci, sono passati alle vie diplomatiche.
Dazi: Ue e Cina “intensificheranno gli sforzi” per trovare un’intesa
E, stando alle dichiarazioni, ufficiali hanno fatto passi avanti. L’Ue e la Cina “hanno concordato di intensificare gli sforzi per trovare una soluzione efficace, applicabile e compatibile con le norme dell’Organizzazione mondiale del commercio per il caso delle auto elettriche“.
La guerra commerciale tra Europa e Cina è iniziata dopo l’indagine di Bruxelles che ha accusato la Cina di praticare politiche di dumping per favorire le esportazioni di auto elettriche. In sostanza, le case automobilistiche hanno potuto applicare prezzi vantaggiosi grazie a generosi sussidi e aiuti alle catene produttive.
Al termine dell’indagine la Ue ha applicato dazi dal 17 al 37%, a seconda del livello di collaborazione alle indagini, con una decisione confermata ad agosto, ma in attesa di un voto definitivo da parte dei Paesi membri. La Cina ha risposto minacciando dazi sulle importazioni di alcuni paesi europei, come latticini, carne di maiale e prodotti agricoli.
Una decisione che mette in difficoltà il governo tedesco, pressato dalle case automobilistiche che hanno nella Cina il primo mercato estero. E viene contestata dal governo spagnolo: il colosso asiatico è il primo mercato per l’export di prosciutti (dove battono anche i prodotti italiani) e carne di maiale.
Senza contare che molto case automobilistiche europee hanno accordi ci collaborazione con i “concorrenti” cinesi, mentre i marchi di Pechino stanno cercando di aprire fabbriche in Europa aggirando così i dazi che sono limitati alle vetture di importazione.
Il neo Commissario alla transizione Teresa Ribera: “E’ fondamentale evitare una guerra commerciale”
Una sorta di stallo alla messicana a cui ora Bruxelles e Pechino vogliono trovare una soluzione. Secondo le dichiarazioni ufficiali, le parti hanno concordato di “dare istruzioni ai rispettivi team affinché si impegnino al massimo per raggiungere una soluzione reciprocamente accettabile“.
In attesa di trovare un accordo condiviso, l’indagine della Ue va avanti così come l’iter per rendere definitivi i dazi alle importazioni di e-car dalla Cina.
Ma la strada sembra tracciata, come dimostra l’intervista rilasciata al Financial Times dalla ministra spagnola Teresa Ribera, scelta dalla presidente Ue Ursula von der Leyen come commissaria alla Transizione verde. “È fondamentale evitare una guerra commerciale”, ha detto e “identificare gli strumenti migliori per sviluppare l’industria automobilistica in Europa, ma anche per prevenire in modo efficace” la disputa commerciale.
Del resto sul tema si è esposto direttamente il premier spagnolo Pedro Sanchez chiedendo di “riconsiderare l’imposizione dei dazi sulle e-car cinesi“. Conferma Ribero: “La mia impressione è che l’industria automobilistica europea sia consapevole della gara tecnologica in atto“, ribandendo la necessità di garantire condizioni commerciali eque per l’Europa senza tuttavia alimentare conflitti.
Sono marchigiano e sono sotto la melma fino al collo, la Meloni giorni fà ha detto dal palco di Confindustria che il Green Deal stà affossando le aziende europee, il giorno dopo in Emilia e Marche è venuto giù il finimondo, qualche giorno prima in Polonia e Austria. E qui ancora stiamo parlando di ibrido si/no, salvare i posti di lavoro etc.. Il Ban 2035 ha un motivo ben preciso, tra poco siamo tutti con l’acqua alla gola e le aziende chiuse (tutte), di cosa vogliamo parlare ancora?
Questo significa avere le idee chiare
Ad oggi, l’unica via di uscita è quella di Toyota, ovvero sfruttare il full hybrid fino a che i produttori storici, coi loro tempi, non avranno trovato il modo per avere elettriche competitive. Sull’elettrico i produttori devono poter procedere con i loro tempi, senza tagliole né sulla co2 né sul 2035, avendo con il mercato una comunicazione aperta, ascoltando le sue esigenze e anche prevedendole.
I produttori non possono accelerare oggi sull’elettrico perché, oltre alle enormi difficoltà che hanno loro di organizzarsi in tempi brevi, quandanche ci riuscissero poi il mercato naturale di riferimento, quello europeo, non è pronto a recepire quest’offerta.
Adottare la visione di Toyota significa lasciare liberi i produttori di adottare le loro strategie, quelle che ognuno di loro è in grado di portare avanti, in modo da proporre prodotti elettrici solo quando sanno di averne pronti di realmente competitivi.
Come scongiurare il rischio che così facendo prevalga lo status quo? Come in Cina, ovvero senza ban, senza imposizioni, senza extratasse (la Cina incentiva sia le ICE che, in misura maggiore, le BEV) ma seguendo 2 strade:
– da un lato incentivi per le bev con parcheggi gratuiti e altre agevolazioni (ma non incentivi all’acquisto!)
– dall’altro con una politica migliore per costruire una infrastruttura di ricarica all’avanguardia, migliore anche di quella cinese
Gli effetti:
– ogni produttore può riorganizzare l’offerta secondo le proprie forze, competenze e analisi (anche perché sappiamo che hanno visioni differenti, Tavares e De Meo non la pensano allo stesso modo ad esempio)
– l’hating verso l’elettrico da parte di cittadini e politici cessa. L’elettrico diventa una opzione e non un obbligo ficcato a forza in gola e come opzione viene valutato per i suoi reali pro e contro
– si interrompe la strategia da vero perdente di Tavares che punta a resistere fino al 2035 per poi rifilare la Panda elettrica da 25000 euro e 135 km/h agli italiani. No amico mio, non te la compro la tua bicicletta elettrica con queste specifiche qui, stai fresco …
Come può uscirne pulita la Von Der Leyen? Modificando l’attuale normativa, che già è aperta completamente agli e-fuel, accettando carburanti che non sono e-fuel puri ma contengono una quota via via crescente, quindi con un costo al litro accettabile. Questo consentirebbe a tutti gli attuali motori di sopravvivere e darebbe il tempo di riorganizzarsi. Una neutralità tecnologica ovviamente ipocrita in cui i numeri si aggiustano per dimostrare che alla fine anche le auto a benz… sorry, a benzina con un po’ di e-fuel dentro, vanno bene.
Dopo il gigantesco danno provocato, basterà questo a sistemare le cose? Probabilmente no, ma è un inizio …
Enzo e basta con sta Toyota. Parliamo di auto elettriche.
Non frega a nessuno il come far soldi con le ibride. Su.
Non frega a nessuno finché poi non chiudono le fabbriche, come VW. Toyota è il produttore tradizionale che guadagna più quote di tutti, gli altri sono tutti in perdita.
abbiamo già chiuso il Portogallo con un sesto della popolazione italiana
produce la metà delle auto che produciamo noi
la Spagna con 10 milioni in meno ne produce il triplo
dazio sulle auto cinesi = dazio cinese sui prosciutti europei
la Spagna già ha detto di no ,vuole continuare a esportare il pata negra
Parma e San Daniele che dicono ?
Forse a quelli che saranno licenziati un po’ importa. Forse
Certo che importa! Importa anche a me perché vedere una parte importante di industria italiana collassare non è né bello né confortante per tutti i problemi sociali che si porta dietro.
Però se si parla di transizione, l’ibrido potrà allungare ancora un po’ il brodo ma è una tecnologia vecchia (introdotta nel 1997 da Toyota su veicoli di serie) e non risolutiva per sganciare la nostra economia dai problemi legati al petrolio.
Ecco perché Endyamar ha detto a Enzo che non interessa a nessuno come fare soldi con le ibride.
Leonardo, io non so a chi interessa fare soldi con le ibride, parlo solo di quello che vedo : abito nella riviera ligure,mi muovo nella zona compresa tra Sanremo e Montecarlo. Non è propriamente un territorio abitato da poveracci. Le bev che si vedono qui, tranne qualche rarissima eccezione che sta sulle dita di una mano sono solo Twingo e Zoe. Niente di altro. Invece una infinità di ibride Toyota, da Yaris a CHR , parecchie Kia , un sacco di Clio e Captur, sempre ibride. Quelli che di soldi ne hanno tanti, girano con macchinoni targati Monaco o est Europa, Russia ed Ucraina in primis. Li siamo sul livello di Range Rover a benzina e Mercedes con cilindrata paurosa. Alle colonnine, poche anch’esse si vede di tanto in tanto qualche auto straniera, per lo più olandese o tedesca. Magari la vostra esperienza è diversa, qui la bev non si vende. E GTmotors che vende Toyota fa i soldi
Non ne ho alcun dubbio, ma cosa c’entra con quelli licenziati?
L’ibrido è una tecnologia bella vecchia che sta vivendo la sua seconda giovinezza in questa transizione epocale del settore automotive. Non c’è alcun dubbio che la massa in questo momento di confusione abbia scoperto improvvisamente l’ibrido, ma il vento non può non cambiare ancora per i problemi che ci diciamo da sempre, legati al cambiamento climatico ma ancora di più al raggiungimento seppur tardivo del picco del petrolio.
Il punto però è: qua siamo su Vaielettrico e non interessa granché parlare di una tecnologia che era innovativa 25 anni fa ma che non risolve affatto i problemi principali, sebbene stia guadagnando popolarità tra i clienti alla ricerca di una soluzione al dilemma dell’acquisto di una nuova auto.
Oltretutto si parla sempre di costo esagerato delle EV (vero!) ma non mi pare che le ibride le regalino, anzi.
Ed allora perchè chi non spende per l’elettrica pura spende per l’altra accollandosi più svantaggi che vantaggi?
No, perchè non è che tutti fanno sempre decine e decine di migliaia di Km su tragitti medio/lunghi.
Purtroppo la campagna mediatica sfavorevole ha funzionato eccome.
E già ne stiamo pagando le conseguenze.
Guarda, io ho imparato una cosa nella vita, soprattutto al lavoro, come con l’educazione dei figli, ovvero che la leadership è mostrare la strada, e dare il buon esempio.
Le persone vedono nell’auto elettrica dei problemi, alcuni a ragione altri completamente campati in aria. Io ho la fortuna di lavorare in un ambiente di lavoro ad alta scolarità e in cui maneggiamo problemi tecnici di alta complessità , ciò nonostante vedo che l’elettrico fatica ad attecchire, mentre è stato sdoganato l’ibrido. Però la situazione non è differente da una decina d’anni fa quando invece a non essere sdoganato era l’ibrido. Alla fine ho deciso di fare il leader mostrando a tutti che non c’è nulla di esoterico in un’auto elettrica: lascio agli altri gli alti e bassi della questione petrolio di cui vorrei evitare di interessarmi nel futuro, ben consapevole del boccone avvelenato che ci stanno rifilando con la rete di ricarica in Italia, quello sì un vero colpo basso alla mobilità elettrica!
Ma le criticità e le emergenze sul fronte energetico, climatico e geopolitico non possono fare altro che peggiorare nel prossimo futuro, quindi bisogna tenere la barra dritta e navigare nella direzione giusta, tutto il resto verrà travolto da eventi facilmente prevedibili sebbene difficilmente credibili in questo momento di transizione.
il commento più sensato da tempo immemorabile
(non è che sei Baccarini sotto mentite spoglie? 🙂 )
penso la stessa cosa:
1. l’italiano medio è arretrato, ci arriva dopo, la bassa scolarità italiana e l’analfabetismo funzionale di ritorno hanno effetti sistemici impressionanti a tutti i livelli, ne abbiamo avuto un rapido flash con la pandemia
2. la gestione attuale della rete di ricarica è un boccone avvelenato che pagheremo carissimo: in questo caso è importante far memoria degli attori protagonisti, rispetto ai quali non ci sono dubbi, c’è un prima e un dopo
3. saremo travolti dal combinato disposto di clima e competenze non acquisite e crisi economica: quel che sta accadendo in Emilia-Romagna in queste ore è emblematico,
prima si passano 20 anni a negare il cambiamento climatico, poi in 12 mesi si pretende di cambiare-rifare-modificare il territorio per contrastrarne gli effetti, ovviamente mancano il tempo, i soldi e le competenze, e dopo 12 mesi si hanno di nuovo le ginocchia a mollo. e meno soldi e meno tempo.
estendi al Paese intero…voilà , benvenuti nel 2035.
no, non sono ottimista.
Mario
Una domanda retorica e provocatoria al contempo, perché la risposta la anticipo io: non sei nato Briatore. La domanda dunque è: come fai ad insegnare ancora?
Siccome si capisce che hai (ancora, vero?) la passione, come puoi sopportare il livello degli studenti? Riesci sempre a trovare uno o due in ogni classe per cui valga la pena? E se ti capita una classe 100% di svogliati arroganti ignoranti, come fai a non rovinarti il fegato?
Ho insegnato (talvolta) informatica ad adulti (colleghi o futuri colleghi) e trovavo poco interesse e scarsa motivazione in loro, figuriamoci in ragazzi figli di una generazione sempre più vuota e dissociata…
Tutta la mia comprensione e ammirazione a quei pochi insegnanti che combattono quotidianamente il salvinismo dilagante.
Nemmeno io sono ottimista.
Certo perché BYD è company daranno alle.europee ed a Toyota 10 anni per fare auto elettriche.
OGGI le quote VW crollano in Cina, oggi le quote Toyota calano in Cina e il 2025 non penso andrà meglio. E poi sud est asiatico, sud America, Europa.
Il mercato è in movimento e le cinesi avanzano ovunque non è che aspettano i comodi di nessuno.
/// Certo perché BYD è company daranno alle.europee ed a Toyota 10 anni per fare auto elettriche. ///
Esattamente quello che penso. Non 10 anni ma 7 sì. E’ il tempo necessario affinché nel mondo si sviluppi una infrastruttura di ricarica decente, senza la quale l’auto elettrica può sì vendere ma non sfondare. Questo non significa che tra 7 / 10 anni poi bisogna fare l’all in sull’elettrico, significa solo che tra 7 / 10 anni i produttori tradizionali potrebbero dire la loro con prodotti competitivi.
Tra 7/ 10 anni avranno bisogno di altri 5/8 anni. Ne hanno già avuti 15 di anni, ma non ci hanno pensato. Come mai si può vietare giustamente di fumare in determinati casi per diminuire le spese mediche e le morti per cancro e non posso obbligare a cambiare sistema di trasporto per salvare il mondo?
Perché una piccola percentuale di umani straricchi diventerebbero meno ricchi? Perché il mercato faccia il suo corso? È quello che che ha fatto fin’ora e siamo arrivati al punto attuale. A me non va bene.
Enzo leader morale e segretario per acclamazione del partito europeo CFE.
Enzo,
Nel 2023 si sono vendute 16 milioni di BEV su 32 milioni di auto complessive, in CINA. Poi ci sono svariate milionate di PHEV. Secondo te, smettono di farle ed esportarle perchè agli europei piacciono le ibride? Questi ci fanno un C-Factor così.
“E’ la Cina bellezza” (Cit.)
L’export delle elettriche fuori dalla Cina non va così forte. Giappone, Europa e USA assorbono lentamente le elettriche (di cui sicuramente la Cina rappresenta una grossa fetta). Fare mega investimenti per sfornare auto come la Fiat 500 o 600 elettrica non ha senso, ci si indebita e si esce con un prodotto invendibile che il mercato non accetta. Occorre fermarsi e ripartire da un foglio bianco per progettare una elettrica capace di competere con i cinesi sui costi sin dal primo giorno e uscire sul mercato solo quando l’auto ce l’hai, nel frattempo fare cassa con quello che si ha in casa. Avere fretta di uscire e farlo con un’elettrica dal costo esagerato è solo gettare soldi nel fuoco, come successo a VW che pur di venderle le elettriche si è indebitata al punto che ora deve chiudere 2 o forse 3 fabbriche.
Il senso del mio commento è che è troppo tardi…
Possono (gli europei) rincorrere e limitare le perdite.
I modelli avresti dovuto averli già pronti OGGI.
Le ibride sono l’inevitabile, non la scelta commerciale, ma l’invasione è iniziata e non la potrai fermare, ritenere che siccome il mercato sta rallentando allora è meglio rimandare, per me è un errore clamoroso.
Rimandare non significa stare fermi. Per me è più clamoroso uscire sul mercato con una R5 a 35000 euro e con una Junior a 40000 euro. E’ una totale perdita di tempo e di credibilità del brand, è un boomerang. Devi uscire sul mercato come ha fatto Xiaomi, con un’auto che spacca a un prezzo che spacca oppure se non ce l’hai continui a vendere quello che vendevi fino a ieri. Produrre la Fiat 500e per poi fermare o chiudere le fabbriche perché ha un prezzo insensato è un suicidio.
A quest’articolo qui https://www.vaielettrico.it/il-cinquino-alla-conquista-dellamerica-che-storia/ “Il Cinquino alla conquista dell’America, che storia” avevo commentato così “Gli americani, bravissimi a fare di conto, preferiranno la Chevrolet Bolt, più economica, con più autonomia e prodotta negli USA. Questa sarà un flop totale, ne venderanno 5 in tutto. Inoltre a 30000 dollari tra qualche anno arriverà la Chevrolet Equinox, ben altro mezzo …”. Che senso ha avuto sbarcare con la 500e, costringere i concessionari ad acquistarne dal primo lotto, uscire con la press release del sold out del primo lotto e ora venderne 0 (neanche se gliela regalano agli americani riusciranno a venderla). Ci hanno preso in giro tutte le testate per l’autonomia ridicola col loro ciclo EPA. I dati di vendita: ad Agosto 2024 risultavano vendute da inizio anno appena 470 Fiat 500 elettriche, ovvero solo quelle del primo lotto acquistate dai concessionari.
Siamo ridicoli, stiamo facendo davvero figure barbine, il mercato ci ride dietro. I produttori devono uscire SOLO se hanno un’auto dal rapporto prezzo/specifiche competitivo, non prima. Il tempo di cui hanno bisogno lo sanno loro ma non dovrebbe imporglielo la politica con questa storia delle quote di co2 o del 2035, così si ammazza il bambino nella culla …
@enzo
populismi e moralismi da tastiera, i tuoi, e nemmeno cogli le boiate logiche che scrivi.
ti lamenti (anche con qualche ragione)
che i produttori europei sono sovraprezzati e fanno il c.zzo che gli pare, e ora sembra che non ci riescano più,
e poi te ne esci con
“non dovrebbe imporglielo la politica con questa storia delle quote di co2 o del 2035, così si ammazza il bambino nella culla”, e che il riferimento è Toyota con le auto ibride (che esistono da 27 anni!).
quindi:
– da soli fanno il c.zzo che gli pare
– se però glielo impone la politica non va bene
Enzo: 27 ANNI! i nostri produttori sono in ritardo di 27 ANNI!
E allora senti un po’:
come mai i produttori cinesi sono sostanzialmente leader in questo momento insieme a Tesla? se lo sono imposti da soli? (Tesla sì, ma è un unicum sia la storia che il capo, non fa testo)
e inoltre
il fatto che la politica cinese abbia imposto un programma serratissimo di decarbonizzazione generalizzata NON per bontà ambientale ma per necessità e visione di futuro,
arrivando per ora ampiamente primi…
bene, tutto questo a te non da un po’ da pensare?
perchè dai tuoi reiterati messaggi si evince, a mio parere,
che tu pensi che bisogna lasciar fare i produttori ( –> così continueranno a fare le ICE che tanto ti piacciono, questo però fai fatica ad ammetterlo chiaro e tondo)
se non che poi te ne lamenti perchè i produttori non fanno quel che andrebbe fatto secondo te.
e intanto alluvioni, uragani e siccità sono solo un dettaglio di “questa storia delle quote di co2 o del 2035”,
e il clima ringrazia.
Il dubbio che questi produttori siano semplicemente in questo momento l’espressione più becera del sistema capitalistico e liberista, che cercano quindi di far soldi soldi soldi sapendo che sono gli ultimi di questa fase storica
o non ti sfiora, o non vuoi vederla:
la politica deve lasciar fare il mercato, ci dici (ma solo se il mercato fa le ICE che ti piacciono). Solo che il mercato fa il c.zzo che gli pare. E quindi non ti piace, e frigni come Urso e come tutti gli italiani che non hanno voce in capitolo e che non capiscono che voce ce l’hanno: il portafoglio.
Insomma: un ragionamento da boomer irresponsabile che vuole il suo giocattolo a pistoni come se fossimo ancora nel 1997 e alla radio ci fossero gli 883 che cantano il mito americano in salsa padana.
@enzo
“… Per me è più clamoroso uscire sul mercato con una R5 a 35000 euro e con una Junior a 40000 euro. E’ una totale perdita di tempo e di credibilità del brand,…”
da possessore di Zoe concordo con te
(come vedi so anche concordare con te!)
e guardo a dir poco BASITO questa scelta: 15 anni di innovazione parcheggiati e buttati da Renault, non capisco.
o capisco benissimo, se leggo chi è il possessore delle azioni di Renault: cosa credevi, che Big Oil possedesse quote importanti dell’automotive europeo e accettasse l’omicidio delle ICE così, a buon mercato, in amicizia?
@mario: i costruttori cinesi non sono leader di niente, sono leader solo del segmento ev, che io sappia i costruttori leader al mondo sono Toyota, VW, etc.
Le auto elettriche sono MIGLIORI di quelle a pistoni ma ovviamente devono essere ben prezzate ed equipaggiate, non come la R5. Solo che il passaggio all’elettrico, che comunque ci sarà CERTAMENTE, deve avvenire con i tempi dei produttori e del mercato, non della politica.
La politica deve fare quello che ha fatto in Cina: NON vietare i pistoni MA incoraggiare di più le auto elettriche, creando quell’ecosistema che ne garantisca un funzionamento ideale, come avvenuto in Cina. Sono libero di pensare che i cinesi stanno facendo un lavoro migliore degli europei, anche alla luce dei risultati? In Cina non c’è l’obbligo imposto ai produttori, lì al più hanno le (equivalenti) norme Euro per le emissioni di co2 e basta, senza neanche tetti o soglie. Ovviamente, avendo la Cina favorito un ecosistema eccellente per l’elettrico, i produttori hanno gioco facile a vendere BEV e PHEV.
Vuoi fare come in Cina? Allora partecipa alla lotteria delle targhe ICE e aspetta che ti estraggano. E stai pronto a pagare una vagonata di tasse in più.
La Cina è dov’è perché il ban (blando, con l’estrazione delle targhe) ce l’ha già da tempo.
O pensi che Pechino o Shanghai non sarebbero ancora sotto una cappa di fumo perché i produttori cinesi hanno deciso di non fare più auto a benzina e di farle elettriche?
@enzo
chiacchiere.
gattopardesche.
rispondi alla mia domanda semmai: allungare la minestra
QUANTO danneggia il clima?
e piantala di scappare e girare intorno alla questione:
il clima,
il clima,
il clima.
le altre sono le tue solite parole con cui ti coccolo per garantirti 30 anni ancora di ICE.
parlaci del clima.
Ti parlo del clima. Una perturbazione dall’Africa investe l’Europa, previsti rovesci in serata e tempo nuvoloso domani. Contento?
Per il clima dopo il 2035 è meglio se le persone continuano a circolare con le loro vecchie auto a benzina anziché comprare le elettriche nuove o è meglio che abbiano l’opzione di poter girare con auto full hybrid o plugin nell’attesa che la rete si sviluppi? Per il clima è migliore la seconda opzione.
Ovviamente, come scritto più volte, se i nostri politici fossero in grado di offrire una infrastruttura di ricarica all’altezza sarebbe meglio, così più persone passerebbero all’elettrico.
…certo, finchè trovano il pollo che tira fuori 30.000 euro per una yaris cross troyota se ne sta bella tranquilla a sfornare ibride.
E 35000 per una Zoe … ops, Renault 5, è la stessa cosa … che il giorno dopo vale la metà ?
dove ?
l’unica su cui vedrei un crollo dei prezzi è Nissan Leaf , che non ha voluto adottare il CCS combo 2
@enzo
…e senti un po’,
questa tua ideona quanta CO2 in più emessa comporta?
hai fatto una stima?
c’è la dici?
la spedisci tu al clima con preghiera di farsela andare bene?
continui a fingere di non sapere da dove nasce il ban 2035,
come se alluvioni e uragani e siccità estreme fossero la norma sempre in Europa e in Italia …
E già la nostra aria pulita la conserveremo sotto una campana di vetro e la respireremo solo noi europei, a parte che il discrimine maggiore che fa scegliere chi può l’elettrico e il risparmio soprattutto se si ha la villa con fotovoltaico ( magari pagato dallo stato con il 110%), come se non avessi visto le reazioni isteriche quando i gestori delle colonnine hanno pensato bene di aumentare i prezzi e annullare le convenzioni in quel momento ( anche qui) l’ambiente e passato in 2° piano ( molti non tutti).
Comunque tutti devono chiedere scusa al grande Toyoda( faremo le macchine che il cliente vuole).
Toyoda è parte del problema.
Ci manca solo che dobbiamo chiedergli scusa.
invece di blaterare di 110%
potresti parlare delle soluzioni CONCRETE per le emissioni di CO2,
visto che sembra che tu non sia dell’idea che la linea di azione attuale sia quella corretta?
e in merito al 110%, benaltrismo per benaltrismo,
che ne dici se da domani i 18 mld circa che ogni anno di fatto limitano il prezzo di benzina e simili, quindi incentivi che arrivano anche a te che guidi una ICE, non arrivassero più?
che ne dici?
così, per rimettere la palla al centro,
visto che qualcuno tende sempre a dimenticarsi di essere parassita molto di più di quanto accusa gli altri di essere…
Limitano il prezzo della benzina???
E la più cara d’Europa e la stracaricano di accise ( vero Giorgia?), dovete solo sperare che ci siano sempre tante termiche in giro, perché il giorno che saranno sotto la soglia critica indovina dove sposteranno le accise, e comunque bisogna vergognarsi di avere il fotovoltaico grazie al 110% e la macchina presa con gli incentivi con le tasse dei poveretti che girano in panda.
Certe cose non si possono leggere. Vergognarsi di avere fotovoltaico e auto elettrica? Lei ci ha proprio scocciato.
@Marco Bodano
certo che limitano il prezzo della benzina!
se ne è parlato in lungo e in largo anche qui su Vaielettrico,
se non sai le cose magari studia!
la benzina costa cara?
costerebbe pure di più!
Caciotte in cambio di auto. Riassume bene quanto si sia ridimensionata l’industria europea.
Ma magari fosse veramente così, la realtà è che nel giro di qualche anno i cinesi non importeranno più nemmeno prosciutti e formaggi perché si stanno organizzando anche in agricoltura…