L’Unione Europea potrebbe ridurre i dazi sulle importazioni di automobili dagli Usa per scongiurare una guerra commerciale con l’amministrazione Trump. Bruxelles sarebbe disposta a ridurre i dazi del 10% avvicinandolo al 2,5% applicato dagli Stati Uniti
Evitare lo scontro. Ma allo stesso tempo, sui dazi, accettare la sfida della trattativa “non convenzionale” con Donald Trump. Per decenni siamo stati abituati ad accordi commerciali internazionali anticipati dal lavoro paziente degli “sherpa”. Con il termine si indicano i funzionari che preparan il terreno, anticipano le possibile divisioni, trovano soluzioni.
Dazi, la Ue scende sul terreno di trattative di Trump
Donald Trump, invece, fin dai primi giorni del suo secondo mandato ha amplificato la strategia che avevano già conosciuto durante il suo primo quadriennio alla Casa Bianca. Alzare il livello dello scontro, usando la minaccia di guerre commerciali per poi trovare un compromesso al ribasso. A tutto vantaggio degli Stati Uniti.
Si potrebbe così spiegare la mossa dell’Europa, anticipata al Financial Times da Bernd Lange, esponente socialdemocratico tedesco e presidente della Commissione al Commercio del Parlamento europeo. Di fatto, una proposta che sposta la trattativa su un terreno che dovrebbe piacere a Trump: il mercato automotive. Dove gli europei – come vedremo – hanno molto da perdere nelle esportazioni, ma le case americane poco da guadagnare.

La riduzione dei dazi europei non riguarda solo gli Stati Uniti ma anche altri Paesi, in primis la Cina
La riduzione dei dazi sulle automobili da parte dell’UE non riguarderebbe solo gli Stati Uniti. Ma si estenderebbe anche ad altri Paesi, inclusa la Cina, come previsto dalle norme del Wto, l’Organizzazione Mondiale del Commercio (OMC). Ma non dovrebbe comportare un aumento delle importazioni dalla Cina. Perché si tratterebbe solo di una riduzione dei dazi già esistenti sui veicoli elettrici cinesi, che arrivano fino al 35%. A causa delle accuse di “illeciti aiuti di Stato” da parte di Pechino.
L’industria automobilistica europea – come ha fatto notare il Financial Times – vede di buon occhio la riduzione dei dazi sulle auto. Manager come Oliver Zipse (BMW) e Ola Källenius (Mercedes) sono favorevoli a un accordo con gli Stati Uniti. Del Resto, nel 2022 l’Europa ha esportato negli USA quasi 740.000 veicoli per un valore di 37,4 miliardi di euro. Mentre ne ha importati meno di 280.000 dagli Stati Uniti, per un valore di 8,7 miliardi di euro.
L’arma di riserva della Commissione Ue
Se i negoziati tra UE e Stati Uniti dovessero fallire, Bruxelles ha un piano di riserva. L’UE potrebbe ricorrere allo “strumento anti-coercizione”, una misura adottata nel 2023 per contrastare le pressioni economiche di Paesi terzi. Questo strumento consentirebbe all’Unione di colpire direttamente le grandi aziende tecnologiche statunitensi, come Meta, Google e X, con restrizioni sul commercio dei servizi digitali e persino la sospensione dei diritti di proprietà intellettuale.
Sempre secondo fonti europee, Bruxelles potrebbe adottare misure come dazi sui servizi di streaming o la limitazione degli investimenti esteri nel settore bancario e assicurativo. Anche se non mancano difficoltà politiche: per adottare queste misure occorre il sostegno della maggioranza degli Stati membri. Nonché un’attenta valutazione dei danni subiti dalle industrie europee.
Ma gli europei non amano i Suv americani
Trump, come aveva dichiarato nel suo primo mandato, sostiene di voler proteggere l’industria automobilistica statunitense e riequilibrare la bilancia commerciale. Secondo l’ex presidente, gli Stati Uniti sono stati sfruttati da partner stranieri e devono quindi adottare misure drastiche per difendere la loro economia. Ma se si limita al campo automobilistico potrebbe aver sbagliato i suo conti.
In Europa, le auto americane faticano a trovare spazio sul mercato. Sono diverse le abitudini di guida, le città europee hanno strade strette, parcheggi ridotti e un’architettura urbana che risale spesso a secoli fa, soprattutto nei centri storici. Un problema per i grandi SUV e pick-up statunitensi, progettati per ampie strade e parcheggi comodi. Il che non attrae i consumatori europei. Inoltre, le normative ambientali e di sicurezza europee differiscono da quelle USA, costringendo le case automobilistiche americane a costose modifiche per adattarsi alle regole e ai gusti al di là dell’Atlantico. Infine, la rete di concessionari e assistenza è limitata, riducendo l’attrattiva delle vetture americane per gli acquirenti europei.
Per cui Trump può accusare la Ue finché vuole, ma anche Bruxelles non può imporre ai cittadini europei di comprare i Suv americani se non ne subiscono il fascino.
Mi sembra corretto, il dazio del 10% sulle auto americane é una porcata.
Abbassare i dazi sull’import di auto dagli USA non avrebbe significato pratico, dato che queste non hanno mai avuto un apprezzabile mercato in Europa. In passato hanno venduto qualcosa in Svezia, ma le differenze tra quanto richiedono i consumatori delle due sponde dell’Atlantico sono troppo grandi. I modelli più piccoli della gamma Jeep sono già prodotti in Europa e, se si decidesse di reimportarli, ciò verrebbe fatto utilizzando gli stabilimenti brasiliani o messicani, non certo quelli USA per banali motivi di costo; egualmente Tesla model 3 continuerò a venire dalla Cina, non certo da Austin
abbassassero sti inutili dazi e togliessero il superbollo mi prenderei l’ultima mustang e l’escalade IQ , la prima per il fine settimana la seconda per andare a lavoro il resto dei giorni poi nn è vero che non si riesce a circolare per l’Italia con suv e vetture made in usa
Certo che si circola. È il parcheggio, il problema. Oltre, beninteso, al fatto che a CO2 corrisponde (l’Escalade) a TRE auto europee (circa 350 gr/km) e come NOX e pm 2.5 meglio non saperlo.
L’escalade IQ è elettrica 😁,, comunque del benzina 350 è 1/3 in meno del miei benzina
É per la gente come lei che devono imporre dei limiti o divieti… se uno non ci arriva da solo o con la propria coscienza…
Lo so che rosica non potersi permettere quel che si vuole, le faccio provare il Sierra EV preso pochi mesi fa così vede quanto sia meglio di una city car
Sulle auto USA possono pure levarli i dazi, dubito che in EU le auto americane avranno mai successo.
Di ben altra storia si tratta invece se parliamo di Cina. Li spingerli a venire a produrre in UE, invece sarebbe importante per il know-how che hanno e che ci serve.
magari Ilario
Stellantis potrebbe re-importare in Europa vari modelli di Jeep da Messico e USA (ne ho avuta una made in Mexico.. la Compass originariamente fatta solo li e Brasile)
mentre Tesla potrebbe aumentare l’import dal Texas se le Model 3 cinesi dovessero costare uguale (certo non si può tarare facilmente i piani produttivi degli stabilimenti con dazi tra nazioni che cambiano continuamente).
anche Ford e GM hanno modelli che vendono anche sul mercato europeo… e poi c’è Rivian (che recentemente gode del supporto di Mercedes)..
Tesla ha dimezzato le vendite a Gennaio 25 in EU. In un mercato che quando usciranno i dati ACEA si vedrà in crescita (quello BEV almeno). Le Jeep … dove la benzina costa 1,8€ difficile che fanno numeri da prima della classe.
Mia opinione
Compass + Renegade + Avenger made in Europe, Wrangler + Grand Cherokee e Wagoneer vengono d’oltre oceano (oltre a futuri modelli).. con 4xE per chi ha WB e gira in urbano o extraurbano hanno consumi decenti… e poi generalmente chi compra quel tipo di auto non si preoccupa più di tanto dei costi (visti pure quelli di manutenzione e…bollo).
Per Tesla occorre vedere varie cose: quanto durerà realmente l’abbandono dei potenziali clienti per motivi politici.. quali politiche di prezzo saranno capaci di di praticare (in aggiunta alle forzature dei dazi) visti gli ampi margini che hanno e, magari, quando potrà entrare a listino anche il modello “economico”… che potrebbe sparigliare le carte (anche se cannibalizzerà forse più la Model 3 che le ipotetiche concorrenti vista la natura “transitoria” del progetto).