Data center, A2a recupera il calore per la rete di teleriscaldamento di Brescia

Il gruppo A2a, multiutility controllata dai comuni di Milano e Brescia, ha presentato il progetto per il recupero di calore prodotto da data center. Presso la centrale elettrica Lamarmora di Brescia, sedici gigawattora di calore pulito vanno ad alimentare la rete di teleriscaldamento cittadino. Il calore prodotto è in grado di riscaldare e fornire acqua a circa 1.350 appartamenti.

L’idea è molto semplice: i data center consumano grandi quantità di energia. Sia per per produrre dati, sia per alimentare i sistemi di raffreddamento. Con il rischio di ritardare la transizione energetica verso le rinnovabili, a causa dell’aumento della domanda di elettricità. Perché, allora, non immagazzinare il calore prodotto per riscaldare le case e avere acqua calda e compensare i maggiori consumi? Il nuovo data center inaugurato da A2A nella centrale di Lamarmora – e costruito dalla francese Qarnot – sfrutta un sistema di raffreddamento a liquido per recuperare energia termica a temperature elevate, fino a 65 °C, da immettere direttamente nella rete di teleriscaldamento.

Si tratta di una nuova frontiera dei servizi energetici. Ma a breve potrebbe produrre calore in quantità, visto le domande di allaccio alla rete da parte delle società che gestiscono data center. Secondo i dati di Terna, il gestore della rete elettrica nazionale, le domande complessive hanno già raggiunto i 30 GW: una cifra che, se interamente realizzata, comporterebbe un raddoppio del fabbisogno elettrico nazionale, portandolo a 550 TWh rispetto ai 310 TWh attesi entro la fine del 2024.

I data center potrebbero portare al raddoppio della domanda di energia nel giro di pochi anni

Sebbene si tratti di una stima preliminare che probabilmente sovrastima la capacità effettiva di realizzazione degli impianti, il dato resta emblematico. Già oggi, il consumo dei data center è stimato in circa 6 TWh per il 2024, pari al 2% della domanda nazionale. Ma il tasso di crescita previsto è tutt’altro che marginale. Il comparto in Italia è destinato ad aumentare con una progressione del 29% fino al 2028. Milano che da sola concentrerà circa il 25% dell’intero mercato.

A2a si candida per sfruttare la centralità della sua posizione in Lombardia. Secondo i dati, la regione ospita attualmente 318 MW di potenza data center, di cui ben 238 MW a Milano, dove nel solo 2023 si è registrata una crescita del 34%. Una concentrazione che implica sfide ma anche enormi opportunità. Il legame tra la generazione di calore da parte dei data center e le reti di teleriscaldamento, se ben orchestrato, può rappresentare una leva di sostenibilità e di vantaggio competitivo.

Data center: dalle emissioni costo record da 5,4 miliardi per la sanità pubblica

Secondo gli analisti della società indipendente Equita, A2A, non include ancora i data center nel proprio piano industriale. Ma i numeri suggeriscono che una revisione delle strategie potrebbe arrivare a breve. “L’’impatto potenziale sull’Ebitda del gruppo potrebbe oscillare tra i 400 e i 600 milioni di euro. Anche ipotizzando che solo il 30-50% dei 240 TWh stimati da Terna si trasformi in impianti concreti, il ritorno per A2A resterebbe rilevante”.

Milano e la Lombardia centrali nella rete dei data center

Non solo A2A. Anche altri grandi operatori del settore come Enel, Iren, Acea e Hera osservano con interesse questa evoluzione. L’espansione della domanda elettrica dovuta alla crescita dei data center rappresenta un’opportunità trasversale per tutto il comparto delle utilities, che potrebbero così giocare un ruolo chiave nella transizione digitale ed energetica del Paese.

Del resto, A2a non è nuova a questo tipo di progetti. Proprio a Milano ha dato vita – un anno fa – alla prima partnership industriale in Italia per il recupero di calore dai data center destinato al teleriscaldamento. In collaborazione con DBA Group e Retelit, l’energia generata da “Avalon 3”, il più recente data center iperconnesso e sostenibile della società di telecomunicazioni leader in Italia nel B2B, alimenterà la rete cittadina nel Municipio 6, a beneficio di 1250 famiglie.

  • Guarda anche l’ultimo VIDEO della rubrica  “Vaielettrico risponde” di Filippo Pagliuca

Scrivi un commento

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

 

Articolo Precedente

Ma con il caldo torrido, quanta autonomia si perde?

Articolo Successivo

Prezzi raddoppiati dal 2013 e stipendi fermi: gli italiani rinunciano all'auto

Iscriviti alla nostra Newsletter

Abbonati alla nostra newsletter e resta aggiornato.
Seleziona i tuoi interessi:
No spam e zero emissioni garantiti!

Iscriviti alla nostra Newsletter

Abbonati alla nostra newsletter e resta aggiornato.
Seleziona i tuoi interessi:
No spam e zero emissioni garantiti!