Il mercato europeo delle EV regala “colpi” importanti nel mese di novembre. In Danimarca, il 73,7% delle nuove immatricolazioni è stato elettrico, con punte del 91,2% tra i privati. Nello stesso periodo la Germania, pur con numeri assoluti molto più elevati, ha visto crescere i veicoli a batteria fino a 55.741 unità, pari al 22,2% del mercato.
I due scenari, anche se differenti, mostrano come la crescita dell’elettrico dipenda sempre più da stabilità normativa, fiducia dei consumatori e capacità industriale. Nel caso danese, il boom riflette un mercato maturo e sostenuto da una fiscalità chiara. In Germania, invece, la domanda reagisce in modo sensibile all’incertezza sugli incentivi, ma continua a macinare volumi elevati grazie alla forza produttiva nazionale e all’offerta di modelli sempre più ampia.

Danimarca: il boom delle EV nella fiscalità di vantaggio
In Danimarca il mercato dell’auto è cresciuto del 6,6% rispetto ad un anno fa. E tre vetture nuove su quattro sono ormai alimentate a batteria: un risultato che in Europa solo la Norvegia riesce a superare.
Su base annua, gli EV rappresentano ormai il 67,2% di tutte le vendite. A guidare il mercato è lo Skoda Elroq, seguito da VW ID.4, Audi Q4 e-tron e Skoda Enyaq iV: una top-4 completamente basata sulla piattaforma modulare MEB del gruppo Volkswagen, a conferma della competitività dei modelli pensati nativamente per la trazione elettrica.
Completano la top-10 modelli come Renault R5, VW ID.3, Mercedes EQB, Tesla Model 3, BMW X1 e VW ID. Buzz: una varietà che ben rappresenta la maturità del mercato danese, dove l’elettrico copre quasi tutti i segmenti senza percezione di compromesso.
Secondo Mads Rørvig di Mobility Denmark, il boom di novembre non è episodico ma la naturale prosecuzione dell’andamento dell’intero 2025. Un risultato su cui agisce in positivo anche la chiarificazione della tassa automobilistica inserita nell’ultimo accordo di bilancio. Una misura che ha ridotto le esitazioni dei consumatori.

Germania senza incentivi, ma spinge la forza dei brand
Il mercato tedesco racconta una storia diversa: più grande, più complessa, più sensibile alle politiche pubbliche. Dopo il calo successivo alla fine del piano di sovvenzioni federali (a fine 2023), la domanda ha ripreso a crescere in modo costante. A novembre sono stati immatricolati 55.741 veicoli elettrici, per un +58,5% rispetto al 2024.
Accanto agli EV puri, i plug-in hybrid hanno registrato 32.433 immatricolazioni (+57,4%), mentre diesel (-19,3%) e benzina (-21,1%) continuano la loro contrazione, pur rimanendo rilevanti in termini assoluti.
Da notare che una quota significativa delle vendite si sta spostando sugli ibridi “light” e “full”, che il KBA (l’agenzia federale che rilascia omologazioni e componenti di veicoli valide in Germania) conteggia come una categoria unica pur includendo modelli dalle capacità elettriche molto diverse.
Tra i brand esclusivamente elettrici, invece, emergono dinamiche diversificate. Per Smart e Tesla che registrano cali notevoli, ci sono Polestar (+88,9%), Vinfast (+113,5%) e soprattutto Xpeng (+333,3%), che mettono in mostra crescite dal basso importati.

Stabilità e chiarezza accelerano la transizione
In generale, la lettura congiunta dei dati danesi e tedeschi suggerisce un elemento chiave: non bastano gli incentivi, serve prevedibilità.
La Danimarca dimostra che un quadro stabile e un’infrastruttura di ricarica adeguata portano a quote record, mentre la Germania evidenzia che anche un mercato forte può rallentare quando le regole cambiano troppo spesso.
Il segnale per il resto d’Europa è chiaro: la transizione richiede continuità, non misure frammentarie.
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