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Daminelli (Daze): ecco come scegliere una wall box

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Perchè scegliere una wall box anzichè utilizzare un cavo standard con presa schuko per la ricarica domestica? Come sceglierla,  e a quale prezzo, tra le decine di offerte on line? Cosa garantisce la sicurezza? E in azienda o nei condomini? Sono le domande che abbiamo posto ad Andrea Daminelli, co fondatore di Daze Technology. La start up bergamasca è  balzata agli onori della cronaca grazie all’accordo con Engie EPS e FCa per la fornitura delle  wall box in dotazione alle vetture elettriche del gruppo torinese (leggi).

Scegliere la wall box perchè è più sicura

scegliere una wall box
Andrea Daminelli

La wall box, dice Daminelli, garantisce contro possibili surriscaldamenti e guasti delle prese, quando sono sottoposte a prolungati carichi a 10 Ah. Dà poi protezione a tutto il sistema, mentre con il solo cavo di tipo 2 il tratto  tra la presa e la power box non è protetto dal differenziale domestico.

Dal punto di vista funzionale scegliere una wall box permette di caricare fino a 7,5 kW di potenza in monofase, contro 2 kW con cavo standard. E in trifase si può arrivare fino a 22 kW. Se dotata di Power Control la wall box sfrutta al massimo la corrente disponibile, senza rischio di distacco nei momenti di sovraccarico per le attività domestiche. Rischio che si può correre anche con potenze contrattuali di 6 kW.

Scegliere la wall box per gestire il fotovoltaico

Nei modelli più sofisticati, la wall box può gestire anche il fotovoltaico, bilanciando l’erogazione sull’intera disponibilità di potenza o addirittura privilegiando i prelievi a costo zero dell’energia autoprodotta.

Sul prezzo, che può variare fra 330 e 1.000 euro, incidono inoltre il livello di certificazione (è obbligatorio quello CEE), la lunghezza del costoso cavo  di connessione, la protezione anti vandalismo e quella dagli agenti atmosferici (quando collocata all’aperto), il controllo  contro “ritorni”di corrente continua dalla macchina alla rete.  In assenza di quest’ultimo dispositivo è necessario sostituire il differenziale di casa, installandone uno del tipo tipo B che costa fino a 10 volte di più. Infine, può esserci un controllo della temperatura contro il surriscaldamento.

Aziende: scegliere la wall box o la colonnina?

La wall box domestica può essere installata anche nel parcheggio privato di una piccola azienda, purchè accessibile solo ai dipendenti e ospiti. Per aziende più grandi con parcheggi aperti al pubblico, è necessario passare a una colonnina vera e propria ,attivabile sono con l’identificazione dell’utente o tramite tessera Rfid

Daze

Due tipi di incentivi:110 o 50 per cento

Le wall box domestiche sono incentivate da due diversi strumenti. Il superbonus 110% la finanzia interamente, fino a un massino di 3.000 euro comprensivi di installazione e costi per l’aumento di potenza. Si recupera in cinque rate annuali attraverso un credito d’imposta che può anche essere ceduto a una banca o all’azienda fornitrice. Però l’installazione è incentivata solo nell’ambito di un intervento complessivo che comprenda alcuni interventi trainanti . In assenza di tali interventi si può ricorrere all’ecobonus che prevede il rimborso al 50% in dieci rate annuali. Anche qui i rimborsi avvengono attraverso uno sconto in dichiarazione dei redditi.

Ricarica induttiva o conduttiva automatica?

Daminelli ci parla anche di ricarica induttiva e ricarica automatica. La ricarica induttiva presenta gravi problemi tecnologici. Cioè bassa efficienza, dispersione di onde elettro magnetiche, surriscaldamento delle piastre, gravi rischi per animali e oggetti che si interpongono fra le piastre, pesi e costi per l’attrezzatura a terra e sukl veicolo.

Daze lavora invece a una ricarica connettiva automatica. E’ una sorta di robot che localizza la presa sotto il pianale dell’auto,  si posizione per connettersi e infine avvia automaticamente la ricarica. Il prodotto si chiama DazePlug. E’ in sviluppo assieme a un costruttore italiano di luxury car e sarà sul mercato nel 2023.

L’auto parcheggia sopra al Dazeplug e si ricarica in automatico. Per la connessione bastano 16 secondi.

In condominio c’è il problema contatore

Per la ricarica in condominio Daminelli consiglia, se possibile, un collegamente diretto fra il contatore privato e la wall box del garage o del box auto.

Ove non fosse possibile, è necessario dotare il condominio di un contatore potenziato e installare wall box connesse che consentano di individuare i consumi relativi alla ricarica, quantificarli e suddividerli fra i diversi utenti.

Quanto alla ricarica dalla rete pubblica, il giovane imprenditorei, che da anni guida una Nissan Leaf, lamenta una sproporzione fra le molte colonnine urbane in corrente alternata e le troppo rarefatte colonnine fast e superfast, addirittura assenti dalle autostrade. Ritiene infatti che l’80% delle ricariche debba avvenire a casa, e, per il restante 20% sono più frequenti le occasioni in cui c’è necessità di ricariche veloci.

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