Dallo spazio le tecnologie per migliorare la mobilità elettrica. Soluzioni per auto, camion e altri veicoli pesanti. Lo pensano all’ESA – l’agenzia spaziale europea – che ha pubblicato un bando che finanzia ricerche in questa direzione.
Un bando da 200mila euro: Space for electromobility, Spazio al centro
Alla ESA per giustificare il bando da 200mila euro partono dai dati ambientali. Spesso trascurati. Eccoli: «I trasporti sono responsabili di circa il 25% delle emissioni totali di CO2 dell’UE, di cui il trasporto stradale rappresenta la quota maggiore (72% nel 2019)».
Da qui si parte per fotografare il fenomeno dell’elettromobilità. Questa «sta emergendo come una soluzione chiave per decarbonizzare il nostro pianeta, soprattutto nel settore dei trasporti».
Nonostante qualche passo indietro – vedi Italia, ma non la Spagna e la Germania ci ha ripensato sui fondi alle imprese – «in tutto il mondo, inclusa la Gran Bretagna e l’Unione Europea, stanno introducendo normative e incentivi per accelerare la transizione verso i veicoli elettrici».
Nella Ue è previsto lo stop nel 2035 della produzione di auto endotermiche – ma continueranno a circolare – e già dal 2025 entreranno misure di tassazione destinate alle case automobilistiche per sostenere la produzione di auto elettriche.
In Gran Bretagna: l’80% delle nuove auto e il 70% dei nuovi furgoni venduti devono avere un livello di emissioni pari a zero entro il 2030, per arrivare al 100% entro il 2035.
Questi gli obiettivi, ma i traguardi presentano delle sfide che all’ESA riassumono: necessità di espandere le infrastrutture di ricarica, sia nelle aree urbane che in quelle rurali; una rete elettrica più robusta e flessibile.
Senza dimenticare il dato informativo: «È necessario superare le barriere all’adozione degli EV, come la mancanza di informazioni sui punti di ricarica, l’ansia da autonomia e i costi». Più che la mancanza di comunicazione c’è da combattere la disinformazione.
Il bando che punta sulle tecnologie spaziali
Va bene l’analisi dell’Agenzia, ma cosa offre la tecnologia spaziale alla mobilità elettrica? Nel bando (scade il 29 novembre) si legge la ricerca di soluzioni per la rete di ricarica, applicazioni che utilizzano la tecnologia delle reti intelligenti per ottimizzare la distribuzione dell’energia e integrare le fonti rinnovabili. Infine servizi innovativi che promuovono comportamenti di ricarica ottimali.
Queste le tecnologie spaziali su cui fare riferimento: «Posizionamento e temporizzazione satellitare (GNSS), comunicazioni satellitari (Satcom) e l’osservazione satellitare della Terra (SatEO) possono svolgere un ruolo significativo nel supportare queste aree».
Questi i punti di forza individuati da Esa. Le tecnologie di Satcom «possono fornire connettività affidabile nelle aree rurali per il monitoraggio delle infrastrutture di ricarica e consentire pagamenti digitali». Il GNSS «fornire informazioni precise sulla posizione dei punti di ricarica, sulla densità del traffico e supportare la pianificazione del percorso».
Infine il SatEO per «supportare il processo decisionale per la distribuzione delle infrastrutture di ricarica, identificare le aree prive di infrastrutture e monitorare i livelli di inquinamento».
Gli obiettivi del bando ESA: soluzioni commerciali e fattibili
Questo il quadro mentre il bando di gara offre finanziamenti fino a 200mila euro per «studi di fattibilità che esplorano il potenziale di applicazioni e servizi innovativi basati sullo spazio per l’elettromobilità».
L’obiettivo «è sviluppare soluzioni commercialmente valide, tecnicamente fattibili e sostenibili».
Queste devono quindi «sfruttare il valore aggiunto dei dati e delle tecnologie spaziali per promuovere la diffusione dei veicoli elettrici e creare un futuro di mobilità più pulito e sostenibile».
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