Dalla Clio alla Tesla: “E spendo meno della metà…”

Dalla Clio alla Tesla: Stefano ha fatto il salto dalla piccola Renault (diesel) alla Model 3 RWD. Tutti lo scongigliavano. Ma facendo i conti dopo 2.500 km… Vaielettrico risponde. I vostri messaggi vanno inviati a info@vaielettrico.it
dalla Clio alla Tesla
Dalla Clio diesel alla Tesla: Stefano ha fatto il salto all’elettrico.

Si parla tanto di chi vive in città, ma noi in provincia…

“Non sono mai stato contro le auto elettriche, anzi, sono favorevole a qualsiasi innovazione tecnologica.Quello che ho contestato invece, è un approccio facilone all’ideologia green da parte di una certa politica, solo per avere consensi. Senza prima considerare pianificazione e problematiche e i  costi elevati per la massa delle auto elettriche, facilitando mercati più vantaggiosi. E qualche affermazione di qualche amministratore delegato di superare il problema-costi producendo auto piccole per la massa che si muove in città per pochi km e poi utilizza i mezzi pubblici. Dimenticando chi come me abita in provincia, percorre tanti km al giorno e non ha mezzi alternativi, rendendo il diesel la soluzione migliore. Aggiungo che in auto si va anche in vacanza con la famiglia e dev’essere abbastanza capiente. Ma in una condizione di libero paese, libero mercato e libera scelta, avevo un sogno che si chiamava Tesla. E quel sogno inaspettatamente si è avverato e mi è stata appena consegnata la mia Model 3 RWD.

Dalla Clio alla TeslaDalla Clio alla Tesla Model 3: nei primi 2.500 km risparmiati più di 100 euroDalla Clio alla Tesla

Ma snoccioliamo alcuni numeri. Abito in condominio, Classe C, in casa tutto Classe A, Led, cucina a induzione, clima con pompa di calore, mercato libero dal 2018. Caldaia a gas usata maggiormente per acqua calda e mantenere la temperatura innalzata, però con la pompa. Tutto questo mi ha giovato sui consumi, mentre gli scettici continuavano a dirmi che avrei speso cifre esorbitanti. Adesso la Model 3, caricata maggiormente nel box di notte con tariffa non superiore a 0,3€/kW. km percorsi in 3 settimane 2.500, con un consumo di 330kWh che fanno 99€. Prima avevo una Clio dci 90 che faceva 20km/l.  Rifacendo i conti, calcolando minimo 1,64€/l il costo gasolio, escono 205 € per gli stessi km. Concludendo: ne è valsa la pena, calcolando anche che un’auto europea dello stesso segmento costa dai 50 ai 60 mila€, rispetto ai 40 mila della Model 3“. Stefano Maroso
Risposta. Il racconto di Stefano non fa che confermare quel che diciamo da tempo: per chi ha la possibilità di ricaricare a casa, l’elettrico ha costi di gestione imbattibili. Anche perché sono molti gli italiani che in bolletta sono più vicini ai 20 centesimi/ kWh, rispetto ai 30 citati del lettore. E non è solo questione di costi: prestazioni e piacere di guida di una Model 3 non sono nemmento lontanamente paragonabili a una Clio…

Visualizza commenti (65)
  1. Marco spacchi

    Boh a me i conti non tornano (come molte altre volte qui dentro) lei vuol far credere che fa 7.5 km con un kwh? E senza tener conto delle dispersioni caricando 330 kw tengo per buono siano quelli segnati sul paddone). Velocità media soliti 40kmh per fare strada? No perché a me un pieno dura 3 mesi

    1. Ciao Marco. Io ho il piacere di guidare una model y. Ho percorso 23058Km… caricando 3447Kwh….
      Cioè 150wh/km cioè 6,66km/kwh
      Direi che ci siamo…

    2. Prima di fare le pulci al prossimo, le chiedo di scrivere:
      – che auto ha
      – con cosa la alimenta
      – e soprattutto i km percorsi e la tipologia di percorso.

    3. Confermo i consumi ridicoli della model 3. Da marzo ho fatto circa 11500 km. Il paddone segna un consumo di 121w/km. Ammetto che non si può considerare ciclo misto puro dato che di autostrada ci saranno si e no un 5% di autostrada. Con i primi giorni di freddo ho visto un leggero aumento dei consumi ma ci sta

      1. Fabio, se vai sull’app TESLA, e vedi la sezione statistiche di ricarica, lì puoi vedere esattamente quanto hai caricato e i km percorsi, potendo quindi calcolare anche tutte le varie inefficenze di trasformazione/riscaldamento… etc etc… 🙂

    4. Conti assolutamente confermati. Io con la mia Model3 dopo 35.000 km ho una media di 138 KWh/Km, con oltre il 70% in autostrada (condizione assolutamente sfavorevole per l’elettrico)

    5. Giossi Francesco

      Qui Model 3 RWD Highland
      Un anno circa di uso, faccio 7,2 Km con 1 kWh
      Ho fatto la foto qualche giorno fa perché qualcuno metteva in dubbio i consumi, ma poi mi sono dimenticato di postarla.
      Siccome gli scettici abbondano, alla fine è tornata utile
      https://imgur.com/a/4awKEFz

  2. Qui siamo alla follia, costui deve fare un milione di km circa prima di ammortizzare la spesa in teoria, sempre che non gli tocchi ricaricare fuori da casa sua. Una barzelletta che nuoce proprio all’immagine delle BEV stessa

    1. Mettila così. Uno ha bisogno di cambiare auto e è indirizzato su un’auto nuova che mantenga i costi di gestione di una segmento B ma vuole salire di categoria (segmento C e D), quindi spenderà di più per l’acquisto. Ecco, una BEV come una Tesla o equivalente lo permette visto che alla fine una termica ha costi superiori di gestione. D’altra parte la prima auto di molti di noi è stata una segmento A/B, poi si apre anche solo per sfizio a salire almeno una volta nella vita in una segmento superiore.

  3. Con la mia vecchia auto a g p l 20 € 450km non ho possibilità di ricarica casalinga colonnina più vicina 7km inoltre non dispongono di 30.000€ . Consiglio??

  4. Eh no, questi conti non sono corretti.
    Io posseggo una Model 3 con impianto fotovoltaico e risparmio un sacco… ma paragonandola a un’ auto nuova!
    Se il tizio doveva tenere una Clio, non c’è risparmio che tenga! Costerà sempre meno un’auto già in casa che una da ricomprare! Mi sembrano un po’ forzati questi articoli.
    Se poi il centro è il risparmio, non si devono paragonare le auto di pari segmento, ma il minimo spendibile per onorare i requisiti.
    Se sono due persone, basta anche una 208, se sono 3 o 4, anche una 308 o una C4 (per non parlare in casa Dacia…) bastano.
    Quindi no, con la Tesla NON spende meno, perché ha cacciato molti soldi di più all’inizio.

    1. Alfio Stefano Calantropo

      Immagino che il tizio volesse comunque cambiare auto, prendendone una di segmento superiore, infatti dice che per una europea di pari segmento, ci sarebbero voluti 50 o 60 mila euro. Il confronto con la clio è solo nei costi di gestione.

  5. Filippi Corrado

    Voi che volete guidare le elettriche siete tutti degli egoisti che non pensate a quei poveri arabi che vivono nel deserto e se non gli mandate i soldi del petrolio non possono poi più fare le piscine per i loro cavalli!

  6. Appunto 40.000 € di tasca propria per uno scopo nobile (non inquinare) ma disastroso finanziariamente (risparmio 100 euro al mese per il rifornimento)

    1. Il risparmio è anche sul bollo, sulla assoluta mancanza di tagliandi, sulla inferiore quantità di parti meccaniche da manutenere. Non si risparmia invece sul comfort e sulla qualità del viaggio in quanto sono molto maggiori sulle auto elettriche, in particolare in quella del lettore.

    2. Alfio Stefano Calantropo

      Ma che ragionamento è, la scelta la si fa nel momento in cui si deve o si vuole sostituire l’auto. I 40 mila li avrebbe soesi comunque prendendo una termica di segmento D, sulla quale però non avrebbe risparmiato nulla nei costi di gestione. Non mi pare che l’autore del post abbia detto che l’alternativa fosse restare con la clio, anzi scrive che per prendere una termica di pari categoria, avrebbe dovuto spendere di più

    3. Ma possibile che lui avesse intenzione di cambiare auto, perché la Clio era vecchia, perché nel frattempo aveva bisogno di un’auto più grande e quello era comunque il suo budget termica o elettrica che fosse?

  7. oggi ho visto che la qualita’ dell’aria qui a montano lucino co e’ valutata pessima ( vedi app meteo su pc ) .se non provando a limitare le emissioni con le ev come c…avolo dobbiamo fare per migliorare la situazione . continuare ad usare idrocarburi non mi sembra la soluzione anche se tanti pensano che l’elettrico non sia la soluzione .

    1. La qualità dell’aria nel bacino padano dipende da moltissimi fattori:

      -conformazione;
      -alta concentrazione di popolazione;
      -attività industriale;
      -molto impattante nella stagione invernale il riscaldamento domestico.

      Personalmente ho effettualo molte rilevazioni della qualità dell’aria nelle varie stagioni e in punti diversi, vicino alle strade trafficate e in zone disabitate.
      Nonostante ciò che si potrebbe pensare le auto impattano soprattutto nei grandi centri abitati, ma comunque meno si quanto facciano i riscaldamenti a legna e pellet (soprattutto se di bassa qualità) in aperta campagna e senza traffico. I valori nelle ore serali raggiungono picchi elevatissimi che non si registrano nemmeno durante le ore di maggior traffico in città…
      Paradossalmente ( se non si è mai provato a misurarla) la qualità dell’aria è migliore in città la sera rispetto alla campagna, la spiegazione è molto semplice: in città le abitazioni hanno riscaldamenti a gas e pochissimi usano legna e pellet.

      Quanto alle rilevazioni generiche, meglio fare riferimento ai valori registrati dalla regione con metodi confrontabili , se si fa riferimento al noto sito IQ air occhio perchè ricordo non essere un Ente preposto alle misurazioni , inoltre fatturano vendendo purificatori d’aria…

      1. Dimentica un fatto fondamentale, nella campagna padana ci sono gli allevamenti intensivi che sono responsabili di una buona fetta di inquinamento.
        Oltre all’auto elettrica si dovrebbe ridurre sensibilmente il consumo di carne.

      2. Abito in un paesino, e la sera in certe vie l’aria è irrespirabile proprio per quel maledetto pellet bruciato!

  8. caprone manicheo

    ESATTO!!!

    Io ho dimezzato i costi per l’energia/combustibile rispetto alla Passat a metano.

    E con la Passat a metano spendo meno della metà di quella a benzina.

    Poi con il fotovoltaico spendo nulla (ma questo è un altro discorso).

    1. Non è vero che con il fotovoltaico non si spende nulla. Il costo al kwh è il mancato guadagno della rivendita al gestore elettrico o, peggio, la necessità di usare la rete per gli altri consumi di casa.
      Non esageriamo in senso opposto please.

      1. Tommaso hai parzialmente ragione. Dal 2025 non ci sarà più lo scambio sul posto ma si passere al ritiro dedicato, quello che verrà fatturato per immissione in rete dell’energia elettrica sarà da dichiarare nella denuncia dei redditi, quindi dal PUN andrà dedotta l’IRPEF. Quindi al netto di tutto se si riuscirà a riscuotere 0,1€/kWh sarà bello. Per una Tesla che non arriva ai 20 Kwh per 100 km vorrebbe dire 2€ per 100km. Non è proprio gratis ma ci si avvicina parecchio.

      2. caprone manicheo

        Esatto come dice Marco P..
        Io poi imposto la colonnina Zappi su 2 foglioline e utilizza solo il surplus, ovvero l’eccesso prodotto dal fotovoltaico, dando sempre priorità alla casa.

        In sintesi con il sensore dei carichi, in modalità 2 foglioline, carichi solo ciò che finirebbe praticamente regalato in rete.

        Dal 3 maggio alla stagione delle piogge di ottobre ho fatto 10.000 km tutti così (tranne 14 eur di SC per ansia immotivata del coniuge).

  9. Risparmio di 100 euro ogni 2500 KM…..400 euro ogni 10000 Km a fronte di quanto denaro investito?
    Poi se uno dice, mi sento bene perchè inquino meno sono daccordissimo, ma 40.000 euro solo di macchina…….

    1. L’alternativa si chiama? Parliamo di macchine a pari livello tecnologico e di spazio. E nuove, non usate. Non ha senso parlare di 40.000 euro contro nulla. Ai 400 euro vanno aggiunti i 500 euro di bollo per una auto di pari livello di potenza (che l’elettrico non paga) + 400-500 euro di tagliando (che l’elettrica non fa). Quindi su 10.000 km/anno si risparmiano 1500-2000 euro

    2. Oggi sono polemico… Ma da quanto la macchina é un investimento ? Hai mai sentito che una macchina diventi un generatore di reddito o crei Rendita (a meno che uno non sia un NCC o Tassista, corriere o scuola guida) ?

      1. Hai ragione: l’auto è un costo.
        Tutto l’articolo per scrivere che cambiare l’auto è pressochè un obbligo ma quando lo si fa, nella fascia di prodotto corrispondente, un Model 3 è un costo nettamente inferiore sia all’acquisto che nella gestione.
        Sembra però che molti non abbiano colto il messaggio.

        1. antonio gobbo

          se ricarichi da casa si se devi andare a ricaricare a una DC, perchè AC vicine non ne hai, forse anche no

  10. Alessandro Ventura

    Vabbè però dopo 2500km la Clio riesci ancora a venderla la Tesla la devi regalare…. Hai risparmiato forse 100 euro di gasolio e perso 10000 di svalutazione. Ottimo direi! Ideologia? Nessuno valuta quanto inquinano le centrali e la produzione delle auto elettriche. Per fortuna il mercato ha già detto la sua specie nei paesi più seri e non nei ghetti del nord Europa dove si vive di vitamina D e suicidi.

    1. Pensi che invece è proprio il contrario, in quanto sono molti gli studi che calcolano il punto di pareggio carbonico tra auto elettriche e a combustione proprio stimando l’impatto della produzione dei singoli componenti dell’auto e dell’energia stessa.
      Invece il costo carbonico della filiera petrolifera non viene mai considerata nei calcoli di break even, chissà perchè.
      E parliamo solo di CO2.
      “Vivere di suicidi” è carina come espressione, con il tocco surreal/esistenzialista quasi heideggeriano; questa è l’unica cosa degna di nota e riflessione del suo post, secondo me.

    2. ridicolo… una tesla semestrale con 10-15.000 Km si svaluta di circa 2-3.000 euro rispetto al prezzo di listino. e sono molto richieste come auto, e lo saranno sempre di piu’ in futuro. Poi uno che paragona la Clio con la Tesla su tenuta dell’usato….

    3. Veramente l’hanno valutato e rivalutato tutti più volte e i risultati sono indiscutibili: le EV sono sempre in vantaggio. Le centrali sono più efficienti di un motore a combustione che ti devi portare appresso, e il litio e le batterie non sono qualcosa che va in fumo ma che continua a poter essere riutilizzato, come l’alluminio.
      Sono solo i nowatt come te che si ostinano a ignorare le evidenze e a chiedere non si sa bene quali altre valutazioni …

      1. antonio gobbo

        infatti una ricerca ha stablito che il 96% degli italiani (ma anche degli spagnoli dei polaccie di molte altre nazioni)sono neandertal e eminenti antropologi sono da noi per studiare il fenomeno chissà se il restante 5% ce la farà a sopravvivere o verrà inglobato dalla maggioranza? 🙂

        1. in realtà gli ultimi trent’anni attestano che il 96% degli italiani credono alle favole e che piangere e fo@@#re sia la maniera piú furba di comportarsi.
          Chissà se sopravviveranno bene come credono?

    4. caprone manicheo

      Se verifica la classifica di libertà di stampa e diffusione delle auto elettriche vedrà che nelle prime posizioni gli stati coincidono.

      Al di là dei tristi suicidi sui quali lei fa un triste umorismo, il vero problema relativo alla scarsa diffusione dell’auto elettrica è legato alla cattiva informazione, vomitevole e prezzolata.

  11. Con un budget di max € 20.000 (diciamo anche € 25.000 per non fare lo spilorcio, ma sarebbe già un bello spendere) per comprare un’auto che possa andar bene per una famiglia di 4 persone e sarebbe ovviamente l’unica auto in famiglia, quale elettrica dovrei acquistare per contribuire a risolvere il problema del cambiamento climatico?
    Grazie.

    1. Ora che non ci sono più ecobonus, se riesci a puntare ai 30k la Volvo EX30 è una ottima soluzione. Non salvi il pianeta dal climate change ma sicuramente ti diverti al volante come mai prima e risparmi un sacco su carburante assicurazione e bollo (io spendo circa 1/3 della Fabia 1.4tdi di prima).
      Se invece il vincolo dei 25k è insuperabile, consiglio Tesla Model 3 rwd usata, sul sito ci sono gli usati certificati Tesla che partono da 26k ed è un’auto più grande della EX30.

      1. Marco il bagagliaio di una EX30 è piccolo, e l’autonomia scarsina per essere unica auto. Questo è IL problema dell’elettrificazione, la mancanza al lordo di incentivi di auto da famiglia in una fascia media/ bassa.
        Serve andare su un usato fresco.

      1. Per carità, quell’ibrida che in discesa satura la batteria dopo 3 tornanti e poi comincia a consumare i freni. Peggio di una Prius di 20 anni fa, che già aveva una marcia apposta per sfruttare il freno motore in queste situazioni.

        1. Ti do una notizia…la B sul cambio delle Toyota ibride c’e’ ancora e serve a non consumare i freni nelle lunghe discese. Comunque le Toyota, in discesa, a batteria satura, continuano a frenare anche con il motore elettrico, al contrario di Renault e mi pare di capire ,di MG. Io comunque, a 235000km ho i freni originali e un mese fa, al cambio gomme , ho visto che pastiglia ce ne ancora.

          Marco

  12. Sicuramente l’utente in questione ha fatto la scelta corretta.
    Il risparmio in queste condizioni è evidente.
    Stiamo cmq parlando di uno che fa 40000 km l’anno e che ha un box che gli permette di far entrare quasi 5 mt d’auto.
    Anche il range giornaliero di 100/150 km rientra nel tempo di carica notturna.
    Diciamo pero’ che ci sono costi di installazione e di casa che vengono fatti a monte, che pero’ in questo caso sono velocemente ammortizzabili.
    Detto questo, l’esperienza narrata non rientra minimamente nell’utente medio italiano.

    1. Perché no? L’utente medio italiano percorre circa 20 km al giorno, non vive necessariamente in città superaffollate e, nella maggior parte dei casi, ha spazio per parcheggiare. Considerando che dorme circa 8 ore a notte, anche senza una politica green spinta, potrebbe tranquillamente caricare la macchina a 2.3 kW con una semplice presa Schuko, ricaricando il 50% della batteria durante la notte in molte situazioni.

      È vero, un po’ di sbattimento può esserci, ma è un prezzo accettabile per abbracciare una rivoluzione dal basso. La convenienza economica alla spina, unita ai benefici ambientali e pratici, supera di gran lunga le difficoltà iniziali. Inoltre, penso sia importante lasciare ai nostri figli non solo un mondo più sostenibile, ma anche un esempio concreto di come si possa agire per migliorarlo, partendo dalle piccole scelte quotidiane.”

      1. 1) l’utente medio non ha spazio per una model 3
        Qui al nord se lasci una macchina all’aperto tutto l’anno dopo 10 anni la puoi buttare. Così va a farsi friggere l’ecologia.
        2) a parità di condizioni del utente dell’articolo ma con una percorrenza del utente medio (20 km al giorno) , il risparmio sarebbe di ben 16 euro.

        Ribadisco che la presa schuko non è un modo corretto e sicuro di ricaricare.
        Devi almeno mettere una presa industriale.
        Poi, mi spiace ma se vuoi un futuro sostenibile, l’auto elettrica non è assolutamente la soluzione.
        Dovremmo abbandonare il concetto di mobilità privata e passare esclusivamente a quella pubblica e condivisa.

        1. Non vivendo al nord, non comprendo del tutto la tua affermazione riguardo al ‘buttare l’auto dopo 10 anni’. Tuttavia, considerando le alte percentuali di BEV vendute nei paesi del nord Europa, dove le condizioni climatiche sono spesso molto rigide, questo non sembra essere un problema significativo. Le auto elettriche, infatti, grazie al minor numero di componenti soggetti a usura rispetto ai motori a combustione, possono garantire una maggiore longevità anche condizioni estreme dove la gestione termica delle stesse rende queste vetture sempre più adatte per impieghi gravosi.

          Per quanto riguarda la ricarica con una Schuko, una presa di buona qualità, ad esempio tedesca da 16A, è perfettamente in grado di sostenere la ricarica continua a 10A (2.3 kWh) e rimane un’opzione fattibile e sicura, se installata correttamente -leggasi cavi di sezione adeguata e impianto correttamente dimensionato – e monitorata.

          Riguardo alla tua affermazione che l’auto elettrica non sia una soluzione per un futuro sostenibile, il tema è complesso. La mobilità pubblica e condivisa è certamente una componente fondamentale nelle grandi città, ma nei piccoli centri urbani, dove la densità abitativa e la frequenza dei trasporti pubblici sono inferiori, la mobilità privata resta indispensabile, però, una soluzione potrebbe essere rappresentata da microcar elettriche (come Citroën AMI, Fiat Topolino, XEV YoYo o Mobilize Duo) condivise -Vedi esempio dell’isola di Procida, provincia di Napoli), che soddisfano le esigenze di brevi tragitti con minore impatto ambientale. Considerando che la maggior parte degli spostamenti avviene con un solo passeggero e su distanze ridotte la micromobilitá condivisa offre un buon compromesso tra sostenibilità ed efficienza.

      2. antonio gobbo

        20 km al giorno fannk 7000 km all’anno non 40000, poi il fatto di abitare in provincia mica da per scobtato di avere un box per la ricarica.
        Ognuno ha la propria storia e le favili generalizzazioni non aiutano .. e questo lo si vede dal numero di immatricolazioni che resta inchiodato sotto il 5%

  13. Roberto Pallaoro

    Che avresti risparmiato sul rifornimento non ci sono dubbi e che la maggior parte delle persone non vivono a Milano o a Roma è un’altra realtà, come il 65% di possessori di autorimessa in Italia. Un’altra realtà è che proprio a Milano, come in tutta la pianura Padana in questi giorni l’aria è pessima e mi sono stufato di sentire che il green è una ideologia, quando non mi viene prospettato nessuna altra soluzione all’inquinamento e al cambiamento climatico. Ora basta, l’ideologia sta in chi non vuole rendersi conto della realtà, al di là del fatto che si vuole caricare di significati la parola ideologia che non ha facendone un termine negativo. Ritengo che i no elettrico siano una ideologia, nella loro accezione, perchè si fermano ai dati fino a quando fanno comodo a loro e non risolvono i problemi di questa epoca davvero martoriata e che non offre speranze verso il futuro. Tanti dicono dell’Europa, ebbene io mi aggrappo all’Europa, perchè è l’unica speranza che oggi mi rimane.

    1. L’utente fa un calcolo molto insufficiente, solo il costo dra le due macchine sono delle cifre che si deve calcolare insieme al consumo. È poi lasciamo perdere l’aspetto ambientale, elettrico non è per l’ambiente ma un spostamento del inquinamento da noi a paesi poveri come dal tronte abbiamo sempre fatto noi pravi Europei!

      1. caprone manicheo

        Riveda le sue fonti e approfondisca l’argomento della circolarità dell’indotto dell’auto elettrica rispetto alla linearità di quella termica.

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